domenica 31 dicembre 2017

1 gennaio santi italici ed italo greci



Santi Martiri Siciliani a Siracusa durante la persecuzione neroniana (dal 64 al 68 )
 http://siciliasantiprimomillenni.blogspot.it/2016/12/per-il-1-gennaio.html
 
 
Santo Almachio(in alcuni codici chiamato anche Telemaco) martire a Roma - Martirologio Romano: A Roma, sant’Almachio, che, opponendosi agli spettacoli gladiatori, per ordine del prefetto di Roma Alipio fu ucciso dai gladiatori stessi e così ascritto tra i martiri vittoriosi.


http://www.johnsanidopoulos.com/2017/01/holy-martyr-telemachus-who-put-end-to.html



Narra Teodoreto (Storia Eccl., V, 26) che un certo monaco Telemaco sarebbe venuto dall'Oriente a Roma per far cessare la crudeltà dei combattimenti dei gladiatori. Un giorno durante uno spettacolo scese in mezzo all'arena fra i combattenti, cercando di far cessare la strage, ma gli spettatori indignati lo lapidarono. L'imperatore Onorio, informato di ciò, annoverò Telemaco nel numero dei gloriosi martiri, e vietò quegli spettacoli.
In alcuni codici del Martirologio Geronimiano è ricordato al 1° gennaio un martire Almachio, il quale, avendo detto: «Oggi è l'ottava del Signore: cessate dalle superstizioni degli idoli e dai sacrifici immondi», fu fatto uccidere dai gladiatori per ordine di Alipio, prefetto della città. Nonostante le diversità del nome e di alcune particolarità, tuttavia facilmente superabili, non c'è dubbio che si tratti dello stesso personaggio, la cui storia sarebbe così riferita da due fonti indipendenti. Teodoreto riporta forse la tradizione popolare orientale, mentre il Geronimiano ha usato una passio oggi perduta.
Dall'accenno al prefetto Alipio, contenuto in questa, sembrerebbe che il martirio di Almachio sia avvenuto nel 391: ma ciò non concorda con la notizia di Teodoreto che parla dell'imperatore Onorio. Qualcuno perciò ha pensato di spiegare il contrasto supponendo che Alipio fosse stato una seconda volta prefetto sotto Onorio o che l'imperatore, ricordando il sacrificio di Almachio, si fosse deciso a sopprimere i giochi dei gladiatori. Questi, infatti, erano ancora in uso nel 403, poiché Prudenzio supplicava l'imperatore di sopprimerli (Contra Symmachum, II, 1414-1429), e soltanto dopo il 410 i giochi cessarono del tutto. Anche la diversità del nome nelle due fonti ha fatto dubitare dell'esistenza storica del martire, ma le obiezioni addotte non sembrano perentorie; non mancano buone ragioni per ritenere con il Martirologio Geronimiano che il vero nome del santo fosse Almachio.










Santo Giustino Vescovo di Chieti (verso il 540) - resse la diocesi di Chieti durante il travagliato periodo delle invasioni barbariche e della diffusione dell’eresia ariana, cioè intorno alla fine del IV secolo.

Tratto da  http://www.santiebeati.it/dettaglio/35960

San Giustino è considerato da un’antica tradizione l’evangelizzatore della città di Chieti, nonchè il suo primo vescovo, nonostante molte incertezze circa il periodo in cui sarebbe vissuto. Non esiste infatti una documentazione storica dalla quale trarre notizie particolareggiate circa la sua vita: solo nel XV secolo comparirono alcune sue “passio”, in gran parte ricalcate a modello di quelle dei santi omonimi, che finiscono per confonderlo con un santo di Siponto che avrebbe subito il martirio in Abruzzo nel III secolo insieme ai fratelli, Fiorenzo e Felice, ed alla nipote, Giusta.
E’ cosa comunque certa che la cattedrale di Chieti venne invece intitolata al santo vescovo Giustino almeno sin dal IX secolo. Proprio a tale epoca risalgono, infatti, i primi documenti sulla chiesa a noi pervenuti. Assai probabilmente San Giustino  resse la diocesi di Chieti durante il travagliato periodo delle invasioni barbariche e della diffusione dell’eresia ariana, cioè intorno alla fine del IV secolo.
In tale frangente storico, dinnanzi al dissolversi delle istituzioni statali dell’Italia del tempo, il popolo iniziò a stringersi attorno ai pastori, scelti tra le figure più carismatiche del mondo cristiano. Non sono poche, infatti, le città italiane a venerare quali santi i loro vescovi di quel periodo.
Gran parte delle reliquie del santo sono ancor oggi venerate in un’urna, posta nella cripta della cattedrale teatina. Oggetto di una particolare ed antica venerazione è il Santo Braccio, al quale la devozione popolare attribuì numerosi miracoli, tra i quali quello del 593 in cui il Santo Braccio, portato in processione dai teatini, respinse un’invasione di cavallette che minacciavano i raccolti nei dintorni della città.






dal testo francese del sinassario che consulto


Plusieurs MARTYRS immolés à Syracuse en Sicile sous Néron (67). 

Saint CONCORDE (CONCORDIUS), prêtre, martyr à Spolète en Ombrie (vers 175). 

Saints CAÏUS, JACTUS et HERACLUS, martyrs à Bologne en Emilie-Romagne.

Saints VICTOR, FELIX, NARCISSE, ARGYRE et leurs compagnons, martyrs en Afrique.
 
Saints PRIMIEN, SATURNIEN, VICTOR, HONORE, SATURNIEN, LEUCIUS et HERMES, martyrs à Pavie en Lombardie.
 
Saint martyr THEODOTE. TRENTE soldats martyrs à Rome sous Dioclétien (vers 303).  
Saint SEVERE, martyr à Ravenne (304).
 
Saint ALMAQUE ou TELEMAQUE, moine, martyr à Rome par la main de païens à qui il reprochait leurs pratiques superstitieuses
 
Saint JUSTIN, évêque de Chiéti dans les Abruzzes (543). resse la diocesi di Chieti durante il travagliato periodo delle invasioni barbariche e della diffusione dell’eresia ariana, cioè intorno alla fine del IV secolo.
 

1 gennaio santi di Francia


 Risultati immagini per immagini del komboskini ortodosso

Saints EVANT et HERMES, martyrs en Rhétie (actuel canton suisse des Grisons)

 Saint MARTIN, higoumène de Lérins en Provence (VIème siècle). 


Saint OYEND (EUGENDUS), higoumène à Condat, aujourd'hui la ville de Saint-Claude dans le département français du Jura (510)
 
Saint BASILE, évêque d'Aix-en-Provence (521
 
 Saint AGRIPPIN, évêque d'Autun en Bourgogne, qui conféra la prêtrise à saint Germain de Paris (541). 
 
Saint FELIX, vingt-troisième évêque de Bourges en Berry (après 573)
 
 Saint CLAIR, higoumène de Saint-Marcel à Vienne en Dauphiné (vers 660).  A Vienne in Burgundia, nell’odierna Francia, san Chiaro, abate del monastero di San Marcello, che lasciò ai suoi monaci un esempio di perfetta vita religiosa. 

Saint STABLE, trente-huitième évêque de Clermont en Auvergne (IXème siècle). 
 
 Saint JARNETIN, hiéromoine à Redon en Bretagne (vers 888).
 
 
 

1 Gennaio Santi Martiri dal XVI al XXI secolo

 

Saint néomartyr PIERRE du Péloponnèse, pendu par les Musulmans à Témissis, en Asie mineure, après avoir refusé de baiser le Coran (1776). 
 
Saint PLATON, évêque de Tallin (Reval) en Estonie, et les prêtres MICHEL et NICOLAS avec lui, martyrs par la main des Communistes (1919).

Saint ALEXANDRE, archevêque de Samara, et avec lui les prêtres JEAN, ALEXANDRE, JEAN, ALEXANDRE, TROPHYME, VIATCHESLAV, BASILE et JACQUES, martyrs par la main des Communistes (1938).
 
 

31 dicembre santi italici ed italo greci


 
Sante  Donata, Paolina, Rogata, Dominanda, Serótina, Saturnina e Ilaria, martiri a Roma

tratto da http://www.santiebeati.it/dettaglio/91449


Santa Donata è la prima in ordine di citazione, di un gruppo di vergini martiri a Roma; esse sono Donata, Paolina, Rogata, Dominanda, Serotina, Saturnina e Ilaria.
La loro esistenza è senz’altro confermata, in quanto sono citate al 31 dicembre nel ‘Martirologio Geronimiano’; poi anche nel “Liber de locis sanctis martyrum” della prima metà del secolo VII.
Inoltre anche la recentissima edizione del ‘Martyrologium Romanum’ del 2002 le riporta tutte e sette alla stessa data.
Detto questo si può aggiungere, che dopo il ritrovamento delle loro reliquie, unitamente a quelle dei santi martiri Alessandro, Vitale e Marziale (celebrati il 10 luglio), nel cimitero dei Giordani sulla via Salaria Nuova, una loro venerazione fu promossa da papa Adriano I (772-795).
Purtroppo altro non si sa della loro vita, né come morirono, furono certamente delle martiri romane presumibilmente del primo secolo; ci colpisce la circostanza che erano sette donne

Santi Stefano Ponziano Attalo Fabiano Cornelio Sisto Floro Quintiniano Minervino e Simpliciano martiri a Catania
Il martyrologium Romanum al 31 dicembre  dice testualmente:Càtanaem
Catànae, in Sicilia, passio sanctòrum Stèphani, Pontiàni, Attali, Fabiàni, Cornèlii, Sexti, Floris, Quinctiàni, Minervini et Simpliciàni..   Senza nessun’altra notizia.

Il Lancia di Brolo, li colloca nel capitolo dei santi martiri di data incerta, e afferma che il cardinale Baronio, li dice catanesi  e che sono sepolti in Catania , nel luogo in cui sorge “ il cenobio delle moniali di San Benedetto


Santo Barbaziano presbitero a Ravenna e padre spirituale dell'imperatrice Augusta  Placidia
tratto da http://www.santiebeati.it/dettaglio/83490


Il Martirologio Romano celebra la sua memoria il 31 dicembre. Antiocheno d'origine, Barbaziano era venuto a Roma agli inizi del V sec. e, appartatosi nel cimitero di Callisto, si dedicò ad una vita di preghiera e di penitenza. Operò numerosi miracoli anche in favore di personalità della corte imperiale e per la sua fama di santità fu caro all'imperatrice Galla Placidia, al seguito della quale si recò a Ravenna, dove costruì il Monasterium S. Iohannis Baptistae e vi diresse una comunità di monaci. Per intercessione di Barbaziano, Galla Placidia poté ottenere miracolosamente reliquie di san Giovanni Evangelista e, quindi, sciogliendo un voto, far erigere, nel 425, la celebre basilica in onore di questo santo. Alla morte di Barbaziano tanto l'imperatrice quanto il vescovo di Ravenna, san Pier Crisologo, curarono che egli venisse tumulato nel suo Monasterium, che poi si sarebbe chiamato dei SS. Giovanni e Barbaziano. Tutto questo raccontano ampiamente gli Acta S. Barbatiani (BHL, I, p. 146, n. 972),.dei quali il Lanzoni ha fornito il testo critico e una profonda analisi; da essa risulta che lo scritto  è  un romanzo di tradizione  agiografica, di cui oltre la metà rimaneggiamento di una raccolta di miracoli dei ss. Giro e Giovanni (BHL, I, p. 313, n. 2080), composto da un ignoto romano residente a Ravenna. Più difficile è stabilire quando furono scritti tali Acta: certamente prima del sec. XI, perché ne dipende il sermone LXV di san Pier Damiani, composto in onore di Barbaziano. Il Lanzoni, seguito anche dai Bollandisti, lo ritiene posteriore al sec. IX e dipendente dal Liber Pontificalis di Agnello ravennate (XXII Petrus); mentre il Testi Rasponi nega tale dipendenza degli Acta da Agnello, affermando anzi che il testo del Liber Pontificalis agnelliano, nella forma che conosciamo, è posteriore agli Acta. Ma di quel testo non è certa la genuinità, e le frasi che si riferiscono a Barbaziano potrebbero esser frutto di interpolazioni posteriori ad Agnello.
Sempre secondo il Testi Rasponi, Barbaziano fu un prete ravennate del Monasterium di San Giovanni Battista, morto dopo Teodorico (m. 526) e venerato almeno dal sec. VIII. Le sue reliquie sono ora nella Cattedrale di Ravenna in un sarcofago del VI secolo.



http://images.oca.org/icons/lg/December/1231melania.jpgSanta Melania la giovane da Roma asceta a Gerusalemme sul Monte degli Ulivi (verso il 439)
tratto da http://www.santiebeati.it/dettaglio/83500


Figlia di Valerio Publicola della gens Valeria e di Ceionia Albina della gens Ceionia, quindi discendente di gloriose famiglie di Roma; a 14 anni sposò il cugino Piniano anche lui della gens Valeria, che dopo la morte di due loro figli, Melania convinse a praticare una vita penitente e casta.
Influenzata dalla propaganda monastica che nel secolo V era assai fervorosa in Roma, la pia matrona lasciò la città per ritirarsi con tutti i servi in una villa suburbana per vivere una vita monastica.
Qui sorse l’opposizione tenace dei parenti, vinta solo con l’intervento della nonna paterna, che qualche decennio prima, aveva fatta la stessa scelta fra le resistenze della nobile famiglia.
Nel 406 si trasferì a Nola presso s. Paolino, forse suo lontano parente, dopo due anni, nel 408 vista l’invasione dei barbari, si spostò nei suoi possedimenti in Sicilia e ancora nel 410 emigrò in quelli d’Africa, dove conobbe s. Agostino, stringendo con lui una salda amicizia.
Circondata da un centinaio di servi ed ancelle e con la compagnia del marito Piniano e della madre Albina, che la seguivano in questo peregrinare, formando una specie di comunità monastica, decise di recarsi a Gerusalemme, passando prima per l’Egitto, culla del monachesimo orientale, per rendere omaggio ai monaci di cui provava grande ammirazione, cercando di imitarli.
A Gerusalemme volle tenere una vita eremitica più stretta (già la nonna Melania assieme a Rufino, aveva fondato un monastero), facendosi costruire una piccola cella sul Monte degli Ulivi, sede di altri asceti e qui condusse una vita di ascesi,preghiera e digiuni .
Dopo un certo tempo e dopo altri contatti con i monaci egiziani, per apprendere meglio lo spirito ascetico, fondò in una zona molto isolata un monastero femminile e dopo qualche anno, anche uno maschile, con oratori dotati di reliquie di santi martiri.
Il regolamento delle Comunità, disposto da Melania stessa, fu improntato ad una severa austerità , sul modello egiziano, anche se nella liturgia si notava una certa influenza romana ed occidentale.
Fu tanto caritatevole che il suo patrimonio e quello del marito Piniano, morto nel 432, fu lentamente esaurito a favore dei poveri; ebbe una grande fama di santità in tutto l’ambiente di Gerusalemme, dove morì nel 440.
Il culto per s. Melania la Giovane fu abbastanza sentito in Oriente, mentre in Occidente cominciò solo nel secolo IX.
La commemorazione della grande matrona romana, asceta e monaca a Gerusalemme è al 31 dicembre.


APOLYTIKION. TONO 4

TU CHE HAI AMATO LA VITA DEGLI ANGELI, QUANDO COMINCIASTI A DISPREZZARE LE DELIZIE DEL PIACEREPER DARTI ALLA CONTINENZA, ALLA VEGLIA, AL DORMIRE PER TERRA E ALL’UMIDITA’, ALLORA DIVENISTI VASO PURISSIMO DELLO SPIRITO DIVINO, DA LUI ORNATA DI MANIFESTI CARISMI, O SAPIENTISSIMA.  ATTIRASTI COSI’ FOLLE AL TUO ZELO DIVINO E LE OFFRISTI, O MELANIA, AL SOVRANO E SALVATORE DELLE NOSTRE ANIME.
KONDAKION. TONO 4. Tu che volontariamente
CON L’ANIMA RISCHIARATA DAI FULGORI DA COLUI CHE PER NOI DALLA VERGINE HA RIFULSO, HAI BRILLATO PER LE VIRTU’, O DEGNA DI OGNI LODE: DISPERDENDO INFATTI SULLA TERRA  LA RICCHEZZA CORROTTA, HAI MESSO IN SERBO LA CELESTE RICCHEZZA ED HAI SPLENDIDAMENTE BRILLATO PER L’ASCESI. PER QUESTO, O MELANIA, CON AMORE TI VENERIAMO.

IKOS

FUGGENDO LE DELIZIE DEL MONDO, HAI LARGAMENTE DISTRIBUITO I CUMULI D’ORO, RIPONENDOLI PIAMENTE NELLE MANI DEI POVERI. RAGGIUNTI POI I LUIGHI SANTI, TI SEI FATTA TUTTO A TUTTI, CONDUCENDO UNA VITA UGUALE AGLI ANGELI E TUTTI SOCCORRENDO. RESA SPLENDENTE  LA LAMPADA DELLA TUA ANIMA CON L’OLIO DELLA BENEFICIENZA, SEI ENTRATA CON CRISTO NEL TALAMO DIVINO, DOVE GODI DEL SUO REGNO. PER QUESTO, O MELANIA, CON AMORE TI VENERIAMO.
EXAPOSTILARION. Udite, donne
MELANIA OVUNQUE CELEBRATA, VANTO DELLE MONACHE, CON LA TUA INTERCESSIONE PRESSO DIO, PURIFICA E ILLUMINA ME DIVENUTO TUTTO NERO NELL’ANIMA E NEL CORPO PER L’OSCURITA’ DELLE PASSIONI: AFFINCHE’ GIOIOSAMENTE IO TI CELEBRI E SPLENDIDAMENTE FESTEGGI LA TUA LUMINOSA MEMORIA 


sabato 30 dicembre 2017

31 dicembre Santi di Francia


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Saints SAVINIEN et POTENTIEN, premiers évêques de Sens en Bourgogne et martyrs (IIIème siècle).

Saints ALTIN, SEROTIN, EDOALD et VICTORIN, martyrs à Sens.

Sainte COLOMBE, vierge, martyre à Sens (258 ou 274).
 http://www.santiebeati.it/dettaglio/91596

Saint FESTUS ou SEXTUS, évêque de Valence en Dauphiné, martyr par la main des Barbares (Vème siècle).

Saint MARIUS ou MAIRE, évêque d'Avenches dont il dut transférer le siège à Lausanne, historien, missionnaire en Suisse romande (593, 594 ou 596).

Saint EUSTACHE, évêque de Bourges en Berry (607).

31 dicembre Santi Martiri dal XVI al XXI secolo

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 (Il Vangelo miniato di Kells-l libro di Kells fu creato oltre 1200 anni fa, ed é il più grande tesoro artistico del mondo celtico tutt’ora miracolosamente preservato-http://www.interessicomunjournal.it/cultura/libro-kells/ )


Saint THADDEE (Ouspensky), évêque, martyr par la main des Communistes (Russie 1937).

Saint PIERRE, martyr par la main des Communistes (1938).

Saint DOSITHEE, métropolite de Zagreb, confesseur de l'Orthodoxie devant les persécuteurs catholiques romains (1941).

30 dicembre Santi Italici ed Italo greci


Immagine correlata

Abbazia di San Filippo Fragalà-Via San Lorenzo di Frazzano 2, 98070, Messina, Sicilia, Italia


Santo Eugenio Vescovo di Milano
tratto da http://www.santiebeati.it/dettaglio/90109

La Notitia ecclesiarum urbis Romae della seconda metà del sec. VIII elenca anche i santi venerati a Milano, tra i quali un s. E. confessore, ricordato unitamente a due vescovi di Milano, s. Eustorgio e s. Magno, essi pure qualificati come confessori.
Documenti ecclesiastici milanesi dei secc. XI e XII (come il Kalendarium Ambrosianum succ. XI ed il Beroldus) ed il Liber notitiae Sanctorum Mediolani, del sec. XIV, ricordano il 30 dic. Ia deposizione e traslazione di s. E., vescovo, nella chiesa di S. Eustorgio. Nessun vescovo di nome E. si trova nella lista dei vescovi di Milano fino al 1922.
Landolfo Seniore, nella sua Historia Mediolanensis (dell'inizio del sec. XII), dicendo di riferire il testo di un sermone del vescovo Tommaso (780 ca.), lo presenta come un transmontanus episcopus senza indicarne la sede, e come padre spirituale di Carlo Magno, attribuendogli il merito di avere difeso, in un concilio tenutosi a Roma poco dopo la fine del regno longobardo, il rito ambrosiano contro Carlo Magno e papa Adriano I, che lo volevano abolire in nome dell'unità del mondo cristiano. In seguito alla difesa fattane da s. E., si sarebbe deciso di mettere sull'altare maggiore di S. Pietro in Vaticano un libro liturgico ambrosiano ed uno romano, di chiudere accuratamente la basilica, di digiunare e pregare per tre giorni e di scegliere, come libro liturgico normativo per tutta la Chiesa, quello dei due che fosse stato trovato aperto. Allorché dopo tre giorni si entrò in S. Pietro, i libri dei due riti furono trovati chiusi, ma, con meraviglia di tutti, improvvisamente ambedue si aprirono. Apparve chiaro che il Signore voleva il mantenimento di ambedue i riti.
Passando per Milano, prima di rientrare nella sua sede, E. in seguito alle preghiere del clero e dei maggiorenti della città accettò di restarvi per un po' di tempo. Nel frattempo, il vescovo morì. I milanesi, successivamente, ne avrebbero perso la memoria, che però, fu rinnovata da un miracolo operato dal santo a favore di una donna inferma cui chiese di adoperarsi affinché lo trasportassero dal sepolcro negletto alla vicina chiesa di S. Eustorgio. E così si cominciò a celebrarne ogni anno la festa. Appare evidente il carattere leggendario della narrazione di Landolfo, il cui scopo è di difendere le tradizioni milanesi (rito ambrosiano, clerogamia, ecc.) contro la riforma di Gregorio VII. Di E. si può soltanto dire che si tratta di un santo venerato con culto locale, di cui non si sa l'epoca in cui visse e nemmeno se fu vescovo.


Santo Giocondo Vescovo di Aosta(verso il 503)
Fra i santi che hanno onorato con la loro presenza e attività, la bellissima città di Aosta e la sua Valle, oltre s. Orso eremita del VI secolo (festa 1° febbraio), e s. Grato vescovo e patrono della città, del V secolo (festa 7 settembre), c’è anche s. Giocondo che fu il terzo vescovo di Aosta; la romana Augusta Praetoria, fondata nel 24 a.C.; succedendo non si sa se subito, allo stesso s. Grato già citato. 
Per la lontananza nel tempo e per mancanza di documenti certi, non si può dire quasi niente di lui. Di certo si sa che partecipò ai Concili di Roma del 501 e del 502;(
convocati da papa Simmaco  Secondo alcuni storici, sarebbe già attestato nel 496 in una lettera di papa Gelasio I scritta ad un vescovo Giocondo ) Aosta lo celebra il 30 dicembre. 

Santo Lorenzo da Frazzanò in territorio messinese Monaco
Tratto dal quotidiano Avvenire
Nacque probabilmente intorno al 1116, nella piccola borgata di Frazzanò. I suoi genitori morirono ne
Nacque probabilmente intorno al 1116, nella piccola borgata di Frazzanò. I suoi genitori morirono 
nel giro di un anno, lasciando orfano il figlio. Lorenzo venne così affidato alla giovane nutrice Lucia, una vicina di casa. A sei anni, dopo i primi approcci con la liturgia e le scritture, Lorenzo chiese a Lucia di potere studiare le lettere umane e divine. Fu così indirizzato al monastero  di San Michele Arcangelo a Troina, dove il giovane stupì tutti per le sue doti umane e religiose. Lo stesso vescovo di Troina lo invitò a vestire l'abito monacale  e a ricevere gli ordini minori e maggiori. A soli 20 anni Lorenzo era già sacerdote e la sua fama andava diffondendosi nella regione. Si recò presso il monastero di Agira e qui i fedeli andavano per sentire la parola del santo. Nel 1155 circa Lorenzo entrò nel monastero di San Filippo di Fragalà. In questo periodo, Lorenzo si adoperò per fare edificare a Frainos (Frazzanò) una chiesetta dedicata a San Filadelfio. Nell'autunno del 1162 si conclusero i lavori della nuova chiesa di Tutti i Santi, da lui desiderata «ad honore della Santissima Trinità». Morì il 30 dicembre dello stesso anno.

Martirologio Romano: Presso la cittadina di Frazzanò in Sicilia, san Lorenzo, monaco secondo la disciplina dei Padri orientali, insigne per austerità di vita e instancabile nella predicazione.
 San Lorenzo  sul piano del calendario è successivo allo scisma ma (come ci ha insegnato il venerato nostro confratello Antonio Scordino) in Sicilia,Calabria e tutta la Magna Grecia lo scisma fu realizzato compiutamente diversi anni dopo

venerdì 29 dicembre 2017

30 Dicembre Santi Martiri dal XVI al XXI secolo

 
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Saint GEDEON, moine de Karakallou sur la Sainte Montagne de l'Athos, martyr à Tirnavos près de Larissa en Thessalie par la main des Musulmans (1818).

Sainte MARIE, martyre par la main des Communistes (1946).


30 dicembre i Santi di Francia


 



Saint MELEUC (MAELEK), compagnon de saint Efflam d'Irlande, apôtre en Bretagne (Vème siècle).

29 dicembre i santi di Francia

 






Saint TROPHIME, premier évêque d'Arles en Provence (IIIème siècle). 

Saint EVROULT (EBRULFUS) de Bayeux, higoumène du monastère d'Ouche au diocèse de Lisieux en Normandie (596).

A Exmes in Neustria, ora in Francia, sant’Ebrolfo, abate del monastero di Ouche al tempo del re Childeberto.


Saint MELDROC, Irlandais de nation, évêque de Vannes en Bretagne (VIIème siècle).

Saint FLORENT, évêque de Bourges en Berry (664).

Saint ALBERT de Gambron, solitaire dans le Maine (VIIème ou VIIIème siècle).

28 dicembre i Santi di Francia


 



13th Century Chapel Uncovered in Myra

Saint CADE, évêque itinérant, apôtre dans le Berry (472)

Sainte LIBOUBANE, mère de saint Gonéri de Plougrescant en Trégor de Bretagne, solitaire sur un îlot proche (VIème siècle).

Saint ANTOINE le Miraculeux, natif de Pannonie, moine de Lérins en Provence (vers 526).
 Commemorazione di sant’Antonio, monaco, che, uomo illustre per garbo e preparazione, dopo aver condotto vita solitaria, si ritirò ormai vecchio nel monastero di Lérins in Provenza, dove si addormentò piamente nel Signore

28 e 29 Dicembre Santi Martiri dal XVI al XXI secolo


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28 Dicembre
 

Saint THEODOSE, prêtre, martyr par la main des Communistes (1938).

Saintes NATHALIE, NATHALIE, EUDOXIE, ANNE, MATRONE, BARBARA, ANNE, EUDOXIE, EUPHROSYNE, AGRIPPINE et NATHALIE, martyres par la main des Communistes (1942).


 29 Dicembre


Saint NICODEME, évêque de Belgorod, et saint ARCADE, diacre, martyrs par la main des Communistes (1918).

Saint ALEXANDRE, prêtre, martyr par la main des Communistes (1920).

Saint ARETHAS, prêtre, martyr par la main des Communistes (1938).

Sinassario dei santi italici ed italo greci per il 28 Dicembre




Santo  SECONDO, martire . Il martirio di San Secondo avvenne nell’antica Vittimulo oggi frazione San Secondo di Salussola, in provincia di Biella) in un anno compreso tra il 286 e il 306

Tratto da http://www.santiebeati.it/dettaglio/92328
Patrono di Ventimiglia (nella Cattedrale è venerato il suo capo), è compatrono anche di Torino. Qui, in un altare del Duomo, sono conservate le altre sue reliquie e, in città, gli è dedicata una parrocchia che dà il nome alla zona circostante. Le notizie più antiche che abbiamo su questo martire sono contenute in documenti medievali del IX secolo.
Luogotenente della Legione Tebea, Secondo era nativo della provincia di Tebe, nell’Alto Egitto. Gli Imperatori romani Diocleziano e Massimiano avevano inviato questo esercito in Svizzera, agli ordini di Maurizio, per sedare la rivolta dei Bagaudi. L’intera Legione trovò la morte ad Agauno (odierna St. Maurice, nel Vallese), in quanto i suoi membri, tutti cristiani, non rinnegarono il proprio credo partecipando al consueto sacrificio pagano che si teneva prima di una battaglia. Secondo fu martirizzato prima che la Legione varcasse le Alpi. La sua “Passio” narra che, dopo essersi professato cristiano, gli fu dato un termine per abiurare che scadeva con l’arrivo a Vittimulo, stazione di sosta nella marcia verso le Gallie. Al suo diniego venne decapitato: il sangue di un martire bagnava la terra biellese. Secondo fu d’esempio a tutti i compagni.
La piccola comunità cristiana del paese lo seppellì e la tomba divenne luogo segreto di preghiera, pubblico dopo l’editto di Costantino. Se ovviamente non esistono documenti coevi ai fatti, certo è che il suo culto a Vittimulo fu immediato. La più antica pieve del basso biellese fu eretta in suo onore, sul luogo del martirio, da S. Eusebio (vescovo dal 345 al 371). Se ne conserva una lapide del V – VI secolo, oggi al Museo Civico di Biella. La venerazione era talmente radicata che, nei secoli successivi, il luogo era denominato semplicemente “plebes S. Secundi”.
Le reliquie di San Secondo lasciarono Vittimulo nel VIII – IX secolo, a causa della distruzione del paese. Furono portate nell’abbazia benedettina della Novalesa, tra le maggiori del Piemonte, fondata nel 726 lungo una delle vie più importanti delle Alpi. Probabilmente furono prese durante la distruzione, poi donate o vendute ai Benedettini. Nel 906, per sfuggire all’invasione dei Saraceni, i monaci ripararono a Torino portando le reliquie dei santi e preziosi codici manoscritti. Una loro proprietà era il monastero di Sant’Andrea (odierno Santuario della Consolata) e lì trovarono rifugio. Nel 990 i benedettini poterono tornare alla Novalesa: i resti di S. Secondo furono lasciati in città dove gli era stata dedicata una chiesa presso la Dora (distrutta nell’XI secolo), a eccezione del capo che fu donato al vescovo Panteio di Ventimiglia. Egli, a Susa per ripianare delle controversie, aveva riconsacrato gli altari della Novalesa.

mercoledì 27 dicembre 2017

27 dicembre i Santi Martiri dal XVI al XXI secolo



Saint TIKHON, archevêque de Voronège, et CENT SOIXANTE prêtres avec lui, martyrs par la main des Communistes (Russie 1919).

27 dicembre i santi di francia







Saint MAURICE et ses SEPTANTE compagnons, martyrs à Agaune (aujourd'hui Saint-Maurice en Valais) sous Dioclétien (vers 288 ou 302). (Mémoire principale le 22 septembre.) 

Saint ALAIN (ALIN, ALAN), ermite à Corlay, puis évêque de Quimper en Bretagne (VIème siècle). 

Sainte ODE, moniale à Mons en Hainaut belge (713).

27 dicembre santi italici ed italo greci


Santa Fabiola vedova fondatrice di ospedali e case di carità per i poveri a Roma(399)


Dal quotidiano Avvenire
Nel Sabato santo di un anno imprecisato Fabiola si presenta, vestita con tela di sacco, nella basilica di San Giovanni in Laterano, chiedendo di essere accolta nella Chiesa. Discende da un casato illustre nella storia romana, quello dei Fabi, e alle spalle ha già due matrimoni finiti il primo con un divorzio, il secondo con la morte del marito. Facendosi cristiana per il ministero di papa Sinicio , si fa anche povera, rinunciando ai suoi beni e costruendo un ospedale per i malati. Un giorno le accade di appassionarsi a un trattato sulla vita eremitica. Autore ne è Gerolamo, che dal 385 si trova in Palestina. Fabiola decide di vivere anche lei in solitudine e nel 394 va da lui in Palestina, affidandosi alla sua guida spirituale. Nel 395, però, essendo l'Impero in pericolo per l'irruzione di popoli germanici dal Nord, decide di tornare a Roma tra i suoi, a spartirne ansie e difficoltà rimanendo comunque in contatto epistolare col suo maestro (che le indirizzò il suo trattato sul sacerdozio di Aronne )e continua a vivere al modo degli eremiti, ma alla preghiera solitaria accompagna il lavoro per i poveri. Pur restando laica, diventa così un modello per il mondo monastico e per la gente comune di Roma. Col senatore Pammachio fondò la xenodochio di Porto presso la foce del Tevere, che offriva ospitalità gratuita e cure mediche ai pellegrini poveri E qui trascorre gli ultimi tre anni di vita, dedicandosi alle opere di carità e all’assistenza dei poveri


Muore nel 399. Al suo funerale, a Roma, partecipa tutta la città, al canto dei Salmi e dell’Alleluia (Avvenire)

Martirologio Romano: Commemorazione di santa Fabíola, vedova romana, che, secondo la testimonianza di san Girolamo, volse e destinò la sua vita di penitenza a beneficio dei poveri.

martedì 26 dicembre 2017

26 dicembre Santi Martiri dal XVI al XXI secolo



Saint CONSTANTIN le Russe, prêtre, martyr par la main des Musulmans à Constantinople (1742 ou 1743). 

Saints ALEXANDRE et DEMETRE, prêtres, martyrs par la main des Communistes (1918). 


Saintes AUGUSTA, MARIE et AGRIPPINE, martyres par la main des Communistes (1938)

26 dicembre I Santi di Francia



Saint ZENON, diacre de saint Regnobert, évêque de Bayeux en Normandie (VIIème siècle).

domenica 24 dicembre 2017

Sinassario dei Santi Italici ed italo greci per il 24 Dicembre








Santo Gregorio da Spoleto presbitero martire sotto Diocleziano (verso il 303)

 Gregorio, sacerdote di Spoleto, denunziato per la sua fede e per il suo proselitismo, subí il martirio nella propria città Sub Diocletiano venendo torturato e decapitato il 24 dicembre del 303 Fu sepolto vicino alle mura della città presso un ponte di pietra, per opera di una pia donna di nome Abbondanza 
Nel secolo X su richiesta dell'imperatore Ottone I Bruno , arcivescovo di Colonia trasferì le reliquie di Gregorio nel duomo della sua città. Nel 993 alcune reliquie di Gregorio furono trasferite nella cattedrale di Treviri dal vescovo Egberto








Santa Tarsilia vergine Romana zia paterna del Grande Gregorio Papa e Patriarca di Roma dal 590 al 604

di Tarsilla (o Tarsilia) sappiamo pochissimo. Il suo nome compare soltanto nell’XI secolo in un martirologio locale (che è un elenco di santi, martiri
Tarsilla e le sorelle Emiliana (o Amelia) e Gordiana hanno certo aiutato la cognata Silvia ad allevare il piccolo Gregorio, dalla salute sempre fragile. Poi, finché sono in vita, lo seguono negli studi e nelle cariche. Gregorio, ancora giovane, diventa capo dell’amministrazione civile in Roma: una Roma ormai senza l’imperatore, il quale risiede a Costantinopoli, e con un Senato che non conta più nulla. Poi troviamo Gregorio ambasciatore del papa Pelagio II e al tempo stesso monaco, capo di una piccola comunità raccolta in una sua residenza sul Celio. Di lì Gregorio uscirà per fare il papa.
Tarsilla si è già fatta monaca, tirandosi dietro le sue sorelle. In questo terribile VI secolo, funestato da alluvioni, pestilenze (nella miniatura: la processione di san Gregorio Magno in occasione della peste che colpì Roma nel 590), guerra tra Goti e Bizantini, invasione longobarda, a Roma è un continuo affluire di gente in miseria. "La carestia", scrive Gregorovius, "stringeva la città in una morsa di fame". Così la carità diventa compito abituale anche di queste monache, mai estranee alla vita degli altri. Tarsilla è la loro guida in tutto, a cominciare dalla preghiera: da morta, le troveranno ginocchia e gomiti incalliti per il continuo pregare
« A Roma, commemorazione di santa Tarsilla, vergine, della quale san Gregorio Magno, 
suo nipote, loda l’assidua preghiera, il rigore di vita e il singolare spirito di penitenza. »
(Martirologio Romano)