Saints CRISPULE et RESTITUT, martyrs en Espagne (Ier siècle?).
Saints GETULE, CERAL, AMANCE et PRIMITIF, martyrs à Rome sous Adrien (124 ou 126).
Saints MAMMAIRE, prêtre, FELIX et VICTORIEN, diacres, ALBIN, DOMATE et ONZE autres, martyrs en Numidie sous Valérien (254).
Saints BASILIDE, TRIPODE, MANDAL et VINGT autres, martyrs à Rome sous Aurélien (273).
Saints ARESE, ROGAT et QUINZE autres, martyrs en Afrique.
Sainte OLIVE, vierge et martyre, vénérée à Palerme en Sicile (époque inconnue).
Sant'Oliva di Palermo, Vergine e Martire ( X secolo ) 10 Giugno
Il nome deriva dal latino Oliba,documentato solo in avanzata età
cristiana e tradizionalmente connesso con il termine oliva, variante
di olea,che in latino indica sia l'albero che il suo frutto, l'oliva.
La Santa non è menzionata in alcun Martirologio latino, che pure
riportano i martiri della persecuzione vandalica, né della Chiesa
Greco - Sicula,ove non esiste alcuna memoria del suo culto.
Un noto studioso dell'Agiografia sicula, il benedettino Domenico
Gaspare Lancia di Brolo scrisse: " Molti scrittori siciliani vogliono
il martirio di S. Oliva durante la persecuzione vandalica, ma senza
sicuro fondamento, poichè mancano gli Atti del suo martirio e pochi
cenni si trovano nell'antico Lezionario Gallo-Siculo senza nota
cronologica, così che possono bene convenire alla persecuzione dei
Vandali come a quella dei saraceni. Tanto i primi che i secondi
deportavano in Africa; costringevano talvolta i vinti a rinnegare la
propria religione, punivano con la morte coloro che cercavano di fare
proseliti.
Ma la Leggenda di S. Oliva non ha nulla di inverosimile perchè non si
debba ricevere: infatti ha delle straordinarie somiglianze con il
martirio di altri Santi... ".
Secondo Mons. Paolo Collura " Il nucleo essenziale delle nostre
antiche Leggende ha un substrato che non deve essere sottovalutato e
poichè la dominazione araba ( 827-1092 ) proprio in Sicilia fece
piazza pulita di tutti i documenti scritti sacri e profani, il
ricordo di parecchi Santi ci è stato tramandato soltanto sul filo
della memoria. La più antica notizia di lei nella Città di Palermo
risale al 1310, mentre il Corpo si trovava ancora a Tunisi, in una
piccola Moschea che sorgeva vicino quella grande, detta in arabo "
Gamie Azzaytun " ( dell'ulivo e di Oliva ), diventata poi basilica
cristiana. Nel 1402 il re Martino I lo richiese al Califfo Abû Azir,
ma ne ebbe un rifiuto, poichè ancora oggi i tunisini, presso i quali
è ancora oggi venerata, credono che la loro religione e la loro
dominazione tramonterà quando scomparirà il Corpo della Vergine Oliva.
La memoria della Santa è ricordata non solo nell'antico Breviario
Gallo-Siculo del sec. XII che si conserva ancora a Palermo, ma anche
in una antichissima tavola dove appare dipinta la sua immagine con
S. Elia e le Sante Rosalia, Venera, custodita nel Museo Diocesano di
Palermo.
Fanno memoria di lei il Martirologio Siculo del P. Gaetani S.J.e il
Martirologio Palermitano del Mongitore del 1742.
" A Tunisi il martirio di S. Oliva vergine e martire, cittadina
palermitana e patrona principale, la quale, nata da nobile famiglia,
ancora fanciulla, nella persecuzione vandalica per la fede di Cristo
cacciata in esilio, a Tunisi attrasse molti alla fede cattolica;
superati poi l'eculeo, le unghie di ferro e il fuoco, divinamente
liberata dall'olio incandescente, troncato alla fine il capo, le fu
data la corona del martirio, la cui anima, tutti ammirando, sotto
forma di colomba volò al cielo l'anno 463 ".
Oltre al Breviario Gallo-Siculo fà menzione di Lei anche il Breviario
Cefaludese.
Da esso apprendiamo che:
" La Vergine Oliva si crede nata a Palermo da nobile famiglia in un
luogo vicino alla Chiesa Cattedrale e fin dall'infanzia fu piamente
istruita nella religione cristiana.
All'età di 13 anni fu mandata in esilio dai Barbari in Africa perchè
cristiana e lì punita atrocemente.
Arrivata a Tunisi, per ordine del governatore,fu costretta a vivere
tra i mendicanti, soffrendo la fame,la sete, il freddo, la nudità;
guarì dalla storpiezza due di loro e li battezzò nel nome di Gesù
Cristo.Quando questi neo-cristiani cominciarono a predicare e a far
conoscere la loro fede pubblicamente, furono arrestati dai soldati ed
uccisi atrocemente: le loro anime volarono in cielo con la corona del
martirio. Oliva, in seguito a questi fatti,fu condotta con disprezzo
in giro per la Città e fu trasferita in una lontana foresta per
essere divorata dalle fiere. Alcuni cacciatori, accortisi della
fanciulla, furono convertiti alla fede di Cristo e battezzati a loro
volta.La fede di Oliva fu provata con l'eculeo ed unghie di ferro; fu
immersa tra le fiamme e nell'olio bollente, ma divinamente salvata,
mentre appariva più costante nella confessione della fede, le fu
amputata la testa e fu vista salire in cielo sotto forma di colomba.
Il Corpo fu portato dai Cristiani a Palermo e seppellito
religiosamente in un luogo sconosciuto ". Quel luogo è stato
identificato dagli storici ,come l'Inveges, presso Casa Professa o,
secondo altri, nella chiesetta a lei dedicata fin dal 1310 nella
Chiesa di S. Francesco di Paola.
Alla fine del 1500 il culto fu diffuso dai Francescani, che ne
ricercarono il Corpo.
Il popolo e il Senato palermitano il 5 Giugno 1606 elessero Sant'
Oliva Patrona della Città con le Sante Ninfa ed Agata.
Fu iscritta nel Calendario Palermitano dal Cardinale Giannettino
Doria nel 1611 e celebrata dalla Chiesa Palermitana fino al 1980 come
Memoria Obbligatoria; dal 1981 è stata espunta dal Calendario
Liturgico Regionale, ma nella Città di Palermo può essere sempre
celebrata con il grado di Memoria facoltativa.
Le è stata dedicata una Parrocchia della Città nel 1940, mentre il
culto è vivo a Pettineo ( ME ) e a Raffadali ( AG ), ove è Patrona
principale e nella Chiesa Cattedrale di Tunisi, a Lei intitolata. Saint NEASKINOS le Sage, martyr qui fut livré au préfet d'Alexandrie par une esclave qui lui appartenait, et qui remercia celle-ci de lui avoir procuré de si grands biens par sa trahison.
Saints GETULE, CERAL, AMANCE et PRIMITIF, martyrs à Rome sous Adrien (124 ou 126).
Saints MAMMAIRE, prêtre, FELIX et VICTORIEN, diacres, ALBIN, DOMATE et ONZE autres, martyrs en Numidie sous Valérien (254).
Saints BASILIDE, TRIPODE, MANDAL et VINGT autres, martyrs à Rome sous Aurélien (273).
Saints ARESE, ROGAT et QUINZE autres, martyrs en Afrique.
Sainte OLIVE, vierge et martyre, vénérée à Palerme en Sicile (époque inconnue).
Sant'Oliva di Palermo, Vergine e Martire ( X secolo ) 10 Giugno
Il nome deriva dal latino Oliba,documentato solo in avanzata età
cristiana e tradizionalmente connesso con il termine oliva, variante
di olea,che in latino indica sia l'albero che il suo frutto, l'oliva.
La Santa non è menzionata in alcun Martirologio latino, che pure
riportano i martiri della persecuzione vandalica, né della Chiesa
Greco - Sicula,ove non esiste alcuna memoria del suo culto.
Un noto studioso dell'Agiografia sicula, il benedettino Domenico
Gaspare Lancia di Brolo scrisse: " Molti scrittori siciliani vogliono
il martirio di S. Oliva durante la persecuzione vandalica, ma senza
sicuro fondamento, poichè mancano gli Atti del suo martirio e pochi
cenni si trovano nell'antico Lezionario Gallo-Siculo senza nota
cronologica, così che possono bene convenire alla persecuzione dei
Vandali come a quella dei saraceni. Tanto i primi che i secondi
deportavano in Africa; costringevano talvolta i vinti a rinnegare la
propria religione, punivano con la morte coloro che cercavano di fare
proseliti.
Ma la Leggenda di S. Oliva non ha nulla di inverosimile perchè non si
debba ricevere: infatti ha delle straordinarie somiglianze con il
martirio di altri Santi... ".
Secondo Mons. Paolo Collura " Il nucleo essenziale delle nostre
antiche Leggende ha un substrato che non deve essere sottovalutato e
poichè la dominazione araba ( 827-1092 ) proprio in Sicilia fece
piazza pulita di tutti i documenti scritti sacri e profani, il
ricordo di parecchi Santi ci è stato tramandato soltanto sul filo
della memoria. La più antica notizia di lei nella Città di Palermo
risale al 1310, mentre il Corpo si trovava ancora a Tunisi, in una
piccola Moschea che sorgeva vicino quella grande, detta in arabo "
Gamie Azzaytun " ( dell'ulivo e di Oliva ), diventata poi basilica
cristiana. Nel 1402 il re Martino I lo richiese al Califfo Abû Azir,
ma ne ebbe un rifiuto, poichè ancora oggi i tunisini, presso i quali
è ancora oggi venerata, credono che la loro religione e la loro
dominazione tramonterà quando scomparirà il Corpo della Vergine Oliva.
La memoria della Santa è ricordata non solo nell'antico Breviario
Gallo-Siculo del sec. XII che si conserva ancora a Palermo, ma anche
in una antichissima tavola dove appare dipinta la sua immagine con
S. Elia e le Sante Rosalia, Venera, custodita nel Museo Diocesano di
Palermo.
Fanno memoria di lei il Martirologio Siculo del P. Gaetani S.J.e il
Martirologio Palermitano del Mongitore del 1742.
" A Tunisi il martirio di S. Oliva vergine e martire, cittadina
palermitana e patrona principale, la quale, nata da nobile famiglia,
ancora fanciulla, nella persecuzione vandalica per la fede di Cristo
cacciata in esilio, a Tunisi attrasse molti alla fede cattolica;
superati poi l'eculeo, le unghie di ferro e il fuoco, divinamente
liberata dall'olio incandescente, troncato alla fine il capo, le fu
data la corona del martirio, la cui anima, tutti ammirando, sotto
forma di colomba volò al cielo l'anno 463 ".
Oltre al Breviario Gallo-Siculo fà menzione di Lei anche il Breviario
Cefaludese.
Da esso apprendiamo che:
" La Vergine Oliva si crede nata a Palermo da nobile famiglia in un
luogo vicino alla Chiesa Cattedrale e fin dall'infanzia fu piamente
istruita nella religione cristiana.
All'età di 13 anni fu mandata in esilio dai Barbari in Africa perchè
cristiana e lì punita atrocemente.
Arrivata a Tunisi, per ordine del governatore,fu costretta a vivere
tra i mendicanti, soffrendo la fame,la sete, il freddo, la nudità;
guarì dalla storpiezza due di loro e li battezzò nel nome di Gesù
Cristo.Quando questi neo-cristiani cominciarono a predicare e a far
conoscere la loro fede pubblicamente, furono arrestati dai soldati ed
uccisi atrocemente: le loro anime volarono in cielo con la corona del
martirio. Oliva, in seguito a questi fatti,fu condotta con disprezzo
in giro per la Città e fu trasferita in una lontana foresta per
essere divorata dalle fiere. Alcuni cacciatori, accortisi della
fanciulla, furono convertiti alla fede di Cristo e battezzati a loro
volta.La fede di Oliva fu provata con l'eculeo ed unghie di ferro; fu
immersa tra le fiamme e nell'olio bollente, ma divinamente salvata,
mentre appariva più costante nella confessione della fede, le fu
amputata la testa e fu vista salire in cielo sotto forma di colomba.
Il Corpo fu portato dai Cristiani a Palermo e seppellito
religiosamente in un luogo sconosciuto ". Quel luogo è stato
identificato dagli storici ,come l'Inveges, presso Casa Professa o,
secondo altri, nella chiesetta a lei dedicata fin dal 1310 nella
Chiesa di S. Francesco di Paola.
Alla fine del 1500 il culto fu diffuso dai Francescani, che ne
ricercarono il Corpo.
Il popolo e il Senato palermitano il 5 Giugno 1606 elessero Sant'
Oliva Patrona della Città con le Sante Ninfa ed Agata.
Fu iscritta nel Calendario Palermitano dal Cardinale Giannettino
Doria nel 1611 e celebrata dalla Chiesa Palermitana fino al 1980 come
Memoria Obbligatoria; dal 1981 è stata espunta dal Calendario
Liturgico Regionale, ma nella Città di Palermo può essere sempre
celebrata con il grado di Memoria facoltativa.
Le è stata dedicata una Parrocchia della Città nel 1940, mentre il
culto è vivo a Pettineo ( ME ) e a Raffadali ( AG ), ove è Patrona
principale e nella Chiesa Cattedrale di Tunisi, a Lei intitolata. Saint NEASKINOS le Sage, martyr qui fut livré au préfet d'Alexandrie par une esclave qui lui appartenait, et qui remercia celle-ci de lui avoir procuré de si grands biens par sa trahison.
Saints ALEXANDRE, soldat, et ANTONINE, vierge, martyrs (vers 313). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome VI des Ménées.)
http://oca.org/saints/lives/2015/06/10/101685-virginmartyr-antonina-at-constantinople
Saint TIMOTHEE, évêque de Brousse en Bithynie, martyr sous Julien l'Apostat (entre 360 et 363). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome VI du Supplément aux Ménées.)
Saints THEOPHANE, ascète, et PANSEMNEE, prostituée repentie (Antioche, seconde moitié du IVème siècle?).
Saint CANIDE, ascète en Cappadoce (vers 460).
Saint APOLLOS, évêque, mort en paix.
Saint ALEXIOS, évêque de Bithynie, mort en paix.
Saint CENSURE (CENSURIUS, CENSORIUS, CENSOIR), évêque d'Auxerre en Bourgogne (entre 486 et 502).
Saint AIGNAN, évêque de Chartres en Beauce (VIème siècle).
Sainte BLANDE, moniale au diocèse de Tournai dans le Hainaut belge(VIème siècle).
Saint ILLADAN (ILLATHAN, IOLLADHAN), évêque de Rathlihen en Irlande (VIème siècle).
Saint SEVERIN, ermite à Percy, puis premier abbé de Selles-sur-Cher en Berry (540).
Saint LANDRY, évêque de Paris (656).
Saint EMAR (ITHAMAR), premier évêque de sang anglais, évêque de Rochester en Angleterre (vers 656).
Saint EVREMOND, abbé de Fontenay-Louvet en Normandie, patron de la ville de Creil (vers 720).
Saint AURELIEN, higoumène de plusieurs monastères, archidiacre d'Autun et enfin métropolitain de Lyon (895).
Synaxe des saints de Riazan.
Saint SILVAIN de la Laure des Grottes de Kiev (XIVème siècle).
Invention des reliques de saint Basile, évêque de Riazan (1609).
Saint
JEAN MAXIMOVITCH l'Ancien, métropolite de Tobolsk en Sibérie, prophète et clairvoyant (1715).
http://www.johnsanidopoulos.com/2015/06/saint-savvas-stageiritis-1821.html
JEAN MAXIMOVITCH l'Ancien, métropolite de Tobolsk en Sibérie, prophète et clairvoyant (1715).
http://www.johnsanidopoulos.com/2015/06/saint-savvas-stageiritis-1821.html
Synaxe
des saints de Sibérie: saints Jean de Tobolsk (1715), Innocent
d'Irkoutsk (1731), Macaire de l'Altaï (1847), Macaire de Moscou et de
l'Altaï (1926).
È stata istituita nel 1984 con il consenso del patriarca di Mosca, Pimen. I santi dei quali si fa memoria sono: il martire Basilio Mangazejskij; i vescovi Nettario di Tobol'sk, Demetrio di Rostov, Filoteo (nello schima Teodoro) di Tobol'sk, Giovanni di Tobol'sk, Antonio di Tobol'sk, Innocenzo di Irkutsk, Paolo di Tobol'sk, Barlamio di Tobol'sk, Filarete di Kiev, Innocenzo di Mosca, Simeone di Smolensk, Melezio di Char'kov, Gerasimo di Astrachan', Mele-zio di Rjazan'; i monaci Sinesio di Siberia, Arefa di Verchotur'e, Germano d'Alasca, Andrea di Rafailo, Macario dell'Altaj, Misaele Abalackij, Daniele Acin-skij, Barlamio Cikojskij; i «giusti» Simeone di Verchotur'e, Giovanni di Verchotur'e, Domna di Tomsk, Stefano di Omsk; i «folli per Cristo» Cosma di Verchotur'e, Giovanni di Verchotur'e, Domna di Tomsk.
http://www.johnsanidopoulos.com/2011/06/synaxis-of-all-saints-of-siberia.html
http://oca.org/saints/lives/2015/06/10/101689-synaxis-of-the-saints-of-siberia
Saints moines athonites qui périrent martyrs par la main des Musulmans après avoir souffert dans les prisons de Thessalonique (entre 1821 et 1823).
Saints NICOLAS, prêtre, et PAUL, martyrs par la main des Communistes (Russie 1918).
È stata istituita nel 1984 con il consenso del patriarca di Mosca, Pimen. I santi dei quali si fa memoria sono: il martire Basilio Mangazejskij; i vescovi Nettario di Tobol'sk, Demetrio di Rostov, Filoteo (nello schima Teodoro) di Tobol'sk, Giovanni di Tobol'sk, Antonio di Tobol'sk, Innocenzo di Irkutsk, Paolo di Tobol'sk, Barlamio di Tobol'sk, Filarete di Kiev, Innocenzo di Mosca, Simeone di Smolensk, Melezio di Char'kov, Gerasimo di Astrachan', Mele-zio di Rjazan'; i monaci Sinesio di Siberia, Arefa di Verchotur'e, Germano d'Alasca, Andrea di Rafailo, Macario dell'Altaj, Misaele Abalackij, Daniele Acin-skij, Barlamio Cikojskij; i «giusti» Simeone di Verchotur'e, Giovanni di Verchotur'e, Domna di Tomsk, Stefano di Omsk; i «folli per Cristo» Cosma di Verchotur'e, Giovanni di Verchotur'e, Domna di Tomsk.
http://www.johnsanidopoulos.com/2011/06/synaxis-of-all-saints-of-siberia.html
http://oca.org/saints/lives/2015/06/10/101689-synaxis-of-the-saints-of-siberia
Saints moines athonites qui périrent martyrs par la main des Musulmans après avoir souffert dans les prisons de Thessalonique (entre 1821 et 1823).
Saints NICOLAS, prêtre, et PAUL, martyrs par la main des Communistes (Russie 1918).
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