giovedì 23 luglio 2015

24 luglio feste santi e memorie

 


 


Saint ATHENAGORAS l'Athénien, apologète (fin du IIème siècle).

 

Sainte CHRISTINE, vierge et martyre à Tyr en Phénicie sous le règne de Septime Sévère (entre 194 et 211). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome VII des Ménées.)

 

 http://www.johnsanidopoulos.com/2015/07/the-incorrupt-relics-of-saint-christina.html

PASSIO ITALO GRECA
Da scavi archeologici eseguiti fra il 1880 e il 1881 nella grotta situata sotto la Basilica di Santa Cristina a Bolsena, si è accertato che il culto per la martire era già esistente nel IV secolo; dal fondo della grotta-oratorio si apre l ingresso alle catacombe, che contengono una sua statua giacente in terracotta dipinta e il sarcofago dove furono ritrovate le reliquie del corpo della santa.
Al tempo dell imperatore Diocleziano (243-312) la fanciulla di nome Cristina, figlia del magister militum di Bolsena, Urbano, era stata rinchiusa dal padre insieme con altre dodici fanciulle, in una torre affinché venerasse i simulacri degli dei come se fosse una vestale.
Ma l undicenne Cristina in cuor suo aveva già conosciuto ed aderito alla fede cristiana, si rifiutò di venerare le statue e dopo una visione di angeli le spezzò.
Invano supplicata di tornare alla fede tradizionale, fu arrestata e flagellata dal padre magistrato, che poi la deferì al suo tribunale che la condannò ad una serie di supplizi, tra cui quello della ruota sotto la quale ardevano le fiamme.
Dopo di ciò fu ricondotta in carcere piena di lividi e piaghe; qui la giovane Cristina venne consolata e guarita miracolosamente da tre angeli scesi dal cielo.
Risultato vano anche questo tentativo, lo snaturato ed ostinato padre la condannò all annegamento, facendola gettare nel lago di Bolsena con una mola legata al collo.
Prodigiosamente la grossa pietra si mise a galleggiare invece di andare a fondo e riportò alla riva la fanciulla, la quale calpestando la pietra una volta giunta, lasciò (altro prodigio) impresse le impronte dei suoi piedi; questa pietra fu poi trasformata in mensa d  altare.
Di fronte a questo miracolo, il padre scosso e affranto morì, ma le pene di Cristina non finirono, perché il successore di Urbano, il magistrato Dione, infierì ancora di più.
La fece flagellare ma inutilmente, poi gettare in una caldaia bollente piena di pece, resina e olio, da cui Cristina uscì incolume, la fece tagliare i capelli e trascinare nuda per le strade della cittadina lagunare, infine trascinatala nel tempio di Apollo, gli intimò di adorare il dio, ma la fanciulla con uno sguardo fulminante fece cadere l idolo riducendolo in polvere.
Anche Dione morì e fu sostituito dal magistrato Giuliano, che seguendo i suoi predecessori continuò l ostinata opera d  intimidazione di Cristina, gettandola in una fornace da cui uscì ancora una volta illesa; questa fornace chiamata dal bolsenesi Fornacella , si trova a circa due km a sud della città; in un appezzamento di terreno situato fra la Cassia e il lago, nel Medioevo fu inglobata in un oratorio campestre.
Cristina fu indomabile nella sua fede, allora Giuliano la espose ai morsi dei serpenti, portati da un serparo marsicano, i quali invece di morderla, presero a leccarle il sudore, la tradizione vuole che i serpenti si rivoltarono contro il serparo mordendolo, ma Cristina mossa a pietà, lo guarì.
Seguendo le  passio di martiri celebri come s. Agata, la Passio dice che Giuliano le fece tagliare le mammelle e mozzare la lingua, che la fanciulla scagliò contro il suo persecutore accecandolo. Infine gli arcieri, come a s. Sebastiano, la trafissero mortalmente con due frecce.
Pprecedenti passio  greche sostenevano che Cristina, il cui nome latino significa consacrata a Cristo , fosse nata a Tiro in Fenicia, ma si tratta di un errore dovuto al fatto che la prima passio  fu redatta in Egitto e che per indicare la terra degli Etruschi chiamati Tirreni dai Greci, si usava l abbreviazione Tyr  interpretata erroneamente come Tiro.
Le reliquie ebbero anche loro un destino avventuroso, furono ritrovate nel 1880 nel sarcofago dentro le catacombe poste sotto la basilica dei Santi Giorgio e Cristina, chiesa risalente all XI secolo e consacrata da papa Gregorio VII nel 1077.
Le reliquie del corpo, anzi di parte di esso sono conservate in una teca, parte furono trafugate nel 1098 da due pellegrini diretti in Terrasanta, ma essi giunti a Sepino, cittadina molisana in provincia di Campobasso, non riuscirono più a lasciare la città con il loro prezioso carico, per cui le donarono agli abitanti.
Questo l inizio del culto della santa molto vivo a Sepino, le reliquie costituite oggi solo da un braccio, sono conservate nella chiesa a lei dedicata; le altre reliquie furono traslate tra il 1154 e 1166 a Palermo, che proclamò la martire sua patrona  festeggiandola il 24 luglio e il 7 maggio..Oggi la Parrocchia Ortodossa di Palermo la ricorda come patrona di uno dei quattro antichi mandamenti della città
July 24th
Troparion 
(Tone 5)

Thou didst abandon thy father's error and receive divine illumination as a glorious virgin betrothed to Christ. Thou didst bravely struggle and destroy the enemy, O great Martyr Christina, and dost ever pray that we may receive great mercy.


Saint VINCENT, martyr à Rome sur la voie Tiburtine.

Saints CLEONIQUE et STRATONIQUE, martyrs à Lentini en Sicile sous Valérien (entre 253 et 259).

Saints martyrs HYMENEE (MENEE) et CAPITON, morts par le glaive.

Saint martyr HERMOGENE, mort après avoir eu toutes les dents arrachées.

QUATRE-VINGT-TROIS soldats, martyrs à Amiterne dans les Abruzzes (290).

Saints VICTOR, STERCACE et ANTINOGENE, frères selon la chair, martyrs à Mérida en Estrémadure lors de la persécution de Dioclétien (vers 304).

Saint PAVACE, évêque du Mans (IVème siècle).

Saint ROMAIN, prêtre au Mans (IVème siècle).

Saint URSICIN (URSIN, URSICINUS), métropolitain de Sens en Bourgogne, exilé en Phrygie en 356 pour sa confession de la foi orthodoxe face à l'arianisme (vers 380).

Saint SALOBTINOS, évêque de Jérusalem.

Sainte LEWINA, vierge et martyre, vénérée à Seaford dans le Sussex (Vème siècle).

Sainte MENEFRIDA, patronne de Tredresick dans les Cornouailles (Vème siècle).

Saint DICTIN (DICTINUS), priscillaniste converti à l'Orthodoxie par saint Ambroise de Milan, devenu évêque d'Astorga dans la Léon en Espagne (vers 420).

Saints RAVENNE (RAVANNUS), prêtre et médecin anargyre, et RASIPHE (RASIPHUS), diacre, martyrs morts à Macé près de Sées en Normandie des suites des cruels tourments exercés sur eux par un seigneur breton jaloux (vers 470). 
San Fantino il Vecchio (o il Taumaturgo)

Martirologio Romano: A Tauriana in Calabria, san Fantino il Vecchio, detto il Taumaturgo.




San Fantino il Vecchio detto anche il Cavallaro (293-336 d.C.) era un giovane guardiano di cavalle di Taureana al servizio di un signore romano, Balsamio. Conosce la religione cristiana dei primissimi tempi e lavora di notte al servizio dei poveri. Il padrone allertato dai malvagi lo scopre ma lui compie il prodigio di passare il fiume Metauro (Petrace attuale) all'asciutto. Alla morte è sepolto nella villa di Balsamio (attuale cripta). Iniziano i miracoli e le guarigioni.
E' venerato a Taureana di Palmi (RC) il 24 luglio



Dalla Sicilia continentale – all’incirca, l’attuale provincia di Reggio Calabria – il culto di san Fantino si diffuse in tutta la Grande Grecia, per raggiungere poi i popoli slavi (passando per Tessalonica) e il Nord-Est della penisola italica: al santo cavallaio, creduto cavaliere, è dedicata una delle più antiche parrocchie di Venezia – in Campo San Fantin – e, curiosamente, la locale confraternita degli skaleteri, i pasticcieri.

Di lui, tuttavia, non si sa molto di più di quanto si può leggere nel cànone per la festa, composto dall’innografo san Giuseppe di Siracusa, il quale – a sua volta – s’ispirò a una Narrazione anteriore, opera del vescovo Pietro di Tauriana (RC)[1]. Anche questi non disponeva che di pochissimi dati biografici, e poteva testimoniare solo della continuità del culto. Il suo Racconto – da cui è fedelmente tratto il nostro testo[2] – è, comunque, fondamentale per la conoscenza d’uno dei più noti tra i santi nati in quella porzione dell’Impero romano che oggi chiamiamo “Italia Meridionale”. 
 http://oodegr.co/italiano/tradizione_index/vitesanti/fantinocavallaio.htm


[1] Anziché di Pietro vescovo, narrazione si lesse erroneamente di Pietro, vescovo occidentale (leggendo dhitiku anziché dhiighisis), e alcuni eruditi trassero la bizzarra conclusione che l’episcopato calabro-siculo, all’epoca, era “occidentale” e – persino – latino e cattolico.
[2] Il testo greco – con traduzione in latino e italiano – è stato (malamente) edito da V. Saletta, Vita sancti Phantini confessoris, Roma 1963.

Saint DECLAN, disciple de saint Colman, évêque dans la région d'Ardmore en Irlande (VIème siècle).

Saints WULFHAD et RUFFIN, frères selon la chair, fils du roi païen de Mercie, baptisés par saint Chadd de Lichtfield et martyrs à Stone dans le Staffordshire sur ordre de leur propre père (vers 670).

Saint ALIPRANDUS (LEUPRANDUS), higoumène à Pavie en Lombardie (VIIIème siècle).

Sainte SEGOLENE (SIGOLENE, SEGOULENE, SEGOLAINE) d'Albi, veuve aquitaine ou wisigothe, abbesse de Troclar / Lagrave en Languedoc (vers 769). (Office composé en français par le père Denis Guillaume au tome XV du Supplément aux Ménées.)

Saint HILARION de Tvaléli (Géorgie XIème siècle). 









 

Saints "martyrs ayant souffert la passion" (strastoterptsi) BORIS et GLEB, nommés ROMAIN et DAVID au saint Baptême, fils de saint Vladimir, assassinés sur ordre de leur frère aîné Sviatopolk (1015). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome VII du Supplément aux Ménées.)

Saint SYMEON le Nouveau-Manifesté, prêtre de Thessalonique devenu ascète dans la Thébaïde d'Egypte (fin du XIème siècle).

Saint POLYCARPE, archimandrite de la Laure des Grottes de Kiev (1182).

Saint PACÔME, abbé dans la région de Vologda (Russie 1479).

 


Saint THEOPHILE, marin originaire de l'île de Zante (Zakynthos), martyr brûlé vif par la main des Musulmans à Chio (1635).

 http://www.johnsanidopoulos.com/2015/07/saint-theophilos-new-martyr-of.html

 

Saint ATHANASE, riche chrétien de Kios dans la région de Nicée en Bithynie, martyr par le glaive par la main des Musulmans à Constantinople (1670).

Saints NICOLAS et JEAN, prêtres, confesseurs en Union soviétique (1942 et 1951).

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