venerdì 20 settembre 2013

21 settembre feste santi e memorie


 
Clôture de la fête de la sainte Croix. 
  

 


Saint JONAS, prophète (vers le IXème siècle avant NSJC). (Office en l'honneur du prophète Jonas et de saint Jonas le Sabbaïte traduit en français par le père Denis Guillaume au tome XVI du Supplément aux Ménées à la date du 22 septembre.)
https://doxologia.ro/sfantul-proroc-iona

 http://www.johnsanidopoulos.com/2016/09/prophet-jonah-resource-page.html

ottimi contributi esegetici


Giona
profeta riluttante 
di un Dio misericordioso


Il libro di Giona e la sua prosecuzione neotestamentaria è la più decisa negazione del relativismo e dell’indifferenza che si possa immaginare



 sta in


testo del Libro del profeta Giona

Troparion (Tone 2)
Verily, we celebrate the memory of thy Prophet Jonah. Through him we implore thee, O Lord, save our souls.

Jonah was a reluctant, even rebellious prophet, but God had a way of making him willing to obey. He preached to the gentile city of Nineveh and multitudes repented and were spared God's wrath. The "great fish" that God prepared is a picture of "Sheol" or the grave. The song of Jonah is one of the Nine Odes of the Canon, which special hymns are taken from throughout the Church year. His time in the whale's belly was a strong prefigurement of Christ's death, burial and resurrection. Jesus said: "Even as Jonah spent three days and three nights in the belly of the whale, even so must the Son of Man spend three days and three nights in the heart of the earth." Some have said that God prepared the "great fish" in anticipation of Jonah during the Creation week of Genesis. It says, "And God created great whales ..." (Genesis 1:21). This word in the Hebrew for "create" is only used three times in the Creation story: 1) God created the heaven and the earth 2) God created man 3) God created great whales! It indicates a special act of creation. This was a very important type of Christ and a preaching to all the world.


 
 http://www.johnsanidopoulos.com/2016/09/holy-martyr-priscus-of-phrygia.html






Saint Apôtre CODRAT, des Septante Disciples du Sauveur, martyr à Magnésie sous Adrien (vers 117). (Synaxaire traduit par le père Denis Guillaume au tome IX des Ménées à la date du 21 septembre, et office traduit à la date du 22 septembre.) 

https://doxologia.ro/sfantul-apostol-codrat

 http://www.johnsanidopoulos.com/2016/09/synaxarion-of-holy-apostle-kodratos-at.html

Saint ALEXANDRE, évêque d'Avelino, martyr sous Antonin (154). 


Saint martyr EUSEBE de Phénicie, mort par le glaive. 



Secondo il Martirologio Romano, in cui è commemorato il 21 settembre, e un menologio citato dal bollandista Stilting che ne tratta alla stessa data, Eusebio si presentò spontaneamente al preside della Fenicia che lo accusava di seguire il gregge di Cristo. Fu frustato a sangue, sulle ferite sanguinanti venne posto del sale e gli furono inflitti numerosi tormenti per piegarne la volontà, ma senza alcun risultato. Il martire esultava come se fosse il corpo di un altro a soffrire.
Invece, secondo il Sinassario Costantinopolitano, che lo commemora il 23 dello stesso mese, Eusebio non si sarebbe presentato spontaneamente, ma sarebbe stato arrestato e condotto davanti al preside. Le due narrazioni, come osserva il ricordato bollandista, potrebbero conciliarsi ammettendo che Eusebio potè infatti, andando avanti nella tortura, essere colto dal dolore.


Saint martyr PRISCUS, mort par le glaive. 


Saint PAMPHILE, martyr à Rome. 


Les saints SIX martyrs écuyers de l'empereur Maximien, martyrisés en 298. 

Saint FRANCAIRE (FRAGAIRE, FRANCONIUS), seigneur aquitain, père de saint Hilaire de Poitiers, remarquable par sa générosité (vers 350). 

Saints EUSEBE, NESTABE et ZENON, frères selon la chair, et NESTOR et BOUSSIRIS, martyrs à Gaza en Palestine par la main d'une foule païenne déchaînée au temps de Julien l'Apostat (entre 360 et 363). 

Sainte BASSA. 

Saint GREGOIRE, évêque d'Amnice en Grande Arménie, devenu pélerin et évangélisateur dans les Alpes du Sud; mort et vénéré à Tallard dans le sud du Dauphiné (404). 

Saint CASTOR de Nîmes, abbé de Mananque, puis évêque d'Apt en Provence (419).

Nacque verso la metà del sec. IV. Sebbene sposato, in pieno accordo con la moglie, abbracciò la vita religiosa e fondò il monastero di Mananque o di San Faustino, presso Cavaillon. Fu eletto vescovo di Apt in Provenza ed è il primo vescovo di questa città di cui si abbia ricordo; ma la fondazione della sede episcopale di Apt doveva essere più antica, perché era stata rappresentata da un prete e da un esorcista al concilio di Arles nel 314. Il terminus ante quem della elevazione di Castore al seggio episcopale di Apt è il 13 giugno 419, giorno in cui è datata una lettera del papa Bonifacio I, che ordinava ai vescovi della Gallia e delle sette province, tra cui è nominato Castore, di giudicare il vescovo Massimo di Valenza.
Il santo Castore intrecciò rapporti epistolari con Giovanni Cassiano, a cui chiedeva consigli in materia di vita monastica, desideroso anche di conoscere gli usi della vita religiosa in Oriente e in Tebaide. Sebbene avesse letto i dodici libri di istituzioni cenobitiche (De institutis Coenobiorum) di Cassiano, Castore gli chiese di raccogliere in un volume le più celebri conferenze dei Padri del deserto: Cassiano si accinse allora a scrivere le Conferenze. Castore morì intorno al 426, prima che Cassiano avesse composto i primi sedici capitoli; quando l'opera fu terminata, fu inviata al vescovo di Fréjus, Leonzio, parente prossimo e forse fratello di Castore, e al monaco Elladio.
Prima della Rivoluzione francese la diocesi di Apt lo onorava come uno dei suoi patroni. Mentre in passato la festa in suo onore era celebrata l'11 settembre, attualmente è celebrata il 25 settembre nella diocesi di Avignone e il 2 settembre in quella di Nimes.

Autore: 
Gilbert Bataille

Fonte:
Saint Castor, évêque d´Apt (420-Frère de saint Léonce, évêque de Fréjus, Castor naquit à Nîmes, dans la seconde moitié du IV° siècle. Il fut d'abord avocat puis, ayant renoncé avec son épouse à l'état du mariage, il embrassa la vie monastique (dans le Lubéron, selon la tradition). Il fut choisi, malgré lui, par les habitants d'Apt pour être leur évêque. Appliqué de tout coeur à sa charge pastorale, il fut la providence des malheureux et le défenseur de la cité. Le 13 juin 419, il fut appelé par le pape Innocent I° à procéder au jugement de l'évêque Maxime de Valence.  
     C'est à sa demande et en faveur d 'une communauté de sa ville épiscopale que saint Jean Cassien abbé de Saint-Victor de Marseille, rédigea son fameux ouvrage des "Institutions monastiques" , précédé d 'une dédicace qui rendait hommage à ses vertus. Il mourut vers 420 et ses reliques sont encore conservées dans la cathédrale d'Apt dont il est l'un des patrons.  -http://stcome. avignon.free. fr/French/ AreaSaints/ Area_Saints. pdf



Saint CADOC (CAZOUT, CADOCHUS), ermite en Bretagne et martyr à Weedon dans le comté de Northampton en Angleterre, patron de Llancarvan (490).




Icon of St. Cadoc, Monastic Father
St. Cadoc was Welsh and the son of St. Gundleus and St. Gladys. He was educated by St. Tatheus at Caerwent, then became a monk, founded a monastery at Llancarvan near Cardiff, and went to Ireland and Brecknock to study. He returned to Llancarvan as abbot, visited Brittany, Cornwall, and Scotland, and made pilgrimages to Rome and to Jerusalem. Holy Father Cadoc, pray to God for us!

SAINT CADOC, solitaire au diocèse de Vannes (Gwenned), et martyr à Werdon dans la Grande-Bretagne (+ 490)
Saint Cadoc est aussi fêté les 1er novembre et 24 janvier.
Vie de saint Cadok, par le frère dominicain Albert le Grand, début du 17ième siècle, en français de l'époque :



dans les pages "Saints de Bretagne par Albert le Grand" du site de A. Stervinou. Kenavo, l'ami! 
Saint Cadoc est invoqué contre certaines maladies contagieuses, les furoncles, les rhumatismes, maladies de la peau, les écrouelles, problèmes d'ouïe. Vénéré un peu partout, on lui trouve des lieux de culte à Bannalec (Finistère), à Gouesnac'h (Finistère, voir photos), à Belz (Morbihan), etc.

La tradizione  sulla figura di questo santo del Galles, gli attribuisce  la fondazione del celebre monastero di Llancarfan (o Llancarvon; altri, tuttavia, danno come fondatori san Germano e san Dubricio). Ci sono pervenute due Vitae di Cadoc, redatte tra la fine del sec. XI e l'inizio del XII da due monaci di Llancarfan: Lifris e Caradoc.
Secondo quanto può ricavarsi da questi testi, Cadoc figlio primogenito di Gundleus (Gwynnlliw Filwr o Gundiou il Guerriero), re del Galles meridionale, e di Gladusa (Gwladys), figlia o nipote di san Brychan, nacque verso la fine del sec. V e fu battezzato col nome di Cathmail da un vecchio eremita irlandese, san Meuthi. A sette anni Cadoc ottenne dai genitori il permesso di porsi sotto la direzione di Meuthi, dal quale ebbe la prima istruzione, e poi abbracciò la vita religiosa, passando alla scuola aperta a Gwent (Monmouthshire) da Tathai, presso cui restò per dodici anni. Ben presto Cadoc fu in grado di aprire egli stesso una scuola e fondò, verso il 518 sembra, il monastero di Llancarfan («Chiesa dei Cervi»), al quale convennero molti desiderosi di seguire i suoi insegnamenti. Verso il 523 si recò in Irlanda con alcuni discepoli e, volendo apprendere le sette arti liberali, per tre anni soggiornò nel Lismore sotto la guida di Muchutu. Tornò poi in patria con molti compagni irlandesi e si recò nel Brecknock, ove era giunto dall'Italia Bachan, retore famoso, dal quale Cadoc volle apprendere il latino secondo il metodo romano.
A quei tempi nel paese infuriava una grave carestia e Cadoc un giorno, seguendo incuriosito un topo che aveva tra le zampe un chicco di grano, scoprì una grande casa sotterranea nella quale era un granaio ben fornito. L'episodio sembra verisimile perché i Celti usavano servirsi di granai sotterranei, alcuni dei quali, in rovina, sono visibili ancora nel Galles e nel Cornwall. Il grano servì a sfamare i poveri del distretto e il luogo dove era stato trovato, donato da Brychan a Cadoc, prese il nome di Llanspyddid. Cadoc vi edificò un monastero, che lasciò poi a Bachan, per tornare a Llancarfan il cui monastero, però, era stato distrutto. Cadoc ricostruì chiesa e monastero presso il Severn, a tre miglia da Cowbridge, e vi aprì una scuola alla quale, secondo Giovanni di Tynemouth, studiò anche il grande sant Illtyd. I monaci di Llancarfan, quando non lavoravano nei campi o nei boschi, trascrivevano le Sacre Scritture e altri testi. Per merito di Cadoc, che ebbe anche la gioia di convertire i suoi genitori, il monastero fu risparmiato dalle razzie più volte minacciate contro di esso per diversi motivi (tra l'altro, dai genitori di un giovane che vi era entrato contro la loro volontà).
Cadoc si sarebbe recato in Grecia e a Gerusalemme (544?) per tornare poi a Llancarfan dove, tra gli altri, si dice abbia avuto per discepolo anche Gildas che, però, probabilmente insegnò nel monastero e non vi fu scolaro.
Secondo Caradoc, Gildas e Cadoc si ritirarono nelle isole di Rouech e Echni per sfuggire i fastidi causati dalla loro popolarità; durante le invasioni sassoni i due si rifugiarono in Bretagna, dove Cadoc fondò un monastero in un'isola delle Morbihan: per facilitare l'afflusso dei discepoli Cadoc unì l'isola alla terraferma con un ponte in pietra. Lasciata poi sotto la guida di Katgwalader la comunità, già divenuta fiorente, tornò in Inghilterra. Ritiratosi a Benevenna (nome romano per Weedon, Northamptonshire), Cadoc vi morì di morte naturale, secondo Caradoc, ucciso da un soldato sassone, secondo Lifris. Colgan e Lanigan danno il 570 come data della morte.
E interessante notare che un ulteriore capitolo è stato aggiunto alle vicende di Cadoc da quanti hanno affrettatamente identificato Benevenna con Beneventum: secondo questi autori, dunque, Cadoc si sarebbe recato in Italia, sarebbe divenuto vescovo di Benevento e vi sarebbe stato martirizzato. A coronamento di queste ipotesi , Cadoc viene identificato con Sophias, martire che figura tra i più antichi vescovi di Benevento.
Venerato in Bretagna, nel territorio di Vannes, nel Léon e nell'antica Cornovaglia, Cadoc è celebrato il 23 gennaio nel priorato di San Michele a Newport e nella cattedrale di Belmont nel Galles. Il 21 settembre ricorre la sua festa nella diocesi di Vannes, mentre i Bollandisti lo ricordano al 24 gennaio. Cadoc è patrono di Llanspyddid e di altre chiese del Galles e della Bretagna.



Saint ISAAC (ACACE), évêque de Sitie en Chypre, mort dans la paix. 

 http://www.johnsanidopoulos.com/2016/09/saints-isakios-and-meletios-bishops-of.html

Saint MAORN (MAHOUARN, HERVE), apôtre à Plouvien en Bretagne (vers le VIème siècle). 

Saint MABYN, natif du pays de Galles ou des Cornouailles, apôtre avec saint Teilo (VIème siècle).
Kondakion de sainte Mabyn ton 8


Te préservant dans la virginité, et plaisant au Christ notre Dieu par ton ascèse, O sainte Mabyn,/

Tu donnas au fidèle un exemple de vie pieuse et divine./

Prie que l'exemple de nos vies plaise aussi à Dieu,/

Afin que nos âmes soient amenées sur la Voie du Salut.



Saint LÔ, évêque de Coutances en Normandie (vers 568 ou 575). 

Saint GEROU (GERULPHE) de Mérendrée, assassiné par son propre oncle à qui il pardonna en expirant, patron de la ville de Drongen près de Gand en Flandre (vers 746). 




Saint JONAS, père des saints Théodore et Théophane "les Marqués" (cf. 11 octobre et 27 décembre), devenu en sa vieillesse moine à la laure de Saint-Sabbas en Palestine, prêtre et thaumaturge (après 829). (Office en l'honneur du prophète Jonas et de saint Jonas le Sabbaïte traduit en français par le père Denis Guillaume au tome XVI du Supplément aux Ménées à la date du 22 septembre.) 

Di lui non si sa niente di preciso, ma essendo il padre dei santi Teodoro e Teofane (i due fratelli Grapti), si può arrivare all’epoca in cui visse.
I due fratelli subirono la persecuzione dei due imperatori iconoclasti Leone V l’Armeno (813-820) e Teofilo (829-842), quindi Giona sarebbe vissuto verso la seconda metà dell’VIII secolo e la prima metà del IX.
La “Bibliotheca Hagiographica Greca” nella ‘Vita’ dei santi Teodoro e Teofane, non parla dei loro genitori, ma ci dice che essi erano originari della Moabitide, regione ad Est del Mar Morto, quindi anche il loro padre Giona doveva abitare lì, prima di abbandonare il mondo e ritirarsi come i suoi due figli (non si sa se prima o dopo) nella Grande Laura di S. Saba, fondata nel 478 in Palestina, nella valle del Cedron, appunto da san Saba, uno dei più grandi personaggi del monachesimo orientale.
Qui egli visse il resto della sua vita in continua ascesi e virtù, divenendo un modello per tutti; morì in età avanzata e seppellito nella Grande Laura.
I sinassari bizantini celebrano la sua memoria il 21 settembre a volte il 22.

Autore: 
Antonio Borrelli


 http://www.johnsanidopoulos.com/2015/09/saint-jonah-savvaite.html

Sainte MAURE, moniale à Troyes en Champagne, patronne des lessiveuses (vers 850). 

Esiste una Vita contemporanea di S. Maura, breve ma attendibile, scritta da S. Prudenzio di Troyes (6 aprile), che basa il suo racconto sulle conversazioni con la madre, e narra che sin da tenera età Maura, nata nel 827, condusse una vita intensa di preghiera completamente incentrata su Dio.
Con la preghiera e l'esempio, sebbene fosse ancora una bambina, convertì il padre, Maurano, e sembra che con la carità e la devozione abbia spinto il fratello, Eutropio, a diventare sacerdote e successivamente vescovo di Troyes. Maura stessa continuò a vivere in famiglia, dove trascorreva il tempo pregando, accudendo alla madre Sedulia, e assistendo attraverso la Chiesa i poveri e i bisognosi.
La sua vita era accuratamente pianificata per svolgere ogni attività, e costellata puntualmente da atti di penitenza: digiunava ogni mercoledì e venerdì, per esempio, e talvolta camminava scalza per tre o quattro chilometri che la separavano dall'abbazia di Mantenay, giacché l'abate era sua guida spirituale. Maura era molto cauta nel non attrarre l'attenzione sui suoi doni, anche se si diceva fossero avvenuti miracoli grazie alle sue preghiere.
Morì il 21 settembre 850, all'età di soli ventitrè anni, e fu sepolta nel Paese di Château-Nore-de-Troyes.



Synaxe de tous les saints d'Ouglitch en Russie. 

Saint DANIEL de Coujgoura, ermite (Russie XVIème siècle). 

Saint JOSEPH, moine à Zaounikiev au territoire de Vologda (Russie 1612). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome XVI du Supplément aux Ménées.) 



Invention des reliques de saint Démètre (cf. 28 octobre), évêque de Rostov (Russie 1752). (Office traduit par le père Denis Guillaume au tome IX du Supplément aux Ménées. Acathiste traduit en français par le même au tome XVI du Supplément aux Ménées.) 

Saints ALEXANDRE, ALEXIS et CONSTANTIN, prêtres, martyrs par la main des Communistes (Russie 1918). 

 

 http://www.johnsanidopoulos.com/2015/09/saint-platon-aivazidis-1921.html

Saint THEOPHANE (Touliakov), métropolite de Lipetsk et de la Biélorussie, martyr par la main des Communistes (Belarus 1937). 

Saints MAURICE, moine, et BASILE et VLADIMIR, laïques, martyrs par la main des Communistes (Russie 1937). 

Saint JEAN, prêtre, martyr par la main des Communistes (Russie 1938).

 

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