venerdì 7 settembre 2018

“I santi Universali” 7 settembre dal sinassario della Grande Chiesa di Cristo Santo Apostolo Evodio vescovo di Antiochia e Santo Apostolo Onesiforo Vescovo vescovo di Colofonia entrambi nell’elenco dei settanta discepoli del Signore



Tratto da
http://www.santiebeati.it/dettaglio/69450

La notizia più certa che riguarda s. Onesiforo è la lettera di s. Paolo, allora prigioniero a Roma, indirizzata a Timoteo che si trovava ad Efeso: “Faccia il Signore misericordia alla famiglia di Onesiforo; poiché egli spesso mi riconfortò e non arrossì della mia prigionia, ma venuto a Roma premurosamente cercò di me e mi ritrovò. Gli conceda il Signore di trovare misericordia presso di Lui in quel giorno. E quanti servizi mi abbia reso ad Efeso tu lo sai molto bene…. saluta Prisca e Aquila e la famiglia di Onesiforo”. 
Quindi il discepolo era oriundo di Efeso, dove aveva lasciato la famiglia per venire a trovare a Roma l’apostolo Paolo; si suppone che quando s. Paolo scrisse a Timoteo, Onesiforo fosse già morto. 
Egli è commemorato in date diverse nei sinassari e menei bizantini, con descrizioni discordanti secondo la data. Una versione lo classifica come vescovo di Kolôfonia, un’altra come vescovo di Koroneia; in altra data, il 30 giugno, compare nella lista dei settantadue discepoli ancora come vescovo, mentre il 6 dicembre insieme a sei discepoli, non reca nessun titolo vescovile. 
Le notizie si complicano quando al 16 luglio, sempre nei sinassari, Onesiforo è commemorato insieme al suo servo Porfirio, ma non più originario di Efeso, ma di Iconio (Lacaonia), dove sarebbe stato battezzato da s. Paolo e l’avrebbe seguito nell’opera di evangelizzazione. Con l’apostolo e Porfirio sarebbe giunto a Pario nell’Ellesponto e poi a Gerusalemme e Roma, giungendo fino in Spagna e ritornando poi nell’Ellesponto. 
Avendo rifiutato di obbedire agli ordini del proconsole Adriano, fu sottoposto insieme a Porfirio a diverse torture e infine costretti a correre legati a due cavalli selvatici, che trascinandoli posero fine al loro martirio. 
Tralasciando altre versioni e commemorazioni, citiamo che in Occidente fu Adone che inserì “Onesiforo discepolo di s. Paolo” nel suo ‘Martirologio’ scegliendo la data del 6 settembre. 
Cesare Baronio l’introdusse nel ‘Martirologio Romano’ alla stessa data, conservando la memoria della lettera di s. Paolo, ma associandogli Porfirio nel martirio. 
Nella recente edizione del ‘Martirologio Romano’ viene commemorato solo in base alla lettera paolina e quindi non vi è più associata la figura di Porfirio, mentre è rimasta immutata la data del 6 settembre.

Dagli Atti di Paolo e Tecla

Tratto da
http://www.giovannigiorgi.it/dwn/apocrifi/Atti_di_Paolo.pdf

[1] Paolo a Iconio. Allorché Paolo, fuggito da Antiochia, saliva a Iconio, aveva come compagni di viaggio Demas ed Ermogene, il calderaio, i quali pieni di ipocrisia adulavano Paolo facendo mostra di volergli bene. Paolo, non vedendo altro che la bontà di Cristo non nutriva verso di loro alcun sospetto, anzi dimostrava molto affetto, spiegava e rendeva ad essi gradite tutte le parole del Signore, sull'insegnamento e sull'interpretazione del vangelo, sulla nascita e sulla risurrezione del prediletto, narrando parola per parola tutte le grandezze di Cristo, come gli erano state rivelate. [2] Un uomo, di nome Onesiforo, avendo udito che Paolo si avvicinava a Iconio, uscì per andargli incontro con i suoi figli Simia e Zerro e con la moglie Lettra per offrirgli ospitalità. Era stato Tito, infatti, a descrivergli l'aspetto di Paolo, non conoscendolo egli fisicamente, ma solo spiritualmente. [3] Egli percorreva la via regia che conduce a Listra, si fermava ad attenderlo e osservava attentamente i passanti in base alla descrizione di Tito. Scorse Paolo che stava venendo: era un uomo di bassa statura, la testa calva, le gambe arcuate, il corpo vigoroso, le sopracciglia congiunte, il naso alquanto sporgente, pieno di amabilità; a volte infatti aveva le sembianze di un uomo, a volte l'aspetto di un angelo. [4] Quando vide Onesiforo, Paolo sorrise. Onesiforo gli disse: "Salve, ministro di Dio benedetto!". Ed egli a lui: "La grazia sia con te e con la tua famiglia!"

Gli Atti di Paolo e Tecla (latino: Acta Pauli et Theclae) sono un testo cristiano scritto in greco che narra delle gesta e della predicazione di Paolo di Tarso e della sua discepola Tecla di Iconio.

In origine il testo rappresentava, unitamente ad altre opere apocrife riferite a Paolo (Lettera dei Corinzi a PaoloTerza lettera ai CorinziMartirio di Paolo), gli Atti di Paolo, ma in seguito le varie sezioni hanno avuto tradizioni distinte.
Dal punto di vista canonico, il testo è considerato un apocrifo del Nuovo Testamento

Tratto da
http://www.treccani.it/enciclopedia/santo-evodio-d-antiochia_%28Enciclopedia-Italiana%29/

EVODIO d'Antiochia, santo. - È menzionato da Eusebio (HistEccl., III, 22) come predecessore di S. Ignazio nella sede vescovile d'Antiochia. Da molti documenti risulta con certezza che è un personaggio storico, ma s'ignorano le date della sua elevazione al vescovato e della sua morte. Pare sia stato martirizzato sotto Galba (68-69 d. C.)

Tratto da
https://it.wikipedia.org/wiki/Evodio_di_Antiochia

Evodio di Antiochia (... – 69 circa) è stato un vescovo siro, vescovo di Antiochia dopo san Pietro. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa.
Poco è noto della vita di Evodio; egli fu un pagano convertito al cristianesimo da San Pietro.
Quando Pietro partì da Antiochia per giungere a Roma, Evodio fu nominato suo successore e rimase vescovo di Antiochia fino probabilmente al 69  Dopo di lui fu nominato sant'Ignazio di Antiochia l'Illuminatore. Si pensa che Evodio sia morto di morte naturale e, quindi, non martirizzato.
Fu uno dei primissimi gentili a convertirsi alla nuova fede e per questo sia la Chiesa cattolica che quella ortodossa lo venerano come santo; la sua memoria liturgica ricorre, per la prima il 6 maggio, mentre per la seconda il 7 settembre.

Tratto da
https://it.aleteia.org/2017/05/08/santo-evodio-vescovo-antiochia-cristianesimo/

Sant'Evodio è stato il secondo vescovo di Antiochia dopo San Pietro

Negli Atti degli Apostoli, san Luca menziona la città di Antiochia e il grande contributo che ha dato al cristianesimo:
“Barnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Saulo e trovatolo lo condusse ad Antiochia. Rimasero insieme un anno intero in quella comunità e istruirono molta gente; ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani”. (Atti 11:25-26)
Ma San Luca non entra nei dettagli su come venne fuori la denominazione di “cristiani”. La tradizione fa riferimento a Sant’Evodio, la cui festa è il 6 maggio.
Si dice che San Pietro Apostolo sia stato il primo vescovo di Antiochia e si ritiene che lì abbia fondato la comunità cristiana primitiva. Sebbene non sia rimasto molto ad Antiochia, Pietro nominò un successore prima di partire. Quel successore fu Sant’Evodio, che divenne il secondo vescovo di Antiochia.
Sant’Ignazio, che fu il terzo vescovo di Antiochia, fa riferimento a lui in una delle sue lettere, dicendo: “Ricordate il vostro beato padre Evodio, reso vostro primo pastore dagli Apostoli”.
Si sa poco di Sant’Evodio, ma una tradizione afferma che fosse uno dei 70 discepoli designati e inviati da Gesù Cristo (cfr Luca 10:1). E si ritiene anche che in principio sia stato Sant’Evodio a nominare i seguaci di Gesù “cristiani” (in greco Χριστιανός o Christianos, che significa “seguaci di Cristo”).
A quell’epoca Antiochia ospitava molti ebrei di fede cristiana, fuggiti da Gerusalemme dopo la lapidazione di Santo Stefano. E lì cominciarono a predicare ai Gentili. La nuova missione diventò molto efficace e portò ad una forte comunità di credenti. La maggior parte degli studiosi biblici vede la definizione di “cristiano” come un primo modo per distinguere la propria comunità, in continua crescita, dagli altri ebrei della città.
La tradizione ritiene che Evodio abbia servito la comunità cristiana in Antiochia per 27 anni, e la chiesa ortodossa insegna che morì martire nell’anno 66, sotto l’imperatore romano Nerone.

leggere un testo inglese
https://www.johnsanidopoulos.com/2016/09/holy-apostles-evodos-and-onesiphoros-of.html
https://www.johnsanidopoulos.com/2009/09/apostolic-testimony-of-evodus.html 


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