domenica 9 settembre 2018

9 settembre Santo Crisostomo Metropolita di Smirne neomartire nel 1922




Tratto da
http://preticattolici.altervista.org/la-coscienza-sporca-dei-turchi/?doing_wp_cron=1536406833.8129079341888427734375


Vittime di orribili torture, molti membri del clero ortodosso furono martirizzati dai turchi  per la loro fede. Tra i primi vi fu il Metropolita Crisostomo, martirizzato non solo per uccidere un uomo, ma per insultare la sacralità di una religione e un popolo antico e onorevole. Crisostomo fu intronizzato come Metropolita di Smirne il 10 Maggio 1910. Il Metropolita Crisostomo si oppose con coraggio alla furia anti-cristiana dei turchi e cercò si sollevare pressioni internazionali contro la persecuzione dei cristiani turchi. Scrisse molte lettere a capi europei e alla stampa occidentale in uno sforzo di rivelare le politiche di genocidio dei turchi. Nel 1922, nella Smirne priva di protezione, Crisostomo disse a quanti lo supplicavano di fuggire: “È tradizione della Chiesa greca e dovere del prete rimanere con la propria congregazione.”
Il 9 settembre la folla si accalcava nella cattedrale cercando rifugio quando Crisostomo, pallido per il digiuno e la mancanza di sonno, condusse la sua ultima preghiera. La Divina Liturgia terminò quando la polizia turca entrò in chiesa portando via Crisostomo. Il generale turco Nouredin Pasha, noto come il “macellaio della Ionia”, prima sputò sul Metropolita e quindi lo informò che un tribunale in Angora (ora Ankara) lo aveva già condannato a morte. Una folla si gettò su Crisostomo e gli strappò gli occhi. Sanguinante a profusione, fu trascinato per la barba attraverso le strade. Fu battuto e preso a calci, e gli furono tagliate membra del corpo. Per tutto il tempo Crisostomo, con il volto coperto di sangue, pregava: “Padre Santo, perdonali, perché non sanno quello che fanno.” Di tanto in tanto, quando ne aveva la forza, sollevava la mano per benedire i suoi persecutori; un turco, resosi conto di ciò che faceva il Metropolita, gli tagliò la mano con la spada. Il Metropolita Crisostomo fu quindi fatto a pezzi dalla folla adirata.



Tratto da
https://it.wikipedia.org/wiki/Crisostomo_di_Smirne

Figlio di Nikolaos Kalafatis e Kalliopi Lemonidou, nacque nel 1867 a Triglia di Bitinia sul Mar di Marmara. Seguì gli studi religiosi a Costantinopoli, alla Scuola Teologica del Patriarcato ecumenico di Halk. Successivamente Chrysostomos assunse la prestigiosa carica di Grande Protosynghellos del Patriarcato Ecumenico e in questa veste presiedette una commissione mista tra ortodossi e anglicani riunita per discutere sull'unità delle due chiese[1].
Nel 1901 venne nominato Metropolita di Drama, città della Macedonia, in Grecia settentrionale, all'epoca ancora sotto il dominio ottomano. Il giorno della sua ordinazione pronunciò la frase: Servirò la Chiesa e la Nazione con tutto il cuore e la mente. Se la Mitra che le tue sante mani hanno poggiato sulla mia testa dovesse un giorno perdere le sue pietre preziose, si trasformerà in una corona di spine di un prelato martire[1]. Il suo mandato a Drama durò fino al 1910. In questo periodo, malgrado  le difficoltà affrontate dall'azione terroristica dei komitatzìdes bulgari, riuscì a edificare, tra l'altro, scuole, case popolari per i lavoratori del tabacco, orfanotrofi e un ospedale nella sua sede episcopale.
Nel 1910 fu nominato Metropolita di Smirne, dove seguì in prima linea le drammatiche vicende della città nel settembre del 1922, seguendo fino alla fine il destino dei suoi fedeli. Crisostomo, nonostante gli avvisi di pericolo imminente dall'arrivo delle truppe turche in città e gli inviti alla fuga fatti da diverse autorità greche ed europee, decise di rimanere con il popolo greco che, disorientato, cercava una via di fuga da una città data alle fiamme  [1]. Nel 27 agosto, consegnato alla folla turca dal comandante militare turco Nureddin Pascià, venne assassinato: le orecchie, il naso e le mani gli vennero tagliate, poi fu sgozzato con un coltello.[2]
Crisostomo di Smirne, dichiarato santo dalla Chiesa di Grecia, è ricordato, assieme ai prelati Gregorio Kidonion, Ambrosio Moshonision, Prokopio Ikoniou, Efthymio di Zilon e tutti i sacerdoti e i laici morti durante la Catastrofe dell'Asia Minore, la domenica precedente la ricorrenza dell'Innalzamento della Santa Croce nel mese di settembre[1].

1.       ^ a b c d Pasquale Totaro (a cura di), Memorie Dimenticate (PDF)[ Torino, La Nuova Grafica, 2007, p. 27.
2.       ^ Marjorie Dobkin, Smyrna: The Destruction of a City, passim.


articolo in inglese da tradurre

 https://www.johnsanidopoulos.com/2017/09/saints-and-feasts-of-sunday-before.html 


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