27 MARZO feste santi e memorie
Saint ANANIE, prophète (IXème siècle avant NSJC).
I grandi Profeti dell'esilio babilonese
sta in
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Saints martyrs PHILET le sénateur, LYDIE son épouse, leurs deux enfants THEOPREPIUS et MACEDONE, AMPHILOQUE le chef de milice et CHRONIDE le greffier, martyrs en Illyrie sous Adrien (vers 121). Fileto sarebbe stato un nobile senatore illirico, Lidia la sua sposa, Macedone e Teoprepio i loro figli. Arrestati semplicemente in quanto cristiani, l’imperatore Adrianò li affidò all’alto ufficiale Anfilochio affinché li sottoponesse ad atroci torture. Dinnanzi alla fortezza con cui l’intera famiglia sopportò diversi supplizi, Anfilochio dovette desistere ed addirittura si convertì al cristianesimo. Allo stesso modo anche l’ufficiale di guardia della prigione, Cronide, seguì il suo esempio. L’imperatore si adirò molto al giungere della notizia alle sue orecchie e li fece sottoporre tutti e sei a nuovi supplizi nella speranza di farli desistere. Morirono infine immersi in una vasca ricolma di olio bollente.
Saints JEAN et BAROUCHIOS, morts par le glaive.
Troparion — Tone 3
With undaunted spirit you preserved the Faith, / And your soul, Matrona, was not enslaved by the cruelty of your torturers. / You excelled in contest, slaying the crafty one / And were mystically wedded to the Lord of creation. / Fervently entreat him to deliver us from all harm!Kontakion — Tone 4
Filled with the light of the Spirit, O Matrona, / you regarded your prison cell as a bridal chamber; / and from it you hastened to your radiant dwelling in the heavens, crying out: / “In divine love for You, O Word, I gladly endured scourgings.”Sainte MATRONE, esclave chrétienne martyre par la main de sa maîtresse juive, Plantilla, à Thessalonique (IIIème-IVème siècles). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome III des Ménées.) The Holy Martyr Matrona of Thessalonica suffered in the third or fourth century. She was a slave of the Jewish woman Pautila (or Pantilla), wife of one of the military commanders of Thessalonica. Pautila constantly mocked her slave for her faith in Christ, and tried to convert her to Judaism. St Matrona, who believed in Christ from her youth, still prayed to the Savior Christ, and secretly went to church unbeknownst to her vengeful mistress.
Pautila, learning that St Matrona had been to church, asked, "Why won't you come to our synagogue, instead of attending the Christian church?" St Matrona boldly answered, "Because God is present in the Christian church, but He has departed from the Jewish synagogue." Pautila went into a rage and mercilessly beat St Matrona, tied her up, and shut her in a dark closet. In the morning, Pautila discovered that St Matrona had been freed of her bonds by an unknown Power.
In a rage Pautila beat the martyr almost to death, then bound her even more tightly and locked her in the closet. The door was sealed so that no one could help the sufferer. The holy martyr remained there for four days without food or water, and when Pautila opened the door, she again found St Matrona free of her bonds, and standing at prayer.
Pautila flogged the holy martyr and left the skin hanging in strips from her body. The fierce woman locked her in the closet again, where St Matrona gave up her spirit to God.
Pautila had the holy martyr's body thrown from the roof of her house. Christians took up the much-suffered body of the holy martyr and buried it. Later, Bishop Alexander of Thessalonica built a church dedicated to the holy martyr. Her holy relics, glorified by many miracles, were placed in this church.
The judgment of God soon overtook the evil Pautila. Standing on the roof at that very place where the body of St Matrona had been thrown, she stumbled and fell to the pavement. Her body was smashed, and so she received her just reward for her sin.
A
Salonicco nella Macedonia, ora in Grecia, santa Matrona, martire, che,
serva di una Giudea, mentre adorava Cristo di nascosto, fu scoperta
dalla sua padrona e punita con vari supplizi; infine fu percossa a morte
e, professando la sua fede in Cristo, rese incorrotto lo spirito a
Dio.
Saint ALEXANDRE, soldat, martyr à Drisipare en Pannonie sous Maximien (entre 286 et 305).Alessandro, legionario romano, militava agli ordini del tribuno Tiberiano, sotto l'imperatore Massimiano (286-305), allorché si rifiutò di sacriIicare a Giove, essendo cristiano, in occasione dell'inaugurazione in Roma di un tempio al padre degli dei. Arrestato e condotto davanti all'imperatore, professò apertamente la sua fede, per cui venne crudelmente torturato, consegnato quindi a Tiberiano ed infine inviato in Tracia, dove subì nuove più atroci torture, sopportate peraltro tutte con grande coraggio. Trasferito da una località all'altra dell'Illiria e della Tracia, fu sottoposto dovunque ad ulteriori più estenuanti interrogatori ed a spietati supplizi, finché a Drizipara (non molto lungi dall'attuale Karistiran) Tiberiano lo fece mettere a morte mediante decapitazione, che venne eseguita in un luogo distante 18 miglia dalla città. Il corpo di Alessandro fu gettato quindi in un fiume, donde venne ripescato, con l'aiuto di quattro cani, dalla madre stessa del martire, Pemenia, che, miracolosamente avvisata da un angelo, aveva potuto seguire il figlio per tutto il suo doloroso itinerario.
Il culto di Alessandro di Drizipara sembra risalire al sec. VI; intorno a quell'epoca, infatti, la pietà popolare aveva voluto innalzare, sul luogo dove la madre del martire aveva dato sepoltura al figlio morto per la fede, una magnifica chiesa in suo onore, che fu saccheggiata e distrutta all'inizio del 600 dagli Avari, i quali inoltre, secondo una testimonianza del cronista bizantino Teofilatto Simocatta, profanarono le reliquie del santo, subendo però l'immediato castigo divino: una peste che decimò le loro forze.
Saint IRENEE, évêque de Sirmium en Pannonie (aujourd'hui Sremski Mitrovica en Serbie), martyr sous Dioclétien (vers 304). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome III du Supplément aux Ménées.) (Autre mémoire le 6 avril.)
Saint JEAN de Lycopolis, ascète, thaumaturge et visionnaire en Egypte (394).
Saint AMATOR ou AMADOR, ermite en Portugal.
Saint EUTYCHE, évêque.
Saint CYRIQUE d'Apros en Thrace, moine.
Sainte AUGUSTA ou AUGUSTINE de Ceneda, vierge, assassinée par son père, un seigneur germanique établi dans le Frioul, parce qu'elle s'était convertie au christianisme orthodoxe et vénérée à Serravalle dans la province de Trévise en Vénétie (Vème siècle). Gli “Atti” di s. Augusta, cioè le notizie sulla sua vita e martirio, furono redatte alla fine del XVI secolo da Minuccio de’ Minucci di Serravalle, protonotario apostolico e segretario di papa Clemente VIII (1592-1605).
Questi “Atti” furono inviati agli editori dei volumi “De probatis sanctorum historiis” di Lorenzo Surio, certosino e agiografo tedesco (1522-1578) e furono inseriti nel vol. VII dell’edizione stampata a Colonia in Germania. Secondo questi “Atti”, Augusta era figlia di Matruco, capo alemanno (Alemagna - Germania), che aveva conquistato e sottomesso il Friuli; questi risiedeva a Serravalle (attuale borgo antico della città di Vittorio Veneto) ed era un accanito nemico della religione cristiana.
Augusta abbracciò la nuova fede segretamente, ma il padre ne venne comunque a conoscenza e la fece arrestare. Giacché si rifiutò di apostatare, fu gettata in un carcere e dopo varie torture, venne decapitata; il suo corpo fu ritrovato alcuni anni dopo sepolto su una collina, sovrastante Serravalle, che prese il suo nome; qui le fu dedicata dal V secolo, una chiesa molto frequentata dagli abitanti.
L’epoca del suo martirio è circa il 100 d.C.; la santa è anche conosciuta come Augusta di Ceneda, (secondo nucleo di Vittorio Veneto, città posta ai piedi delle Prealpi Bellunesi, in provincia di Treviso).
Saint LANGUY, ermite à Plougastel-Daoulas en Finistère de Bretagne (VIème siècle).
Saint DOMINIQUE, évêque des diocèses réunis de Cambrai et d'Arras en Artois (vers 545).
Saint VEDULPHE, successeur de saint Dominique comme évêque des diocèses réunis de Cambrai et d'Arras (vers 580).
Saint ALEXANDRE, soldat, martyr à Drisipare en Pannonie sous Maximien (entre 286 et 305).Alessandro, legionario romano, militava agli ordini del tribuno Tiberiano, sotto l'imperatore Massimiano (286-305), allorché si rifiutò di sacriIicare a Giove, essendo cristiano, in occasione dell'inaugurazione in Roma di un tempio al padre degli dei. Arrestato e condotto davanti all'imperatore, professò apertamente la sua fede, per cui venne crudelmente torturato, consegnato quindi a Tiberiano ed infine inviato in Tracia, dove subì nuove più atroci torture, sopportate peraltro tutte con grande coraggio. Trasferito da una località all'altra dell'Illiria e della Tracia, fu sottoposto dovunque ad ulteriori più estenuanti interrogatori ed a spietati supplizi, finché a Drizipara (non molto lungi dall'attuale Karistiran) Tiberiano lo fece mettere a morte mediante decapitazione, che venne eseguita in un luogo distante 18 miglia dalla città. Il corpo di Alessandro fu gettato quindi in un fiume, donde venne ripescato, con l'aiuto di quattro cani, dalla madre stessa del martire, Pemenia, che, miracolosamente avvisata da un angelo, aveva potuto seguire il figlio per tutto il suo doloroso itinerario.
Il culto di Alessandro di Drizipara sembra risalire al sec. VI; intorno a quell'epoca, infatti, la pietà popolare aveva voluto innalzare, sul luogo dove la madre del martire aveva dato sepoltura al figlio morto per la fede, una magnifica chiesa in suo onore, che fu saccheggiata e distrutta all'inizio del 600 dagli Avari, i quali inoltre, secondo una testimonianza del cronista bizantino Teofilatto Simocatta, profanarono le reliquie del santo, subendo però l'immediato castigo divino: una peste che decimò le loro forze.
Saint IRENEE, évêque de Sirmium en Pannonie (aujourd'hui Sremski Mitrovica en Serbie), martyr sous Dioclétien (vers 304). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome III du Supplément aux Ménées.) (Autre mémoire le 6 avril.)
A
Srijem in Pannonia, nell’odierna Croazia, passione di sant’Ireneo,
vescovo e martire, che, al tempo dell’imperatore Massimiano, sotto il
governatore Probo, fu dapprima frustato, poi per molti giorni torturato
in carcere e infine portò a compimento il suo martirio con la
decapitazione.
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Saint JEAN de Lycopolis, ascète, thaumaturge et visionnaire en Egypte (394).
Saint AMATOR ou AMADOR, ermite en Portugal.
Saint EUTYCHE, évêque.
Saint CYRIQUE d'Apros en Thrace, moine.
Sainte AUGUSTA ou AUGUSTINE de Ceneda, vierge, assassinée par son père, un seigneur germanique établi dans le Frioul, parce qu'elle s'était convertie au christianisme orthodoxe et vénérée à Serravalle dans la province de Trévise en Vénétie (Vème siècle). Gli “Atti” di s. Augusta, cioè le notizie sulla sua vita e martirio, furono redatte alla fine del XVI secolo da Minuccio de’ Minucci di Serravalle, protonotario apostolico e segretario di papa Clemente VIII (1592-1605).
Questi “Atti” furono inviati agli editori dei volumi “De probatis sanctorum historiis” di Lorenzo Surio, certosino e agiografo tedesco (1522-1578) e furono inseriti nel vol. VII dell’edizione stampata a Colonia in Germania. Secondo questi “Atti”, Augusta era figlia di Matruco, capo alemanno (Alemagna - Germania), che aveva conquistato e sottomesso il Friuli; questi risiedeva a Serravalle (attuale borgo antico della città di Vittorio Veneto) ed era un accanito nemico della religione cristiana.
Augusta abbracciò la nuova fede segretamente, ma il padre ne venne comunque a conoscenza e la fece arrestare. Giacché si rifiutò di apostatare, fu gettata in un carcere e dopo varie torture, venne decapitata; il suo corpo fu ritrovato alcuni anni dopo sepolto su una collina, sovrastante Serravalle, che prese il suo nome; qui le fu dedicata dal V secolo, una chiesa molto frequentata dagli abitanti.
L’epoca del suo martirio è circa il 100 d.C.; la santa è anche conosciuta come Augusta di Ceneda, (secondo nucleo di Vittorio Veneto, città posta ai piedi delle Prealpi Bellunesi, in provincia di Treviso).
Saint LANGUY, ermite à Plougastel-Daoulas en Finistère de Bretagne (VIème siècle).
Saint DOMINIQUE, évêque des diocèses réunis de Cambrai et d'Arras en Artois (vers 545).
Saint VEDULPHE, successeur de saint Dominique comme évêque des diocèses réunis de Cambrai et d'Arras (vers 580).
Saint RUPERT ou ROBERT, évêque de Worms, puis de Salzbourg, apôtre de la Bavière (718). fu anch'egli un tipico rappresentante dei " monaci irlandesi" itineranti.
S. Ruperto discendeva dai Robertini o Rupertini, un'importante famiglia che dominava col titolo di conte nella regione del medio e alto Reno. Da questa famiglia nacque anche un altro S. Ruperto (o Roberto), di Bingen, la cui vita venne scritta da S. Ildegarda. I Robertini erano imparentati con i Carolingi e centro della loro attività era Worms. Qui S. Ruperto ricevette la sua formazione di stampo monastico irlandese. Verso il 700, come i suoi maestri, si sentì spinto alla predicazione e alla testimonianza monastica itinerante e si recò perciò in Baviera, ottenendo buoni risultati a Regensburg e Lorch. Appoggiato dal conte Theodo di Baviera, sul lago Waller, 10 km a nord-est di Salisburgo, là dove ora è Seekirchen, fondò una chiesa, dedicata a S. Pietro. Ma il luogo non appariva adatto ai progetti di S. Ruperto che chiese al conte un altro territorio sul fiume Salzach, nei pressi dell'antica e cadente città romana di Juvavum.
Il monastero che vi costruì, dedicandolo a S. Pietro, è il più antico di tutta l'Austria e insieme il nucleo della nuova Salisburgo. Il suo sviluppo fu opera anche di dodici collaboratori che Ruperto fece venire dalla sua terra d'origine: tra essi Cunialdo e Gislero, onorati come santi. Non lontano dal monastero di S. Pietro, sorse pure un monastero femminile, affidato alla direzione dell'abbadessa Erentrude, nipote di Ruperto.
Fu questo manipolo di coraggiosi che fece sorgere la nuova Salisburgo, che a giusto titolo riconosce in Ruperto il proprio ri-fondatore: "La sua figura mostra come una personalità piena di forza e di sensibilità, affondando le radici nelle profondità dello spirito cristiano, è in grado di impedire con intelligenza e senza limiti geografici qualsiasi decadimento sia interiore che esterno " (J. Henning). S. Ruperto morì il giorno di Pasqua, e cioè il 27 marzo del 718. Le sue reliquie vengono conservate nella magnifica cattedrale di Salisburgo edificata nel sec. XVII.
Saint ROMULE ou ROMULUS, abbé de Saissy-les-Bois en Nivernais (après 720).
Saint SUAIRLECH, premier évêque de Fore en Irlande (vers 750).
Saint PAUL, frère de saint Pierre d'Argos, évêque de Corinthe (vers 885).
Sainte ALKELDE ou ATHILDA, martyre en Angleterre par la main des Vikings païens (Xème siècle).
Saint EPHREM de Rostov (Russie 1454).
Saint ALEXANDRE, higoumène de Voche, près de Galitch sur la Volga (XVIème siècle).
Saint ANTOINE, archevêque de Tobolsk en Sibérie (1740).
"
Icon of the Mother of God of Mt. Athos, "Sweet Kissing"
Icon of the Mother of God "of the
Akathist"
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