venerdì 21 marzo 2014

22 marzo feste santi e memorie

22 Marzo feste santi e memorie

Sainte DROSIS ou DROSIDE, fille de l'empereur Trajan, et ses CINQ compagnes, martyres à Antioche sous Trajan (115-116).

Saint PAUL, premier évêque de Narbonne en Languedoc et l'un des sept Apôtres de la Gaule (IIIème siècle). (Office composé en français par le père Denis Guillaume et publié au tome III du Supplément aux Ménées.) 
A Narbonne sulla costa della Francia meridionale lungo la via Domizia, deposizione di san Paolo, vescovo e martire 
Notre Saint Père Paul faisait partie de la mission des sept Evêques envoyés de Rome au IIIe siècle pour compléter l'évangélisation de la Gaule*. Prêchant la Bonne Nouvelle par villes et campagnes dans la Narbonnaise, - vaste région qui couvrait la Provence et le Languedoc actuels, du Lac Léman au littoral atlantique -, il fonda l'Eglise de Béziers-, puis, après y avoir ordonné son diciple Aphrodise comme Evêque, il se rendit à Narbonne, ancienne colonie romaine et capitale de cette province. Sa prédication y connut un rapide succès, de sorte qu'il put faire construire une église pour y réunir la communauté chrétienne. On raconte que, sous l'instigation du Malin, deux de ses Diacres, pris de jalousie à son égard, l'accusèrent d'un crime honteux. Le Saint Pasteur n'eut aucune peine à se disculper, en réunissant les autres Evêques de la région, qui lui portèrent bon témoignage, et répondant par la douceur et la mansuétude à ses accusateurs, il les délivra par sa prière du démon qui s'était emparé d'eux.
Après avoir brillé par sa prédication et ses miracles pendant de longues années, Saint Paul s'endormit en paix, laissant comme source de bénédictions à la ville de Narbonne son précieux corps, qui fut malheureusement presque entièrement brûlé pendant la Révolution française.

* D'après S. Grégoire de Tours. cf. au 9 oct. la notice de S. Denis de Paris. Une Vie de S. Paul, datant du VIe s., fait de lui un disciple des Apôtres. et une tradition locale l'a identifié avec le proconsul de Chypre Sergius Paulus, qui fut converti par S. Paul (Actes 17: 3). Il aurait suivi l'Apôtre jusqu'à Rome, où il aurait souffert pour la foi puis serait allé évangéliser la Gaule méridionale. C'est en route vers l'Espagne pour y rejoindre S. Paul, qu'il aurait fondé l'Eglise de Béziers et celle de Narbonne.

Saint APHRODISE, premier évêque de Béziers en Languedoc (IIIème siècle).

Sainte DROSIS ou DROSIDE, vierge, martyre à Antioche. 




Saintes martyres CALLINIQUIE ou CALLINICIE et BASILISSE ou VASSILISSA, mortes par le glaive (252?).

Saint SATURNIN et NEUF autres martyrs d'Afrique. 


File:Menologion of Basil 063.jpg

Saint BASILE, prêtre à Ancyre (aujourd'hui Ankara) en Galatie, martyr sous Julien l'Apostat (362 ou 363). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome III des Ménées.) Il presbitero martire San Basilio di Ancira durante il regno dell'imperatore Costanzo si oppose agli ariani con ogni energia; poi sotto  imperatore Giuliano invocò Dio affinché nessuno dei cristiani abbandonasse la fede, e fu per questo arrestato e consegnato al governatore della provincia: dopo non pochi tormenti portò così a compimento il suo martirio. 
 
http://www.santiebeati.it/dettaglio/92522 
 
http://home.iprimus.com.au/xenos/frbasil.html

Troparion — Tone 3

Through the inspiration of the Holy Spirit you worthily received the anointing of the priesthood, O Basil. / You offered your martyr’s contest / as a royal sacrifice to the King of the Ages. / Righteous Father, entreat Christ God to grant us His great mercy.

Kontakion — Tone 8

Having run the race in righteousness, / You preserved the faith, O Hieromartyr Basil. / For this you were made worthy of the crown of martyrdom, / And You have become an unshakable pillar of the Church, / Confessing the undivided Trinity: the Son, co-eternal with the Father and the Spirit. / Entreat Him to deliver those who honor you from distress, / That we may cry to you: Rejoice, O divinely wise Basil!

Kontakion — Tone 3

As a priest of the King of Glory, / you also became a holy warrior by your contest. / You shamed the counsels of the lawless / and received the enjoyment of the heavenly Kingdom, / blessed hieromartyr of Christ, Basil.
 
 http://oca.org/saints/lives/2014/03/22/100861-hieromartyr-basil-of-ancyra
 
 
 
 

Sainte LEE ou LEA, veuve et ascète à Rome (vers 384).
 
Nella seconda metà del IV secolo i cristiani di Roma sono ormai molto numerosi. Ma con qualcuno di troppo. Infatti, in mezzo ai credenti veri s’infiltrano pure i ceffi untuosi e avidi dei voltagabbana di sempre, inquinatori della Chiesa. "Con questi qui d’attorno, essere santi diventa rischioso". Così si sfoga san Girolamo (ca. 347420) che, da buon dàlmata focoso, qualche volta esagera. Ma qui parla di cose toccate con mano durante il suo soggiorno nell Urbe, a contatto con quei gruppi cristiani che al pericolo di contagio spirituale oppongono la loro fede, approfondita con lo studio e  predicata con l esempio. Questo è il tempo di Roma sostituita da Milano come capitale effettiva, e ben poco frequentata dagli imperatori, sempre in guerra ai confini: nel 375 la morte coglie Valentiniano I durante una campagna in Pannonia (Ungheria); e il suo successore Valente muore nel 378 combattendo i Visigoti ad Adrianopoli (oggi Edirne, Turchia europea).
In questi tempi vive Lea, che conosciamo soltanto grazie a san Girolamo. Egli ne parla in una lettera alla gentildonna Marcella, animatrice del cristianesimo integralmente vissuto, che ha dato vita a una comunità femminile di tipo quasi monastico nella sua residenza sull Aventino. Anche Lea è di famiglia nobile: rimasta vedova in giovane età, pareva che dovesse poi sposare un personaggio illustre, Vezzio Agorio Pretestato, chiamato ad assumere la dignità di console.
Ma lei è entrata invece nella comunità di Marcella, dove si studiano le Scritture e si prega insieme, vivendo in castità e povertà. Con questa scelta, Lea capovolge modi e ritmi della sua vita per diffondere, come diremmo noi, un  messaggio forte. E Girolamo dice di lei: "Maestra di perfezione alle altre, più con l esempio che con la parola, fu di un umiltà così sincera e profonda che, dopo essere stata gran dama con molta servitù ai suoi ordini, si considerò poi come una serva".
Marcella ha in lei una fiducia totale: tanto  che le affida il compito di formare le giovani nella vita di fede e nella pratica della carità nascosta e silenziosa. Sarebbe difficile, scrive Girolamo, riconoscere in lei l aristocratica di un tempo, ora che "ha mutato le vesti delicate nel ruvido sacco", e mangia come mangiano i poveri che soccorre.
Questo è il suo stile, sotto il segno del riserbo. Agire e tacere. Insegnare con i fatti. Fa così poco rumore che di lei non si sa altro, e ignoreremmo perfino la sua esistenza se Girolamo non l  avesse ricordata in quella lettera, quando lei era già morta (e sepolta a Ostia). Era il 384, anno della morte di papa Damaso I, regnando in concordia gli imperatori Teodosio I e Massimo. Più tardi il primo dei due sconfisse il secondo. E regnò poi da solo, avendolo fatto uccidere.


Saint DIOGENE, Grec de nation, évêque d'Arras en Artois, martyr par la main des Vandales ariens (406 ?).

Sainte DARERCA, soeur de saint Patrick d'Irlande (Vème siècle).

Saint TRIEN (TRIENNA), disciple de saint Patrick, abbé en Irlande (Vème siècle).

Saint DEOGRATIAS, archevêque de Carthage dans l'actuelle Tunisie (458).  A Cartagine, nell  odierna Tunisia, san Deogratias, vescovo, che riscattò moltissimi prigionieri condotti via da Roma dai Vandali, raccogliendoli in due grandi basiliche allestite con letti e stuoie. 
Saint OCTAVIEN, archidiacre de l'Eglise de Carthage, et ses compagnons, martyrs par la main des Vandales ariens sous Hunéric (484).Nel 484 Unnerico, re dei Vandali, scatenò una furiosa persecuzione contro i cristiani fedeli al deposito della fede  rei di non aderire alle teorie ariane. Secondo la narrazione di Vittore di Vita le vittime furono numerosissime specie nel clero cartaginese: chi subí durissimo martirio, chi fu esiliato. Tuttavia questo scrittore africano, contemporaneo dei fatti, pur elencando nomi di vescovi, sacerdoti e diaconi martirizzati o esiliati, non fa alcun cenno ad Ottaviano. Il nome di questo martire invece, appare in Gregorio di Tours con una notizia assai sommaria e generica: nella persecuzione scatenata da Unnerico, oltre ai vescovi Eugenio di Cartagine e Vindemiale, vennero martirizzati nella stessa Cartagine Ottaviano, arcidiacono, e molte migliaia di uomini e donne (484

Saint AVIT, soldat de l'armée wisigothique devenu ermite dans le Périgord (518).

Saint CAMELIEN, évêque de Troyes en Champagne (vers 536).

Saint PAULENAN, moine en Bretagne (VIème-VIIème siècles).

Saint FAIBHE, Irlandais de nation, higoumène d'Iona en Ecosse (vers 680).

Saint EUTHYME le Péloponnésien, martyr à Constantinople par la main des Musulmans (1814).

Saint BASILE, évêque de Priloutsk, martyr par la main des Communistes (Russie 1930).

Saint DEMETRE IVANOV, prêtre, martyr par la main des Communistes (Ukraine, 1934).

Sainte SOPHIE, abbesse à Kiev, martyre par la main des Communistes (Ukraine, 1941).
 
 
Venerable Isaac the Founder of the Dalmatian Monastery at Constantinople
 
St Isaac lived during the fourth century, received monastic tonsure and pursued ascetic labors in the desert. During the reign of the emperor Valens (364-378), a zealous adherent of the Arian heresy, there was a persecution of the Orthodox, and churches were closed and destroyed.

Hearing of the persecution, St Isaac left the wilderness and went to Constantinople to console and encourage the Orthodox, and to fight against the heretics. At that time, barbarian Goths along the River Danube were making war against the Empire. They seized Thrace and advanced toward Constantinople.

When the emperor Valens was leaving the capital with his soldiers, St Isaac cried out, "Emperor, unlock the churches of the Orthodox, and then the Lord will aid you!" But the emperor, disdaining the words of the monk, confidently continued on his way. The saint repeated his request and prophecy three times. The angry emperor ordered St Isaac to be thrown into a deep ravine, filled with thorns and mud, from which it was impossible to escape.

St Isaac remained alive by God's help, and he emerged, overtook the emperor and said, "You wanted to destroy me, but three angels pulled me from the mire. Hear me, open up the churches for the Orthodox and you shall defeat the enemy. If, however, you do not heed me, then you shall not return. You will be captured and burned alive." The emperor was astonished at the saint's boldness and ordered his attendants Saturninus and Victor to take the monk and hold him in prison until his return.

St Isaac's prophecy was soon fulfilled. The Goths defeated and pursued the Greek army. The emperor and his Arian generals took refuge in a barn filled with straw, and the attackers set it afire. After receiving news of the emperor's death, they released St Isaac and honored him as a prophet.

Then the holy Emperor Theodosius the Great (379-395) came to the throne. On the advice of Saturninus and Victor, he summoned the Elder, treating him with great respect. Obeying his instructions, he banished the Arians from Constantinople and restored the churches to the Orthodox. St Isaac wanted to return to his desert, but Saturninus and Victor begged him not to leave the city, but to remain and protect it by his prayers.

Saturninus built a monastery for the saint in Constantinople, where monks gathered around him. St Isaac was the monastery's igumen and spiritual guide. He also nourished laypeople, and helped many of the poor and suffering.

When he had reached an advanced age, St Isaac made St Dalmatus (August 3) igumen. The monastery was later named for Dalmatus.

St Isaac died in the year 383, and his memory is also celebrated on May 30.

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