mercoledì 2 settembre 2015

3 settembre feste santi e memorie






Sainte PHEBEE, diaconesse de l'Eglise de Cenchrées près de Corinthe en Achaïe et compagne de mission de saint Paul (cf. Rom XVI:1-2). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome XVI du Supplément aux Ménées.)
Fonte illustre, quanto laconica, su questa santa è lo stesso s. Paolo.
Da questo risulta che Febe aveva una mansione ecclesiastica presso la comunità cristiana di Cencre, piccola città portuale ad est di Corinto, sull'omonimo istmo. Vi ricopriva la carica di oráxovo; (= ministra), termine qui per la prima volta applicato a una donna nella Chiesa nascente e vi si può ben ravvisare, almeno in embrione, I'ufficio delle diaconesse che si affermò nella Chiesa nei secoli posteriori. Di tali donne sembra tratti s. Paolo anche in I Tim. 5, 9 sg., dove sono messe in rilievo le qualità familiari e morali necessarie alle vedove per essere elette: la vedova "deve avere non meno di sessanta anni; sia stata sposa di un solo marito, goda di buona riputazione per le sue opere buone, cioè per aver bene allevati i figliuoli, per avere praticata l'ospitalità, lavati i piedi ai santi, soccorsi i tribolati e per essersi dedicata a ogni opera buona". Da questo, qualcuno deduce che Febe fosse vedova di una certa età e di buona condizione sociale: il che le permetteva di dedicarsi alle buone opere sopra elencate, e in particolare all'ospitalità . Forse s. Paolo allude proprio all'ospitalità quando la loda per aver assistito molti, incluso lui stesso, cosa del resto molto plausibile anche per la posizione geografica di Cencre, dove convergeva un notevole traffico con le isole Egee e con l'Asia Minore. Ciò doveva offrire a Febe molte occasioni di assistere i viaggiatori cristiani provenienti da quelle terre.
Non sappiamo quale fosse il motivo del suo viaggio a Roma, ma vi è una certa tradizione che la vorrebbe latrice dell'Epistola ai Romani. Egualmente ignoti rimangono l'anno e il luogo del suo trapasso Se, come sembra accertato, l'Epistota citata fu scritta nei primi mesi del 57, Febe, già allora forse oltre la sessantina, dovette venire a mancare tra quell'anno e, al più, qualche decennio appresso. Il suo culto, almeno in Occidente, è ben accertato, come attestano vari martirologi, compreso il Romano (3 settembre).


3 / 16 settembre 2017: Memoria di Santa Febe, Diaconessa della Chiesa di Cencrea nei pressi di Corinto in Acaia
- Colore liturgico: Bianco


Risultati immagini per icona Santa Febe, Diaconessa della Chiesa di Cencrea nei pressi di Corinto in Acaia



Troparion — Tone 3

Enlightened by grace / And taught the Faith by the chosen vessel of Christ, / You were found worthy of the diaconate; / And you carried Paul’s words to Rome. / O Deaconess Phoebe, pray to Christ God that his Spirit may enlighten our souls!


Saintes EUPHEMIE, DOROTHEE, THECLE et ERASMA, vierges et martyres à Aquilée en Vénétie-Julienne sous Néron (entre 64 et 68).

Sainte SERAPIE, vierge, martyre à Rome sous Adrien (119). 

Saint ARISTION, archevêque d'Alexandrie d'Egypte, martyr (probablement sous Marc-Aurèle en 167). 

Saint ANTHIME, évêque de Nicomédie en Bithynie, martyr sous Maximien (288). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome IX des Ménées.)
Sant' Antimo di Nicomedia Martire
Fu una delle vittime della persecuzione di Diocleziano. Secondo la narrazione di Eusebio, poco dopo la promulgazione del primo editto (24 febbraio 303) scoppiò un incendio nel palazzo imperiale di Nicomedia; la colpa fu data ai cristiani, i quali in gran numero furono trucidati, bruciati vivi o annegati. A. fu decapitato. Sul suo sepolcro più tardi l'imperatore Giustiniano edificò una splendida basilica ricca di marmi e di oro. Eusebio non indica il dies natalis di Antimo, mentre nel Geronimiano è ricordato il 27 aprile. La chiesa bizantina, invece, lo festeggia il 3 settembre, come il Calendario palestino-georgiano del Sinaitico 34 (sec. X), forse nell'anniversario della dedicazione della chiesa o della morte che, secondo l'affermazione di R. Janin, sarebbe avvenuta il 3 settembre 303.

 

Troparion — Tone 1






You protected your flock with your blood, / Not fearing your adversaries. / Now you rejoice in heaven standing before the throne. / Glory to Christ who has strengthened you; / Glory to your courage; / Glory to your endurance, O holy Hieromartyr Anthimus!

A Nicomedia in Bitinia, nell’odierna Turchia, sant’Antimo, vescovo, e compagni, martiri: durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano, per aver professato la fede in Cristo ricevette con la decapitazione la gloria del martirio, seguito da numerosi membri del suo gregge, dei quali per ordine del giudice alcuni furono decapitati con la spada, altri bruciati con il fuoco, altri infine messi su piccole imbarcazioni e fatti affogare in mare.

VANGELO : Matteo 11,2-30
Giovanni intanto, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?». Gesù rispose: «Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella, e beato colui che non si scandalizza di me». Mentre questi se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Che cosa dunque siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re! E allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, anche più di un profeta. Egli è colui, del quale sta scritto:
Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero
che preparerà la tua via davanti a te.
In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono. La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetato fino a Giovanni. E se lo volete accettare, egli è quell'Elia che deve venire. Chi ha orecchi intenda.
Ma a chi paragonerò io questa generazione? Essa è simile a quei fanciulli seduti sulle piazze che si rivolgono agli altri compagni e dicono:
Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto.
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e hanno detto: Ha un demonio. È venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere».
Allora si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere. Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra. E tu, Cafarnao,
sarai forse innalzata fino al cielo?
Fino agli inferi precipiterai!
Perché, se in Sòdoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe! Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua!».
In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.
Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».
EPISTOLA : Ebrei 13,7-16
Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunziato la parola di Dio; considerando attentamente l'esito del loro tenore di vita, imitatene la fede. Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre! Non lasciatevi sviare da dottrine diverse e peregrine, perché è bene che il cuore venga rinsaldato dalla grazia, non da cibi che non hanno mai recato giovamento a coloro che ne usarono. Noi abbiamo un altare del quale non hanno alcun diritto di mangiare quelli che sono al servizio del Tabernacolo. Infatti i corpi degli animali, il cui sangue vien portato nel santuario dal sommo sacerdote per i peccati, vengono bruciati fuori dell'accampamento. Perciò anche Gesù, per santificare il popolo con il proprio sangue, patì fuori della porta della città. Usciamo dunque anche noi dall'accampamento e andiamo verso di lui, portando il suo obbrobrio, perché non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura. Per mezzo di lui dunque offriamo continuamente un sacrificio di lode a Dio, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome.
Non scordatevi della beneficenza e di far parte dei vostri beni agli altri, perché di tali sacrifici il Signore si compiace.

Troparion — Tone 4

By sharing in the ways of the Apostles, / you became a successor to their throne. / Through the practice of virtue, / you found the way to divine contemplation, O inspired one of God; / by teaching the word of truth without error, you defended the Faith, / even to the shedding of your blood. / Hieromartyr Anthimus, entreat Christ God to save our souls.

Kontakion — Tone 4

Illustrious priest and steadfast martyr, / Anthimus, worthy of praise: / You assailed the worship of idols, / And championed your flock which fervently cries to you: / By your prayers deliver us from dangers!

Kontakion — Tone 4

Living honorably as a priest, / you completed the course of martyrdom; / you extinguished the worship of idols / and became a champion of your flock, divinely-wise one. / Therefore, we honor you, / mystically crying out: / “Through your prayers deliver us from calamity, ever-memorable Anthimus.”

Saint martyr CHARITON, mort après avoir été jeté dans une fosse remplie de chaux vive.

Saint martyr ARCHONTIOS, mort de faim.

Saint martyr ZENON.







Sainte BASILISSE, fillette de neuf ans, martyre à Nicomédie sous Dioclétien et Maximien (303 ou 304).


Sinassario della Santa Vasilissa (o Basilissa) di Nicomedia
Tratto da: https://www.johnsanidopoulos.com/2015/09/saint-vasilissa-martyr-of-nicomedia.html
Traduzione a cura di Giovanni Fumusa
Quando Alessandro era il governatore di Nicomedia, vi fu una persecuzione contro i Cristiani. Fu allora che Santa Vasilissa fu accusata d’essere cristiana e fu portata al cospetto di Alessandro. Quindi fu da questi interrogata ed essa rispose coraggiosamente d’essere una pia cristiana, cosa per cui venne colpita al volto. Avendo ricevuto questo colpo, ringraziò Dio; per questo fu spogliata e picchiata con delle verghe. Poiché la Santa ringraziava sempre più il Signore, la rabbia del governatore crebbe tanto da ordinare che la Martire fosse sdraiata a terra e picchiata. Fu picchiata talmente tanto che tutto il corpo era gonfio. Patendo questo tormento, la Santa gridò: “Mio Dio, Ti ringrazio!” Perciò il governatore ordinò che alla Martire fossero forate le caviglie e che vi venisse fatto passare un gancio di ferro. Al gancio fu attaccata una catena da cui la Santa fu appesa sottosopra. Sotto di essa bollivano insieme catrame, piombo e zolfo, così che stesse respirandone gli sporchi fumi; lo scopo di ciò era di fare morire l’atleta del Signore lentamente a causa dell’inalazione dei fumi. Ma la Santa patì con gioia questo tormento, come se si stesse deliziando e riposando in Paradiso, per cui ringraziava Dio ancora di più.
Il governatore vide che essa vedeva in maniera giocosa queste punizioni, quindi ordino che fosse accesa una fornace e che vi venisse gettata dentro. La Martire di Cristo si sigillò con il segno della Croce ed entrò nella fornace, in cui rimase per lungo tempo indenne; questo miracolo stupì tutti. Dopo di ciò, il, governatore ordinò che la Santa fosse tirata fuori dalla fornace e che le fossero aizzati contro due leoni. La Santa pregò, rimanendo così indenne. Quando il governatore Alessandro vide tutte queste cose, la sua anima fu addolorata e cadde ai piedi della Santa dicendo: “Abbi pietà di me, serva del Re celeste, e perdonami per i tormenti che ti ho causato. Fa’ anche di me un soldato del tuo Re perché, come hai detto, Egli accetta i peccatori.” La Santa ringraziò dunque Dio Onnipotente e catechizzò il governatore. In seguito, lo portò dal Vescovo Antonio di Nicomedia affinché lo battezzasse.
Dopo essere stato battezzato, il governatore cadde nuovamente ai piedi della Santa e la implorò dicendo: “Serva del vero Dio, prega per me, affinché possa essere perdonato di tutti i mali che ti ho fatto e che la mia vita si concluda con una buona confessione di fede.” La santa pregò dunque per il governatore che rese immediatamente l’anima a Dio, glorificandolo e benedicendolo. Santa Vasilissa seppellì il corpo del governatore e, assieme al Vescovo, lo tumularono. Uscì dunque dalla città di Nicomedia, trovò una roccia e, salitavi sopra, pregò. E – quale miracolo! – immediatamente dalla roccia sgorgò l’acqua. Dopo che la Santa ebbe bevuto dell’acqua, ringraziò Dio e, dopo aver camminato un altro po’ disse: “Signore, ricevi il mio spirito in pace.” Andò dunque dal Signore con gioia e ringraziamento. Quando il Vescovo Antonio sentì della sua morte, seppellì il suo augustissimo corpo nei pressi della roccia da cui, per le preghiere della Santa, sgorgò fuori l’acqua che continua a scorrere fino ai nostri giorni.
Apolytikion, Tono Quarto
Resa forte dalla Potenza della fede, lottasti per Cristo nostro Dio, o gloriosa Vasilissa; patisti ogni afflizione e con il tuo coraggio gettasti nella vergogna gli dei pagani. Ti supplichiamo, dunque, di liberarci dalla Potenza del maligno.
Kontakion, Tono Terzo
Sei stata adornata con la grazia della verginità e la bellezza del martirio, o Vasilissa, sposa di Cristo. Hai portato la lampada, correndo verso il tuo Sposo e sei stata incoronata d’incorruttibilità. Prega per quanti ti lodano con fede.

Saints ARISTEE, évêque, et ANTONIN, jeune enfant, martyrs à Capoue en Campanie (vers 305). 
Saint MANSUY (MANSUET, MANSUETUS), premier évêque de Toul en Lorraine (375).

Saint MANIUS (MANE, MANIE), évêque de Vérone en Vénétie (Vème siècle).

Saint AMBROISE, archevêque de Sens en Bourgogne (vers 455). 
 










Saint THEOCTISTE, compagnon d'ascèse de saint Euthyme le Grand (Palestine 467). (Office traduit en français
par le père Denis Guillaume au tome IX des Ménées.)

Troparion — Tone 4


Dedicated as God’s priest from your youth, / You spurned all worldly aims. / O Righteous Theoctistus you were radiant in your solitude / And strict in the training of monks. / Guide those who come to you and lead them in the way of salvation.










Kontakion — Tone 4

You kept your soul pure and presented it to God as his creation. / Enlightened by him, Theoctistus, you rose to the peak of endeavor. / By your works you confirmed the grace that was given you.

Saint EREP, ermite à Plabennec en Bretagne (VIème siècle).

Saint NOËL (NATALIS), natif de Bénévent en Campanie, prêtre à Casale en Piémont (VIème siècle). 
Saint KADAVAN, disciple de saint Guénolé, moine de Landévennec en Bretagne (VIème siècle).

Saint MACANISSE (MACANISIUS), Irlandais, baptisé puis sacré évêque par saint Patrick, fondateur d'un monastère en Irlande, probablement à Kells (514).


Tropaire de Saint MacNis ton 8

Ayant reçut ta Foi par l'Illuminateur de l'Irlande, O saint MacNis,/
tu fonda une balise lumineuse de la Vraie Foi, le monastère de Kells,/
de laquelle fut transmise à l'Eglise du Christ un trésor de piété et de merveille, qui est avec nous ce jour./
Inspirés par ton exemple, O Saint, nous te supplions d'intercèder auprès du Christ notre Dieu/
afin que nous puissions recevoir la grâce de te suivre dans le chemin du Salut


Saint AUXAN (AUXANE, AUXANUS, ANSANO), évêque de Milan en Lombardie (568).

Saint MAURILLON (MAURILLE), évêque de Cahors en Quercy; il avait appris toute la Bible par coeur (vers 580).



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Cinstirea Icoanei Maicii Domnului din Pisidia

 https://doxologia.ro/cinstirea-icoanei-maicii-domnului-din-pisidia

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In questo giorno ricordiamo la consacrazione episcopale di Gregorio Magno, avvenuta il 3 settembre 590..

L'icône de la Toute-Sainte Enfantrice de Dieu de Sozopolis de Pisidie (Asie mineure, 608).

Saint MARTINIEN, évêque de Côme en Lombardie (628).

Saint CONSTANTIN III le Jeune, empereur des Romains, quatrième fils d'Héraclius, renommé pour sa piété et son orthodoxie et mort empoisonné après seulement six mois de règne (641). 

Saint REMACLE, natif d'Aquitaine, premier higoumène de Solignac en Limousin, "directeur de cabinet" du roi Dagobert Ier, puis évêque de Maëstricht en Limbourg néerlandais, fondateur des monastères de Malmédy et de Stavelot et apôtre de l'Ardenne (675). On l'invoque contre la stérilité des femmes et les parasites dans les récoltes. (Office composé en français par le père Denis Guillaume et publié au tome XVI du Supplément aux Ménées.)

Saint AYOU (AIGULPHE, AIGULPHUS, AYOUL), abbé de Lérins au large de la Provence, martyr sur l'île de Capraja au large de la Corse avec ses moines saints TRUCHARE (TRUCHARIUS) et FRONGENT (FRONGENTIUS) par la main de moines indignes soutenus par l'évêque Mommole d'Uzès qui souhaitaient s'emparer des biens du monastère (vers 676). On invoque saint Ayou en faveur des énergumènes. (Office composé en français par le père Denis Guillaume et publié au tome XVI du Supplément aux Ménées.)

Sainte HERESWITH, soeur de sainte Hild et princesse de Northumbrie, moniale à Chelles en Île-de-France (vers 690).

Saint RIEUL (RIGULE, REOLUS, REGULUS), ancien comte de Reims, devenu en son veuvage métropolitain de Reims en Champagne (vers 698).

Saint GODEGRAND (CHRODEGAND, CHRODEGANDUS), frère de sainte Opportune, évêque de Sées en Normandie, martyr par la main d'un de ses parents nommé Grodebert, qui avait usurpé son siège épiscopal (770).

Saint SANDILA (SANDALUS, SANDOLUS, SANDULF),   martyr à Cordoue  Andalousie par la main des Musulmans.



Icona di san Paterno

San Paterno di Vannes Vescovo 

San Paterno è un monaco gallese vissuto fra il V ed il VI secolo. E’ tra i fondatori del monastero di Lianbadarn Fawr vicino Aberystwyth in Galles. La sua attività principale fu l’evangelizzazione delle popolazioni ancora pagane dell’isola . Godette di una grande popolarità nel Medio Evo



abbracciò la vita monastica nel Galles, in un convento di cui venne eletto superiore. Altri ne fondò egli stesso, il più celebre del quale fu detto, dopo la sua morte, « Gran Paterno ». Si spinse in Irlanda, dove incontrò il vecchio padre, eremita in un altro monastero. Poi discese pellegrino in Palestina. Il Patriarca di Gerusalemme lo consacrò Vescovo, e al suo ritorno nel Galles il titolo vescovile venne attribuito anche alla chiesa del suo monastero. Sembra però che nonostante il passare degli anni, i suoi concittadini della Bretagna non lo avessero dimenticato. Quando si dovette scegliere un nuovo Vescovo per la diocesi di Vannes, il popolo chiese al Re di richiamare in Francia l'emigrato Paterno, affinché fosse loro pastore. lì monaco tornò, e fu Vescovo veramente paterno della diocesi. Rinunziò alla carica, per amore di pace, al fine di troncare una controversia nella quale si era trovato immischiato senza sua colpa. Morì, perciò, nel 565, fuori della città, dove le sue reliquie vennero riportate con grande onore. Di sicuro si può dire che San Paterno fece onore al proprio nome, il quale significa proprio « paterno », cioè con animo e affetto di padre.
Paterna fu infatti la sua condotta nei confronti dei monaci, in Inghilterra, e poi dei fedeli della diocesi di Vannes, in Francia. Per il bene dei propri figli spirituali egli si adoperò per tutta la vita, fino al punto, come abbiamo visto, di sacrificare se stesso, che è proprio il tratto distintivo del vero padre.






Minatura tratta dal manoscritto Vita di san Cutberto di Beda il Venerabile




San Cutberto, Monaco, Missionario e Vescovo di Lindisfarne (Dunbar, Scozia, 634 circa - Isole Farne, Inghilterra, 20 marzo 687)
- In questo giorno si ricorda la Traslazione delle Reliquie di Cutberto da Chester - le - Street a Durham (4 settembre 999)


Saint JOANNICE II, archevêque de Pec, premier patriarche de Serbie (1349). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome IX du Supplément aux Ménées.) 

Saint JEAN le Chevelu, fol-en-Christ à Rostov (Russie 1580). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome XVI du Supplément aux Ménées.) 

 https://doxologia.ro/sites/default/files/styles/autor/public/imagine/2016/10/sfantul_neofit_de_la_manastirea_stanisoara.jpg?itok=LB1TQDX2

 Sfântul Cuvios Meletie a trăit în sihăstria Stânişoarei la cumpăna veacurilor al XVI-lea şi al XVII-lea.

 https://doxologia.ro/sfantul-cuvios-neofit-de-la-manastirea-stanisoara

 https://doxologia.ro/sites/default/files/styles/autor/public/imagine/2016/10/sf_cuvios_meletie_de_la_manastirea_stanisoara.jpg?itok=OpPOeFmQ

 Sfântul Cuvios Meletie de la Mănăstirea Stânişoara

 https://doxologia.ro/sfantul-cuvios-meletie-de-la-manastirea-stanisoara


 

Saint POLYDORE, natif de Nicosie et négociant de profession, martyr à la Nouvelle-Ephèse en l'île de Chypre par la main des Musulmans (1794). 
http://www.johnsanidopoulos.com/2012/09/holy-newmartyr-polydoros-of-cyprus-1794.html

Saint PIERRE, prêtre, fol-en-Christ à Ouglitch (Russie 1866).

Saint PIMENE, évêque de Verninsk, martyr par la main des Communistes (Russie 1918).

Saint ALEXIS, prêtre, martyr par la main des Communistes (Russie 1937). 

Invention des reliques de saint Nectaire d'Egine (Egine, golfe Saronique, 1953). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome XVI du Supplément aux Ménées.)

Saint PIERRE, diacre, martyr par la main des Communistes (Russie 1953).

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