domenica 3 novembre 2013

4 novembre feste santi e memorie



Le juste ABIMELECH, roi de Gérar (Gen. XX:2-18 et XXI: 22-32).

 





 

 


Saints NICANDRE, évêque de Myre en Lycie, et HERMAS, prêtre, disciples du saint apôtre Tite, martyrs (Ier siècle). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome XI des Ménées.) 
http://oca.org/saints/lives/2013/11/04/103172-hieromartyr-nicander-the-bishop-of-myra
http://www.santiebeati.it/dettaglio/76160


Troparion — Tone 4

In your manner a participant, / And in your throne a successor of the Apostles, / You discovered action an entrance into visions, / O inspired one of God. / Therefore directing the Word of truth, / You suffered for the faith even unto blood. / O Bishop and Martyr Nicander, pray to Christ God that our souls may be saved!
 


Saint PORPHYRE le comédien, mort par le glaive à Césarée de Cappadoce sous Aurélien (entre 270 et 275).

Mémoire de la dormition de saint FLOUR, apôtre de la Haute-Auvergne (cf. le 1er juin).



 




http://www.johnsanidopoulos.com/2012/04/saints-gerontius-and-polychronia.html


Saints VITAL et AGRICOLE (AGRICOLA), son esclave, martyrs à Bologne en Emilie-Romagne sous Dioclétien et Maximien (304).

LO STESSO GIORNO


4 NOVEMBRE
COMMEMORAZIONE DEI SANTI VITALE E AGRICOLA

Al ricordo del grande vescovo di Milano la Chiesa unisce oggi il ricordo di due martiri che sant'Ambrogio contribuì a rendere celebri. Vitale ed Agricola erano stati sepolti nel cimitero giudaico di Bologna, ma Dio rivelò al vescovo di quella città il luogo della loro sepoltura e sant'Ambrogio fu invitato ad assistere alla traslazione delle loro reliquie. Del fatto egli ci lasciò memoria nel trattato De virginitate.
Vitale era uno schiavo di Agricola. Vollero forzarlo a rinnegare Cristo, ma egli lo confessò con tutto il coraggio e i carnefici, per punirlo, gli fecero subire tutti i tormenti possibili fino al punto che tutto il suo corpo fu una piaga. Al momento di spirare disse con dolcezza: "Signore Gesù Cristo, mio Salvatore, mio Dio, accogli la mia anima, perché desidero ricevere la corona che il tuo santo Angelo mi ha mostrata".
Agricola, suo padrone, fu prima trattato con rispetto, ma l'esempio del suo schiavo lo rese forte, confessò la sua fede e subì il supplizio degli schiavi, la croce, cui fu confitto con numerosi chiodi.
Veramente, dice sant'Ambrogio, questi martiri portano bene il loro nome: Vitale, perché disprezzando la vita presente, meritò l'eterna; Agricola, perché portò frutti di sublime virtù.
Reliquie dei due santi furono da Bologna donate a Firenze, Ravenna, Rouen e Clermont.


Alla scoperta della Chiesa dei Santi Vitale e Agricola. La cripta è databile intorno al Mille e ha avuto un particolare destino dopo l  abolizione del convento nel 1796 e l  acquisizione da parte di Giovanni Battista Martinetti che lo trasformò in una residenza da fiaba.



<<Cercavamo le spoglie come cogliendo le rose di mezzo alle spine...Era presente il popolo in plauso e in gaudio. Cogliemmo i chiodi del martirio e tanti furono che convien dire più fossero le ferita che le membra>>; 
...così scrive S. Ambrogio, venuto a Bologna dietro invito del vescovo Eustasio probabilmente nel 393 d. C. Ambrogio, Eustasio ed i fedeli bolognesi quando cercavano i corpi dei protomartiri Vitale e Agricola s  aggiravano nei pressi della via Salaria, non molto lontano dal luogo dove ora sorge l imponente Palazzo Fantuzzi e dov  era forse l antica arena romana, nella quale molti cristiani bolognesi sarebbero periti durante le persecuzioni ordinate da Diocleziano nel 304 (fra i martiri sono ricordati anche Ermete, Aggèo e Caio), tutti seppeliti, pare, in un cimitero dei Giudei, dal quale S. Ambrogio li esumò per onorarli degnamente. I resti di Vitale e Agricola furono dapprima inumati nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo (che ora fa parte del gruppo delle Sette Chiese di S. Stefano col nome di  chiesa dei Santi Vitale e Agricola ) e poi - nel 1060 - una parte di essi venne trasferita nella originaria chiesa metropolitana di San Pietro e, successi vamente, nel 1578, il cardinale Gabriele Paleotti, dopo una solenne ricognizione dei resti medesimi, li fece collocare in una urna posta sull altare della cripta della chiesa predetta, dove tutt ora si trovano; comunq ue, nonostante varie dispersioni, la maggior parte delle reliquie rimaste nel Gruppo Stefaniano e oggi le possiamo vedere collocate sull altare della  ex chiesa dei Confessi, attualmente cripta della chiesa del Crocifisso.
 Si legge nei testi agiografici che Vitale, un servo, ed il patrizio Agricola, suo padrone, uniti ed affratellati dalla fede in Cristo, con la loro vita e la loro morte dimostrarono non soltanto la forza salvatrice del messaggio evangelico, ma anche come solo con l amore si possano superare le differenze sociali e gli odi, e fondare un mondo di giustizia e di pace. Inutilmente sollocitati, con lusinghe e con minacce, a rinnegare Cristo per ritornare al paganesimo, Vitale e Agricola vennero condotti nell  arena, che era stata costruita nel I sec. d.C. dai soldati della XIII legione, dove furono torturati e uccisi.
A ricordo del luogo in cui i due Santi bolognesi subirono il martirio o furono sepolti e rinvenuti (le interpretazioni sono varie), venne eretta una chiesa che si chiamò S. Vitale in Arena; e la romana via Salaria, che partendo dalla Piazza di Porta Ravegnana alla base delle Due Torri conduceva direttamente a Ravenna e alle preziose saline di Cervia, assunse il nome di Strada S. Vitale, che conservò fino al 1877 mutando in quella data il termine di strada con quello di via una breve parentesi dal 1919 al 1922 in cui si chiamò via Spartaco (Carlo Liebkenecht) durante l  mministrazione socialista della città, la strada non mutò il suo nome; e nemmeno cambiò sensibilmente il suo volto nel corso di circa quattro secoli; ancora oggi appare gradevolmente impostata sul tracciato originario e con edifici religiosi e civili di grande rilievo storico.
La costruzione più antica o, per meglio dire, di origine più antica è proprio la chiesa dei Santi Vitale e Agricola, un edificio intorno al quale la leggenda si è sbizzarrita con particolare fantasia lasciando tutta via trapelare realtà remote offuscate dal tempo; ma il riferimento all  atichità, in questo caso specifico, va attribuito più propriamente alla suggestiva cripta romanica a tre absidi circolari, che si faboleggia abbia fatto parte di una sorta di chiesa sotterranea, o catacomba, dove  i primi cristiani bolognesi si sarebbero raccolti clandestinamente attorno ad Apollinare discepolo di S. Pietro. Con maggiore attendibilità la cripta è attribuibile ad una chiesa con annesso convento femminile della regola di San Benedetto, sorta in luogo della più antica fondata per onorare i Martiri; recenti scavi hanno posto in luce alcuni muri probabilmente appartenenti alla basilica preromanica.
La cripta, ubicata a levante dall attuale edificio sacro (riformato nel sec. XV e rifatto nel 1824), è databile approssimativamente al Mille ed è quanto resta della grande chiesa benedettina ; ebbe un destino curioso dopo l bolizione del convento nel 1796, linsieme del complesso monastico fu acquistato ingegnere Giovanni Battista Martinetti che lo trasformò estrosamente in una residenza fiabesca, in cui si mescolavano elementi classici e romanici, i quali si raccordavano edificio del numero 56 della via San Vitale dove fu aperto ingresso principale; orto del convento delle Benedettine entrò a fare parte di un vasto giardino strutturato allâinglese e ricco di una splendida vegetazione e di statue paganeggianti, mentre la cripta fu trasformata, molto discutibilmente, in una falsa grotta provvista di stalattiti artificiali, e poté riprendere il suo primitivo assetto soltanto nel 1892, dopo che il giardino era già stato annesso al noto Collegio Ungarelli.
Il sacro riprese dunque il sopravvento sul profano, ma fino agli anni Sessanta dellâ ttocento quelle mura e quei luoghi che per secoli avevano udito pie orazioni, echeggiarono incongruamente di risa, discorsi colti e frivolezze, poichè tutto il complesso acquistato e restaurato dal Martinetti fu la sfarzosa  residenza della bellissima e coltissima moglie contessa Cornelia Rossi di Lugo, la quale per decenni polarizzò lâinteresse della classe intellettuale bolognese e dei personaggi illustri in visita a Bologna; fra gli altri frequentarono il suo salotto e il suo giardino il Canova, il Monti, il Foscolo, il Leopardi, Gioacchino Rossini, il poliglotta Mezzofanti, re Luigi di Baviera, Lord Byron, Shelley, Stendhal, Lady Morgan, Paul Valery e forse anche Napoleone Bonaparte. Il fascino e la cultura di questa moderna Aspasia conquistarono i cuori di molti uomini, ma sembra tuttavia che nessuno potesse vantarsi di essere andato oltre un innocente flirt: Ugo Foscolo fu addirittura stregato dalla bella nobile romagnola che sorrideva scherzosamente alle sue profferte amorose deridendo con elegante umorismo la sua focosità; le dedicò il carme Le Grazie idealizzandola nella sacerdotessa della parola, che fra le frondose indiche piante ¬ appare con i simboli dell eloquenza e accoglie gli ospiti  freschi orezzi di un armonioso specoil quale altro non era che la cripta dei Santi Vitale e Agricola.
Ritornando alla chiesa intitolata ai protomartiri bolognesi, che incorpora anche la cappella di S. Maria degli Angeli in stile rinascimentale, attribuita a Gaspare Nadi, va rilevato che in essa sono conservate opere darte di un certo pregio come il Presepio del Chiodarolo, lâImmacolata dello Scandellari, un altro presepio di Giacomo Francia, la Visita a S. Elisabetta del Bagnacavallo e la Fuga in Egitto di Alessandro Tiarini; sullâaltare maggiore, dentro una bellissima ancona di Tommaso Laureti e lâespressivo Martirio dei Santi Vitale e Agricola di Luigi Busi.
 
Guardando la chiesa dallâesterno, a destra di una porta che serviva da ingresso alla Cappella di Santa Maria degli Angeli, che venne unita alla chiesa medesima nel I505, vi sono memorie che evocano le glorie dellâantica Scuola Medica Bolognese: le iscrizioni tombali di Lucio de Liuzzi e del figlio Mondino (ivi rispettivamente inumati nel 1318 e nel 1326), e un bassorilievo in marmo che le sormonta e che ritrae un docente dellâantico Studio mentre tiene una lezione ai suoi discepoli; è questa la pietra tombale di Lucio de Liuzzi, scolpita da Rosso da Parma su ordinazione di Mondino, il quale fu -  noto  - il primo a descrivere le parti del corpo umano dopo averle direttamente studiate sui cadaveri, nonchè il primo a tenere una lezione dâ natomia nella storia della medicina (1315).

Saint AMANS (AMANTIUS), évêque de Rodez en Rouergue (Vème siècle). 
http://www.santiebeati.it/dettaglio/76170



Saint PROCULE (PROCULUS), évêque d'Autun en Bourgogne (VIème siècle). 


Saint BAUMAR, ermite près de Chaumeil en Limousin (vers 527). 


Saint PERPETE (PERPETUE), évêque de Tongres en Limbourg (630). 


Saint JEAN AKATZIOS, ascète et thaumaturge à Constantinople. 


Sainte MODESTA, vierge à Trèves en Rhénanie (vers 780). 
http://www.santiebeati.it/dettaglio/91132
Santa Modesta di Treviri Vergine
4 novembre
La benedettina Modesta, badessa di Öhren, presso Treviri (VII sec.), ebbe un legame spirituale - anche se vivevano lontane e non si videro mai - con santa Getrude di Nivelles. Infatti, viene ricordata proprio in un libro sui miracoli di questa. A Modesta apparve l'anima di Gertrude che le rivelò di essere appena morta. Il giorno dopo lei ruppe la consegna del silenzio, quando giunse in visita il vescovo di Metz, che le descrisse Gertrude proprio come lei l'aveva vista. Nel Settecento il corpo di Modesta era nell'abbazia di Sankt Irminen. Oggi le sue ossa sarebbero nella chiesa di San Mattia.


Saint JOANNICE le Grand, ermite au Mont-Olympe de Bithynie, confesseur des saintes Icônes, doué du charisme de discernement des esprits (846). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome XI des Ménées.) 
https://doxologia.ro/sfantul-cuvios-ioanichie-cel-mare

http://www.johnsanidopoulos.com/2016/11/saint-ioannikios-great-of-olympus-845.html

http://www.johnsanidopoulos.com/2013/11/saint-ioannikios-great-of-olympus-as.html

Saint CLAIR, prêtre et martyr en Normandie, éponyme de Saint-Clair-sur-Epte (vers 884). 


Saint BIRNSTAN (BOERNSTAN), évêque de Winchester dans le Wessex (vers 934). 


Saint GREGOIRE, Grec de nation, peut-être fils de saint Nicéphore II Phocas, empereur des Romains, moine à Cerchiara en Calabre, invité en Allemagne par Otton III et fondateur du monastère de Burtscheid près d'Aix-la-Chapelle en Rhénanie (999).



 

Saints JEAN, ETIENNE et ISAÏE les Géorgiens. 
http://oca.org/saints/lives/2013/11/04/103902-st-john-of-georgia



 

Saint JEAN III DOUKAS VATATZIS le Miséricordieux, empereur des Romains à l'époque de l'Empire de Nicée, qui prépara la défaite finale des envahisseurs croisés catholiques romains, fut le protecteur zélé de tous ceux qui souffraient de l'injustice et se soucia du bien-être des paysans (1254).

 http://www.johnsanidopoulos.com/2012/11/the-relics-of-saint-john-vatatzes.html

 http://www.johnsanidopoulos.com/2016/11/synaxarion-of-holy-emperor-john.html

Saint MERCURE le Jeûneur, ascète à la Laure des Grottes de Kiev (XIVème siècle).

Saint SIMON de Yourieviets-sur-la-Volga, fol-en-Christ (Russie 1584). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome XI du Supplément aux Ménées.)

Saint NICANDRE, abbé de Gorodensk au territoire de Novgorod (Russie 1608).

Saint PAUL, métropolite de Tobolsk en Sibérie (Russie 1768).









Cuviosul Gheorghe era un mare nevoitor. Nu vorbea mult, ci era foarte serios și modest. Dormea câteva ore pe o rogojină întinsă pe scânduri. Deși hainele lui erau vechi și peticite, erau totdeauna curate. Nu mânca niciodată carne, iar pește foarte rar.

 https://doxologia.ro/sfantul-cuvios-gheorghe-marturisitorul-din-drama

http://www.johnsanidopoulos.com/2016/11/saint-george-karslides-resource-page.html

http://www.johnsanidopoulos.com/2013/11/saint-george-karslides-elder-with-gift.html

Saints ARSENE et ALEXANDRE, prêtres, martyrs par la main des Communistes (Russie 1937).

Saint ISMAËL, prêtre, martyr par la main des Communistes (Russie 1941).

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