domenica 10 settembre 2017

10 settembre santi italici ed italo greci iste est quem tibi promiseram locus"



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Santo Agabio Vescovo di Novara in Piemonte ( 447)


Le fonti documentarie, tra cui i dittici eburnei della Cattedrale e della Basilica di san Gaudenzio, concordano nell’indicare Agabio quale secondo vescovo di Novara, dopo Gaudenzio, nella prima metà del IV secolo. Secondo la tradizione, che venne fissata in un racconto agiografico del XII – XIII secolo, Agabio, fedele discepolo del primo vescovo, venne da lui stesso designato a guida della diocesi novarese e diede onorevole sepoltura al suo maestro nella basilica extramuraria esistente fino alla metà del XVI secolo. La figura di Agabio viene presentata come quella del pastore sapiente che, dedicandosi alla preghiera e al digiuno, riesce ad essere coraggiosa guida del gregge lui affidato, fino alla morte che i calendari da sempre collocano al 10 settembre. La sua sepoltura, situata lungo la strada per Milano, venne monumentalizzata con la costruzione di una chiesa lui dedicata, mentre le sue reliquie già dall’890 furono dal vescovo Cadulto traslate nella Cattedrale di Santa Maria, dove ancora riposano in un altare marmoreo. L’annuncio missionario dell’evangelizzazione, che la tradizione attribuisce all’operato di Gaudenzio, iniziò succesivamente a tradursi in evidenze materiali, come luoghi di culto e battisteri, la cui edificazione potrebbe coincidere con gli anni di episcopato di Agabio, edifici che sono il segno più evidente della cristianizzazione del vasto territorio diocesano.




San Tommaso nativo della Moriana(in francese Maurienne) nel dipartimento francese della Savoia. Abate  del monastero di Farfa nel territorio di Spoleto (715) 

Monaco benedettino  di origini francesi, durante il viaggio di ritorno in patria dopo una permanenza a Gerusalemme  di sette anni insieme al connazionale Luciero  passato per Roma  si fermò a Farfa.
Secondo la tradizione gli apparve in sogno la Madre di Dio che lo invitò a cercare in Sabina  nei pressi del monte Acuziano , una chiesa in suo onore ormai abbandonata: l'avrebbe riconosciuta perché circondata da tre alti cipressi. Praticamente rifondò l'Abbazia di Farfa  in abbandono da tempo, e la resse come abate per 35 anni, durante i quali l'Abbazia si riprese e divenne ancor più grande e famosa di quanto lo fosse stato in precedenza. Fondò anche il il monastero di San Vincenzo al Volturno

iste est quem tibi promiseram locus"


"Questo è il luogo che ti avevo promesso" Parole rivolte dalla Madonna a S. Tommaso di Moriana, restauratore di Farfa, per indicargli il luogo dove erano le rovine dell'Abbazia distrutta, ricostruita poi dal santo: è il luogo dell'attuale monastero















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