Sainte DROSIS ou DROSIDE, fille de l'empereur Trajan, et ses CINQ compagnes, martyres à Antioche sous Trajan (115-116).
Saint
PAUL, premier évêque de Narbonne en Languedoc et l'un des sept Apôtres
de la Gaule (IIIème siècle). (Office composé en français par le père
Denis Guillaume et publié au tome III du Supplément aux Ménées.) A Narbonne sulla costa della Francia meridionale lungo la via Domizia, deposizione di san Paolo, vescovo e martire
Notre
Saint Père Paul faisait
partie de la mission des sept Evêques envoyés de Rome au IIIe siècle
pour compléter l'évangélisation de la Gaule*. Prêchant la Bonne Nouvelle
par villes et campagnes dans la Narbonnaise, - vaste région qui
couvrait la Provence et le Languedoc actuels, du Lac Léman au littoral
atlantique -, il fonda l'Eglise de Béziers-, puis, après y avoir ordonné
son diciple Aphrodise comme Evêque, il se rendit à Narbonne, ancienne
colonie romaine et capitale de cette province. Sa prédication y connut
un rapide succès, de sorte qu'il put faire construire une église pour y
réunir la communauté chrétienne. On raconte que, sous l'instigation du
Malin, deux de ses Diacres, pris de jalousie à son égard, l'accusèrent
d'un crime honteux. Le Saint Pasteur n'eut aucune peine à se disculper,
en réunissant les autres Evêques de la région, qui lui portèrent bon
témoignage, et répondant par la douceur et la mansuétude à ses
accusateurs, il les
délivra par sa prière du démon qui s'était emparé d'eux.
Après
avoir brillé par sa prédication et ses miracles pendant de longues
années, Saint Paul s'endormit en paix, laissant comme source de
bénédictions à la ville de Narbonne son précieux corps, qui fut
malheureusement presque entièrement brûlé pendant la Révolution
française.
*
D'après S. Grégoire de Tours. cf. au 9 oct. la notice de S. Denis de
Paris. Une Vie de S. Paul, datant du VIe s., fait de lui un disciple des
Apôtres. et une tradition locale l'a identifié avec le proconsul de
Chypre Sergius Paulus, qui fut converti par S. Paul (Actes 17: 3). Il
aurait suivi l'Apôtre jusqu'à Rome, où il aurait souffert pour la foi
puis serait allé évangéliser la Gaule méridionale. C'est en route vers
l'Espagne pour y rejoindre S. Paul, qu'il aurait fondé
l'Eglise de Béziers et celle de Narbonne.
Saint APHRODISE, premier évêque de Béziers en Languedoc (IIIème siècle).
Sainte DROSIS ou DROSIDE, vierge, martyre à Antioche.
Saint APHRODISE, premier évêque de Béziers en Languedoc (IIIème siècle).
Sainte DROSIS ou DROSIDE, vierge, martyre à Antioche.
Saintes martyres CALLINIQUIE ou CALLINICIE et BASILISSE ou VASSILISSA, mortes par le glaive (252?).
Saint SATURNIN et NEUF autres martyrs d'Afrique.
Saint SATURNIN et NEUF autres martyrs d'Afrique.
Saint BASILE, prêtre à Ancyre (aujourd'hui Ankara) en Galatie, martyr sous Julien l'Apostat (362 ou 363). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome III des Ménées.) Il presbitero martire San Basilio di Ancira durante il regno dell'imperatore Costanzo si oppose agli ariani con ogni energia; poi sotto imperatore Giuliano invocò Dio affinché nessuno dei cristiani abbandonasse la fede, e fu per questo arrestato e consegnato al governatore della provincia: dopo non pochi tormenti portò così a compimento il suo martirio.
http://www.santiebeati.it/dettaglio/92522
http://home.iprimus.com.au/xenos/frbasil.html
Troparion — Tone 3
Through the inspiration of the Holy Spirit you worthily received the anointing of the priesthood, O Basil. / You offered your martyr’s contest / as a royal sacrifice to the King of the Ages. / Righteous Father, entreat Christ God to grant us His great mercy.Kontakion — Tone 8
Having run the race in righteousness, / You preserved the faith, O Hieromartyr Basil. / For this you were made worthy of the crown of martyrdom, / And You have become an unshakable pillar of the Church, / Confessing the undivided Trinity: the Son, co-eternal with the Father and the Spirit. / Entreat Him to deliver those who honor you from distress, / That we may cry to you: Rejoice, O divinely wise Basil!Kontakion — Tone 3
As a priest of the King of Glory, / you also became a holy warrior by your contest. / You shamed the counsels of the lawless / and received the enjoyment of the heavenly Kingdom, / blessed hieromartyr of Christ, Basil.Sainte LEE ou LEA, veuve et ascète à Rome (vers 384).
Nella
seconda metà del IV secolo i
cristiani di Roma sono ormai molto numerosi. Ma con qualcuno di troppo.
Infatti, in mezzo ai credenti veri si infiltrano pure i ceffi untuosi e
avidi dei voltagabbana di sempre, inquinatori della Chiesa. "Con questi
qui attorno, essere santi diventa rischioso". Così si sfoga san
Girolamo (ca. 347420) che, da buon dàlmata focoso, qualche volta
esagera. Ma qui parla di cose toccate con mano durante il suo soggiorno
nell Urbe, a contatto con quei gruppi cristiani che al pericolo di
contagio spirituale oppongono la loro fede, approfondita con lo studio
e predicata con l esempio. Questo è il tempo di Roma sostituita da
Milano come capitale effettiva, e ben poco frequentata dagli
imperatori, sempre in guerra ai confini: nel 375 la morte coglie
Valentiniano I durante una campagna in Pannonia (Ungheria); e il suo
successore Valente muore nel 378 combattendo i Visigoti ad Adrianopoli
(oggi Edirne, Turchia
europea).
In questi tempi vive Lea, che conosciamo soltanto grazie a san Girolamo. Egli ne parla in una lettera alla gentildonna Marcella, animatrice del cristianesimo integralmente vissuto, che ha dato vita a una comunità femminile di tipo quasi monastico nella sua residenza sull Aventino. Anche Lea è di famiglia nobile: rimasta vedova in giovane età, pareva che dovesse poi sposare un personaggio illustre, Vezzio Agorio Pretestato, chiamato ad assumere la dignità di console.
Ma lei è entrata invece nella comunità di Marcella, dove si studiano le Scritture e si prega insieme, vivendo in castità e povertà. Con questa scelta, Lea capovolge modi e ritmi della sua vita per diffondere, come diremmo noi, un messaggio forte. E Girolamo dice di lei: "Maestra di perfezione alle altre, più con l esempio che con la parola, fu di un umiltà così sincera e profonda che, dopo essere stata gran dama con molta servitù ai suoi ordini, si considerò poi come una serva".
Marcella ha in lei una fiducia totale: tanto che le affida il compito di formare le giovani nella vita di fede e nella pratica della carità nascosta e silenziosa. Sarebbe difficile, scrive Girolamo, riconoscere in lei l aristocratica di un tempo, ora che "ha mutato le vesti delicate nel ruvido sacco", e mangia come mangiano i poveri che soccorre.
Questo è il suo stile, sotto il segno del riserbo. Agire e tacere. Insegnare con i fatti. Fa così poco rumore che di lei non si sa altro, e ignoreremmo perfino la sua esistenza se Girolamo non l avesse ricordata in quella lettera, quando lei era già morta (e sepolta a Ostia). Era il 384, anno della morte di papa Damaso I, regnando in concordia gli imperatori Teodosio I e Massimo. Più tardi il primo dei due sconfisse il secondo. E regnò poi da solo, avendolo fatto uccidere.
In questi tempi vive Lea, che conosciamo soltanto grazie a san Girolamo. Egli ne parla in una lettera alla gentildonna Marcella, animatrice del cristianesimo integralmente vissuto, che ha dato vita a una comunità femminile di tipo quasi monastico nella sua residenza sull Aventino. Anche Lea è di famiglia nobile: rimasta vedova in giovane età, pareva che dovesse poi sposare un personaggio illustre, Vezzio Agorio Pretestato, chiamato ad assumere la dignità di console.
Ma lei è entrata invece nella comunità di Marcella, dove si studiano le Scritture e si prega insieme, vivendo in castità e povertà. Con questa scelta, Lea capovolge modi e ritmi della sua vita per diffondere, come diremmo noi, un messaggio forte. E Girolamo dice di lei: "Maestra di perfezione alle altre, più con l esempio che con la parola, fu di un umiltà così sincera e profonda che, dopo essere stata gran dama con molta servitù ai suoi ordini, si considerò poi come una serva".
Marcella ha in lei una fiducia totale: tanto che le affida il compito di formare le giovani nella vita di fede e nella pratica della carità nascosta e silenziosa. Sarebbe difficile, scrive Girolamo, riconoscere in lei l aristocratica di un tempo, ora che "ha mutato le vesti delicate nel ruvido sacco", e mangia come mangiano i poveri che soccorre.
Questo è il suo stile, sotto il segno del riserbo. Agire e tacere. Insegnare con i fatti. Fa così poco rumore che di lei non si sa altro, e ignoreremmo perfino la sua esistenza se Girolamo non l avesse ricordata in quella lettera, quando lei era già morta (e sepolta a Ostia). Era il 384, anno della morte di papa Damaso I, regnando in concordia gli imperatori Teodosio I e Massimo. Più tardi il primo dei due sconfisse il secondo. E regnò poi da solo, avendolo fatto uccidere.
Saint DIOGENE, Grec de nation, évêque d'Arras en Artois, martyr par la main des Vandales ariens (406 ?).
Sainte DARERCA, soeur de saint Patrick d'Irlande (Vème siècle).
Saint TRIEN (TRIENNA), disciple de saint Patrick, abbé en Irlande (Vème siècle).
Saint DEOGRATIAS, archevêque de Carthage dans l'actuelle Tunisie (458). A Cartagine, nell odierna Tunisia, san Deogratias, vescovo, che riscattò moltissimi prigionieri condotti via da Roma dai Vandali, raccogliendoli in due grandi basiliche allestite con letti e stuoie.
Saint OCTAVIEN, archidiacre de l'Eglise de Carthage, et ses compagnons, martyrs par la main des Vandales ariens sous Hunéric (484).Nel 484 Unnerico, re dei Vandali, scatenò una furiosa persecuzione contro i cristiani fedeli al deposito della fede rei di non aderire alle teorie ariane. Secondo la narrazione di Vittore di Vita le vittime furono numerosissime specie nel clero cartaginese: chi subí durissimo martirio, chi fu esiliato. Tuttavia questo scrittore africano, contemporaneo dei fatti, pur elencando nomi di vescovi, sacerdoti e diaconi martirizzati o esiliati, non fa alcun cenno ad Ottaviano. Il nome di questo martire invece, appare in Gregorio di Tours con una notizia assai sommaria e generica: nella persecuzione scatenata da Unnerico, oltre ai vescovi Eugenio di Cartagine e Vindemiale, vennero martirizzati nella stessa Cartagine Ottaviano, arcidiacono, e molte migliaia di uomini e donne (484
Saint AVIT, soldat de l'armée wisigothique devenu ermite dans le Périgord (518).
Saint CAMELIEN, évêque de Troyes en Champagne (vers 536).
Saint PAULENAN, moine en Bretagne (VIème-VIIème siècles).
Saint FAIBHE, Irlandais de nation, higoumène d'Iona en Ecosse (vers 680).
Saint EUTHYME le Péloponnésien, martyr à Constantinople par la main des Musulmans (1814).
Saint BASILE, évêque de Priloutsk, martyr par la main des Communistes (Russie 1930).
Saint DEMETRE IVANOV, prêtre, martyr par la main des Communistes (Ukraine, 1934).
Sainte SOPHIE, abbesse à Kiev, martyre par la main des Communistes (Ukraine, 1941).
Venerable Isaac the Founder of the Dalmatian Monastery at Constantinople
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