mercoledì 15 luglio 2015

16 luglio feste santi e memorie



Saint hiéromartyr ATHENOGENE
MYSTAGOGY
Saint ATHENOGENE, martyr par le feu, peut-être en Egypte lors de la persécution de Septime Sévère (vers 196).

Saint EUGENE, apôtre en Ligurie.

Saint FAUSTE, martyr lors de la persécution de Dèce (251).

Saint DOMNIN, enfant, martyr à Avrilly en Normandie (IIIème siècle). Ses reliques se trouvent au Puy-en-Velay.

Saint JUSTINIEN, enfant baptisé par saint Martial de Limoges (IIIème siècle).

Les nombreuses FEMMES converties par sainte Marine et qui moururent par le glaive (vers 270).

QUINZE MILLE martyrs de Pisidie.

Saint ANTIOCHUS, frère de saint Platon, et saint KYRIAKOS (DOMINIQUE), martyrs en Cappadoce.

Saint DOMNIEN ou DOMNEON, martyr à Bergame en Lombardie. 
 



Saint hiéromartyr ATHENOGENE, chorévêque de Pidachtoé, martyr avec ses dix disciples RIGHIN, MAXIMIN, PATROPHILE, ATHENOGENE, ANTIOCHUS, AMMON, THEOPHRASTE, CLEONIQUE, PIERRE et HESYCHIUS lors de la persécution de Dioclétien (302). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome VII des Ménées.) 

 lasciò ai discepoli un inno sulla vera divinità dello Spirito Santo, e  fu bruciato vivo per Cristo
La feroce persecuzione dioclezianea ebbe inizio solamente nel 303 e due anni dopo morì l  'imperatore: in quell 'arco di tempo sarebbe perciò collocabile il martirio di Sant 'Atenogene. Il nuovo martirologio lo considera un corepiscopo piuttosto che un vero e proprio vescovo diocesano, nonostante l  'autorevole Biblioteca Sanctorum lo citi qualevescovo di Sebaste . Il riferimento al nome del martire nell  'antico Martirologio Siriano ed in quello Geronimiano prova l  'esistenza di un suo culto primitivo.


San Basilio Magno, dottore della Chiesa, nel suo trattato sullo Spirito Santo, lodò l 'inno di Atenogene, che aveva chiaramente espresso la sua fede nella divinità dello Spirito Santo, e riferisce inoltre che sarebbe stato arso vivo. Altre fonti sostengo però che venne ucciso con un colpo di spada.


Si narra che San Gregorio l 'Illuminatore, morto nel 330 circa, istituì una festa nella Chiesa armena in onore dei santi Atenogene e Giovanni Battista, dedicando loro anche una chiesa presso Achtichat, sulle rovine di un tempio pagano, e presso Bagauan, ove la loro festa ne sostituì una pagana. Sant 'Atenogene è venerato anche a Costantinopoli ed in Egitto

lasciò ai discepoli un inno sulla vera divinità dello Spirito Santo, e che fu bruciato vivo per Cristo.



http://www.johnsanidopoulos.com/2013/07/phos-ilaron-hymn-of-athenogenes-martyr.html


Saint VALENTIN, évêque de Trèves en Rhénanie, martyr (vers 305).

Saint HILARIN, moine, martyr à Arezzo en Toscane lors de la persécution de Julien l'Apostat (entre 360 et 363).




Saint LAUNEGESILE, abbé de Saint-Jouin-de-Marnes en Poitou (Vème siècle).




Santa Giulia Vergine-Martire di Cartagine
Di Santa Giulia si hanno scarne notizie storicamente attendibili. Ciò che di lei conosciamo ci proviene da una Passio, alquanto tarda, risalente probabilmente al VII secolo d.C., nella quale è narrato il suo martirio Si narra che la nostra Santa fosse una nobile ragazza cartaginese del V sec. d. C. che, caduta in schiavitù, fu acquistata da un commerciante, un certo Eusebio, e condotta in Siria. Eusebio, sebbene pagano, teneva però in gran considerazione le doti umane e spirituali di Giulia, tanto da portarla con sé nei suoi viaggi  In uno di questi, a causa di un naufragio, la nostra Santa giunse in Corsica. Qui tutti i naufraghi, compreso Eusebio, sacrificarono agli dei, per essere scampati alla morte. Tutti, tranne ovviamente Giulia, perché cristiana.


Il governatore del posto, Felice, uomo violento e crudele, vorrebbe acquistare la bella schiava, ma Eusebio rifiutò la pur allettante proposta, tenendo molto alla donna. Una sera, allora, Felice, approfittando dell’ubriachezza di Eusebio, si fece condurre dinanzi Giulia, offrendole la libertà qualora avesse sacrificato agli dei. La Santa rifiutò con una secca risposta, essendo, del resto, lei già libera servendo Gesù Cristo come non poteva mai esserlo servendo gli idoli pagani.


Felice, indignato, tentò in vari modi di far abiurare la giovane dalla propria fede. Tutti i suoi sforzi, ciononostante, si rivelarono inutili. Per questo, non esitò a ricorrere a violenze, facendola percuotere e flagellare. Da ultimo, ordinò che le fossero strappati i capelli e che, come il Maestro che lei seguiva, fosse crocifissa a due legni in forma di croce, e gettata in mare.





Avvertiti misteriosamente in sogno alcuni monaci della vicina isola di Gor-gona di quanto accaduto, questi avvistarono al largo la croce con il corpo della martire ancora inchiodate mani e piedi. Non solo. Attaccato alla croce vi era un cartiglio, scritto da mani angeliche, con il nome e la storia del martirio. Recuperato il corpo e trasportatolo nella loro isola, dopo averlo ripulito ed unto con aromi, lo deposero in un sepolcro. 
 

Sainte JULIE, esclave originaire de Carthage, martyre au Cap Corse et patronne de la Corse, de Bergame, de Livourne et de Brescia (vers 440).


(Si l'on pense généralement qu'elle fut vendue comme esclave par les Vandales après la prise de Carthage en 439, d'autres pensent qu'elle le fut après la prise de la ville par les Perses en 616 et reportent son martyre aux alentours de 617.) 
Troparion (Tone 4)Thy lamb, Julia, O Jesus, doth cry unto thee with a loud voice, saying, My Bridegroom, I long for thee and in struggles seek thee. I am crucified and buried with thee in my Baptism, and for thee I do suffer until I reign with thee. I die for thee that I may live in thee. Then as a sacrifice without blemish receive her who for thy sake was slain. Through her intercessions, therefore, since thou art merciful, save our souls.
Julia was born to noble parents in Carthage. She was made a slave by the Persians when they plundered Carthage in the late 5th century. She was given to a Syrian merchant named Eusebius, who was a pagan. She was wonderful and faithful servant and steadfast in her faith in Christ. Eusebius tried to persuade her to become a pagan, but saw that this was fruitless. He valued her service and her spirit greatly. He took her along on a trading voyage. The ship stopped at Corsica en route, at the time of a great pagan festival. Eusebius allowed Julia to stay on the ship, where she wept and prayed for so many living in pagan debauchery, because they did not know the truth. Eusebius bragged of the beauty and devotion of Julia to Felix the governor of Corsica. Felix offered to buy her but he said, "No; all you are worth will not purchase her; for I would freely lose the most valuable thing I have in the world rather than be deprived of her." Felix would not be denied, so he sent men to take her by force while Eusebius was asleep. They dragged her off the ship. Felix told her she could have her freedom, if she would sacrifice to the idols. She told him that she was as free as she wanted to be, as long as she could serve Jesus Christ. He had her tortured and mutilated. Finally they crucified her. Her death was revealed to monks on a neighboring island, who came and buried her body. Many miracles were worked over her grave through the centuries. She suffered in the sixth century.



Saint ANASTASE, évêque de Thessalonique (vers 451).






Saint LANDRI, troisième évêque de Sées en Normandie, martyr (480).






Saint HELIER ou HELIBERT, solitaire, martyr dans l'île de Jersey par la main de pirates, patron de l'île de Jersey (542 ou 558).






Saint VITALIEN, évêque de Capoue, confesseur (VIIème siècle). 






Saint TENENAN ou TINIDOR, ermite près de Landerneau, puis évêque de l'ancien siège de Léon en Bretagne et confesseur (635).






Sainte REINELDE (RENELDE, REYNELDE, REINE, REINILDIS), fille de saint Witger et de sainte Amelberge de Saintes, soeur de sainte Gudule, vierge thaumaturge, martyre à Saintes dans le Brabant par la main des païens frisons (680). On l'invoque contre les fièvres, l'apoplexie, la paralysie, les maladies oculaires, la chute des cheveux, les ulcères, les scrofules, les éruptions et l'eczéma.






Saint SISENAND (SISENANDUS), diacre, martyr à Cordoue en Andalousie par la main des Musulmans (851).







Icona Taumaturgica della Deipara di Chirsk (Pskov)
16/07/1420 mentre la provincia di Pskov era afflitta da una pestilenza questa Icona, costudita nella Chiesa di Chirsk, fu vista piangere. Venne portata in processione a Pskov dopodichè la pestilenza si estinse.
L'icône de la Très-Sainte Mère de Dieu de Tchirsk dans la région de Pskov (1420).





Saints SERAPHIN, THEOGNOSTE et leurs compagnons, martyrs à Alma-Ata (aujourd'hui Almaty) par la main des Communistes (Kazakhstan 1921).





Sainte MADELEINE, abbesse du Nouveau-Tikhvine en Sibérie (1934).





Sainte MATRONE (1936).




Saints JACQUES, archevêque de Barnaoul, PIERRE et JEAN, prêtres, THEODORE, moine, et JEAN, martyrs par la main des Communistes (Russie 1937).
 




Martyr Alevtina (Valentina) at Caesarea, in Palestine


Paolo, Valentina, Thea e compagni, martiri di Cesarea di Palestina nel 309, la cui festa ricorre al 25/7. Questo è quello che si trova in un documento: "Una cristiana, minacciata di prostituzione, non sopportò e disse una parola al tiranno, come mai avesse potuto conferire il potere a giudici tanto spietati, fu allora torturata (qua si parla di Thea).


Mentre i carnefici con accani-mento e violenza le applicavano, eseguendo l'ordine del giudice, le torture, un'altra donna non sopportò la spietatezza,la crudeltà e l'inumanità di quanto si andava facendo. Come quella dinanzi nominata, aveva abbracciato il proposito della verginità. Fisicamente per nulla perfetta e d'aspetto disprezzabile, ma di spirito virile, aveva preso una risoluzione superiore alle forze del suo corpo. «E sino a quando - gridò essa al giudice in mezzo alla folla - torturerai questa mia sorella in modo così crudele?». Egli, amaramente punto, comanda che la donna sia subito presa. Essa è trascinata in mezzo al tribunale e, poiché ricorse all'augusto nome del nostro Salvatore, dapprima è esortata con blandi discorsi a sacrificare e, visto il suo rifiuto, è spinta con violenza all'altare. Ma essa agisce coerentemente con se stessa e, permanendo nella sua prima coraggiosa determinazione, dà all'altare un intrepido e audace calcio e rovescia quanto vi era sopra col braciere. Pertanto il giudice, a guisa di bestia feroce eccitato a collera, le fa applicare dapprima ai fianchi una tortura, che nessuno aveva mai sopportato, in modo da sembrare avidamente satollarsi di quelle carni crude. Ma quando la sua follia fu sazia, le unì tutt'e due e le condannò a morte per fuoco. Di queste due donne l'una, a quanto si dice, era oriunda della contrada di Gaza, l'altra proveniva da Cesarea, era molto conosciuta e si chiamava Valentina".




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