sabato 29 agosto 2015

30 agosto feste santi e memorie


MYSTAGOGY
Saints BONIFACE et THECLE son épouse, martyrs à Hadrumète en Afrique lors de la persécution de Dèce (250). 




 



 

 http://www.johnsanidopoulos.com/2013/08/the-noble-suicide-of-saint-philonides.html


SIX martyrs de Mélitène.

SEIZE martyrs de Thèbes.

Sainte BRYENE, martyre à Nisibe.

Saints FELIX, FORTUNAT, SEPTIMINOS et JANVIER.

Saint PHYLAX. 

Sainte GAUDENCE (GAUDENTIE, GAUDENTIA), vierge et martyre à Rome (vers 303).


https://doxologia.ro/sites/default/files/styles/lista-rugaciuni/public/imagine/2013/08/sf_ioan_patr_const_1.jpg?itok=HPLusRtC

 Giovanni IV il Digiunatore Patriarca di Costantinopoli 





Troparion — Tone 4

O God of our Fathers, / always act with kindness towards us; / take not Your mercy from us, / but guide our lives in peace / through the prayers of the Patriarchs Alexander, John, and Paul.

Kontakion — Tone 8

Set aflame by the love of Christ, O glorious ones, / you took up the yoke of His precious Cross revealing yourselves as followers in His footsteps by your way of life, / and you became partakers of His divine glory, / divinely-wise Alexander, with wonderful John and glorious Paul. / As you stand before His throne, earnestly pray for our souls
 
Saint ALEXANDRE, patriarche de Constantinople (314-337), un des Pères du Ier Concile oecuménique (337). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome VIII des Ménées.)


St. Alexander was a bishop during the time of Patriarch Metrophanes.  He attended the Ecumenical Council at Nicea representing the patriarch in 325.  Patriarch Metrophanes chose St. Alexander to follow him as patriarch of Constantinople upon his death.  Once during a dispute with a pagan, St. Alexander exclaimed, "In the Name of our Lord Jesus Christ I command you to be quiet!" and the man became mute.  Only after making motions indicating that he believed in the True Faith was his voice restored.  The heretic Arius was punished through the prayers if St. Alexander.  Arius deceived St. Constantine into setting a date for him to be received into the Church.  St. Alexander, knowning that Arius was a deceiver and a heretic, prayed that this would not happen.  On the day Arius was to be received, his bowels burst and he died. St. Alexander died in the year 340 at the age of 98.   





Troparion (Tone 3)Initiates of Heaven and teachers of divine truth, you faithfully tended the Church of Christ, Holy Alexander champion of the Trinity, John the son of grace and Paul the crown of bishops.  Together we all praise you.





Troparion — Tone 4

O God of our Fathers, / always act with kindness towards us; / take not Your mercy from us, / but guide our lives in peace / through the prayers of the Patriarchs Alexander, John, and Paul.

Troparion — Tone 4

(Special Melody "Go quickly before")

Christ, the God Who is over all, / has proclaimed you as a venerable shepherd of His Church, O godly-minded Alexander, / a light upon a candlestand, a faithful steward, / a pillar of Orthodoxy, and a most pious example. / Therefore, we rejoice in your memory.

Kontakion — Tone 8

Set aflame by the love of Christ, O glorious ones, / you took up the yoke of His precious Cross revealing yourselves as followers in His footsteps by your way of life, / and you became partakers of His divine glory, / divinely-wise Alexander, with wonderful John and glorious Paul. / As you stand before His throne, earnestly pray for our souls.
 
Saint ETIENNE d'Oulnia, martyr sous Julien l'Apostat (362 ou 363).

Saint SARMATAS, ascète du désert d'Egypte.

Saint EULALIOS, évêque de Lapithos en Chypre, mort en paix.

SOIXANTE martyrs massacrés par les païens à Suffétula en Afrique (399).

Saint PAMMAQUE (PAMMACHIUS), sénateur romain, veuf, fondateur d'un hôpital à Rome, qui confessa la foi orthodoxe face à Jovinien et aux donatistes (410).

Saint AMAT, évêque d'Avignon dans le Comtat-Venaissain, martyr par la main des Vandales (411).

Saint GAUDENS, enfant berger, martyr avec ses compagnons dans le Comminges par la main des Wisigoths ariens (475).

Saint FRAIGNE (FERMERE, FRENIR, FREVIR), confesseur en Angoumois (VIème siècle).

Saint CHRISTOPHE, natif de Rome, moine du monastère Saint-Théodose en Palestine (VIème siècle).

Saint MODAN, évêque en Ulster (VIème ou VIIème siècle).

Saint EONE, archevêque d'Arles en Provence (502).

Sainte AMELTRUDE, vierge en Angleterre, vénérée à Jumièges en Normandie (VIIème ou VIIIème siècle).

Saint FIACRE le Jardinier, Irlandais de nation, ermite dans la forêt de Breuil en Brie (680).

Saint BOTHMAËL, moine en Bretagne, disciple de saint Maudez (VIIIème siècle).

Saint PAUL le Jeune, patriarche oecuménique de Constantinople (780-784), qui recommanda à sainte Irène et à Constantin VI la convocation du VIIème Concile oecuménique (784). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome VIII des Ménées.) 


 


San Fantino il Giovane Monaco
San Fantino il Giovane nacque in una località della Calabria "vicinissima alla Sicilia" nel 927 da Giorgio e Vriena, ricchi possidenti dotati di grandi virtù. Secondo la consuetudine del tempo il bambino fu offerto al Signore nella chiesa di San Fantino il Vecchio e all'età di otto anni fu affidato a Sant'Elia lo Speleota nella grotta di Melicuccà per essere avviato alla vita monastica. Dopo aver seguito per cinque anni gl'insegnamenti di Sant'Elia, ricevette da lui l'abito dei novizi e rimase a Melicuccà per vent'anni, fino alla morte del Santo, esercitando prima l'umile incarico di cuoco e poi quello della custodia della chiesa.
Trasferitosi nella regione del Mercurion trascorse diciotto anni di vita eremitica dedicandosi alla preghiera e alla penitenza e lottando contro le frequenti insidie del demonio. Dopo il lungo tempo passato in solitudine ritornò alla vita cenobitica e fondò un monastero femminile nel quale furono accolte la madre e la sorella Caterina. Seguì la fondazione di monasteri maschili, in uno dei quali trovarono accoglienza il padre e i fratelli Luca e Cosma.
Sentendo vivo il desiderio di un ritorno alla vita eremitica lasciò il fratello Luca la direzione del monastero più grande e si ritirò in un luogo solitario e selvaggio. Dalla nuova dimora di tanto in tanto si recava a visitare i nuovi discepoli, fra i quali vi erano i monaci Giovanni, Zaccaria, Nicodemo e Nilo, e trascorreva parte del suo tempo nel trascrivere codici.
Ripresa la vita cenobitica il Santo continuò a vivere nello spirito della penitenza. Trascorreva lungo tempo senza prendere cibo ed era spesso in estasi.
Ad opera del Santo avvennero alcuni fatti prodigiosi. Un'orsa che devastava gli alveari del monastero fu allontanata definitivamente col solo cenno della mano. All'invocazione del suo nome zampillò d'improvviso un getto d'acqua abbondantissimo per dissetare dei monaci, i quali affaticati andavano in cerca di alcune mule che si erano allontanate dal pascolo.
Il Santo, "poiché la gente in massa affluiva a lui di continuo, al pari di uno sciame, e non gli permetteva di godere senza disturbo il bene della solitudine", si recò al santuario di San Michele al Gargano.
Una notte, dopo la recita dell'ufficio, ebbe una terribile visione che non volle comunicare ai suoi monaci perché erano "cose assolutamente indescrivibili" . Poi "gettato via il saio se ne andò nudo per i monti", dove "prese a star senza bere, senza mangiare e senza alcun vestito perfino per venti giorni di seguito". Continuando a vivere in solitudine e in penitenza " si nutrì per quattro anni di erbe selvatiche e di niente altro". Quando i monaci lo rintracciarono e lo trassero a forza al monastero riprese a ritornare "là dove si aggirava prima, preferendo le fiere agli uomini".
Nel monastero San Fantino fu visitato da San Nilo, il quale raccontò una visione di angeli risplendenti e di demoni, "fitti più di sciami di api", che lo riempirono "di timore e di orrore". Infine, trasportato "in una regione risplendente di luce", sentì "echeggiare un inno ineffabile, incessante, di cui non ci si può saziare" e vide sfavillare "un fuoco straordinario" , che lo riempì "di divino furore". Seguì la vista dell'inferno, "luogo pieno di fumo maleodorante, privo di luce", popolato di dannati che "sospiravano dal profondo con infiniti lamenti". Trasportato poi "in un luogo splendente ed eterno" ebbe la visione dei beati e l'incontro con i genitori. Tornato in sé il Santo concepì "un totale disprezzo per le cose del mondo". 




 



Dalla vita di San Nilo si ricavano numerose notizie intorno a San Fantino. Un particolare affetto, ispirato dalla santità e dalla carità fraterna, legava San Fantino a San Nilo, dal quale era corrisposto con filiale amorevolezza. Sembrava di vedere in essi la medesima unione di spirito che aveva unito gli apostoli Pietro e Paolo e i santi Basilio e Giorgio. Spesso insieme essi commentavano ai monaci la Sacra Scrittura.
San Fantino, avendo sentito che San Nilo era affetto da un grave male alla gola, si recò nella sua grotta per visitarlo e lo persuase a seguirlo nel monastero per prestargli le cure necessarie. Un altro giorno San Nilo, essendo molto sofferente per le percosse che gli erano state inflitte dal demonio e che gli avevano procurato le paralisi del lato destro del corpo, fu invitato da San Fantino a leggere durante la veglia notturna che precedeva la festa degli apostoli Pietro e Paolo l'elogio in versi scritto in loro onore da San Giovanni Damasceno. Durante la lettura il malore andò scemando a poco a poco fino a scomparire.
Un giorno San Fantino comunicò a San Nilo una sua visione. Aveva visto i monasteri in rovina trasformati in "luride abitazioni di giumenti" e bruciati dal fuoco e i libri gettati nell'acqua e resi inservibili. Il Santo intravide in quella visione la futura sorte dei monasteri che avrebbero subito la distruzione non solo per le incursioni dei Saraceni, ma anche per "il generale decadimento della virtù ed il rilassamento della disciplina".
Il Santo, rispondendo ad una ispirazione che lo spingeva a lasciare la Calabria, all'età di sessant'anni con i discepoli Vitale e Niceforo s'imbarcò alla volta della Grecia. Durante il viaggio, venuta a mancare l'acqua per i passeggeri, il Santo fece riempire tutti i recipienti d'acqua marina, che a un segno di Croce fu trasformata in acqua potabile.
Raggiunta Corinto, si recò ad Atene per visitare il tempio della Madre di Dio. Si mosse quindi verso Larissa, dove dimorò a lungo presso il sepolcro del martire Sant'Achille. Trasferitosi a Tessalonica abitò per quattro mesi nel monastero del santo martire Mena. Lasciato quel cenobio andò ad abitare fuori le mura della città.
A Tessalonica il Santo, dopo aver recitato "la straordinaria preghiera di Filippo di Agira", guarì prodigiosamente un malato di nome Antipa. un giorno, mentre si recava al tempio della santa martire Anisia, s'imbattè nei santi monaci dell'Athos Atanasio e Paolo, che illuminavano "le solitudini come un faro" e rese gloria a Dio per quell'incontro. A Tessalonica indusse pure al pentimento un giudice che angariava la popolazione per avidità del denaro e un personaggio che occupava la carica più alta della città e compiva dei soprusi nei confronti di una vedova indifesa e di un orfano.
San Fantino operò a Tessalonica alcuni prodigi e grandi opere di carità. Una donna fu guarita con della terra cosparsa sugli occhi malati. Un uomo afflitto da cefalea e da mal di denti ottenne d'improvviso la guarigione. Un moribondo ritornò in perfetta salute dopo un bacio datogli dal Santo. Una filatrice che doveva a un tale "molte monete d'oro" per suo mezzo ebbe condonata parte del debito. A una povera vecchia che gli chiedeva qualche spicciolo diede la sua tunica. Predisse l'insuccesso di una tribù di Bulgari che si preparavano a fare razzia nella regione. Due fratelli, "gonfi di veleno e d'inimicizia" , furono rappacificati. Fu indotto al pentimento un pentolaio che da sette anni "nutriva un'inimicizia implacabile nei riguardi di suo figlio".
Il Santo, ridotto orma in fin di vita, fu visitato dai monaci Simone e Fozio, ai quali rivelò che Pietro Sclero stava scrivendo un libro per appropriarsi dell'autorità con la ribellione, ignorando la fine alla quale andava incontro.
San Fantino morì intorno all'anno 1000, dopo avere abbracciato e benedetto i monaci che lo assistevano e fu sepolto con grande solennità nel luogo da lui prescelto. La biografia del Santo si chiude con una serie di miracoli da lui compiuti dopo la morte. 

http://www.johnsanidopoulos.com/2016/08/saint-phantinos-younger-of-calabria.html

 

Saint JEAN VIII (Xiphilinos), patriarche oecuménique de Constantinople (1063-1075), qui s'efforça d'établir un rapprochement avec l'Eglise arménienne (1075). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome VIII des Ménées.)
Synaxe des saints hiérarques illuminateurs de l'Eglise serbe: saints SABAS Ier, SABAS II, ARSENE Ier, EUSTATHE Ier, JACQUES, NICODEME et DANIEL, archevêques; JOANNICE Ier, EPHREM, SPYRIDON, MACAIRE et GABRIEL Ier, patriarches; et de SABAS III, GREGOIRE, JEAN, MAXIME et NICON. (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome VIII du Supplément aux Ménées.) 





Troparion — Tone 4

As the enlighteners of the Serbs, O God-bearing Fathers, / holy patriarchs and great shepherds, / guardians of the Apostolic traditions, / unshakable pillars, and teachers of Orthodoxy: / Beseech Christ, the Master of All, / to grant peace to the world, and to our souls great mercy.

Kontakion — Tone 3

Enthroned as hierarchs, and living lives worthy of praise, / in God-pleasing manner you guided your people to knowledge of God: / Because of this you were glorified by Him / through miracles and incorruption, / as befits pupils of the grace of God.
 


Saint ALEXANDRE de Svir, natif d'Olonets près de Novgorod, moine de Valaam, puis ermite et higoumène, à qui la Sainte-Trinité apparut (Russie 1533). (Office et acathiste traduits en français par le père Denis Guillaume au tome XV du Supplément aux Ménées.) 

https://doxologia.ro/sites/default/files/styles/autor/public/imagine/2015/08/sf-alexandru-svir.png?itok=Niy_i_9F
Troparion (Tone 4)Thou didst settle in the wilderness from thy youth eager to follow Christ's footsteps, O Alexander. The Angels were amazed when they beheld thee struggling in the flesh and conquering onslaughts of passions. Dwelling on earth thou wast equal to the Angels. Pray to Christ our God to save our souls.
Alexander was born of pious parents near Novgorod and was a very slow learner, until a heavenly visitation healed him of his handicap. Having a wish to live a hidden life in Christ from a youth up, he entered into the monastic life and later into the wilderness. Many gathered with him there and formed a hermitage, seeing that his life was lived with such consistent ascetic labors and was considered by others as an angel living in the flesh. One day outside of Alexander's cabin a light from heaven appeared on him and three men in bright, white garments came down from it. Having realized who these three men were, he bowed down in fear and reverence to them. When this took place, the Lord cried out to him, "Have hope, O blessed one, and do not fear ... for the Holy Spirit has been pleased to dwell in you because of the purity of your heart." Saint Alexander reposed August 30, 1533.


Sfântul Ierarh Varlaam, Mitropolitul Moldovei

 https://doxologia.ro/sfantul-ierarh-varlaam-mitropolitul-moldovei#nodeviata

 

Invention des reliques de saint Daniel, prince de Moscou (1652). 



 
Translation de Vladimir à Saint-Pétersbourg des reliques de saint Alexandre Nevski (Russie 1724). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome VIII du Supplément aux Ménées. Acathiste à saint Alexandre Nevski traduit en français par le même au tome VIII du Supplément aux Ménées à la date du 31 août.) 




Sfântul Ierarh Ioan de la Râșca și Secu, Episcopul Romanului

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Saint PIERRE, prêtre, martyr par la main des Communistes (Russie 1918).

Saints PAUL, prêtre, et ELISABETH, moniale, martyrs par la main des Communistes (Russie 1937).

Saint IGNACE, moine, martyr par la main des Communistes (Russie 1938).

Saint PIERRE, prêtre, confesseur sous le régime soviétique (1972).



 

http://www.johnsanidopoulos.com/2010/08/saint-vryaini-and-her-unique-chapel-in.html


ALTRI SANTI ITALICI ED ITALO-GRECI AL 30 AGOSTO
Saint  Felix et Saint Adaucte


Saint Félix était prêtre de l'Eglise de Rome. Arrêté au temps de la persécution de Dioclétien, il fut envoyé au tribunal de Dracus, préfet de la ville, qui le fit conduire au temple de Sérapis pour offrir de l'encens à cette déesse. Félix souffla contre la face de la statue, qui était d'airain, et la fit tomber. De là on le mena devant celles de Mercure et de Diane, qu'il renversa de la même manière. Le juge le fit alors étendre sur le chevalet pour lui faire dire par quelle vertu il avait mis en pièces les statues des dieux. "Ne pense pas", dit Félix au préfet, "que ce soit par quelque pacte avec le démon; je l'ai fait par la confiance que j'ai au Tout-Puissant, et par le pouvoir que Jésus-Christ m'a donné sur vos fausses divinités". Le préfet, à cette réponse, entra dans une grande fureur et commanda qu'on le menât hors de la ville, sur le chemin d'Ostie, où il y avait un arbre consacré aux idoles et un petit temple au dessous. Dès que Félix y fut arrivé, il souffla contre cet arbre, et lui dit "Je te commande, au nom de Jésus-Christ, de te déraciner à l'heure même, de tomber sur ce temple, et de le mettra en pièces avec l'autel et son simulacre". A ces paroles, l'arbre sortit de terre avec ses racines, et, tombant sur le temple, il l'écrasa tellement, qu'il n'en resta plus aucun vestige debout. La chose ayant été rapportée au juge par un de sesofficiers, il condamna Félix à avoir la tête tranchée, et ordonna que son corps fût exposé sur le grand chemin pour être la proie des bêtes fauves. Comme on allait procéder à cette exécution, il se présenta un Chrétien inconnu aux hommes, mais connu de Dieu; ayant appris que l'on faisait mourir Félix, parce qu'il n'avait pas voulu renoncer à Jésus-Christ, il se mit à crier de toutes ses forces "Je suis de la même Foi que celui que vous allez mettre à mort, et je confesse comme lui que mon Seigneur Jésus-Christ est le vrai Dieu. Je mourrai donc avec lui car j'aime mieux être mis à mort en sa compagnie, afin de vivre éternellement avec mon Sauveur Jésus, que d'embrasser la religion de vos cruels empereurs, et brûler avec eux dans les enfers pendant toute une éternité". Cette heureuse rencontre réjouit extrêmement Félix. Il remercia Dieu de ce qu'il lui donnait un si généreux compagnon de son martyre. Après avoir fait leur prière ensemble, et, s'être donné le baiser de paix, ils furent décapités. Les fidèles, ne pouvant savoir le nom de ce Chrétien qui s'était livré si généreusement au martyre, lui donnèrent celui d'Adaucte, c'est-è-dire ajouté, parce qu'il s'était joint à saint Félix pour mourir avec lui.
Leurs corps, abandonnés par les bourreaux et laissés sans sépulture, furent, la nuit suivante, enterrés par les Chrétiens dans la fosse que l'arbre avait faite en se déracinant. Le lendemain, les païens l'ayant su, entreprirent de les déterrer; mais tous ceux qui se mirent en devoir de le faire, furent possédés du démon ce qui les obligea de se désister de leur dessein. Lorsque la persécution eut cessé, on bâtit, en leur honneur, une église au même endroit, et les Chrétiens y ont reçu de grands bienfaits du Ciel par le mérite de leur intercession.
Vers l'an 850, Irmengarde, femme de l'empereur Lothaire, obtint du pape de Rome Léon IV les reliques de ces saints martyrs et les déposa dans l'abbaye des chanoinesses d'Eschau, en Alsace, où elles restèrent jusqu'en 1358. En 1361, elles furent données à l'église de Saint-Etienne de Vienne, qui devint dans la suite cathédrale.
Ste Gaudence vierge et martyre à Rome (vers 303).-
St Pammaque, sénateur romain, veuf, fondateur d'un hôpital à Rome, qui confessa la foi orthodoxe face à Jovinien et aux donatistes (410).-

venerdì 28 agosto 2015

29 agosto santi feste e memorie






"Erode Antipa aveva arrestato Giovanni il Battezzatore e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodiade, moglie di Filippo suo fratello. Giovanni infatti gli diceva: << Non ti è lecito tenerla! >>. Benchè Erode volesse farlo morire, temeva il popolo perchè lo considerava un profeta.
Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodiade (Salomè) danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. Ed essa, istigata dalla madre, disse: << Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battezzatore >>. Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei commensali ordinò che le fosse data e mandò a decapitare Giovanni nel carcere. La sua testa venne portata su un vassoio e fu data alla fanciulla, ed ella la portò a sua madre.
I suoi discepoli andarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informarne Gesù...”
(Vangelo di Matteo cap. 14)...

"O araldo della conversione, Giovanni Battista, con la tua testa recisa hai santificato la terra: poiché hai reso chiara per i credenti la legge di Dio e hai ridotto a nulla l'iniquità. Ora che stai presso il trono del Cristo, Re del cielo, supplicalo di fare misericordia alle anime nostre".



Sainte SABINE, veuve, martyre à Rome sous Adrien (126).

Sainte SERAPIE, vierge et martyre, gouvernante de sainte Sabine (126). 
Sainte CANDIDA, vierge et martyre à Rome. Saints FELIX, FERICIE (FORIGE), ADAVISE, GEMELINE et leurs compagnes, martyrs à Rome.

Saint EUTHYME, mort en paix à Pérouse en Ombrie (309).


Saint ADELPHE, évêque de Metz en Lorraine (Vème siècle).




 


 


 http://www.johnsanidopoulos.com/2015/08/saint-arkadios-bishop-of-arsinoe-and.html


Saint ARCADE le Thaumaturge, frère de saint Théosébios (cf. le 12 octobre), évêque d'Arsinoé en Chypre.

Saint GELVEN, ermite à Caurel en Bretagne (VIème siècle).

Saint TRILLAC, ermite à Trémuson en Bretagne (VIème siècle).

Saint HARTBAIN, disciple de saint Wandrille à Fontenelle en Normandie (VIIème siècle).

Saint VICTOR, abbé à Cambon près de Nantes en Bretagne (VIIème siècle).

Saint SEBBA (SEBBI), roi d'Essex, devenu moine et mort à Londres (vers 694 ou 697).

Saint MERRY (MEDERIC), higoumène de Saint-Martin d'Autun en Bourgogne, mort à Paris (vers 700).

Saint ALBERIC, ermite à Bagnarea près de Forli en Ombrie.

Saint EDWOLD, ermite à Cerne (IXème siècle).

Saint BASILE Ier le Macédonien, empereur des Romains (867-886), fondateur de la glorieuse dynastie macédonienne (886). 


 



Transfert des reliques de sainte Théodora de Thessalonique (cf. le 5 avril).

Saint ALEXANDRE, abbé de Voche près de Galitch (Russie, XVIème siècle).

Transfert de la Crète à Zante des reliques de saint Joseph Samakos le Sanctifié (+ 22 janvier 1511) (1669).

Saint PIERRE (Poliansky), métropolite de Kroutitsa, martyr par la main des Communistes (Russie 1936).

giovedì 27 agosto 2015

28 agosto feste santi e memorie



 



Le juste EZECHIAS, roi de Juda (vers 687 avant NSJC). 






 http://www.johnsanidopoulos.com/2015/08/righteous-hezekiah-king-686-bc.html

Succeduto al padre Achaz a venticinque anni, Ezechia regnò dal 721 circa al 693 a.C., seguendo le direttive dei circoli profetici e principalmente di Isaia. Attuò una vasta riforma religiosa, riconducendo il regno al puro jahwismo. Curò la sistemazione dei libri sacri, salvati dai sacerdoti scampati alla rovina di Samaria. Per tutto ciò egli è lodato come il più retto dei discendenti davidici. Negli ultimi anni della sua vita costruì la nota galleria che dalla cosiddetta "Fontana della Vergine" conduce l´acqua alla vasca di Siloe. Viene celebrato il 28 agosto.


 







 https://doxologia.ro/sites/default/files/styles/autor/public/imagine/2012/08/sf-ana-proorocita.jpg?itok=w-dR4Z5W

 http://www.johnsanidopoulos.com/2014/02/prophetess-anna-as-model-for-our-lives.html

Sainte ANNE, fille de Phanuel, qui reçut le Christ dans le temple de Jérusalem (Ier siècle).  
Saint HERMES, martyr à Rome sous Trajan ou Adrien (116 ou 132).

Sainte THEODORA, soeur de saint Hermès, martyre à Rome sous Trajan ou Adrien (117 ou 133). 

Saint FERREOL, tribun, martyr à Vienne en Dauphiné lors de la persécution de Dèce (entre 249 et 251) ou lors de celle de Dioclétien (en 303 ou 304). 

Saint JULIEN, soldat romain, martyr à Brioude en Auvergne lors de la persécution de Dèce (entre 249 et 251) ou lors de celle de Dioclétien (en 303 ou 304). La magnifique basilique romane de Brioude lui est consacrée, et plus de nonante communes de France portent son nom.

Saint PELAGE, martyr à Constance en Bade-Wurtemberg sous Numérien.

Saints martyrs DIOMEDE et LAURENT, qui furent attachés à un platane et percés de flèches.

TRENTE-TROIS martyrs d'Héraclée.

Saint hiéromartyr DAMON.

Saints HELIE, ETIENNE, diacre, et POLLION, martyrs à Rome.
Saint VICINE, évêque de Sarsina, confesseur (fin du IIIème siècle).

Saints FORTUNAT, CAÏUS et ANTHES, martyrs à Salerne en Campanie (vers 304).


Saint MOÏSE l'Ethiopien, ancien esclave et ancien brigand, devenu un des plus fameux ascètes du désert de Scété, martyr par la main des Maziques (Egypte 407). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome VIII des Ménées.)





 http://www.johnsanidopoulos.com/2013/08/black-people-in-byzantine-society.html





Troparion — Tone 1

You abandoned the Egypt of the passions, O Father, / Ascending the mount of the virtues with fervent faith, / Taking the Cross of Christ upon your shoulders; / And being glorified in godly works, / You proved to be a model for monastics, O summit of the fathers. / Pray unceasingly with them that our souls may find mercy!

Kontakion — Tone 3

Your mind was filled with a holy inspiration from God, / Turning you from the lust and pleasures of the flesh, / Bringing you to the height of the city of God! / O Holy Father Moses, intercede with Christ God that He may grant us great mercy!

SAINT MOÏSE L'ETHIOPIENdit "Le Noir"
Extrait de 
Histoire Lausiaque Pallade d'Hélénopolis

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Mosè l'Etiope era di carnagione nera, di statura gigantesca. Mangione, beone, lussurioso, era stato a capo di una banda di ladri e si era segnalato per terribili azioni brigantesche. Pare fosse giunto fino all'assassinio. Ma un giorno fu toccato dalla grazia e si recò dal santo Isidoro di Scete, che gli divenne maestro di mansuetudine e misericordia. Invidioso della sua conversione, Satana lo tormentava con ogni sorta di tentazioni, fantasmi, ricordi della vita passata per farlo ricadere nella vecchia abitudine, tanto che poco mancò che il suo proposito si arenasse.
Il ricordo delle sue prove è rimasto tanto vivo nella tradizione, che Palladio parla soprattutto di esse nel capitolo della sua Storia Lausiaca interamente dedicato a Mosè. Palladio racconta ancora che “il demonio non lo poteva proprio sopportare” e lo fece pure ammalare gravemente, finché Mosè ricevette il dono di un “carisma conro i demoni, al punto che noi temiamo più le mosche di quanto egli temesse i demoni”.
Anche la Storia Ecclesiastica di Sozomeno parla delle tremende tentazioni da cui era afflitto, tanto che per anni macerà il suo corpo con intere notti di veglia. Certe notti, per tenersi sveglio e per fare penitenza, faceva il giro delle celle dei monaci e riempiva le loro idrie di acqua, osa molto faticosa, perché alcune erano parecchio distanti dal luogo in cui si trovava l'acqua. Si racconta anche che una volta fu assalito da quattro briganti, che non lo conoscevano personalmente, ma conoscevano la sua grande fama di celebre brigante. Egli non volle far loro del male, ma “li legò tutti in fascio e, collocatili sul suo dorso come un sacco di paglia, li portò al luogo del raduno dei fratelli”. Essi furono colpiti dalla sua misericordia e, saputo che era Mosè, “il famigerato e celebre brigante di una volta, glorificarono Dio e seguendo il suo esempio anch'essi abbandonarono il mondo” e si fecero monaci.
Mosè si servì sapientemente di tutto, dei suoi peccati precedenti e delle umiliazioni che gli venivano a motivo del colore della sua pelle, come scuola di umiltà. E indubbiamente raggiunse alte vette nell'umiltà profonda, che non si acquista se non attraverso molte umiliazioni, che è prima di tutto accusa di sé, rinuncia a giustificarsi se accusati da altri, incapacità di giudicare gli altri. Per queste caratteristiche, che emergono fortemente dai suoi apoftegmi, si rifanno a lui più di una volta i tre grandi di Gaza, fautori tanto coerenti dell'umiltà e della messa in guardia contro il gran male di giudicare il prossimo.
Cassiano racconta come Mosè fosse stato un tempo abbandonato in preda a un demone crudele perché aveva detto una parola dura al padre Macario. Ma il Signore lo aveva guarito presto, grazie alle preghiere dello stesso Macario, mostrando che questo flagello era per la sua purificazione. Mosè é uno dei pochissimi che Cassiano affianca per grandezza a Macario. Cassiano dice che nel padre Mosè “niente mancò al merito della perfetta beatitudine”. Nelle Istituzioni, Cassiano scriverà di Mosè addirittura che fu “il più grande di tutti i santi”.
Il grande Poemen attingerà al suo insegnamento e sarà erede della sua grande dolcezza e condiscendenza. A lui Mosè indirizzo i cosiddetti “sette capitoli”. Lo stesso Poemen dirà che con Mosè a Scete si è raggiunto il culmine della santità, dopo di lui i fratelli non hanno fatto progressi.
Su richiesta di molti fratelli, Mosè fu ordinato sacerdote. Alla sua morte lasciò molti discepolo. E’ sempre più accolta la tradizione secondo cui egli morì martire dell'incursione barbara a Scete nel 407-408. La presenza di questo anziano è viva nel ricordo delle diverse Chiese d'Oriente che ne celebrano la memoriga il 28 agosto di ogni anno.
Il suo corpo è custodito nel monastero della Vergine Maria di El-Baramous in Egitto.
* Adattamento di un testo tratto da “Vita e detti dei padri del deserto”, Città Nuova
 http://fosilaron.tumblr.com/post/59583536867/28-agosto-san-mos%C3%A8-letiope

Saint AMBROISE, évêque de Saintes en Saintonge.

Saint VIVIEN (VIVIANUS, BIBIANUS, BIBIEN), évêque de Saintes en Saintonge (460). 





 
 
 
Sainte SOUSANNIK, Arménienne de nation, fille de saint Vartan Mamigonian (+ 451), martyre par la main de son propre mari Varsken, prince géorgien de Kartli qui avait renié le Christ pour le mazdéisme (466 ou 472).

Saint ELIVET, ermite à Buhulien en Bretagne (VIème siècle).

Saint LAYA, ermite à Lanlaya / Plouegat-Guerrand en Bretagne (VIème siècle).

Saint EMMON, moine de Luxueil en Franche-Comté (VIIème siècle).

Saint FACONDIN, évêque de Taino en Ombrie (VIIème siècle).

Saint JUVENTIN, archidiacre et disciple de saint Facondin de Taino (VIIème siècle).

Saint FLANNAN, évêque de Killaroe en Irlande (VIIème siècle). 





Synaxe des saints Pères de la Laure des Grottes de Kiev, dont les reliques reposent dans les grottes éloignées de saint Théodose. (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome XV du Supplément aux Ménées.)

Saint AMPHILOQUE, évêque de Vladimir (Volhynie 1122).

Saint SABBAS, probablement Serbe de nation, fondateur du monastère de Krypets près de Pskov (Russie 1495). 

http://oca.org/saints/lives/2015/08/28/102418-synaxis-of-the-saints-of-the-kiev-caves-whose-relics-repose-in-t

Invention des reliques de saint Job de Potchaïev (Galicie 1651). 





Troparion — Tone 4

Having acquired the patience of your Forefather, / and having resembled the Baptist in abstinence, / you shared the divine zeal of both / and were counted worthy to receive their names. / You were a fearless preacher of the True Faith; / in this way you brought a multitude of monastics to Christ. / You strengthened all people in Orthodoxy, / Job, our venerable father; / pray that our souls may be saved

Kontakion — Tone 4

Podoben: “Today You have shown forth...” / You were a pillar of the True Faith; / a zealot of the commandments of the Gospel; / a denouncer of pride, / and a defender and teacher of the humble. / Therefore, those who honor you pray for the remission of their sins, / and that this, your holy habitation, be kept safe from all harm, / Job, our father, who resembled the long-suffering Patriarch of old.

Saints SERGE, archimandrite, et LAURENT, SERAPHIN, THEODOSE, LEONCE, ETIENNE, HILARION, JEAN, SERGE et GEORGES, moines, du monastère de Zilantov à Kazan, martyrs par la main des Communistes (Tatarstan, Russie, 1918). 

Saint CHRYSOSTOME (Kalafatis), métropolite de Smyrne en Ionie, martyr par la main des Turcs kémalistes (1922).

Saint BASILE, prêtre, martyr par la main des Communistes (Russie 1937).

mercoledì 26 agosto 2015

27 agosto santi feste e memorie



L'EUNUQUE éthiopien baptisé par le saint Apôtre Philippe (Ac VIII:26).Saint NARNUS, premier évêque de Bergame en Lombardie (vers 75).

Saint RUFUS, évêque de Capoue en Campanie, martyr (fin du Ier siècle).



Sainte EUTHALIE, vierge, martyre assassinée en haine de la foi par son propre frère à Lentini en Sicile (vers 256). 
La madre, Eutropia, era una nobile matrona, vedova, che viveva con i suoi due figli Serviliano ed Eutalia a Lentini. Testimone delle guarigioni miracolose di Tecla e Giustina, per intercessione dei  Santi Alfio, Cirino e Filadelfo, un giorno si recò al loro sepolcro, per implorare la guarigione. Eutropia infatti, era afflitta da perdite di sangue, come l'emorroissa del Vangelo. Inginocchiata in lacrime presso la tomba di questi martiri, elevò a Dio la richiesta di guarigione. Qui si addormentò e in sogno ebbe una celeste visione: vide i santi Alfio, Filadelfo e Cirino, in tutta la loro gloria, che le annunciavano la completa guarigione dalla malattia se avesse ricevuto il Battesimo. Destata dal sonno, raccontò il sogno alla figlia ed entrambe chiesero il Battesimo. La madre fu miracolosamente guarita ed Eutalia, prima fidanzata, decise di consacrarsi al Signore.
Alla morte di Tertullo, accanito persecutore dei cristiani, il figlio di Eutropia, Serviliano, sacerdote pagano del tempio di Cerere, cercò di strangolare la madre a causa della sua fede in Gesù Cristo. Eutalia, rimproverò il fratello per le sue intenzioni criminali ma questi stracciò le vesti della sorella, la percosse e la consegnò ad uno schiavo perché abusasse di lei. Mentre la ragazza si affidava alla protezione dei Santi Fratelli il servo le si avvicinò e cadde a terra accecato. Allora Serviliano  l'8 Settembre del 257 la uccise trapassandole la gola con un pugnale. Il corpo fu sepolto nella Cripta del Duomo di Lentini (arcidiocesi di Siracusa) insieme a quelli dei Santi Fratelli e dalle Sante Tecla e Giustina Commemorata il 27 agosto nella Chiesa Ortodossa e in quella Cattolica. Non viene più menzionata nel nuovo Martirologio Romano.
http://ordovirginumsicily.blogspot.it/2012/01/le-sante-vergini-consacrate-del-mese-di_1486.html


Sainte martyre ANTHOUSE la Jeune qui, après avoir été revêtue d'une tunique de crin, fut jetée dans un puits, les pieds attachés à une lourde pierre. 








 

Saint PHANOURIOS, grand-martyr à Rhodes. On l'invoque pour retrouver les objets perdus. (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome VII du Supplément aux Ménées.) 
 





Troparion — Tone 4

A heavenly song of praise is chanted radiantly upon the earth / The company of angels now joyfully celebrates an earthly festival, / And from on high with hymns they praise your contests, / And from below, the church proclaims the heavenly glory / which you have found by your labors and struggles, / O glorious Phanourius.

dal web gruppo facebook  Cristianesimo ortodosso la Retta fede
Le origini di San Fanurio erano incerte fino a quando si viene a sapere che gli Hagarenes dell’ isola di Rodi usavano qui raccogliere le pietre per le loro costruzioni.
E' così accade che, durante gli scavi e rafforzando quel posto, hanno scoperto una bella chiesa , che era stata in parte sepolta dalle rovine del tempo. Scavando fino al pavimento del tempio, hanno trovato molte icone sacre, tutte molto rovinate e fatiscenti, 
ma l'icona del santo Phanourios era tutta intera, anzi, sembrava come se fosse stata dipinta quello stesso giorno.
E quando tutto questo venerabile tempio è stato scoperto, insieme con le sue icone sacre, il “vescovo” di quel luogo, Nilo per nome ( 1355 - 1369 ) un uomo di grande santità e di apprendimento, è venuto a leggere l’iscrizione dell’icona, che diceva: "Il Santo Phanourios . "(Nome fino ad allora, assente nel sinassario ortodosso). Il santo è raffigurato sulla icona come segue: E 'stato mostrato come un uomo giovane, vestito come un soldato, portando una croce nella mano destra, e nella parte superiore della croce c'era una candela accesa.
Intorno al perimetro del icona erano raffigurate dodici scene di martirio del santo,egli infatti ha subito prima di morire 12 torture:
1- Il Santo in corso di interrogatorio davanti ad un magistrato.
2- In mezzo ai soldati, che lo stavano battendo sulla bocca e sulla testa con delle pietre.
3- Disteso per terra, mentre i soldati lo frustano.
4- Spogliato nudo mentre si appende la sua carne con ganci di ferro.
5- Rinchiuso in una prigione.
6- Di nuovo in piedi davanti al tribunale del tiranno.
7- Bruciato in varie parti del corpo con delle torcie accese.
8- Legato a un palo.
9- Gettato in mezzo a delle belve feroci.
10- Schiacciato da un masso.
11-In piedi davanti a idoli tenendo carboni ardenti in mano, mentre un demone vicino piangeva e si lamentava poiche’ lo tentava invano di desistere e rinunciare al suo credo.
12- Infine è mostrato in piedi eretto nel bel mezzo di una fornace ardente, le sue mani, per così dire, alzate verso il Cielo oltre la MORTE.
Da queste dodici scene rappresentate sulla icona, il prelato percepi’ che il santo era un martire.
Questa chiesa, così è stata restaurata al di fuori della città ed e’ stata a lui dedicata. Ed è diventata la testimone di molti miracoli, per tutti coloro che amano e venerano il giovane santo .
Il nome di San Phanourios 'dà un suggerimento su un'altra tradizione: "Phanourios" deriva dalla parola greca, φανερώνω "phanerono", che significa "Io rivelo". Quindi egli e’ anche conosciuto per aiutare le persone a trovare le cose perdute. Infatti e’ detto “IL SANTO DEL PERDUTO E RITROVATO”
Nel giorno del Santo, c'è una tradizione: i fedeli preparano un pane speciale, (chiamato il pane di San Fanurio, o Fanouropita ) e lo dividono con i poveri, in nome suo e di suo madre.

Kontakion — Tone 3

You saved the priests from an ungodly captivity, / And broke their bonds by divine power, O godly-minded one; / You bravely put to shame the audacity of the tyrants, / And made glad the orders of the angels, O great martyr. / Therefore, we honor you, O divine warrior, glorious Phanourius.
 
 
http://www.johnsanidopoulos.com/2015/08/saint-phanourios-resource-page.html
 
 
 

Saints RUFUS et CARPOPHORE, martyrs à Capoue en Campanie sous Dioclétien et Maximien.
Saints FELIX, ARONCE et SABINIEN, martyrs à Potenza sous Dioclétien et Maximien. 
Immagine:Hosius of Cordoba.jpg
Saint OSIUS (OSSIUS, OSSIOS), évêque de Cordoue en Andalousie, un des Pères du Ier concile oecuménique (325), confesseur de la foi orthodoxe face à l'arianisme (vers 358).
Santo Osios di Cordova
Osio di Cordova (Cordova, 256 - Sirmio, 357 - in latino: Osius Cordubensis, in spagnolo: Osio de Córdoba) fu un vescovo spagnolo, Padre della Chiesa (e consigliere dell'imperatore romano Costantino I il Grande. La Chiesa ortodossa lo venera come santo confessore, e ne celebra la festa il 27 agosto.
Nacque a Cordova da una ricca e importante famiglia romana e fu eletto vescovo della sua città natale nel 294. Durante le persecuzioni di Diocleziano e Massimiano, rifiutando di abiurare la propria fede cristiana fu condannato all'esilio. Partecipò al Concilio di Elvira in Hispania. Reso famoso dalla sua prudenza e dall'abilità politica, accompagnò l'imperatore Costantino il Grande a Milano nell'anno 313, e pare che contibuì attivamente alla stesura del famosissimo editto di tolleranza religiosa (emanato nel medesimo anno e luogo). Il rapporto con il sovrano fu molto profondo e si pensa che fu proprio Osio a catechizzarlo e indurlo al battesimo.La principale opera per la quale è ricordato è la lotta che condusse contro l'eresia di Ario che negava la divinità del Cristo e la sua consustanzialità col Padre, e che cominciava a diffondersi ad Alessandria d'Egitto. Osio vi fu inviato dall'imperatore per cercare di intervenire contro le pericolose predicazioni di Ario e Sant'Atanasio. Poiché le posizioni di entrambi - per quanto diverse - erano irriducibili, fu convocato su ordine di Costantino il Concilio di Nicea (325), al quale parteciparono 318 vescovi, e presieduto proprio da Osio, che firmò per primo, tra i delegati del vescovo di Roma (il titolo di papa non si usava ancora all'epoca). Pare addirittura che Osio stesso abbia redatto il Credo.
Nel 343 convocò il Concilio di Serdica, cui presero parte circa 300 vescovi greci e 76 latini, per fissare un'organizzazione ecclesiastica e ribadire la condanna all'arianesimo. Tornato in Hispania, Osio riunì un sinodo provinciale nel quale espose e fece entrare in vigore le decisioni prese a Serdica. 
Nell'anno 355 l'imperatore filoariano Costanzo II abbligò Osio ad uniformarsi a ciò che aveva sempre rimproverato ad Atanasio. Dopo le minacce imperiali, il vescovo di Cordova gli rispose con una lettera nella quale rifiutava di abiurare il cristianesimo cattolico, ed ortodosso come aveva fatto da giovane sotto Diocleziano. È il primo testo nel quale appare una contensa tra autorità ecclesiastica e autorità civile. Costanzo, irato, comandò a Osio, già centenario, di comparire davanti ad un sinodo di vescovi ariani, dove lo mise alla prova, lo fece flagellare e torturare. Fu poi esiliato per l'ultima volta a Sirmio, dove vecchio, umiliato e straziato morì a centouno anni, lontano dalla sua terra e dalla sua diocesi.
http://it.wikipedia.org/wiki/Osio_di_Cordova

Saint LIBERE, pape et patriarche de Rome (352-366), confesseur de la foi orthodoxe face à l'arianisme (366). 
Saint ARCADIUS, empereur romain d'Orient (395-408), fils de saint Théodose Ier le Grand (408). 







Saint POIMEN (PIMENE), ascète du désert d'Egypte (vers 450). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome VIII des Ménées. Acathiste traduit par le même au tome XV du Supplément aux Ménées.)
Poemen fu un celebre padre del deserto. Ritiratosi nel deserto egiziano di Scete con un fratello più giovane ed uno più anziano, nel 408 i tre furono obbligati dalle incursioni dei Berberi ad abbandonare il loro primo insediamento ed a cercare rifugio fra le rovine di un tempio presso Terenuthis. Anubis, il fratello maggiore, e Poemen si alternavano alla guida della minuscola comunità.
Durante il giorno lavoravano sino a mezzodì, leggevano sino alle tre del pomeriggio, dopodichè si dedicavano alla raccolta di legna, cibo ed ogni altra eventuale necessità. Delle dodici ore notturne solo quattro erano destinate al riposo, mentre le rimanenti erano divise tra il lavoro ed il canto dell´Ufficio.
Spesso e volentieri Poemen trascorreva giorni o perfino settimane intere senza mangiare nulla. Ai suoi compagni raccomandava però di digiunare con moderazione e di nutrirsi a sufficienza quotidianamente. I monaci non potevano bere vino, né compiere alcun atto che avesse potuto gratificare in qualsiasi modo i sensi. Poemen temeva fortemente le possibili interruzioni alla sua vita solitaria ed una volta rifiutò persino di vedere sua madre, affermando di rinunciare al piacere dell´incontro sulla terra per provare più gioia quando si sarebbero poi rivisti nell´aldilà. Il santo viene ricordato principalmente per la sua pietà e per i detti proverbiali che contraddistinsero il suo insegnamento, come per esempio: "Il silenzio non è una virtù quando la carità necessita la parola". Incoraggiava gli altri monaci a ricevere frequentemente la comunione eucaristica.
Quando Anubis morì, Poemen perdette il controllo della comunità e dovette fare ritorno a Scete. Qui però nuove incursioni lo obbligarono a fuggire. La liturgia bizantina definisce San Poemen "la lampada dell´universo e modello per i monaci", mentre il Martyrologium Romanum lo commemora in data odierna 27 agosto

HYMNE DE LOUANGE - SAINT PIMEN [POEMEN] LE GRAND DE PALESTINEVénérable Pimen, puit de sagesse,
Et grande torche de la lumière du Christ,
Dès le moment où il laisse ce monde de vanité derrière lui
Plus personne il ne réprimande, plus de reproches.
Une fois, devant Pimen, des frères en querelle
Mais Pimen de demeurer silencieux. L'un le réprimanda :
Comment peux-tu écouter la querelle et,
pour toi, tout est équivalent?
Pimen répondit : Je suis mort depuis longtemps.
Comment pourrais-je être sauvé, lui demanda quelqu'un
Afin que mon esprit ne soupire plus après les désirs sataniques?
Sur l'eau qui bout, la mouche ne se pose pas, répondit-il,
Ainsi une âme enflammée, les démons la fuient.
Quelqu'un d'autre demanda : Quoi de plus certain;
Le discours de tes frères ou le silence?
Par l'un et par l'autre, dit-il, Dieu est glorifié,
Pour l'amour de la gloire de Dieu, choisis-en un pour toi-même.
Comment peut-on se défendre du démon?
Le mal, répondit-il, ne se chasse pas par le mal
Alors quelqu'un dans le mal, qu'il s'efforce de faire quelque bien,
Cela enflammera même son coeur.
On ne bâtit pas sa maison en brisant celle d'autrui.
Sinon c'est un tiers qui en bénéficie, et c'est le démon.
Deux laides passions empoisonnent nos âmes,
Et nous n'avons pas de liberté tant qu'elles nous font suffoquer :
Plaisirs de la chair et vanité du monde,
D'elles, seule la sainte âme est libre.


Tropaire de saint Pimen le Grand ton 8Par le flot de tes larmes tu rendis le désert fertile,
Et tes soupirs vers Dieu portèrent fruit en abondance.
Par la lumière de tes miracles tu illumina tout l'univers.
O notre saint père Pimen, prie le Christ notre Dieu de sauver nos âmes!


Kondakion de saint Pimen le Grand ton 4
O Pimen, exalté en paroles et actes,
Aujourd'hui nous commémorons tes saintes et célèbres luttes
Qui renforcent le coeur des gens pieux.






Troparion — Tone 8

By a flood of tears you made the desert fertile, / and your longing for God brought forth fruits in abundance. / By the radiance of miracles you illumined the whole universe! / Our Father Pimen, pray to Christ God to save our souls!

Kontakion — Tone 4

The memorial of your illustrious struggles / delights the souls of the devout today, / Pimen, our venerable father, wise in God.
 
 
Saint LYCERE, évêque de Lérida.

Saint DECUMAN, ermite et martyr dans le Somerset (VIème siècle).

Saint LIZIER (GLYKERE), évêque du Couserans en Ariège (vers 540).




Saint CESAIRE, natif de la région de Chalon-sur-Saône, moine de Lérins, puis archevêque d'Arles en Provence (542). (Office composé en français par le père Denis Guillaume et publié au tome XV du Supplément aux Ménées.) 

Tropaire ton 1
Tu fus moine à Lérins à l'âge de vingt ans,*
Puis tu quittas l'île pour te fixer en Arles*
Dont tu devins tôt le hiérarque bien aimé.*
Quarante ans durant, tu administras l'Eglise,*
Et tu défendis la chrétienté dans les Gaules.*
Saint Césaire prie le Seigneur de nous sauver!
Saint SYAGRIUS (SYAGRE), évêque d'Autun en Bourgogne (599 ou 600).

Saint PIMENE le Brouteur, ascète du désert de Palestine (vers 602).

Saint EBBON, évêque de Sens en Bourgogne (740).

Saint JEAN, évêque de Pavie en Lombardie (813).

Saint THEOCLITE, ascète au Mont Olympe de Bithynie.

Saint KOUKSHA (KUKCHE), moine de la Laure des Grottes de Kiev, missionnaire auprès des Vyatits de la région du fleuve Oka, martyr par la main des païens (Russie, après 1114).

Saint PIMENE le Jeûneur, moine de la Laure des Grottes de Kiev, prophète (après 1114).

Translation des reliques de saints Théognoste, Cyprien et Photius, métropolites de Moscou (1479).

Saints MICHEL VOSKRESSENSKI, prêtre, martyr à Nijni-Novgorod par la main des Communistes avec VINGT-HUIT autres (Russie 1918).

Saint ETIENNE NEMKOV, prêtre, martyr à Nijni-Novgorod par la main des Communistes avec DIX-HUIT autres (Russie 1918).

Saint CHRYSOSTOME (Kalafatis), métropolite de Smyrne, martyr par la main des Turcs kémalistes (1922).

Saints JEAN, prêtre, et METHODE, moine, martyrs par la main des Communistes (Russie 1937).

Saint DEMETRE, prêtre, confesseur sous le régime soviétique (1952).