mercoledì 27 settembre 2017

27 settembre santi italo greci




Santo Caio discepolo dell’apostolo Barnaba e vescovo di Milano (primo secolo)per ventidue anni dal 63 all’85

Per la venerabile tradizione milanese del sec. XI, contenuta nella Datiana historia, Caio sarebbe stato discepolo di san Barnaba e vescovo di Milano per ventidue anni, dal 63 all'85 succedendo al primo vescovo Sant’Anatalone
Avrebbe operato numerose conversioni, tra le quali quelle di san Vitale, di sua moglie Valeria e dei figli Gervasio e Protasio, martirizzati durante la persecuzione di Nerone. Nel quinto anno del suo episcopato Caio si sarebbe recato a Roma per rendere visita di omaggio agli apostoli Pietro e Paolo, ma, durante il viaggio, per interiore teofania , seppe che essi erano stati uccisi. Alla sua morte Caio sarebbe stato sepolto nel giardino di un certo Filippo, facoltoso signore milanese da lui convertito al cristianesimo, nel quale era stato aperto un cimitero per i cristiani poveri.. Gli antichi cataloghi milanesi, inoltre, lo dicono morto il 26 settembre e sepolto o presso la basilica di San Babila, ad Concilia Sanctorum, o nella basilica di San Nabore, poi demolita, nei pressi della basilica di Sant'Ambrogio. Il Liber notitiae sanctorum Mediolani (sec. XIV, posteriore ai cataloghi citati.), invece, ricorda la morte di Caio al 27 settembre, Nel 1571 san Carlo Borromeo curò la ricognizione delle reliquie di Caio, che riposano ora in S. Ambrogio.
Secondo altre documentazioni , Caio appartenne alla gens Valeria, cospicua famiglia di Milano, una delle prime convertitasi al cristianesimo; la stessa fonte  sostiene anche la storicità della trasformazione dell'hortus Philippi in cimitero cristiano: è infatti nelle vicinanze di Sant'Ambrogio, ove sembra si debba collocare l'hortus, che si trova il più antico cimitero cristiano di Milano.



Santo Aderito   vescovo di Ravenna   confessore della fede nel III secolo, successore di Sant’Apollinare primo vescovo di Ravenna

'L’ origine della Diocesi di Ravenna è  molto antica. Una tradizione risalente al VII Secolo attribuisce l'erezione della sede di Ravenna a San Pietro stesso . il primo Vescovo Sant'Apollinare sarebbe stato  martire sotto Nerone. I riscontri archeologici di alcune iscrizioni cimiteriali forniscono evidenza della comunità cristiana ravennate nel II secolo, epoca alla quale si data anche l'episcopato di Apollinare, martire probabilmente sotto Settimio Severo. I nomi dei primi Vescovi di Ravenna provengono da una cronotassi redatta dall'arcivescovo Agnello nel IX secolo, sulla base di un elenco del Vescovo Mariano  del VI secolo
Santa Epicharide di nascita patrizia da famiglia senatoriale e martire a Roma sotto Diocleziano verso il 284 

 http://www.johnsanidopoulos.com/2015/09/saint-epicharis-martyr.html

Santi Fidenzio e Terenzio martiri a Todi sotto Diocleziano

Secondo la  tradizione  della passio  Fidenzio e Terenzio sarebbero venuti a Roma ex Calcedona Syriae, per desiderio di testimoniare Cristo anche fino al  martirio, durante l'impero di Diocleziano e Massimiano. Arrestati e sottoposti a tormenti e al supplizio del fuoco, ne uscirono illesi. Mentre venivano condotti fuori Roma per esser decapitati in luogo a tutti ignoto, alcuni orsi sbranarono i soldati ed essi furono da un angelo nascosti in una cripta, donde poi furono guidati verso l'Umbria. Ripresi presso Todi in civitate Martana furono decapitati un 27 settembre.. Sul loro sepolcro fu eretta una chiesa che ancora si vede presso Massa Martana. Infatti I loro corpi erano stati sepolti segretamente nel luogo dove ora sorge la chiesa. Probabilmente, però, molto prima di questa venne eretto, sul loro sepolcro, un oratorio, come suggerisce una pietra della cripta con l’iscrizione “Beatus Fidentius et Terentius hic requiescunt“, i cui caratteri sembrano ascrivibili ai secoli VII, VIII.

Santo Diodato/Deusdedit confessore della fede ed abate di Montecassino(verso 834) e venerato  nel territorio di Sora tra Lazio e Campania 

Diodato fu monaco benedettino. Si dedicò alla preghiera e allo studio fino all’anno 828, quando fu eletto abate di Montecassino, il quindicesimo della serie. Per la difesa dei diritti del monastero, insidiati da alcuni nobili, subì molte vessazioni. Come quella inflittagli da Sicario, principe di Benevento, che lo imprigionò. Morì poco dopo, sfinito dalla fame e dalle tribolazioni  nell’834. Il corpo fu nascosto alle incursioni dei saraceni dall’abate Bertario, che lo fece traslare sotto il campanile della chiesa di San Giovanni Val Roveto (L’Aquila). Fu riscoperto nel 1618 dal vescovo di Sora, Gerolamo Giovannelli.









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