Sainte CHRISTINE, vierge et martyre à Tyr en Phénicie sous le règne de Septime Sévère (entre 194 et 211). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome VII des Ménées.)
http://www.johnsanidopoulos.com/2015/07/the-incorrupt-relics-of-saint-christina.html
PASSIO ITALO GRECA
Da
scavi archeologici eseguiti fra il 1880 e il 1881 nella grotta situata
sotto la Basilica di Santa Cristina a Bolsena, si è accertato che il
culto per la martire era già esistente nel IV secolo; dal fondo della
grotta-oratorio si apre l ingresso alle catacombe, che contengono
una sua statua giacente in terracotta dipinta e il sarcofago dove
furono ritrovate le reliquie del corpo della santa.
Al tempo dell imperatore Diocleziano (243-312) la fanciulla di nome Cristina, figlia del magister militum di Bolsena, Urbano, era stata rinchiusa dal padre insieme con altre dodici fanciulle, in una torre affinché venerasse i simulacri degli dei come se fosse una vestale.
Ma l undicenne Cristina in cuor suo aveva già conosciuto ed aderito alla fede cristiana, si rifiutò di venerare le statue e dopo una visione di angeli le spezzò.
Invano supplicata di tornare alla fede tradizionale, fu arrestata e flagellata dal padre magistrato, che poi la deferì al suo tribunale che la condannò ad una serie di supplizi, tra cui quello della ruota sotto la quale ardevano le fiamme.
Dopo di ciò fu ricondotta in carcere piena di lividi e piaghe; qui la giovane Cristina venne consolata e guarita miracolosamente da tre angeli scesi dal cielo.
Al tempo dell imperatore Diocleziano (243-312) la fanciulla di nome Cristina, figlia del magister militum di Bolsena, Urbano, era stata rinchiusa dal padre insieme con altre dodici fanciulle, in una torre affinché venerasse i simulacri degli dei come se fosse una vestale.
Ma l undicenne Cristina in cuor suo aveva già conosciuto ed aderito alla fede cristiana, si rifiutò di venerare le statue e dopo una visione di angeli le spezzò.
Invano supplicata di tornare alla fede tradizionale, fu arrestata e flagellata dal padre magistrato, che poi la deferì al suo tribunale che la condannò ad una serie di supplizi, tra cui quello della ruota sotto la quale ardevano le fiamme.
Dopo di ciò fu ricondotta in carcere piena di lividi e piaghe; qui la giovane Cristina venne consolata e guarita miracolosamente da tre angeli scesi dal cielo.
Risultato vano anche
questo tentativo, lo snaturato ed ostinato padre la condannò
all annegamento, facendola gettare nel lago di Bolsena con una
mola legata al collo.
Prodigiosamente la grossa pietra si mise a galleggiare invece di andare a fondo e riportò alla riva la fanciulla, la quale calpestando la pietra una volta giunta, lasciò (altro prodigio) impresse le impronte dei suoi piedi; questa pietra fu poi trasformata in mensa d altare.
Di fronte a questo miracolo, il padre scosso e affranto morì, ma le pene di Cristina non finirono, perché il successore di Urbano, il magistrato Dione, infierì ancora di più.
Prodigiosamente la grossa pietra si mise a galleggiare invece di andare a fondo e riportò alla riva la fanciulla, la quale calpestando la pietra una volta giunta, lasciò (altro prodigio) impresse le impronte dei suoi piedi; questa pietra fu poi trasformata in mensa d altare.
Di fronte a questo miracolo, il padre scosso e affranto morì, ma le pene di Cristina non finirono, perché il successore di Urbano, il magistrato Dione, infierì ancora di più.
La
fece flagellare ma inutilmente, poi gettare in una caldaia bollente
piena di pece, resina e olio, da cui Cristina uscì incolume, la fece
tagliare i capelli e trascinare nuda per le strade della cittadina
lagunare, infine trascinatala nel tempio di Apollo, gli intimò di
adorare il dio, ma la fanciulla con uno sguardo fulminante fece cadere
l idolo riducendolo in polvere.
Anche Dione morì e fu
sostituito dal magistrato Giuliano, che seguendo i suoi predecessori
continuò l ostinata opera d intimidazione di Cristina,
gettandola in una fornace da cui uscì ancora una volta illesa; questa
fornace chiamata dal bolsenesi Fornacella , si trova a
circa due km a sud della città; in un appezzamento di terreno situato
fra la Cassia e il lago, nel Medioevo fu inglobata in un oratorio
campestre.
Cristina fu indomabile nella sua fede, allora Giuliano la espose ai morsi dei serpenti, portati da un serparo marsicano, i quali invece di morderla, presero a leccarle il sudore, la tradizione vuole che i serpenti si rivoltarono contro il serparo mordendolo, ma Cristina mossa a pietà, lo guarì.
Seguendo le passio di martiri celebri come s. Agata, la Passio dice che Giuliano le fece tagliare le mammelle e mozzare la lingua, che la fanciulla scagliò contro il suo persecutore accecandolo. Infine gli arcieri, come a s. Sebastiano, la trafissero mortalmente con due frecce.
Cristina fu indomabile nella sua fede, allora Giuliano la espose ai morsi dei serpenti, portati da un serparo marsicano, i quali invece di morderla, presero a leccarle il sudore, la tradizione vuole che i serpenti si rivoltarono contro il serparo mordendolo, ma Cristina mossa a pietà, lo guarì.
Seguendo le passio di martiri celebri come s. Agata, la Passio dice che Giuliano le fece tagliare le mammelle e mozzare la lingua, che la fanciulla scagliò contro il suo persecutore accecandolo. Infine gli arcieri, come a s. Sebastiano, la trafissero mortalmente con due frecce.
Precedenti passio greche
sostenevano che Cristina, il cui nome latino significa consacrata a Cristo , fosse nata a Tiro in Fenicia, ma si
tratta di un errore dovuto al fatto che la prima passio
fu redatta in Egitto e che per indicare la terra degli Etruschi chiamati
Tirreni dai Greci, si usava l abbreviazione Tyr
interpretata
erroneamente come Tiro.
Le reliquie ebbero anche loro un destino
avventuroso, furono ritrovate nel 1880 nel sarcofago dentro le catacombe
poste sotto la basilica dei Santi Giorgio e Cristina, chiesa risalente
all XI secolo e consacrata da papa Gregorio VII nel 1077.
Le reliquie del corpo, anzi di parte di esso sono conservate in una teca, parte furono trafugate nel 1098 da due pellegrini diretti in Terrasanta, ma essi giunti a Sepino, cittadina molisana in provincia di Campobasso, non riuscirono più a lasciare la città con il loro prezioso carico, per cui le donarono agli abitanti.
Questo l inizio del culto della santa molto vivo a Sepino, le reliquie costituite oggi solo da un braccio, sono conservate nella chiesa a lei dedicata; le altre reliquie furono traslate tra il 1154 e 1166 a Palermo, che proclamò la martire sua patrona festeggiandola il 24 luglio e il 7 maggio..Oggi i cristiani ortodossi di Palermo la ricordano come patrona di uno dei quattro antichi mandamenti della città
Le reliquie del corpo, anzi di parte di esso sono conservate in una teca, parte furono trafugate nel 1098 da due pellegrini diretti in Terrasanta, ma essi giunti a Sepino, cittadina molisana in provincia di Campobasso, non riuscirono più a lasciare la città con il loro prezioso carico, per cui le donarono agli abitanti.
Questo l inizio del culto della santa molto vivo a Sepino, le reliquie costituite oggi solo da un braccio, sono conservate nella chiesa a lei dedicata; le altre reliquie furono traslate tra il 1154 e 1166 a Palermo, che proclamò la martire sua patrona festeggiandola il 24 luglio e il 7 maggio..Oggi i cristiani ortodossi di Palermo la ricordano come patrona di uno dei quattro antichi mandamenti della città
July 24th
Troparion (Tone 5)
Troparion (Tone 5)
Thou didst abandon thy father's error and receive divine illumination as a glorious virgin betrothed to Christ. Thou didst bravely struggle and destroy the enemy, O great Martyr Christina, and dost ever pray that we may receive great mercy.
https://doxologia.ro/sfanta-mare-mucenita-hristina
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