Saint prophète JEREMIE (vers 568 avant NSJC). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome V des Ménées.)
Commemorazione di san Geremia, profeta, che, al tempo di Ioiakím e Sedecía, re di Giuda, preannunciando la distruzione della Città Santa e la deportazione del popolo, patì molte persecuzioni; per questo la Chiesa ha visto in lui la figura del Cristo sofferente. Predisse, inoltre, il compimento della nuova ed eterna Alleanza in Gesù Cristo, per mezzo del quale il Padre onnipotente avrebbe scritto nel profondo del cuore dei figli di Israele la sua legge, perché egli fosse il loro Dio ed essi suo popolo.
Geremia è uno dei quattro grandi profeti d’Israele, figlio di Helkia della tribù di Beniamino, nacque verso il 650 a.C. nel villaggio di Anatot presso Gerusalemme; visse e predicò nel regno di Giuda tra il 622 fino oltre il 587 a.C.
Appartenente alla stirpe dei sacerdoti del tempio di Gerusalemme, iniziò il suo ministero profetico sotto il regno di Giosia. Uomo mite e timido, fu chiamato contro la sua volontà e la sua natura di uomo sensibile, ad una missione profetica durissima, cioè quella di essere l’annunciatore e il testimone della rovina di Gerusalemme e del regno davidico di Giuda.
In quegli anni scompariva definitivamente l’impero Assiro e si riaffermava la potenza di Babilonia, specie con il re Nabucodonosor, che fece pesare la sua autorità in Palestina; Geremia fu sempre contrario ad un’alleanza del popolo d’Israele con l’Egitto, consigliando sottomissione alla potenza babilonese e gli avvenimenti gli diedero ragione.
Infatti Nabucodonosor per reprimere le continue ribellioni ed i tentativi di alleanza con l’Egitto, fece tre spedizioni contro il regno di Giuda, che si conclusero come una sciagura nel 586 a.C., con la distruzione del Tempio, con lo spodestamento della dinastia davidica regnante, con la deportazione degli israeliti più influenti, dando inizio così alla cosiddetta “cattività babilonese”.
Geremia che aveva profetizzato più volte questi avvenimenti, si trovò al centro di tutto questo dramma; dotato di un’esperienza mistica e profetica eccezionale, Geremia incitò i suoi concittadini ad una religione sincera e ad una vera intimità con Dio.
Fu sua opinione che i peccati del regno di Giuda fossero da attribuire al carattere nazionalistico e conservatore delle istituzioni religiose e annunziò che in breve tempo, la legge della responsabilità collettiva avrebbe ceduto il posto a quella della responsabilità individuale.
Purtroppo il risultato della sua missione profetica si poté vedere solo dopo la sua morte. Durante la sua vita, avvenne la cosiddetta “scoperta” del Deteuronomio che influenzò lo stile e le idee del suo libro.
Il libro di Geremia è il 30° della Bibbia e il più lungo dell’Antico Testamento, consta di 52 capitoli, ad esso va aggiunto il libro delle ‘Lamentazioni’, il 31°, tradizionalmente attribuito allo stesso Geremia, ma lo stile e certe caratteristiche, fanno pensare ad un autore successivo, che riassume il messaggio profetico di Geremia, seguendo così il suo influsso.
Collegato per continuità, viene il libro di Baruc, suo fedele segretario, il quale scriverà pagine biografiche sull’amara sorte del suo maestro, inviato da Dio ad annunziare la fine ad un popolo che si cullava nelle illusioni nazionalistiche, che praticava una religiosità arida, che era governato da indegni sovrani.
Particolarmente interessante è l’aspetto autobiografico dell’opera, il profeta vi rivela la sua anima, le sue incertezze, i suoi desideri, la sua adesione ad un’ingrata missione divina che gli costa sacrificio ed amarezza indicibili.
Certi oracoli del profeta sono violenti, spesso rivelano la sua sofferenza e la contraddizione della sua missione che è di giudizio e di condanna, mentre egli vorrebbe che fosse di conversione e di salvezza.
Viene perseguitato, incarcerato e malmenato, come traditore e disfattista, a motivo del suo messaggio profetico, che non aderiva ai progetti dei governanti, ma egli resta sempre fedele al suo dire. Forse appunto per questo la figura del profeta Geremia, è nella Bibbia quella che più si avvicina alla persona del Messia sofferente e perseguitato.
Il libro di Geremia fu scritto in parte almeno due volte; è giunto fino a noi in una forma notevolmente diversa nell’antica versione greca, rispetto all’originale ebraico che si possiede; esso si può dividere in quattro grandi parti: oracoli contro il regno di Giuda e Gerusalemme, cap. 1-25; oracoli contro le nazioni pagane; oracoli di salvezza e un futuro di speranza; la via dolorosa del profeta; più un’appendice sul crollo di Gerusalemme.
Il punto più alto del libro di Geremia è la profezia del cap. 31 v. 31-34, sulla nuova alleanza di salvezza, fondata sui valori interiori: “Ecco, verranno giorni - dice il Signore - nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda, io concluderò una alleanza nuova. Non come l’alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dal paese d’Egitto, una alleanza che essi hanno violato, benché io fossi loro Signore. Parola del Signore. Questa sarà l’alleanza che io concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni, dice il Signore: Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo.
Non dovranno più istruirsi gli uni gli altri, dicendo: Riconoscete il Signore, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice il Signore; poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato”.
Questa sarà l’eredità spirituale più preziosa di Geremia e che sarà raccolta dal cristianesimo.
In una delle ultime fasi dei tristi eventi che colpirono Israele, il profeta fu catturato dai suoi denigratori e portato in Egitto (dopo l’anno 586) dove morì; un’antica tradizione cristiana, afferma che Geremia sarebbe stato lapidato in Egitto dagli ebrei, esasperati dai suoi rimproveri.
Troparion — Tone 2
Celebrating the memory / of Your Prophet Jeremiah, O Lord, / for his sake, we entreat You to save our souls.
Kontakion — Tone 3
Cleansing your radiant heart through the Spirit, / O great Prophet and Martyr, / glorious Jeremiah, / You received from on high the gift of prophecy. / You cried out with a great voice to the nations: / This is our God, and there is none other beside Him / who became incarnate and appeared on earth.
http://www.santiebeati.it/dettaglio/91571
Saint ANDEOL, Grec de Smyrne, sous-diacre, martyr en Vivarais sous Septime Sévère; il a donné son nom à la commune de Bourg-Saint-Andéol dans l'actuel département de l'Ardèche (208).
http://www.santiebeati.it/dettaglio/51510
Saints ORENS et PATIENCE, mari et femme martyrs à Huesca en Aragon (vers 240?).
Saint PHILOSOPHE, aussi dénommé JUSTIN dans certains synaxaires, martyr à Alexandrie sous Dèce ou Valérien (entre 249 et 258).
Saints QUINTIEN, ELEUTHERE, GAGE, ALEXANDRE et SATURNIN, martyrs en Afrique.
Saint martyr SABAS, qui fut suspendu par les doigts à un figuier.
Saint COMINUS, COMIN ou COMICE, martyr à Catane en Sicile (vers 270).
Saint MAVROS, hiéromartyr, et d'autres avec lui.
Saint SATURNIN, martyr à Mérida en Espagne.
Saint HYPOLIXTE ou HYPOLISTRE, prêtre originaire d'Antioche, martyr à Avellino en Campanie sous Dioclétien (303).
http://www.santiebeati.it/dettaglio/91564
Sainte COLOMBE, martyre avec sa soeur à Evora au Portugal sous Dioclétien (303).
Saints ACHE, diacre, et ACHEUL, sous-diacre, martyrs (probablement à Carpentras dans le Comtat-Venaissin) sous Dioclétien, honorés à Amiens en Picardie (vers 303).
Sainte GRACIEUSE (GRATA), vierge à Bergame en Lombardie, qui consacra son immense fortune à des oeuvres d'assistance et enterra des martyrs (vers 307).
Saint AMATEUR, évêque de Troyes en Champagne (340).
http://www.santiebeati.it/dettaglio/90562
Saint BATA de Beth-Garmay, higoumène en Perse, martyr par la main des Zoroastriens lors de la persécution de Chapour II (vers 364).
Saint URSINIEN, prédécesseur de saint Orens sur le siège épiscopal d'Auch en Gascogne.
Saint ORENS, évêque d'Auch en Gascogne (vers 396); il est le patron principal des communes d'Auch et La Réole.
Sainte ISIDORA, moniale et folle-en-Christ à Tabesses en Egypte (IVème-Vème siècles).
Saint AMATEUR, évêque d'Auxerre en Bourgogne (418), et sainte MARTHE, son épouse.
Saintes GERMAINE et HONOREE (HONORATA), martyres à Bar-sur-Aube en Champagne (vers 451).
Saint GERTRUDE, moniale, martyre à Vaux-en-Dieulet dans les Ardennes par la main des Francs encore païens (480).
Saint CEALLACH (KILLACH), évêque de Killala en Irlande (VIème siècle).
Saint PRECORD, Irlandais de nation, ermite à Vailly en Picardie (VIème siècle).
Saint BRIEUC ou BRIOC, Gallois de nation, fondateur de monastères en Bretagne; une de ses fondations est à l'origine de la ville de Saint-Brieuc, actuelle préfecture des Côtes-d'Armor (502 ou 510). (Office composé en français par le père Denis Guillaume et publié au tome XIV du Supplément aux Ménées.)
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Saint SIGISMOND, roi des Burgondes (516-523), restaurateur de l'abbaye de Saint-Maurice d'Agaune en Valais où il fit pénitence après avoir ordonné l'exécution de son fils aîné et où il institua la laus perennis sur le modèle des Acémètes de Constantinople; martyr "mort pour une juste cause" près d'Orléans sur ordre de Clodomir Ier, roi des Francs; les Francs autorisèrent ensuite son culte (523).
http://www.santiebeati.it/dettaglio/51500
Saint MARCULPHE (MARCOUL, MARCOULF, probablement à l'origine MARKWULF), premier higoumène de Nanteuil au diocèse de Coutances en Normandie (558).
D'après la tradition française, c'est de lui que les rois de France tenait le pouvoir de guérir les écrouelles. Cependant, d'après Marc Bloch, le pélerinage du roi de France sur les reliques de saint Marcoul à Corbeny après son sacre n'est attesté qu'à partir de 1360, tandis que le rite de la guérison des écrouelles est attestée dès le règne de Philippe Ier (fils d'Anne de Kiev) en 1060. Ce qui ne veut pas dire que la tradition reliant la guérison des écrouelles à saint Marculphe ne soit pas beaucoup plus ancienne, et peut-être liée à des événements de l'époque mérovingienne, voire (hypothèse personnelle) au souvenir de thaumaturge laissé par le roi saint Gontran.
En tout cas, on invoque saint Marculphe contre la maladie des écrouelles.
http://www.santiebeati.it/dettaglio/51540
Saints CRIOU (CARIULPHE) et DOMARD, disciples de saint Marculphe à Nanteuil.
Saint THEODULPHE ou THIOU, troisième abbé au Mont-d'Or près de Reims en Champagne (590).
Saint ASAPH, higoumène et évêque dans le pays de Galles (vers 600).
http://www.santiebeati.it/dettaglio/92747
Saint ARIGE ou AREY, évêque de Gap, renommé pour sa lutte contre la simonie (604).
Saint BLANDIN, ermite près de Meaux en Brie (vers 651).
Saint ULTAN, Irlandais de nation, frère de saint Feuillen et de saint Fursy, premier higoumène de Fosses au pays de Liège (686).
Saint EVERMAR, pélerin frison, martyr avec six compagnons assassinés par des brigands à Russon près de Tongres en Limbourg (vers 700).
Saint MICHEL de Chalcédoine, courtisan de la cour impériale qui y mena une stricte vie ascétique et évita toute relation avec les hérétiques iconoclastes (après 726).
Saint KELLAN ou CEALLAN, Irlandais de nation, higoumène de Péronne en Picardie (730).
Saint ROMAIN de Raqqa, moine du monastère de Mantineion en Bithynie, martyr par la main des Musulmans après une longue captivité (780).
Translation des reliques de sainte Walburge ou Walpurgis (+ 25 février 779) à Eichstadt (870).
Commémoration de la dédicace de la Nouvelle Eglise, église du palais impérial construite par Basile Ier et consacrée par saint Photios le 1er mai 880. (Cf. Dagron, Empereur et prêtre, p. 216.)
Saint THEODARD (AUDARD, DODARD), archevêque de Narbonne et patron de la ville de Montauban (893).
https://www.johnsanidopoulos.com/2017/05/saint-symeon-of-trier-known-as-five.html
https://www.johnsanidopoulos.com/2017/05/saint-symeon-of-trier-known-as-five.html
https://www.johnsanidopoulos.com/2013/01/saint-clement-stylite-of-mount-sagmata.html
Commémoration du tremblement de terre de 1201 au monastère du Sinaï.
Sainte THAMAR, reine de Géorgie (1184-1213), protectrice des arts et des lettres, qui fonda de nombreux monastères, affecta un dixième des revenus de son royaume à des établissements d'assistance, remporta d'éclatantes victoires sur les Musulmans, et facilita la constitution de l'Empire orthodoxe de Trébizonde face aux Croisés catholiques-romains (1213).
L'icône de la Mère de Dieu "D'ANDRONIC" ("ANDRONIKOVSKAÏA") qui avait appartenu à l'empereur Andronic III Paléologue (1328-1341) avant d'être offerte en 1347 au monastère de Monemvasie en Laconie, puis d'être envoyée en 1839 en Russie où elle fut glorifiée par des miracles. (Autre mémoire le 22 octobre.)
Saint PAPHNUCE de Borovsk, fondateur de monastère, clairvoyant et père spirituel de saint Joseph de Volokolamsk (1478). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome V du Supplément aux Ménées.)
Saint MACAIRE, métropolite de Kiev, martyr par la main des Tatars musulmans alors qu'il célébrait la liturgie (1497).
Saint GERASIME de Boldina, fondateur de monastères en Russie (1554).
L'icône de la Mère de Dieu "TSARIEVOKOKCHAÏSKAÏA" ou "MIRONOSSISTSKAÏA" (1647).
L'icône de la Mère de Dieu "LA JOIE INATTENDUE" ("NIETCHAÏANNA RADOST") peinte d'après un récit de saint Démètre de Rostov (XVIIIème siècle).
Saint PANARETOS, évêque de Paphos sur l'île de Chypre, ascète réputé pour ses austérités (1793).
Saints EUTHYME, IGNACE et ACACE de la skite du Précurseur au Mont Athos, martyrs par la main des Musulmans. Pour saints Ignace et Euthyme, cf. le 8 octobre et le 22 mars. Saint Acace fut martyrisé à Constantinople en 1815.
http://www.johnsanidopoulos.com/2014/05/the-venerable-new-martyrs-akakios-of.html
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Saint NICEPHORE de Chio, maître d'école, higoumène, puis ermite, hymnographe et historien, collaborateur de saint Macaire de Corinthe (cf. 17 avril), père spirituel des saints nouveaux-martyrs Démètre du Péloponnèse (cf. 14 avril), Marc le Jeune (cf. 5 juin) et Angélis (cf. 1er septembre), et thaumaturge (1821).
http://www.johnsanidopoulos.com/2010/05/st.html
http://www.johnsanidopoulos.com/2010/05/st.html
Sainte MARIE de Mérambélos en Crète, vierge, martyre par la main des Musulmans (1826).
Sainte NINA, martyre par la main des Communistes (Russie 1938).