giovedì 6 settembre 2018

6 settembre memoria dei Santi Martiri Romolo e 11.000 soldati con esso; Santi Martiri Eudossio, Zenone, Macario e 1.104 soldati con essi



Santi Martiri Romolo e 11.000 soldati con esso; Santi Martiri Eudossio, Zenone, Macario e 1.104 soldati con essi.
Tratto da: https://www.johnsanidopoulos.com/2016/09/holy-martyrs-romulas-and-11000-soldiers.html
Traduzione a cura di Giovanni Fumusa.
Santi Martiri Romolo e gli 11.000 soldati con esso.

San Romolo lavorò come servitore anziano di palazzo per l’Imperatore Traiano (98-117), accompagnando il suo padrone nella campagna in Anatolia. Quando furono giunti in Galazia, l’Imperatore decise di contare i suoi soldati cristiani e poi far loro compiere sacrifici agli idoli ed ordinò Romolo di assicurarsi che lo facessero. I soldati cristiani ammontavano a 11.000 uomini e preferirono sacrificare la propria vita con il martirio piuttosto che sacrificare a idoli senza vita. Romolo rimproverò l’imperatore di star riducendo insensatamente le sue forze in tempi di guerra, ma il tiranno non era una persona con cui poter ragionare. I soldati cristiani furono inviati in Armenia, dove patirono la tortura e la crocifissione nei pressi di Melitene. Nel frattempo, Romolo, avendo confessato di essere un cristiano, dapprima fu picchiato brutalmente, quindi fu ordinato che venisse decapitato.
I Santi Martiri Eudossio, Zenone, Macario e 1,104 soldati con essi.
Sant’Eudossio era incaricato dell’ufficio di conte durante il regno dell’Imperatore Diocleziano (284-305), sebbene in precedenza ricoprisse l’incarico più alto di servitore anziano di palazzo; era sceso di grado a causa del suo amore per Cristo. Le accuse di essere cristiano furono portate al Governatore Malatiade di Melitene, nei pressi dell’Eufrate. Quando i soldati furono inviati a catturare Eudossio, inizialmente celò la sua identità fingendo di essere un povero. Quando giunsero i soldati, gli chiesero se sapesse dove si trovasse Eudossio, ma rispose loro che prima li avrebbe portati da lui dopo che fossero prima passati da casa sua per rifocillarsi dopo il lungo viaggio.
Dopo aver ricevuto i soldati in casa propria ed aver offerto loro ospitalità, Eudossio rivelò la sua identità come quello che stavano cercando. Quando i soldati udirono ciò, furono presi dalla tristezza e, in cambio per l’ospitalità offerta loro, gli offrirono la possibilità di fuggire. Eudossio, tuttavia, era fermamente deciso di morire da martire. Chiamò dunque sua moglie Vasilissa e le lasciò la cura di tutto ciò che possedevano, dandole questo ordine e messaggio: non doveva piangere per la sua morte, ma onorare il giorno della sua morte con ogni sorta di splendore e gioia e di preparare una umile sepoltura nel loro villaggio, senza alcuna iscrizione, e di seppellirvi il suo corpo.
Eudossio volse le spalle alla sua nobiltà, alla gloria, all’amore per sua moglie e all’attaccamento ai propri figli e andò dal governatore, davanti al quale confessò coraggiosamente Cristo. Al fine di intimorire Eudossio ed I Soldati, il governatore li guardò con ferocia e disse: “Chiunque di voi non sacrificherà agli dei, rimuova il proprio cinturone e stia apertamente davanti a me.” Quindi Eudossio rimosse il proprio cinturone, che era un emblema del suo grado di conte, e la lanciò al governatore. Quei soldati che erano cristiani fecero lo stesso; erano millecento quattro. Il governatore riferì tutto a Diocleziano. Quando questi ricevette la notizia, divenne pieno di rabbia ed ordinò al governatore di punirli duramente.
Quando il governatore vide che Eudossio restava saldo nella sua fede in Cristo e che non Lo avrebbe mai rinnegato, ordinò che gli venissero legati mani e piedi e che fosse frustato con staffile; poi lo fece gettare in prigione. Qualche giorno dopo, lo portarono fuori dal carcere ed il governatore ordinò che una palla di piombo gli schiacciasse i nervi del collo e che gli si slogassero le articolazioni, che è veramente una morte più amara della morte stessa. Quando ciò fu fatto, il governatore ordinò che Eudossio fosse decapitato.
Eudossio pregò mentre veniva condotto sul luogo del suo martirio. Voltandosi, vide sua moglie e le ricordò nuovamente ciò che le aveva detto. Vide anche un suo amico, di nome Zenone, che piangeva per la sua morte. Eudossio gli disse, dunque: “Non piangere, amico mio Zenone, poiché sono certo che Dio, che io adoro, non ci separerà l’uno dall’altro, avendoci unito in fervente amicizia e un amore genuino per Dio.” Avendo udito queste parole del Santo, Zenone proclamò immediatamente Cristo, e fu decapitato. Successivamente, anche Eudossio fu decapitato. I millecento quattro soldati furono anch’essi, allo stesso modo, decapitati. Vasilissa prese il corpo del marito e lo seppelli, come le aveva ordinato, nel suo villaggio.
Passati sette giorni, San Eudossio apparve in sogno alla moglie e le ordinò di dire al suo amico Macario di presentarsi presso la dimora del governatore. Macario andò, dunque, fu catturato e, dopo aver confessato anch’egli Cristo con coraggio, fu decapitato anch’egli e si rallegra con il suo amico Eudossio e tutti gli altri eternamente nei cieli



Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.