Evangeliario di Uta (Uta Codex)
Monaco di Baviera, Bayerische Staatsbibliothek – Clm. 13601, fol. 4r:
Sant’Erardo celebra la Messa
Monaco di Baviera, Bayerische Staatsbibliothek – Clm. 13601, fol. 4r:
Sant’Erardo celebra la Messa
Santo
Beda il Giovane di etnia germanica(in altri codici è detto Danese) monaco in
Italia nel territorio adriatico
(verso anno 883)
Martirologio Romano: A Gavello in
Veneto, san Beda il Giovane, monaco, che, dopo quarantacinque anni passati al
servizio dei re, scelse di servire il Signore in monastero per il resto della
sua vita.
Tratto dal quotidiano Avvenire
Da funzionario di corte a monaco e
testimone del Vangelo: è questa la parabola entro cui è inscritta la vita di
san Beda il Giovane. La sua scarna biografia lascia in eredità un messaggio
chiaro e che invita tutti gli uomini a rivolgersi all'unico vero “sovrano”,
Dio. La vita di Beda (da non confondersi con il santo omonimo, Beda il
Venerabile) iniziò in Germania, in quella che oggi è la regione dello
Schleswig. Dopo aver servito per diversi anni alla corte dei Carolingi, a 40
anni si decise per la vita monastica. Andò quindi a vivere nel monastero di
Gavello, oggi in provincia di Rovigo. Qui rimase una decina d'anni, dando
esempio di rigore nella scelta fatta, di testimonianza di fede e umiltà. Morì
nell'883
Tratto da
http://www.santiebeati.it/dettaglio/49170
Nacque nella regione della Germania
attualmente denominata Schleswig, nei primi decenni del sec. IX; da prima visse
per circa 15 anni alla corte dei Carolingi, dove si distinse non solo per
l'esecuzione perfetta dei compiti affidatigli, ma anche per la condotta
morigerata e pia. In seguito, considerando che il miglior servizio non è quello
reso ai sovrani di questo mondo, bensì a Dio, chiese il permesso di abbandonare
la corte e le ricchezze che possedeva per attuare nell'isolamento l'esecuzione
perfetta dei consigli evangelici. Fu così che si allontanò dalla sua regione per
trasferirsi in Italia, e precisamente a Gavello, località della costa adriatica
posta tra Venezia e Ferrara. Qui entrò a far parte della comunità monastica
diretta dall'abate Guglielmo. Aveva allora circa quarant'anni; tuttavia si
esercitò nell'adempimento della regola e nelle severe pratiche penitenziali
come fosse un giovane novizio, suscitando stupore ed ammirazione per le sue
elette virtù. Forse per questo si pensò di eleggerlo alla dignità episcopale;
ma egli rifiutò sempre con grande umiltà questo onore. Dopo aver trascorso
circa un decennio nel monastero di Gavello, la morte lo colse il 10 aprile 883
lasciando in tutti un grande rimpianto. Le sue spoglie rimasero a Gavello per
moltissimo tempo. Ma nel sec. XIII un monaco genovese di nome Giovanni, passando
per Gavello, pensò di trasportare altrove le reliquie del confessore, adducendo
il motivo che non ricevevano sufficiente venerazione per la decadenza del
monastero. Nella biografia del sec. XIV il trafugamento viene narrato con
particolari di sapore romanzesco ed avventuroso. In realtà le ossa furono
traslate nella chiesa del monastero di San Benigno di Genova nel 1233, dove
attualmente si trovano. Un'urna cineraria del Santo si trova nella cripta della
chiesa di S. Scolastica dell’Abazia Benedettina di Subiaco La sua festa è
celebrata il 10 aprile.
Tratto da
http://www.treccani.it/enciclopedia/beda-il-giovane-santo_(Dizionario-Biografico)/
Difficile assegnare una data ai vari eventi. Basandosi sul fatto che deportazioni di Sassoni in Francia furono compiute, da Carlomagno nell'804, i Bollandisti pensarono che in quell'anno B. giungesse alla corte franca; negarono quindi che sopravvivesse di soli cinque anni a Carlomagno, in considerazione dei quarantacinque anni di permanenza a corte testimoniati dalla Vita, ed affermarono che l'imperatore, dalla morte del quale sarebbe databile la morte di B., sarebbe Carlo il Calvo (m. 877), confuso dal tardo agiografo con il più famoso omonimo. Il santo sarebbe dunque morto nell'883, il 10 aprile, giorno in cui si celebrava la sua festività. Ma la ricostruzione non è esente da dubbi. A prescindere dal fatto che le fonti del sec. IX, pur ricche di notizie sui circoli aulici dell'epoca di Carlomagno, ignorano completamente l'esistenza di un personaggio identificabile con B., i quarantacinque anni di permanenza a corte, più i sette di vita monastica, se contati dall'883, riportano all'830 circa, non all'805. Anche la scelta di un monastero romagnolo da parte di un ecclesiastico franco, è assai problematica, quando si pensi che la Romagna non faceva parte del regno carolingio d'Italia. Si potrebbe perciò ritenere come data di morte l'819, cioè cinque anni dopo la morte dj Carlomagno, portando al 774, quando le guerre contro i Sassoni erano agli inizi, la data di arrivo di B. alla corte. Restà però inspiegabile il silenzio assoluto su di lui di tutte le fonti dell'epoca. Le difficoltà derivano dal fatto che la vita anonima è fonte assai poco attendibile, tanto che, tra l'altro, confonde il B. del sec. IX coi più antico e illustre santo anglosassorie omonimo, attribuendo al primo lanazione, il titolo di venerabile e perfino le opere di erudizione dei secondo. Essa fu infatti composta, probabilmente nella seconda metà del sec. XIV (vi si parla di un altro santo morto nel 1342), da un monaco del monastero di S. Benigno di Capofaro presso, Genova, in conseguenza del culto che a Genova si cominciò a tributare, dalla metà del sec. XIII, al santo, confuso anche nella liturgia con Beda il Venerabile. Verso il 1230, infatti, Giovanni Beacqua, monaco di S. Benigno, transitando per Gavello, ove il monastero era caduto in abbandono per l'avanzare delle paludi, ebbe notizia del santo, di cui restava in evidenza il tumulo, e concepì il progetto di trafugare le ossa e portarle a Genova, precedendo nell'impresa altri monaci; né l'ostilità tra Genova e Venezia dové essere estranea al furto delle reliquie. Portate a Genova, le ossa di s. Beda furono collocate nel monastero di S. Benigno, ove si verificarono i miracoli narrati dalla Vita. Nel 1249 Innocenzo IV concesse un'indulgenza di 40 giorni per i visitatori della chiesa nella solennità del santo (10 aprile) e nell'ottava. Altra indulgenza fu concessa nel 1583 da Gregorio XIII. Nel 1586 Sisto V permise che le ossa del santo venissero trasportate sotto l'altare maggiore della chiesa, di S. Benigno.
Fonti e Bibl.: Acta Sanctorum, aprile 10, pp. 866-873; F. Ferrari, Catalogus Sanctorum Italiae in menses XII distributos, Mediolani 1613, p. 186; F. A. Bocchi, Della sede episc. di Adria Veneta, Adria 1859, p. 189; P. F. Kehr, Italia Pontificia, V, Aemilia, Berolini 1911, p. 197; D. G. Salvi O. S. B., La, Badia di S. Benigno di Capofaro a Genova nel Trecento, in Riv. stor., benedettina, IX (1914), pp. 225-247. 257 s.
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