venerdì 31 luglio 2015

1 agosto feste santi e memorie


Commémoration de la procession de la sainte et vivifiante Croix à Constantinople. (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome VIII des Ménées. Particularités de l'office slave traduites en français par le même au tome VIII du Supplément aux Ménées.)
http://www.johnsanidopoulos.com/2014/08/the-healing-properties-of-true-cross-in.html
Procession de la Sainte et vivifiante Croix à Constantinople : En ce jour, on avait coutume à Constantinople, de sortir la Relique de la précieuse Croix du palais impérial et de la porter à Sainte-Sophie, escortée par une foule de Prêtres et de Diacres qui l'encensaient sur le parcours. On s'arrêtait d'abord au petit baptistère, où l'on célébrait l'office de la sanctification des eaux, puis on déposait la Croix sur l'Autel de Sainte-Sophie. De la Grande-Église, on faisait, les jours suivants, le tour de la ville, quartier par quartier, jusqu'à la veille de la fête de la Dormition, afin de purifier l'air et de protéger les habitants de la capitale des épidémies qui se répandaient plus facilement en ces jours de chaleur. Après avoir ainsi procuré la santé et le réconfort à tous ceux qui la vénérait avec foi, la Sainte Croix était alors ramenée au palais.


http://oca.org/saints/lives/2015/08/01/102161-procession-of-the-honorable-wood-of-the-life-giving-cross-of-the









Troparion — Tone 1

O Lord, save Your people, / And bless Your inheritance! / Grant victories to the Orthodox Christians / Over their adversaries. / And by virtue of the Cross, / Preserve Your habitation!


Kontakion — Tone 4

As You were voluntarily crucified for our sake, / Grant mercy to those who are called by Your name; / Make all Orthodox Christians glad by Your power, / Granting them victories over their adversaries, / By bestowing on them the invincible trophy, Your weapon of peace!


“Fratelli, quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l'essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l'Israele di Dio. D'ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen...”
(Lettera di Paolo ai Galati cap. 6).




Il significato di questa festa lo si comprende dall'Horologion greco del 1897 in cui è riportato che di sovente nel periodo caldo di agosto la diffusione delle malattie era molto alta a Costantinopoli ed allora per evitare la proliferazione delle medesime e la relativa diffusione di contagi, si portava il Sacro legno in processione per le strade della capitale dell'Impero per benedirle e così facendo si evitavano la nascita e diffusione delle malattie. La Vivifacante Croce era prelevata dal tesoro imperiale e conclusa la processione veniva posta al centro della Cattedrale di Santa Sofia sino alla celebrazione della Dormizione della Santissima Madre di Dio ed in tale periodo vi era una quotidiana processione del Venerabile legno ed esposizione alla devozione popolare. E' una festa molto importante al pari dell'Esaltazione della Vivificante Croce e della Domenica della Santa Croce che si celebra la terza Domenica di Quaresima.

 http://www.johnsanidopoulos.com/2009/08/feast-of-procession-of-venerable-wood.html
 
 
 
 http://www.johnsanidopoulos.com/2011/08/dormition-of-theotokos-resource-page.html
Début du carême de la Dormition de la Mère de Dieu. 




Solomonia la madre dei sette fratelli Maccabei martiri con il loro maestro Eleazaro





Sept frères MACCABÉS : 
ABIM, ANTOINE, GOURIAS, 
ÉLÉAZAR, EUSÉBON, ALIM
et MARCEL, 
de leur mère SOLOMONIE, 
et de leur maître, 
le scribe ÉLÉAZAR 






Troparion — Tone 7

Let us praise the seven Maccabees, / with their mother Salome and their teacher Eleazar; / they were splendid in lawful contest / as guardians of the teachings of the Law. / Now as Christ’s holy martyrs they ceaselessly intercede for the world.



Kontakion — Tone 2

Seven pillars of the Wisdom of God / and seven lampstands of the divine Light, / all-wise Maccabees, greatest of the martyrs before the time of the martyrs, / with them ask the God of all to save those who honor you


si trova l'intera storia che è ovviamente biblica ed anche  arricchita dalla nostra Santa Tradizione
Al 1° agosto il martirologio romano riferisce: "Ad Antiochia, la Passione dei Sette ss. fratelli Maccabei, martiri, che soffrirono con la loro madre, sotto il re Antioco Epifane. Le loro reliquie, portate a Roma, furono deposte nella Basilica di S Pietro in Vincoli".
La loro storia è narrata nel II Mach. 7; ai sette fratelli è dato il nome di Maccabei, soltanto dal libro che ne parla. Il II Mach. è un riassunto della storia, redatta in greco da Giasone, un giudeo di Cirene che scriveva poco dopo il 160 a. C., in cui si narra la persecuzione subita dai Giudei fedeli, ad opera di Antioco IV Epifane; in particolare, il martirio di Eleazaro (cap. 6) e quello dei nostri martiri (cap. 7). La narrazione del cap. 7 è ripresa e assai ampliata nell'apocrifo IV Mach.
Ecco i punti salienti di II Mach. 7: "Sette fratelli, arrestati insieme con la madre si volevano costringere a prendere le carni proibite di porco... Uno di essi, fattosi portavoce di tutti, disse: "Che cosa vorresti domandare o sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi paterne".
Generalmente si ammette che essi furono martirizzati ad Antiochia, tale è, comunque, la tradizione comune delle Chiese d'Oriente e d'Occidente.
I primi cristiani ammirarono questi valorosi martiri del giudaismo, precursori dei martiri del Cristo. Il loro culto si diffuse rapidamente e la loro festa sembra sia stata universale nella Chiesa verso il sec. V. La storia del culto dei santi martiri è cosí riassunta dalle Vies des Saints (citt. in bibl. ). Già appaiono nel Martirologio Siriaco (412), nei Calendari di Polemius Silvius (448) e di Cartagine (secc. V-VI), e nell'insieme dei mss. del Martirologio Geronimiano. Su questi martiri possediamo testi di s. Gregorio Nazianzeno (PG, XXXV), s. Giovanni Crisostomo, s. Agostino , s. Ambrogio, s. Gaudenzio di Brescia, pseudoLeone.
Secondo s. Girolamo (m. 420), le reliquie dei sette fratelli erano a Modin ed egli si meravigliava che fossero venerate ad Antiochia. L'Itinerarium detto di Antonino (ca. 570) nomina Antiochia in cui riposano con altri santi e s. Giustina "i fratelli Maccabei, in tutto nove tombe, sormontate ciascuna dagli strumenti del loro supplizio".
Il Martirologio Siriaco nomina i Maccabei "figli di Samunas" ad Antiochia, nel quartiere giudaico, al 1° agosto. I sinassari bizantini offrono sette nomi e la madre è Solomonis. Le liste siriache e armena sono differenti. Il Calendario marmoreo napoletano (sec. IX) congiunge i Maccabei a una santa EELI.
Con ogni probabilità il martirio avvenne ad Antiochia dove le tombe furono venerate fino al sec. VI. Dopo il 551 le reliquie furono portate a Costantinopoli e da 11, almeno in parte, a Roma, sotto Pelagio I (556-561)E' possibile però si tratti di Pelagio II (579-590) e che le reliquie siano venute direttamente da Antiochia. Esse comunque si venerano a Roma, in S. Pietro in Vincoli, chiesa la cui festa titolare cade in questo stesso giorno, 1° agosto.

Mémoire des sept frères MACCABEES: ABIM, ANTOINE, GOURIAS, ELEAZAR, EUSEBON, AKHIM (SAMONAS) et MARCEL, de leur mère SOLOMONIE et de leur maître, le scribe ELAZAR (~164 et ~161). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome VIII des Ménées. Autre office traduit par le même au tome XV du Supplément aux Ménées.)


Commemorazione della passione dei santi sette
 fratelli martiri, che ad Antiochia in Siria, sotto il regno di Antioco esempio di virtù.
Commemorazione della passione dei santi sette fratelli martiri, che ad Antiochia in Siria, sotto il regno di Antioco Epifane, per aver osservato con invitta fede la legge del Signore furono messi crudelmente a morte insieme alla loro madre, la quale patì per ognuno dei suoi figli, ma, come si racconta nel secondo Libro dei Maccabei, in tutti conseguì la vittoria della vita eterna. Insieme si celebra la memoria di santo Eleázaro, uno degli scribi più stimati, uomo già di età avanzata, che nella stessa persecuzione si rifiutò di cibarsi, per sopravvivere, di carne proibita, preferendo una morte gloriosa a una vita ignominiosa, e precedette per questo di buon grado gli altri al supplizio, lasciando un mirabile esempio di virtù.
http://www.santiebeati.it/dettaglio/90530

Saints BON, FAUSTE, MAURE, CALOMNIOSE, JEAN, EXUPERE, CYRILLE, BASILE, THEODORE, CARTULE et HONORAT, martyrs à Rome sous Valérien (entre 253 et 260).

Saints SECONDINE, DONATULA, SECONDOLA, MAXIMA, JUSTA, MANANDRUS, PROFUNUS, SILVAIN et DONAT, martyrs à Rome. 
Sainte JUSTE, vierge et martyre à Aquilée en Vénétie-Julienne (probablement sous Dioclétien).Saints LEONCE, ATTIOS, ALEXANDRE, CINDEE, MNISITHEE, CYRIAQUE, MINNAIOS, CATON et EUKLEOS, martyrs sous Dioclétien à Pergé en Pamphylie (vers 300).

Les saints martyrs POLYEUCTE, qui accomplit son martyre en étant enseveli vivant dans un tas de fumier, THEODORE et CYRIQUE, morts par le glaive, ELEAZAR, qui eut la tête brûlée, et leurs compagnons dont la synaxe était célébrée au quartier de Viglentios à Constantinople.

Saints martyrs MINES et MENEOS, dont la synaxe était célébrée au quartier de l'Hebdomon.

Saint martyr PAPAS le Jeune qui, après avoir été jeté dans un sac, fut précipité dans la mer.

Saint LEON (LION, LEUS, LEO), prêtre ou évêque de Ferrare en Toscane, vénéré à Viguenza (IVème siècle).

Saints FELIX et ROMAIN, martyrs à Girone en Catalogne sous Dioclétien (304).

Saint VERUS Ier, métropolitain de Vienne en Dauphiné (après 314).

Saint EUSEBE, évêque de Verceil en Piémont, qui confessa la foi orthodoxe face à l'arianisme (vers 371). (Office composé en français par le père Denis Guillaume et publié au tome XV du Supplément aux Ménées à la date du 2 août.)

 


Sainte ELESA, vierge, martyre assassinée sur l'île de Cythère par son propre père qui voulait la marier contre son gré (375).

Saint VERUS II, métropolitain de Vienne en Dauphiné (Vème siècle).

Saint EXUPERE (SPIRE, EXUPERIUS), premier évêque de Bayeux en Normandie (405).

Saint RIOCH, neveu de saint Patrick, higoumène d'Innisboffin en Irlande (vers 480).

Saint SEVER, prêtre en Bigorre, vénéré à Saint-Sever-de-Rustan (vers 500).

Sainte ALMEDHA (ELED, ELEVETHA), martyre près de Brecon dans le pays de Galles (VIème siècle).

Saint PERGAT, évêque itinérant dans le Trégor en Bretagne (VIème siècle). 

Saint KENNETH (KINED), ermite à Llangenydd au pays de Galles (VIème siècle).
Troparion (Tone 2):  Rejecting thy princely dignity and worldly position, thou didst retire to the desert, O righteous Kenneth, and as we rejoice in thy God-pleasing asceticism, beseech Christ our God that He will save our souls.

St. Kenneth was born in the 6th century. There are differing accounts of his birth. One legend says that he was born of an incestuous relationship in King Arthur's Court. He is said to have been born with a deformed leg because of this. Then he was disposed of in a floating basket, which the seagulls guided onto the Gower Peninsula. The other legend says that he was the son of St. Gildas the Wise. St. Gildas was married and his wife birthed Kenneth, then died not long after. By either account, Kenneth was raised in a very aescetic, Christian setting. He went on to establish a monastery and church in Gower, known as Llangenydd which is Welsh for "St. Kenneth". He later went to Ploumelin in Brittany, where he continued to minister and where he reposed. However, his body was taken back to Gower and buried in the church there. In Welsh, his name is spelled as Kyned, Kened, Keneth or Cenydd.
Saint TIMOTHEE le Thaumaturge, évêque de Proconèse (après 527).

Saints VENERAND (536), PAUL Ier (544), JUCONDIN (vers 600), SECONDIN (622) et RECOLEME (vers 640), abbés de Saint-Maurice d'Agaune en Valais.

Saint ARCADE, évêque de Bourges en Berry (vers 549).

Saints FRIARD et SECONDEL (SEC'HNALL), ermites à Vidunet au diocèse de Nantes en Bretagne (577). Saint Friard est le patron des laboureurs.

Saint PEREGRIN, Irlandais de nation, ermite dans les Apennins, près de Modène en Emilie-Romagne (643). 
Saint JONAT (JONATUS, DONAT), higoumène de Marchiennes en Hainaut (695).

Sainte MARIE la Consolatrice, soeur de saint Annon, évêque de Vérone en Vénétie, et qui délivra Vérone de la famine (VIIIème siècle). 

Saint ETHELWOLD (ETHELWOLDUS, ADELWOLD, ADWEIL), évêque de Winchester dans le Wessex (981).

La fête de notre Très Miséricordieux Sauveur le Christ Dieu et de sa Très Sainte Mère, l'Enfantrice de Dieu, Marie, commémorant l'aide d'En-Haut accordée à saint André Bogolioubski, grand-prince de Vladimir, et à Manuel Comnène, empereur des Romains, contre les ennemis de la foi (1164). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome VIII du Supplément aux Ménées.)

L'icône de la Mère de Dieu "SILOUAMSKAÏA" (1164).
Saint Anthony the New, Wonderworker of Beroia
http://www.johnsanidopoulos.com/2010/01/saint-anthony-new-wonderworker-of.html
Saint BASILE, évêque de Tchernigov, martyr par la main des Communistes (Ukraine 1918).

Saint DEMETRE, prêtre, martyr par la main des Communistes (Russie 1937).

Saint ALEXANDRE, confesseur en Union soviétique (1961)

giovedì 30 luglio 2015

31luglio elogio iconografico a San Giuseppe D'Arimatea-Saint JOSPEH d'Arimathie, membre du Sanhédrin et disciple secret du Seigneur, fondateur de l'Eglise de Lydda (aujourd'hui Lod en Israël) et peut-être premier évangélisateur des îles Britanniques (Ier siècle). (Office composé en français par le père Denis Guillaume et publié au tome XV du Supplément aux Ménées.)















Saint JOSPEH d'Arimathie, membre du Sanhédrin et disciple secret du Seigneur, fondateur de l'Eglise de Lydda (aujourd'hui Lod en Israël) et peut-être premier évangélisateur des îles Britanniques (Ier siècle). (Office composé en français par le père Denis Guillaume et publié au tome XV du Supplément aux Ménées.)


Troparion tone 2
Noble Joseph took Thine immaculate Body down from the tree,/ wrapped it
in a clean shroud and spices,/ and having embalmed It, laid It in a new
sepulchre./ But on the third day Thou didst rise, O Lord, granting the
world great mercy.

 Il nobile Giuseppe, calato dal legno il tuo corpo immacolato, lo avvolse in una sindone pura con aromi e curandolo, lo depose in un sepolcro nuovo.
Ma tu poi Signore al terzo giorno sei risorto donando al mondo la grande misericordia 



Tropaire ton 2
Le noble Joseph descendit de la Croix Ton Corps très pur,/
l'enveloppa d'un linceul immaculé et l'oignit d'aromates,/ ...
et L'ayant embaumé, Le déposa dans un sépulcre neuf./
Mais le troisième jour Tu Te relevas, O Seigneur, accordant au monde une grande Miséricorde.


 



 http://www.johnsanidopoulos.com/2015/07/saint-joseph-of-arimathea.html

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31 luglio feste santi e memorie





Saint JOSPEH d'Arimathie, membre du Sanhédrin et disciple secret du Seigneur, fondateur de l'Eglise de Lydda (aujourd'hui Lod en Israël) et peut-être premier évangélisateur des îles Britanniques (Ier siècle). (Office composé en français par le père Denis Guillaume et publié au tome XV du Supplément aux Ménées.)


Troparion tone 2
Noble Joseph took Thine immaculate Body down from the tree,/ wrapped it
in a clean shroud and spices,/ and having embalmed It, laid It in a new
sepulchre./ But on the third day Thou didst rise, O Lord, granting the
world great mercy.



pochi riferimenti storici si desumono dai quattro Evangelisti allorquando narrano la deposizione e la sepoltura di Gesú. Originario di Arimatea, di condizione assai agiata, era un discepolo di Gesú, ma come Nicodemo non aveva dimostrato la propria fede per paura dei Giudei, fino al periodo della Passione. Tuttavia durante il processo di Gesú, partecipando alle sedute del sinedrio, per il senso di giustizia che l'animava e per l'aspettativa del regno di Dio, aveva osato dissentire dai suoi colleghi non approvando le risoluzioni e gli atti di quell'assemblea. Anzi maggior coraggio dimostrò dopo la morte del Maestro, quando arditamente, come stesprime Marco, si presentò a Pilato per ottenere la sua salma e darle degna sepoltura, impedendo cosI che fosse gettata in una fossa comune, con quella dei due ladroni. Nel pietoso intento, Giuseppe trovò collaborazione, oltre che nelle pie donne, anche in Nicodemo, accorso portando con sé aromi (mirra ed aloè). Giuseppe, secondo quando detto in Mt. (27, 59), aveva comprato una bianca sindone. I due coraggiosi discepoli, preso il corpo di Gesú, lo avvolsero in bende profumate e lo deposero nel sepolcro nuovo. scavato nella roccia, che Giuseppe si era fatto costruire nelle vicinanze del Calvario. Era il tramonto quando Giuseppe "rotolata una grande pietra alla porta del sepolcro andò via" (Mt. 27 60

Un racconto del sec. IX riferisce che il patriarca Fortunato di Gerusalemme per non essere catturato dai pagani, fuggí in Occidente al tempo di Carlo Magno portando con sé le ossa di Giuseppe d'Arimatea; nel suo peregrinare si fermò per ultimo nel monastero di Moyenmoutier, di cui divenne abate. Le reliquie del santo furono poi trafugate dai canonici.
Il culto piú antico sembra però stabilito in Oriente. In alcuni calendari georgiani del sec. X la festa è menzionata il 30, 31 agosto o anche la terza domenica dopo Pasqua. Per i Greci invece la commemorazione era il 31 luglio. In Occidente fu particolarmente venerato a Glastonbury in Inghilterra, ove, secondo una tradizione, avrebbe fondato il primo oratorio. Nel Martirologio Romano fu inserito al 17 marzo dal Baronio. Al compilatore degli Annali l'inserimento fu suggerito dalla venerazione che i canonici della basilica vaticana davano ad un braccio del santo, proprio il 17 marzo. Al tempo del Baronio la più antica documentazione della reliquia era uno scritto del 1454. Tuttavia nessun martirologio occidentale prima di tale data faceva menzione di culto a s. Giuseppe d'Arimatea.




Saint CALIMERIUS, Grec de nation, évêque de Milan en Lombardie et apôtre de la vallée du Pô, martyr sous Commode (vers 190).

DOUZE martyrs romains morts par le glaive.


Saints DEMOCRITE, SECOND et DENYS, martyrs à Synnade en Phrygie.

Saint FABIUS, soldat, martyr à Césarée de Maurétanie (aujourd'hui Cherchell en Algérie) sous Dioclétien (vers 300).
 
Santa Giulitta (o Giuditta) Martire di Cesarea in Cappadocia
dal sito
Giulitta, nativa di Cesarea e di Cappadocia, consumò in questi luoghi il martirio verso il 307.
Gli imperatori Diocleziano e Massimiano avevano pubblicato un editto con il quale si negava ai Cristiani qualunque tutela della legge. Un farabutto di Cesarea ne approfittava, usurpando a Giulitta gran parte del suo patrimonio. Questa istituì causa formale contro l  usurpatore; ma accorto uomo protestò che essa non poteva agire legalmente perché cristiana, e che la legge non permetteva alcuna azione legale a chiunque rifiutava l adorazione degli dèi dell impero.
Il giudice in conformità agli editti dichiarava naturalmente che Giulitta avrebbe usufruita la protezione della legge unicamente sacrificando agli dèi. Ma Giulitta, per rimanere fedele alla sua fede, si dichiarò disposta e decisa a rinunziare a tutto, anche all onore e alla vita.
A questa forte professione di fede, il giudice le negò subito qualunque procedimento nella causa. Anzi, come cristiana, le fece le interrogazioni di uso ai martiri citati nei tribunali.
Giulitta, con calma e tranquillità, rispose di essere serva di Gesù Cristo Dio, al quale non avrebbe mai rinunciato. Fu allora condannata alla confisca di tutti i suoi beni e ad essere bruciata viva.


Si narra che Alessandro  il governatore romano teneva isulle sue ginocchia. Quirico,.il figlio di Giulitta e il fanciullo vista la madre sofferente e sentite le sue parole, si disse anch'egli cristiano e morì scaraventato a terra dal governatore

fuori della città era stato acceso un gran rogo dove la Martire doveva essere gettata

La folla dei curiosi era là attorno alla catasta per godere del lugubre spettacolo, ma Dio la volle far testimone di un meraviglioso prodigio: appena Giulitta venne buttata sul fuoco, la sua anima volò a Gesù e il suo corpo, protetto da una arcata di fiamme, rimase illeso e intatto.
Fu seppellita nel vestibolo del tempio della città e vicino alla sua tomba sgorgò prodigiosamente una fontana d ¢acqua dolce e salutare per gli ammalati.
S. Basilio dice che la Martire ripetè la grazia che il profeta Eliseo fece a quelli di Gerico, mutando con la sua benedizione in acqua dolce e gradita quella che era inquinata.


Saint FIRMUS, évêque de Thagaste en Numidie, martyr (IVème siècle).






Dédicace de l'église de l'Enfantrice de Dieu des Blachernes.

“Vidi la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono:
<<Ecco la dimora di Dio con gli uomini!
Egli dimorerà tra di loro
ed essi saranno suo popolo
ed egli sarà il Dio – con loro.
E tergerà ogni lacrima dai loro occhi;
non ci sarà più la morte,
né lutto, né lamento, né affanno,
perchè le cose di prima sono passate >>...”

(Apocalisse di Giovanni cap. 21)

“Io gioisco pienamente nel Signore,
la mia anima esulta nel mio Dio,
perchè mi ha rivestito delle vesti di salvezza,
mi ha avvolto con il manto della giustizia,
come uno sposo che si cinge il diadema
e come una sposa che si adorna di gioielli...”

(Libro del Profeta Isaia cap. 61).


Translation à Chypre des reliques du saint Apôtre Philippe.



Saint GERMAIN l'Auxerrois, évêque d'Auxerre en Bourgogne, apôtre en Grande-Bretagne avec saint Loup de Troyes, confesseur de la foi orthodoxe face au pélagianisme, thaumaturge, qui intercéda pour l'Armorique auprès de Goar, roi des Alains, mort à Ravenne en Emilie-Romagne, le plus illustre des évêques des Gaules après saint Martin de Tours (448). (Office composé en français par le père Denis Guillaume et publié au tome XV du Supplément aux Ménées.)
Tropaire à saint Germain d'Auxerre
Saint évêque Germain, notre protecteur, honneur et consolation de l'Église de Gaule. Tu as quitté la gloire et les richesses pour suivre avec humilité le Christ notre Dieu. Tu as combattu les hérésies et fait triompher la vraie Foi. Ô père des Auxerrois, refuge des malheureux, prie le Christ de nous affermir dans Sa miséricorde.

 San Germano d'Auxerre vescovo romano cattolico cristiano icona placca di legno

Figlio di Rustico e Germanilla, il vescovo Germano, nacque ad Auxerre (dipartimento dell Yonne, Francia); i suoi genitori erano grandi proprietari terrieri, forse di rango senatoriale. Studiò le arti liberali (che nel Medioevo erano sette e divise in due gruppi: arti del  trivio  o letterarie, cioè grammatica, retorica, dialettica e arti quadrivio o scientifiche, cioè aritmetica, geometria, musica, astronomia); quindi studiò quelle del  trivio  e poi andò a Roma per acquisire il dottorato in Diritto ed esercitare la professione di avvocato.
In seguito divenne governatore della Provincia Lionese Quarta, cui apparteneva Auxerre; il 1° maggio 418 morì il vescovo della città s. Amatore, e il clero, la nobiltà e il popolo, come si usava allora, lo scelsero per loro vescovo, pur essendo sposato;

Germano comunque si mostrò degno della scelta operata dai suoi fedeli e dal clero; distribuì i suoi beni ai poveri, adottò uno stile di vita umile e mortificato

La sua opera di vescovo fu importante, ammaestrò i suoi chierici e i suoi monaci; sviluppò la vita monastica in Gallia, fondò un monastero maschile sulla riva destra del fiume Yonne dedicato ai Ss. Cosma e Damiano; eresse una basilica a S. Albano martire inglese e un  'altra più piccola destinata alla propria sepoltura, dedicata a S. Maurizio e compagni martiri e che in seguito sarà chiamata di S. Germano.
Fece da mediatore verso il capo degli Alani nella regione di Orléans, convincendolo a trattare, salvando così l  'Armorica (gli Alani erano una popolazione caucasica, che al seguito degli Unni, penetrarono nell   Europa centrale, contribuendo alla caduta dell  impero romano); prese posizione contro l  eccessivo peso delle imposte pagate dai suoi diocesani.
Ma Germano fu impegnato anche in iniziative pastorali in Inghilterra, delegato dal papa s. Celestino I nel 429-30, contro l  eresia pelagiana ottenendo un netto successo. (Il pelagianesimo fu un movimento ereticale iniziato da Pelagio (360-422) monaco britannico, che accentuando le capacità naturali del libero arbitrio, negava la necessità della Grazia divina per il retto uso della volontà umana).
Nella Pasqua del 430, contribuì alla vittoria dei Brettoni sui Pitti e i Sassoni, facendo gridare loro un fragoroso Alleluia che spaventò gli avversari; ritornò in Gran Bretagna una seconda volta nel 445 e certi studiosi dicono, che Germano avesse portato nella grande isola il testo delleEpistole  di s. Paolo, riprodotto dal Libro di Armagh si dice che s. Patrizio, apostolo dell Irlanda, vivesse ad Auxerre, già al tempo del vescovo s. Amatore e che fosse discepolo di s. Germano.
Suscitò e incoraggiò fra i Brettoni, la vocazione religiosa della giovane s. Genoveffa (patrona di Parigi). Nel 448 infine si recò alla corte imperiale di Ravenna, per perorare la causa dell ¢Armorica (antico nome della Bretagna) in conflitto con Ezio, vicario imperiale della Gallia, che minacciava di farla invadere dagli Alani.
E durante questa  ultima missione, Germano morì a Ravenna il 31 luglio 448, fra il compianto generale, specie dell imperatrice madre Galla Placidia e dei vescovi presenti, in particolare di s. Pier Crisologo, vescovo di Ravenna.
Il suo corpo fu imbalsamato, deposto in una cassa di cipresso e riportato ad Auxerre, come da suo desiderio. Il trasporto fu organizzato dalla corte imperiale per mezzo di squadre di soldati; viaggio difficoltoso per un vivo, visto la distanza e la viabilità di allora, figuriamoci per una bara, che ad ogni modo fu venerata al suo passaggio, dalle popolazioni locali.
Il corteo entrò ad Auxerre il 22 settembre 448 e dopo otto giorni di esposizione solenne nella cattedrale, la salma venne inumata il 1° ottobre nella basilica da lui fatta costruire.
Il culto fu immediato non solo ad Auxerre, dove fu il primo santo locale, ma anche in tutta la Gallia

la festa fu fissata al 31 luglio e la sua tomba divenne meta di pellegrinaggio
http://la-france-orthodoxe.net/fr/saint/germain_dauxerre

Saint GOSSELIN (ANSOLIN), évêque de Metz en Lorraine (460).

Saint HYMETIERE, des Pères du Jura, moine de Saint-Oyend à Condate (aujourd'hui Saint-Claude), fondateur de Saint-Hymetière en Franche-Comté (VIème siècle).




Saint EUDOCIME le Juste, gouverneur militaire de la Cappadoce, puis de tout l'Empire, ascète, modèle de chasteté et philanthrope, thaumaturge (IXème siècle). (Office traduit par le père Denis Guillaume au tome VII des Ménées.)

Saint NEOT (NEEDS), ermite dans les Cornouailles, éponyme de Saint Neot dans les Cornouailles et de St Neots dans le comté de Cambridge (vers 877 ou 880).

Saint JEAN l'Exarque, Bulgare de nation, exarque de l'Eglise bulgare et traducteur (entre 917 et 927).

Saint ARSENE, évêque de Ninotsminda (Géorgie 1082).




Un NOUVEAU-MARTYR CRETOIS ANONYME, martyr par la main des Musulmans (1811). 

http://www.johnsanidopoulos.com/2014/07/saint-dionysios-venerable-martyr-of_31.html

 
Saints BENJAMIN, métropolite de Pétrograd, SERGE, archimandrite, GEORGES et JEAN, martyrs par la main des Communistes (Russie 1922).

Saint NICOLAS, prêtre, martyr par la main des Communistes (Russie 1941).

Saint BASILE, évêque de Kinéchma, confesseur (Russie 1945).