318 Padri del I Concilio Ecumenico
I Concilio Ecumenico
Convocato dall’Imperatore Costantino I il Grande, si svolse con la partecipazione di 318 Padri a Nicea dell’Asia Minore nel 325,
ai tempi di Papa Silvestro I di Roma
e del Patriarca Metrofane I di Costantinopoli,
per combattere l’eresia di Ario, il quale sosteneva che Cristo era creatura (ktìsma) del Padre.
Ario era un eresiarca presbitero della Chiesa di Alessandria d'Egitto che dal 315 in poi iniziò a predicare che Gesù non era veramente Dio, consustanziale al Padre, ma piuttosto il primo essere creato, estraneo all'essenza e alla gloria di Dio e che c'era un tempo in cui non esisteva. L'Arcivescovo cercò di correggere Ario, il quale, invece, continuò a predicare la sua dottrina eretica e ciò constrinse il suo Arcivescovo a scomunicarlo nel 321 nell'ambito di un concilio della Chiesa alessandrina. Ma, purtroppo, la dottrina eretica si estese sino a giungere i confini dell'Impero, sconvolgendo i fedeli. Ciò costrinse l'Imperatore Costantino I ad indire un concilio a Nicea in cui furono invitati tutti i vescovi dell'ecumene cristiano per stabilire la vera identità di Gesù. I Padri conciliari si pronunciarono per la consustanzialità del Figlio al Padre, dichiarando che Gesù è Dio vero da Dio vero, generato, non creato consustanziale al Padre, e hanno composto il Simbolo della fede (Il Credo) sino al settimo articolo, in quanto la parte riguardante il Santo Spirito è stata introdotta dal secondo Concilio Ecumenico di Costantinopoli del 381. Dichiarando l'anatema alla dottrina ariana escludendola definitivamente dalle verità credute e trasmesse dalla Santa Chiesa.
PROFESSIONE DI FEDE DEI 318 PADRI
Crediamo in un solo Dio,
Padre onnipotente, creatore di tutte le cose visibili ed invisibili. Ed in un
solo Signore, Gesù Cristo, figlio di Dio, generato, unigenito, dal Padre, cioè
dalla sostanza del Padre, Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero,
generato non creato, della stessa sostanza del Padre mediante il quale sono state fatte tutte le cose, sia quelle
che sono in cielo, che quelle che sono sulla terra. Per noi uomini e per la
nostra salvezza egli discese dal cielo, si è incarnato, si è fatto uomo, ha
sofferto e risorse il terzo giorno, salì nei cieli, verrà per giudicare i vivi
e i morti. Crediamo nello Spirito Santo.
Ma quelli che dicono: Vi
fu un tempo in cui egli non esisteva; e: prima che nascesse non era; e che non
nacque da ciò che esisteva, o da un’altra ipostasi o sostanza che il Padre, o
che affermano che il Figlio di Dio possa cambiare o mutare, questi la chiesa
cattolica e apostolica li condanna.
canone XX. Che non si debba,
nei giorni di domenica e di Pentecoste, pregare in ginocchio.
Poiché vi sono alcuni che
di domenica e nei giorni della Pentecoste si inginocchiano, per una completa
uniformità è sembrato bene a questo santo sinodo che le preghiere a Dio si
facciano in piedi.
san Nicola schiaffeggia Ario sul viso. Frammento di un'icona del XVII secolo
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