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http://preticattolici.altervista.org/la-coscienza-sporca-dei-turchi/?doing_wp_cron=1536406833.8129079341888427734375
Vittime di orribili
torture, molti membri del clero ortodosso furono martirizzati dai turchi per la loro fede. Tra i primi vi fu il Metropolita
Crisostomo, martirizzato non solo per uccidere un uomo, ma per insultare la
sacralità di una religione e un popolo antico e onorevole. Crisostomo fu
intronizzato come Metropolita di Smirne il 10 Maggio 1910. Il Metropolita
Crisostomo si oppose con coraggio alla furia anti-cristiana dei turchi e cercò
si sollevare pressioni internazionali contro la persecuzione dei cristiani
turchi. Scrisse molte lettere a capi europei e alla stampa occidentale in uno
sforzo di rivelare le politiche di genocidio dei turchi. Nel 1922, nella Smirne
priva di protezione, Crisostomo disse a quanti lo supplicavano di fuggire: “È
tradizione della Chiesa greca e dovere del prete rimanere con la propria
congregazione.”
Il 9 settembre la
folla si accalcava nella cattedrale cercando rifugio quando Crisostomo, pallido
per il digiuno e la mancanza di sonno, condusse la sua ultima preghiera. La
Divina Liturgia terminò quando la polizia turca entrò in chiesa portando via
Crisostomo. Il generale turco Nouredin Pasha, noto come il “macellaio della
Ionia”, prima sputò sul Metropolita e quindi lo informò che un tribunale in
Angora (ora Ankara) lo aveva già condannato a morte. Una folla si gettò su
Crisostomo e gli strappò gli occhi. Sanguinante a profusione, fu trascinato per
la barba attraverso le strade. Fu battuto e preso a calci, e gli furono
tagliate membra del corpo. Per tutto il tempo Crisostomo, con il volto coperto
di sangue, pregava: “Padre Santo, perdonali, perché non sanno quello che
fanno.” Di tanto in tanto, quando ne aveva la forza, sollevava la mano per
benedire i suoi persecutori; un turco, resosi conto di ciò che faceva il
Metropolita, gli tagliò la mano con la spada. Il Metropolita Crisostomo fu
quindi fatto a pezzi dalla folla adirata.
Tratto da
https://it.wikipedia.org/wiki/Crisostomo_di_Smirne
Figlio
di Nikolaos Kalafatis e Kalliopi Lemonidou, nacque nel 1867 a Triglia
di Bitinia sul Mar di Marmara. Seguì gli studi religiosi
a Costantinopoli, alla Scuola Teologica del Patriarcato ecumenico di
Halk. Successivamente Chrysostomos assunse la prestigiosa carica di Grande
Protosynghellos del Patriarcato Ecumenico e in questa veste presiedette una
commissione mista tra ortodossi e anglicani riunita per discutere
sull'unità delle due chiese[1].
Nel
1901 venne nominato Metropolita di Drama, città della Macedonia,
in Grecia settentrionale, all'epoca ancora sotto il dominio
ottomano. Il giorno della sua ordinazione pronunciò la frase: Servirò la Chiesa e la Nazione con tutto il
cuore e la mente. Se la Mitra che le tue sante mani hanno poggiato sulla mia
testa dovesse un giorno perdere le sue pietre preziose, si trasformerà in una
corona di spine di un prelato martire[1]. Il suo mandato a
Drama durò fino al 1910. In questo periodo, malgrado le difficoltà affrontate dall'azione
terroristica dei komitatzìdes bulgari,
riuscì a edificare, tra l'altro, scuole, case popolari per i lavoratori del
tabacco, orfanotrofi e un ospedale nella sua sede episcopale.
Nel
1910 fu nominato Metropolita di Smirne, dove seguì in prima linea le
drammatiche vicende della città nel settembre del 1922, seguendo fino alla
fine il destino dei suoi fedeli. Crisostomo, nonostante gli avvisi di pericolo
imminente dall'arrivo delle truppe turche in città e gli inviti alla fuga fatti
da diverse autorità greche ed europee, decise di rimanere con il popolo greco
che, disorientato, cercava una via di fuga da una città data alle fiamme [1]. Nel 27 agosto,
consegnato alla folla turca dal comandante militare turco Nureddin Pascià,
venne assassinato: le orecchie, il naso e le mani gli vennero tagliate, poi fu
sgozzato con un coltello.[2]
Crisostomo
di Smirne, dichiarato santo dalla Chiesa di Grecia, è ricordato, assieme ai
prelati Gregorio Kidonion, Ambrosio Moshonision, Prokopio Ikoniou, Efthymio di
Zilon e tutti i sacerdoti e i laici morti durante la Catastrofe dell'Asia
Minore, la domenica precedente la ricorrenza dell'Innalzamento della Santa
Croce nel mese di settembre[1].
Note[modifica | modifica
wikitesto]
1.
^ a b c d Pasquale
Totaro (a cura di), Memorie
Dimenticate (PDF)[ Torino, La
Nuova Grafica, 2007, p. 27.
2.
^ Marjorie
Dobkin, Smyrna: The Destruction of a City, passim.
articolo in inglese da tradurre
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