L'EUNUQUE éthiopien baptisé par le saint Apôtre Philippe (Ac VIII:26).Saint NARNUS, premier évêque de Bergame en Lombardie (vers
75).
Saint RUFUS, évêque de Capoue en Campanie, martyr (fin du Ier siècle).
Sainte EUTHALIE, vierge, martyre assassinée en haine de la foi par son propre frère à Lentini en Sicile (vers 256).
La
madre, Eutropia, era una nobile matrona, vedova, che viveva con i suoi
due figli Serviliano ed Eutalia a Lentini. Testimone delle guarigioni
miracolose di Tecla e Giustina, per intercessione dei Santi Alfio,
Cirino e Filadelfo, un giorno si recò al loro sepolcro, per implorare la
guarigione. Eutropia infatti, era afflitta da perdite di sangue, come
l'emorroissa del Vangelo. Inginocchiata in lacrime presso la tomba di
questi martiri, elevò a Dio la richiesta di guarigione. Qui si
addormentò e in sogno ebbe una celeste visione: vide i santi Alfio,
Filadelfo e Cirino, in tutta la loro gloria, che le annunciavano la
completa guarigione dalla malattia se avesse ricevuto il Battesimo.
Destata dal sonno, raccontò il sogno alla figlia ed entrambe chiesero il
Battesimo. La madre fu miracolosamente guarita ed Eutalia, prima
fidanzata, decise di consacrarsi al Signore. Alla
morte di Tertullo, accanito persecutore dei cristiani, il figlio di
Eutropia, Serviliano, sacerdote pagano del tempio di Cerere, cercò di
strangolare la madre a causa della sua fede in Gesù Cristo. Eutalia,
rimproverò il fratello per le sue intenzioni criminali ma questi
stracciò le vesti della sorella, la percosse e la consegnò ad uno
schiavo perché abusasse di lei. Mentre la ragazza si affidava alla
protezione dei Santi Fratelli il servo le si avvicinò e cadde a terra
accecato. Allora Serviliano l'8 Settembre del 257 la uccise
trapassandole la gola con un pugnale. Il corpo fu sepolto nella Cripta
del Duomo di Lentini (arcidiocesi di Siracusa) insieme a quelli dei
Santi Fratelli e dalle Sante Tecla e Giustina Commemorata il 27 agosto
nella Chiesa Ortodossa e in quella Cattolica. Non viene più menzionata
nel nuovo Martirologio Romano.
Sainte
martyre ANTHOUSE la Jeune qui, après avoir été revêtue d'une tunique de
crin, fut jetée dans un puits, les pieds attachés à une lourde
pierre.
Saint
PHANOURIOS, grand-martyr à Rhodes. On l'invoque pour retrouver les
objets perdus. (Office traduit en français par le père Denis Guillaume
au tome VII du Supplément aux Ménées.)
Troparion — Tone 4
A heavenly song of praise is chanted radiantly upon the earth / The
company of angels now joyfully celebrates an earthly festival, / And
from on high with hymns they praise your contests, / And from below, the
church proclaims the heavenly glory / which you have found by your
labors and struggles, / O glorious Phanourius. dal web gruppo facebook Cristianesimo ortodosso la Retta fede
Le origini di San Fanurio erano incerte fino a quando si viene a sapere
che gli Hagarenes dell’ isola di Rodi usavano qui raccogliere le pietre
per le loro costruzioni.
E' così accade che, durante gli scavi e rafforzando quel posto, hanno
scoperto una bella chiesa , che era stata in parte sepolta dalle rovine
del tempo. Scavando fino al pavimento del tempio, hanno trovato molte
icone sacre, tutte molto rovinate e fatiscenti,
ma l'icona del santoPhanourios era tutta intera, anzi, sembrava come se fosse stata dipinta quello stesso giorno.
E quando tutto questo venerabile tempio è stato scoperto, insieme con le
sue icone sacre, il “vescovo” di quel luogo, Nilo per nome ( 1355 -
1369 ) un uomo di grande santità e di apprendimento, è venuto a leggere
l’iscrizione dell’icona, che diceva: "Il Santo Phanourios . "(Nome fino
ad allora, assente nel sinassario ortodosso). Il santo è raffigurato
sulla icona come segue: E 'stato mostrato come un uomo giovane, vestito
come un soldato, portando una croce nella mano destra, e nella parte
superiore della croce c'era una candela accesa.
Intorno al perimetro del icona erano raffigurate dodici scene di
martirio del santo,egli infatti ha subito prima di morire 12 torture:
1- Il Santo in corso di interrogatorio davanti ad un magistrato.
2- In mezzo ai soldati, che lo stavano battendo sulla bocca e sulla testa con delle pietre.
3- Disteso per terra, mentre i soldati lo frustano.
4- Spogliato nudo mentre si appende la sua carne con ganci di ferro.
5- Rinchiuso in una prigione.
6- Di nuovo in piedi davanti al tribunale del tiranno.
7- Bruciato in varie parti del corpo con delle torcie accese.
8- Legato a un palo.
9- Gettato in mezzo a delle belve feroci.
10- Schiacciato da un masso.
11-In piedi davanti a idoli tenendo carboni ardenti in mano, mentre un
demone vicino piangeva e si lamentava poiche’ lo tentava invano di
desistere e rinunciare al suo credo.
12- Infine è mostrato in piedi eretto nel bel mezzo di una fornace
ardente, le sue mani, per così dire, alzate verso il Cielo oltre la
MORTE.
Da queste dodici scene rappresentate sulla icona, il prelato percepi’ che il santo era un martire.
Questa chiesa, così è stata restaurata al di fuori della città ed e’
stata a lui dedicata. Ed è diventata la testimone di molti miracoli, per
tutti coloro che amano e venerano il giovane santo .
Il nome di San Phanourios 'dà un suggerimento su un'altra tradizione:
"Phanourios" deriva dalla parola greca, φανερώνω "phanerono", che
significa "Io rivelo". Quindi egli e’ anche conosciuto per aiutare le
persone a trovare le cose perdute. Infatti e’ detto “IL SANTO DEL
PERDUTO E RITROVATO”
Nel giorno del Santo, c'è una tradizione: i fedeli preparano un pane
speciale, (chiamato il pane di San Fanurio, o Fanouropita ) e lo
dividono con i poveri, in nome suo e di suo madre.
Kontakion — Tone 3
You saved the priests from an ungodly captivity, / And broke their
bonds by divine power, O godly-minded one; / You bravely put to shame
the audacity of the tyrants, / And made glad the orders of the angels, O
great martyr. / Therefore, we honor you, O divine warrior, glorious
Phanourius.
Saints RUFUS et CARPOPHORE, martyrs à Capoue en Campanie sous Dioclétien et Maximien.Saints FELIX, ARONCE et SABINIEN, martyrs à Potenza sous Dioclétien et Maximien.
Saint
OSIUS (OSSIUS, OSSIOS), évêque de Cordoue en Andalousie, un des Pères
du Ier concile oecuménique (325), confesseur de la foi orthodoxe face à
l'arianisme (vers 358).
Santo Osios di Cordova
Osio di Cordova (Cordova, 256 - Sirmio, 357 - in latino: Osius
Cordubensis, in spagnolo: Osio de Córdoba) fu un vescovo spagnolo, Padre
della Chiesa (e consigliere dell'imperatore romano Costantino I il
Grande. La Chiesa ortodossa lo venera come santo confessore, e ne
celebra la festa il 27 agosto.
Nacque a Cordova da una ricca e importante famiglia romana e fu eletto
vescovo della sua città natale nel 294. Durante le persecuzioni di
Diocleziano e Massimiano, rifiutando di abiurare la propria fede
cristiana fu condannato all'esilio. Partecipò al Concilio di Elvira in
Hispania. Reso famoso dalla sua prudenza e dall'abilità politica,
accompagnò l'imperatore Costantino il Grande a Milano nell'anno 313, e
pare che contibuì attivamente alla stesura del famosissimo editto di
tolleranza religiosa (emanato nel medesimo anno e luogo). Il rapporto
con il sovrano fu molto profondo e si pensa che fu proprio Osio a
catechizzarlo e indurlo al battesimo.La principale opera per la
quale è ricordato è la lotta che condusse contro l'eresia di Ario che
negava la divinità del Cristo e la sua consustanzialità col Padre, e che
cominciava a diffondersi ad Alessandria d'Egitto. Osio vi fu inviato
dall'imperatore per cercare di intervenire contro le
pericolose predicazioni di Ario e Sant'Atanasio. Poiché le posizioni di
entrambi - per quanto diverse - erano irriducibili, fu convocato su
ordine di Costantino il Concilio di Nicea (325), al quale parteciparono
318 vescovi, e presieduto proprio da Osio, che firmò per primo, tra i
delegati del vescovo di Roma (il titolo di papa non si usava ancora
all'epoca). Pare addirittura che Osio stesso abbia redatto il Credo.
Nel 343 convocò il Concilio di Serdica, cui presero parte circa 300
vescovi greci e 76 latini, per fissare un'organizzazione ecclesiastica e
ribadire la condanna all'arianesimo. Tornato in Hispania, Osio riunì un
sinodo provinciale nel quale espose e fece entrare in vigore le
decisioni prese a Serdica.
Nell'anno 355 l'imperatore filoariano Costanzo II abbligò Osio ad uniformarsi a ciò che aveva sempre
rimproverato ad Atanasio. Dopo le minacce imperiali, il vescovo di
Cordova gli rispose con una lettera nella quale
rifiutava di abiurare il cristianesimo cattolico, ed ortodosso come
aveva fatto da giovane sotto Diocleziano. È il primo testo nel quale
appare una contensa tra autorità ecclesiastica e autorità civile.
Costanzo, irato, comandò a Osio, già centenario, di comparire davanti ad
un sinodo di vescovi ariani, dove lo mise alla prova, lo fece
flagellare e torturare. Fu poi esiliato per l'ultima volta a Sirmio,
dove vecchio, umiliato e straziato morì a centouno anni, lontano dalla
sua terra e dalla sua diocesi.
http://it.wikipedia.org/wiki/Osio_di_Cordova Saint LIBERE, pape et patriarche de Rome (352-366), confesseur de la foi orthodoxe face à l'arianisme (366). Saint ARCADIUS, empereur romain d'Orient (395-408), fils de saint Théodose Ier le Grand (408).
Saint
POIMEN (PIMENE), ascète du désert d'Egypte (vers 450). (Office traduit
en français par le père Denis Guillaume au tome VIII des Ménées.
Acathiste traduit par le même au tome XV du Supplément aux Ménées.)
Poemen
fu un celebre padre del deserto. Ritiratosi nel deserto egiziano di
Scete con un fratello più giovane ed uno più anziano, nel 408 i tre
furono obbligati dalle incursioni dei Berberi ad abbandonare il loro
primo insediamento ed a cercare rifugio fra le rovine di un tempio
presso Terenuthis. Anubis, il fratello maggiore, e Poemen si alternavano
alla guida della minuscola comunità. Durante il giorno lavoravano
sino a mezzodì, leggevano sino alle tre del pomeriggio, dopodichè si
dedicavano alla raccolta di legna, cibo ed ogni altra eventuale
necessità. Delle dodici ore notturne solo quattro erano destinate al
riposo, mentre le rimanenti erano divise tra il lavoro ed il canto
dell´Ufficio. Spesso e volentieri Poemen trascorreva giorni o perfino
settimane intere senza mangiare nulla. Ai suoi compagni raccomandava
però di digiunare
con moderazione e di nutrirsi a sufficienza quotidianamente. I monaci
non potevano bere vino, né compiere alcun atto che avesse potuto
gratificare in qualsiasi modo i sensi. Poemen temeva fortemente le
possibili interruzioni alla sua vita solitaria ed una volta rifiutò
persino di vedere sua madre, affermando di rinunciare al piacere
dell´incontro sulla terra per provare più gioia quando si sarebbero poi
rivisti nell´aldilà. Il santo viene ricordato principalmente per la sua
pietà e per i detti proverbiali che contraddistinsero il suo
insegnamento, come per esempio: "Il silenzio non è una virtù quando la
carità necessita la parola". Incoraggiava gli altri monaci a ricevere
frequentemente la comunione eucaristica. Quando Anubis morì, Poemen
perdette il controllo della comunità e dovette fare ritorno a Scete. Qui
però nuove incursioni lo obbligarono a fuggire. La liturgia bizantina
definisce San Poemen "la lampada dell´universo e modello
per i monaci", mentre il Martyrologium Romanum lo commemora in data
odierna 27 agosto
HYMNE DE LOUANGE - SAINT PIMEN [POEMEN] LE GRAND DE PALESTINEVénérable Pimen, puit de sagesse, Et grande torche de la lumière du Christ, Dès le moment où il laisse ce monde de vanité
derrière lui Plus personne il ne réprimande, plus de reproches. Une fois, devant Pimen, des frères en querelle Mais Pimen de demeurer silencieux. L'un le réprimanda : Comment peux-tu écouter la querelle et, pour toi, tout est équivalent? Pimen répondit : Je suis mort depuis longtemps. Comment pourrais-je être sauvé, lui demanda quelqu'un Afin que mon esprit ne soupire plus après les désirs sataniques? Sur l'eau qui bout, la mouche ne se pose pas, répondit-il, Ainsi une âme enflammée, les démons la fuient. Quelqu'un d'autre demanda : Quoi de plus certain; Le discours de tes frères ou le silence? Par l'un et par l'autre, dit-il, Dieu est glorifié, Pour l'amour de la gloire de Dieu, choisis-en un pour toi-même. Comment peut-on se défendre du démon? Le mal, répondit-il, ne se chasse pas par le mal Alors quelqu'un dans le mal, qu'il s'efforce de faire quelque bien, Cela enflammera
même son coeur. On ne bâtit pas sa maison en brisant celle d'autrui. Sinon c'est un tiers qui en bénéficie, et c'est le démon. Deux laides passions empoisonnent nos âmes, Et nous n'avons pas de liberté tant qu'elles nous font suffoquer : Plaisirs de la chair et vanité du monde, D'elles, seule la sainte âme est libre.
Tropaire de saint Pimen le Grand ton 8Par le flot de tes larmes tu rendis le désert fertile, Et tes soupirs vers Dieu portèrent fruit en abondance. Par la lumière de tes miracles tu illumina tout l'univers. O notre saint père Pimen, prie le Christ notre Dieu de sauver nos âmes!
Kondakion de saint Pimen le Grand ton 4O Pimen, exalté en paroles et actes, Aujourd'hui nous commémorons tes saintes et
célèbres luttes Qui renforcent le coeur des gens pieux.
Kontakion — Tone 4
The memorial of your illustrious struggles / delights the souls of the devout today, / Pimen, our venerable father, wise in God.
By a flood of tears you made the desert fertile, / and your longing
for God brought forth fruits in abundance. / By the radiance of
miracles you illumined the whole universe! / Our Father Pimen, pray to
Christ God to save our souls!
Saint LYCERE, évêque de Lérida.
Saint DECUMAN, ermite et martyr dans le Somerset (VIème siècle).
Saint LIZIER (GLYKERE), évêque du Couserans en Ariège (vers 540).
Saint
CESAIRE, natif de la région de Chalon-sur-Saône, moine de Lérins, puis
archevêque d'Arles en Provence (542). (Office composé en français par le
père Denis Guillaume et publié au tome XV du Supplément aux Ménées.) Tropaire ton 1 Tu fus moine à Lérins à l'âge de vingt ans,* Puis tu quittas l'île pour te fixer en Arles* Dont tu devins tôt le hiérarque bien aimé.* Quarante ans durant, tu administras l'Eglise,* Et tu défendis la chrétienté dans les Gaules.* Saint Césaire prie le Seigneur de nous sauver!Saint SYAGRIUS (SYAGRE), évêque d'Autun en Bourgogne (599 ou 600).
Saint PIMENE le Brouteur, ascète du désert de Palestine
Saint EBBON, évêque de Sens en Bourgogne (740
Saint JEAN, évêque de Pavie en Lombardie (813).
Saint THEOCLITE, ascète au Mont Olympe de Bithynie.
Saint KOUKSHA (KUKCHE), moine de la Laure des Grottes de Kiev,
missionnaire auprès des Vyatits de la région du fleuve Oka, martyr par
la main des païens (Russie, après 1114).
Saint PIMENE le Jeûneur, moine de la Laure des Grottes de Kiev, prophète (après 1114).
Translation des reliques de saints Théognoste, Cyprien et Photius, métropolites de Moscou (1479).
Saints MICHEL VOSKRESSENSKI, prêtre, martyr à Nijni-Novgorod par la main des Communistes avec VINGT-HUIT autres (Russie 1918).
Saint ETIENNE NEMKOV, prêtre, martyr à Nijni-Novgorod par la main des Communistes avec DIX-HUIT autres (Russie 1918).
Saint CHRYSOSTOME (Kalafatis), métropolite de Smyrne, martyr par la main des Turcs kémalistes (1922).
Saints JEAN, prêtre, et METHODE, moine, martyrs par la main des Communistes (Russie 1937).
Saint DEMETRE, prêtre, confesseur sous le régime soviétique (1952).
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