giovedì 30 luglio 2015

31 luglio feste santi e memorie





Saint JOSPEH d'Arimathie, membre du Sanhédrin et disciple secret du Seigneur, fondateur de l'Eglise de Lydda (aujourd'hui Lod en Israël) et peut-être premier évangélisateur des îles Britanniques (Ier siècle). (Office composé en français par le père Denis Guillaume et publié au tome XV du Supplément aux Ménées.)


Troparion tone 2
Noble Joseph took Thine immaculate Body down from the tree,/ wrapped it
in a clean shroud and spices,/ and having embalmed It, laid It in a new
sepulchre./ But on the third day Thou didst rise, O Lord, granting the
world great mercy.



pochi riferimenti storici si desumono dai quattro Evangelisti allorquando narrano la deposizione e la sepoltura di Gesú. Originario di Arimatea, di condizione assai agiata, era un discepolo di Gesú, ma come Nicodemo non aveva dimostrato la propria fede per paura dei Giudei, fino al periodo della Passione. Tuttavia durante il processo di Gesú, partecipando alle sedute del sinedrio, per il senso di giustizia che l'animava e per l'aspettativa del regno di Dio, aveva osato dissentire dai suoi colleghi non approvando le risoluzioni e gli atti di quell'assemblea. Anzi maggior coraggio dimostrò dopo la morte del Maestro, quando arditamente, come stesprime Marco, si presentò a Pilato per ottenere la sua salma e darle degna sepoltura, impedendo cosI che fosse gettata in una fossa comune, con quella dei due ladroni. Nel pietoso intento, Giuseppe trovò collaborazione, oltre che nelle pie donne, anche in Nicodemo, accorso portando con sé aromi (mirra ed aloè). Giuseppe, secondo quando detto in Mt. (27, 59), aveva comprato una bianca sindone. I due coraggiosi discepoli, preso il corpo di Gesú, lo avvolsero in bende profumate e lo deposero nel sepolcro nuovo. scavato nella roccia, che Giuseppe si era fatto costruire nelle vicinanze del Calvario. Era il tramonto quando Giuseppe "rotolata una grande pietra alla porta del sepolcro andò via" (Mt. 27 60

Un racconto del sec. IX riferisce che il patriarca Fortunato di Gerusalemme per non essere catturato dai pagani, fuggí in Occidente al tempo di Carlo Magno portando con sé le ossa di Giuseppe d'Arimatea; nel suo peregrinare si fermò per ultimo nel monastero di Moyenmoutier, di cui divenne abate. Le reliquie del santo furono poi trafugate dai canonici.
Il culto piú antico sembra però stabilito in Oriente. In alcuni calendari georgiani del sec. X la festa è menzionata il 30, 31 agosto o anche la terza domenica dopo Pasqua. Per i Greci invece la commemorazione era il 31 luglio. In Occidente fu particolarmente venerato a Glastonbury in Inghilterra, ove, secondo una tradizione, avrebbe fondato il primo oratorio. Nel Martirologio Romano fu inserito al 17 marzo dal Baronio. Al compilatore degli Annali l'inserimento fu suggerito dalla venerazione che i canonici della basilica vaticana davano ad un braccio del santo, proprio il 17 marzo. Al tempo del Baronio la più antica documentazione della reliquia era uno scritto del 1454. Tuttavia nessun martirologio occidentale prima di tale data faceva menzione di culto a s. Giuseppe d'Arimatea.




Saint CALIMERIUS, Grec de nation, évêque de Milan en Lombardie et apôtre de la vallée du Pô, martyr sous Commode (vers 190).

DOUZE martyrs romains morts par le glaive.


Saints DEMOCRITE, SECOND et DENYS, martyrs à Synnade en Phrygie.

Saint FABIUS, soldat, martyr à Césarée de Maurétanie (aujourd'hui Cherchell en Algérie) sous Dioclétien (vers 300).
 
Santa Giulitta (o Giuditta) Martire di Cesarea in Cappadocia
dal sito
Giulitta, nativa di Cesarea e di Cappadocia, consumò in questi luoghi il martirio verso il 307.
Gli imperatori Diocleziano e Massimiano avevano pubblicato un editto con il quale si negava ai Cristiani qualunque tutela della legge. Un farabutto di Cesarea ne approfittava, usurpando a Giulitta gran parte del suo patrimonio. Questa istituì causa formale contro l  usurpatore; ma accorto uomo protestò che essa non poteva agire legalmente perché cristiana, e che la legge non permetteva alcuna azione legale a chiunque rifiutava l adorazione degli dèi dell impero.
Il giudice in conformità agli editti dichiarava naturalmente che Giulitta avrebbe usufruita la protezione della legge unicamente sacrificando agli dèi. Ma Giulitta, per rimanere fedele alla sua fede, si dichiarò disposta e decisa a rinunziare a tutto, anche all onore e alla vita.
A questa forte professione di fede, il giudice le negò subito qualunque procedimento nella causa. Anzi, come cristiana, le fece le interrogazioni di uso ai martiri citati nei tribunali.
Giulitta, con calma e tranquillità, rispose di essere serva di Gesù Cristo Dio, al quale non avrebbe mai rinunciato. Fu allora condannata alla confisca di tutti i suoi beni e ad essere bruciata viva.


Si narra che Alessandro  il governatore romano teneva isulle sue ginocchia. Quirico,.il figlio di Giulitta e il fanciullo vista la madre sofferente e sentite le sue parole, si disse anch'egli cristiano e morì scaraventato a terra dal governatore

fuori della città era stato acceso un gran rogo dove la Martire doveva essere gettata

La folla dei curiosi era là attorno alla catasta per godere del lugubre spettacolo, ma Dio la volle far testimone di un meraviglioso prodigio: appena Giulitta venne buttata sul fuoco, la sua anima volò a Gesù e il suo corpo, protetto da una arcata di fiamme, rimase illeso e intatto.
Fu seppellita nel vestibolo del tempio della città e vicino alla sua tomba sgorgò prodigiosamente una fontana d ¢acqua dolce e salutare per gli ammalati.
S. Basilio dice che la Martire ripetè la grazia che il profeta Eliseo fece a quelli di Gerico, mutando con la sua benedizione in acqua dolce e gradita quella che era inquinata.


Saint FIRMUS, évêque de Thagaste en Numidie, martyr (IVème siècle).






Dédicace de l'église de l'Enfantrice de Dieu des Blachernes.

“Vidi la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono:
<<Ecco la dimora di Dio con gli uomini!
Egli dimorerà tra di loro
ed essi saranno suo popolo
ed egli sarà il Dio – con loro.
E tergerà ogni lacrima dai loro occhi;
non ci sarà più la morte,
né lutto, né lamento, né affanno,
perchè le cose di prima sono passate >>...”

(Apocalisse di Giovanni cap. 21)

“Io gioisco pienamente nel Signore,
la mia anima esulta nel mio Dio,
perchè mi ha rivestito delle vesti di salvezza,
mi ha avvolto con il manto della giustizia,
come uno sposo che si cinge il diadema
e come una sposa che si adorna di gioielli...”

(Libro del Profeta Isaia cap. 61).


Translation à Chypre des reliques du saint Apôtre Philippe.



Saint GERMAIN l'Auxerrois, évêque d'Auxerre en Bourgogne, apôtre en Grande-Bretagne avec saint Loup de Troyes, confesseur de la foi orthodoxe face au pélagianisme, thaumaturge, qui intercéda pour l'Armorique auprès de Goar, roi des Alains, mort à Ravenne en Emilie-Romagne, le plus illustre des évêques des Gaules après saint Martin de Tours (448). (Office composé en français par le père Denis Guillaume et publié au tome XV du Supplément aux Ménées.)
Tropaire à saint Germain d'Auxerre
Saint évêque Germain, notre protecteur, honneur et consolation de l'Église de Gaule. Tu as quitté la gloire et les richesses pour suivre avec humilité le Christ notre Dieu. Tu as combattu les hérésies et fait triompher la vraie Foi. Ô père des Auxerrois, refuge des malheureux, prie le Christ de nous affermir dans Sa miséricorde.

 San Germano d'Auxerre vescovo romano cattolico cristiano icona placca di legno

Figlio di Rustico e Germanilla, il vescovo Germano, nacque ad Auxerre (dipartimento dell Yonne, Francia); i suoi genitori erano grandi proprietari terrieri, forse di rango senatoriale. Studiò le arti liberali (che nel Medioevo erano sette e divise in due gruppi: arti del  trivio  o letterarie, cioè grammatica, retorica, dialettica e arti quadrivio o scientifiche, cioè aritmetica, geometria, musica, astronomia); quindi studiò quelle del  trivio  e poi andò a Roma per acquisire il dottorato in Diritto ed esercitare la professione di avvocato.
In seguito divenne governatore della Provincia Lionese Quarta, cui apparteneva Auxerre; il 1° maggio 418 morì il vescovo della città s. Amatore, e il clero, la nobiltà e il popolo, come si usava allora, lo scelsero per loro vescovo, pur essendo sposato;

Germano comunque si mostrò degno della scelta operata dai suoi fedeli e dal clero; distribuì i suoi beni ai poveri, adottò uno stile di vita umile e mortificato

La sua opera di vescovo fu importante, ammaestrò i suoi chierici e i suoi monaci; sviluppò la vita monastica in Gallia, fondò un monastero maschile sulla riva destra del fiume Yonne dedicato ai Ss. Cosma e Damiano; eresse una basilica a S. Albano martire inglese e un  'altra più piccola destinata alla propria sepoltura, dedicata a S. Maurizio e compagni martiri e che in seguito sarà chiamata di S. Germano.
Fece da mediatore verso il capo degli Alani nella regione di Orléans, convincendolo a trattare, salvando così l  'Armorica (gli Alani erano una popolazione caucasica, che al seguito degli Unni, penetrarono nell   Europa centrale, contribuendo alla caduta dell  impero romano); prese posizione contro l  eccessivo peso delle imposte pagate dai suoi diocesani.
Ma Germano fu impegnato anche in iniziative pastorali in Inghilterra, delegato dal papa s. Celestino I nel 429-30, contro l  eresia pelagiana ottenendo un netto successo. (Il pelagianesimo fu un movimento ereticale iniziato da Pelagio (360-422) monaco britannico, che accentuando le capacità naturali del libero arbitrio, negava la necessità della Grazia divina per il retto uso della volontà umana).
Nella Pasqua del 430, contribuì alla vittoria dei Brettoni sui Pitti e i Sassoni, facendo gridare loro un fragoroso Alleluia che spaventò gli avversari; ritornò in Gran Bretagna una seconda volta nel 445 e certi studiosi dicono, che Germano avesse portato nella grande isola il testo delleEpistole  di s. Paolo, riprodotto dal Libro di Armagh si dice che s. Patrizio, apostolo dell Irlanda, vivesse ad Auxerre, già al tempo del vescovo s. Amatore e che fosse discepolo di s. Germano.
Suscitò e incoraggiò fra i Brettoni, la vocazione religiosa della giovane s. Genoveffa (patrona di Parigi). Nel 448 infine si recò alla corte imperiale di Ravenna, per perorare la causa dell ¢Armorica (antico nome della Bretagna) in conflitto con Ezio, vicario imperiale della Gallia, che minacciava di farla invadere dagli Alani.
E durante questa  ultima missione, Germano morì a Ravenna il 31 luglio 448, fra il compianto generale, specie dell imperatrice madre Galla Placidia e dei vescovi presenti, in particolare di s. Pier Crisologo, vescovo di Ravenna.
Il suo corpo fu imbalsamato, deposto in una cassa di cipresso e riportato ad Auxerre, come da suo desiderio. Il trasporto fu organizzato dalla corte imperiale per mezzo di squadre di soldati; viaggio difficoltoso per un vivo, visto la distanza e la viabilità di allora, figuriamoci per una bara, che ad ogni modo fu venerata al suo passaggio, dalle popolazioni locali.
Il corteo entrò ad Auxerre il 22 settembre 448 e dopo otto giorni di esposizione solenne nella cattedrale, la salma venne inumata il 1° ottobre nella basilica da lui fatta costruire.
Il culto fu immediato non solo ad Auxerre, dove fu il primo santo locale, ma anche in tutta la Gallia

la festa fu fissata al 31 luglio e la sua tomba divenne meta di pellegrinaggio
http://la-france-orthodoxe.net/fr/saint/germain_dauxerre

Saint GOSSELIN (ANSOLIN), évêque de Metz en Lorraine (460).

Saint HYMETIERE, des Pères du Jura, moine de Saint-Oyend à Condate (aujourd'hui Saint-Claude), fondateur de Saint-Hymetière en Franche-Comté (VIème siècle).




Saint EUDOCIME le Juste, gouverneur militaire de la Cappadoce, puis de tout l'Empire, ascète, modèle de chasteté et philanthrope, thaumaturge (IXème siècle). (Office traduit par le père Denis Guillaume au tome VII des Ménées.)

Saint NEOT (NEEDS), ermite dans les Cornouailles, éponyme de Saint Neot dans les Cornouailles et de St Neots dans le comté de Cambridge (vers 877 ou 880).

Saint JEAN l'Exarque, Bulgare de nation, exarque de l'Eglise bulgare et traducteur (entre 917 et 927).

Saint ARSENE, évêque de Ninotsminda (Géorgie 1082).




Un NOUVEAU-MARTYR CRETOIS ANONYME, martyr par la main des Musulmans (1811). 

http://www.johnsanidopoulos.com/2014/07/saint-dionysios-venerable-martyr-of_31.html

 
Saints BENJAMIN, métropolite de Pétrograd, SERGE, archimandrite, GEORGES et JEAN, martyrs par la main des Communistes (Russie 1922).

Saint NICOLAS, prêtre, martyr par la main des Communistes (Russie 1941).

Saint BASILE, évêque de Kinéchma, confesseur (Russie 1945).

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