giovedì 26 marzo 2015

27 marzo feste santi e memorie



 

Saint ANANIE, prophète (IXème siècle avant NSJC).
 I grandi Profeti dell'esilio babilonese
sta in

http://www.diocesiassisi.it/assisi/s2magazine/AllegatiTools/40/AT%208.%20I%20GRANDI%20PROFETI%20DELL%27ESILIO%20BABILONESE.pdf


Saints martyrs PHILET le sénateur, LYDIE son épouse, leurs deux enfants THEOPREPIUS et MACEDONE, AMPHILOQUE le chef de milice et CHRONIDE le greffier, martyrs en Illyrie sous Adrien (vers 121). Fileto sarebbe stato un nobile senatore illirico, Lidia la sua sposa, Macedone e Teoprepio i loro figli. Arrestati semplicemente in quanto cristiani, l’imperatore Adrianò li affidò all’alto ufficiale Anfilochio affinché li sottoponesse ad atroci torture. Dinnanzi alla fortezza con cui l’intera famiglia sopportò diversi supplizi, Anfilochio dovette desistere ed addirittura si convertì al cristianesimo. Allo stesso modo anche l’ufficiale di guardia della prigione, Cronide, seguì il suo esempio. L’imperatore si adirò molto al giungere della notizia alle sue orecchie e li fece sottoporre tutti e sei a nuovi supplizi nella speranza di farli desistere. Morirono infine immersi in una vasca ricolma di olio bollente.


Saints JEAN et BAROUCHIOS, morts par le glaive.

 










Troparion — Tone 3

With undaunted spirit you preserved the Faith, / And your soul, Matrona, was not enslaved by the cruelty of your torturers. / You excelled in contest, slaying the crafty one / And were mystically wedded to the Lord of creation. / Fervently entreat him to deliver us from all harm!

Kontakion — Tone 4

Filled with the light of the Spirit, O Matrona, / you regarded your prison cell as a bridal chamber; / and from it you hastened to your radiant dwelling in the heavens, crying out: / “In divine love for You, O Word, I gladly endured scourgings.”



 
Sainte MATRONE, esclave chrétienne martyre par la main de sa maîtresse juive, Plantilla, à Thessalonique (IIIème-IVème siècles). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome III des Ménées.) 
A Salonicco nella Macedonia, ora in Grecia, santa Matrona, martire, che, serva di una Giudea, mentre adorava Cristo di nascosto, fu scoperta dalla sua padrona e punita con vari supplizi; infine fu percossa a morte e, professando la sua fede in Cristo, rese incorrotto lo spirito a Dio. 


Saint ALEXANDRE, soldat, martyr à Drisipare en Pannonie sous Maximien (entre 286 et 305).Alessandro, legionario romano, militava agli ordini del tribuno Tiberiano, sotto l'imperatore Massimiano (286-305), allorché si rifiutò di sacriIicare a Giove, essendo cristiano, in occasione dell'inaugurazione in Roma di un tempio al padre degli dei. Arrestato e condotto davanti all'imperatore, professò apertamente la sua fede, per cui venne crudelmente torturato, consegnato quindi a Tiberiano ed infine inviato in Tracia, dove subì nuove più atroci torture, sopportate peraltro tutte con grande coraggio. Trasferito da una località all'altra dell'Illiria e della Tracia, fu sottoposto dovunque ad ulteriori più estenuanti interrogatori ed a spietati supplizi, finché a Drizipara (non molto lungi dall'attuale Karistiran) Tiberiano lo fece mettere a morte mediante decapitazione, che venne eseguita in un luogo distante 18 miglia dalla città. Il corpo di Alessandro fu gettato quindi in un fiume, donde venne ripescato, con l'aiuto di quattro cani, dalla madre stessa del martire, Pemenia, che, miracolosamente avvisata da un angelo, aveva potuto seguire il figlio per tutto il suo doloroso itinerario.
Il culto di Alessandro di Drizipara sembra risalire al sec. VI; intorno a quell'epoca, infatti, la pietà popolare aveva voluto innalzare, sul luogo dove la madre del martire aveva dato sepoltura al figlio morto per la fede, una magnifica chiesa in suo onore, che fu saccheggiata e distrutta all'inizio del 600 dagli Avari, i quali inoltre, secondo una testimonianza del cronista bizantino Teofilatto Simocatta, profanarono le reliquie del santo, subendo però l'immediato castigo divino: una peste che decimò le loro forze.


Saint IRENEE, évêque de Sirmium en Pannonie (aujourd'hui Sremski Mitrovica en Serbie), martyr sous Dioclétien (vers 304). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome III du Supplément aux Ménées.) (Autre mémoire le 6 avril.)

A Srijem in Pannonia, nell’odierna Croazia, passione di sant’Ireneo, vescovo e martire, che, al tempo dell’imperatore Massimiano, sotto il governatore Probo, fu dapprima frustato, poi per molti giorni torturato in carcere e infine portò a compimento il suo martirio con la decapitazione.



Saint JEAN de Lycopolis, ascète, thaumaturge et visionnaire en Egypte (394).

Saint AMATOR ou AMADOR, ermite en Portugal.

Saint EUTYCHE, évêque.

Saint CYRIQUE d'Apros en Thrace, moine.

Sainte AUGUSTA ou AUGUSTINE de Ceneda, vierge, assassinée par son père, un seigneur germanique établi dans le Frioul, parce qu'elle s'était convertie au christianisme orthodoxe et vénérée à Serravalle dans la province de Trévise en Vénétie (Vème siècle). Gli “Atti” di s. Augusta, cioè le notizie sulla sua vita e martirio, furono redatte alla fine del XVI secolo da Minuccio de’ Minucci di Serravalle, protonotario apostolico e segretario di papa Clemente VIII (1592-1605).
Questi “Atti” furono inviati agli editori dei volumi “De probatis sanctorum historiis” di Lorenzo Surio, certosino e agiografo tedesco (1522-1578) e furono inseriti nel vol. VII dell’edizione stampata a Colonia in Germania. Secondo questi “Atti”, Augusta era figlia di Matruco, capo alemanno (Alemagna - Germania), che aveva conquistato e sottomesso il Friuli; questi risiedeva a Serravalle (attuale borgo antico della città di Vittorio Veneto) ed era un accanito nemico della religione cristiana.
Augusta abbracciò la nuova fede segretamente, ma il padre ne venne comunque a conoscenza e la fece arrestare. Giacché si rifiutò di apostatare, fu gettata in un carcere e dopo varie torture, venne decapitata; il suo corpo fu ritrovato alcuni anni dopo sepolto su una collina, sovrastante Serravalle, che prese il suo nome; qui le fu dedicata dal V secolo, una chiesa molto frequentata dagli abitanti.
L’epoca del suo martirio è circa il 100 d.C.; la santa è anche conosciuta come Augusta di Ceneda, (secondo nucleo di Vittorio Veneto, città posta ai piedi delle Prealpi Bellunesi, in provincia di Treviso).

Saint LANGUY, ermite à Plougastel-Daoulas en Finistère de Bretagne (VIème siècle).

Saint DOMINIQUE, évêque des diocèses réunis de Cambrai et d'Arras en Artois (vers 545).

Saint VEDULPHE, successeur de saint Dominique comme évêque des diocèses réunis de Cambrai et d'Arras (vers 580). 

Saint RUPERT ou ROBERT, évêque de Worms, puis de Salzbourg, apôtre de la Bavière (718). fu anch'egli un tipico rappresentante dei " monaci irlandesi" itineranti.
S. Ruperto discendeva dai Robertini o Rupertini, un'importante famiglia che dominava col titolo di conte nella regione del medio e alto Reno. Da questa famiglia nacque anche un altro S. Ruperto (o Roberto), di Bingen, la cui vita venne scritta da S. Ildegarda. I Robertini erano imparentati con i Carolingi e centro della loro attività era Worms. Qui S. Ruperto ricevette la sua formazione di stampo monastico irlandese. Verso il 700, come i suoi maestri, si sentì spinto alla predicazione e alla testimonianza monastica itinerante e si recò perciò in Baviera, ottenendo buoni risultati a Regensburg e Lorch. Appoggiato dal conte Theodo di Baviera, sul lago Waller, 10 km a nord-est di Salisburgo, là dove ora è Seekirchen, fondò una chiesa, dedicata a S. Pietro. Ma il luogo non appariva adatto ai progetti di S. Ruperto che chiese al conte un altro territorio sul fiume Salzach, nei pressi dell'antica e cadente città romana di Juvavum.

Saint Rupert di Salisburgo Christian romano cattolico icona image 0
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Il monastero che vi costruì, dedicandolo a S. Pietro, è il più antico di tutta l'Austria e insieme il nucleo della nuova Salisburgo. Il suo sviluppo fu opera anche di dodici collaboratori che Ruperto fece venire dalla sua terra d'origine: tra essi Cunialdo e Gislero, onorati come santi. Non lontano dal monastero di S. Pietro, sorse pure un monastero femminile, affidato alla direzione dell'abbadessa Erentrude, nipote di Ruperto.
Fu questo manipolo di coraggiosi che fece sorgere la nuova Salisburgo, che a giusto titolo riconosce in Ruperto il proprio ri-fondatore: "La sua figura mostra come una personalità piena di forza e di sensibilità, affondando le radici nelle profondità dello spirito cristiano, è in grado di impedire con intelligenza e senza limiti geografici qualsiasi decadimento sia interiore che esterno " (J. Henning). S. Ruperto morì il giorno di Pasqua, e cioè il 27 marzo del 718. Le sue reliquie vengono conservate nella magnifica cattedrale di Salisburgo edificata nel sec. XVII. 


Saint ROMULE ou ROMULUS, abbé de Saissy-les-Bois en Nivernais (après 720).

Saint SUAIRLECH, premier évêque de Fore en Irlande (vers 750).

Saint PAUL, frère de saint Pierre d'Argos, évêque de Corinthe (vers 885).

Sainte ALKELDE ou ATHILDA, martyre en Angleterre par la main des Vikings païens (Xème siècle).

Saint EPHREM de Rostov (Russie 1454).

Saint ALEXANDRE, higoumène de Voche, près de Galitch sur la Volga (XVIème siècle).


Saint ANTOINE, archevêque de Tobolsk en Sibérie (1740).
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Icon of the Mother of God of Mt. Athos, "Sweet Kissing"


Icon of the Mother of God "of the Akathist"

Le 27 mars nous célébrons la mémoire de la Sainte Martyre MATRONE de THESSALONIQUE.
Monastère de Probota (Roumanie) XVIe s.
Ste Matrone 











Sainte Matrone était servante d'une noble juive, nommée Pautilla, qui était mariée au général de la garnison impériale de la ville de Thessalonique. Elle adorait Jésus-Christ comme le vrai Dieu et le priait en secret, pour ne pas éveiller l'attention de sa maîtresse. Lorsque, chaque jour, celle-ci se rendait à la synagogue, Matrone l'accompagnait jusqu'à la porte, puis elle se dérobait aussitôt pour se rendre à l'église et offrir ses prières au Seigneur, s'arrangeant pour être présente à la sortie de Pautilla. Or quand vint la Pâque juive. Matrone, qui désirait assister aux offices préparant la fête de la Résurrection du Seigneur, la vraie Pâque qui nous a fait passer de la mort à la vie, se rendit à l'église, mais elle tarda à réjoindre la synagogue et un des domestiques la dénonça à sa maîtresse. Pautilla, entrant alors dans une grande colère, déclara que si Matrone l'avait] trompée sur ce point elle devait bien être aussi fautive dans son service, et elle ordonna à ses autres serviteurs de l'attacher sur un banc et de la frapper de verges.
Aux accusations de Pautilla, Matrone répondit : « Oui, je suis Chrétienne, mais j'ai toujours obéi à vos ordres, sauf en ce concerne ma foi. En quoi ai-je manqué à votre service pour que vous déchiriez ainsi mon corps? Si toutefois vous voulez me donner la mort parce que j'adore Jésus-Christ, vous avez tout pouvoir sur vie, mais vous n'avez pas de puissance sur mon âme qui appartient à Dieu seul. Je ne redoute aucun de vos tourments; car Jésus, mon Sauveur et mon Maître, me vient en aide! »
On l'enferma ensuite pendant trois jours, et quand on ouvrit la cellule, Pautilla eut la surprise de la trouver sans aucune trace de blessures, dégagée de ses liens, debout, le visage radieux et chantant les louanges de Dieu. Sa haine n'en devint que plus furieuse et elle ordonna de la flageller de nouveau, avec plus de cruauté. A trois reprises la même guérison miraculeuse se produisit; mais, les coups de verges eurent finalement raison de la résistance que Matrone avait montrée. Au moment de rendre son âme à Dieu, elle dit : « Seigneur Jésus, Sauveur immaculé pour qui j'endure tous ces tourments, je remets maintenant mon âme entre Tes mains, daigne me recevoir dans la société de Tes martyrs! »
Afin de n'être pas accusée d'assassinat, Pautilla fit précipiter le corps de Matrone du haut d'un rocher et fit croire qu'elle avait été victime d'un accident. Par la suite l'Evêque Alexandre (début du IVe s.) Fit porter la précieuse relique à l'intérieur de la cité, dans un endroit où lon construisit une église dédiée à sainte Matrone.

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