Mese di Marzo dal sei marzo al dieci marzo santi italici ed italo greci
6 marzo santi feste e memorie
Saint MARCIEN, premier évêque de Tortone en Piémont, martyr sous Adrien (vers 120). Marciano
detto anche Marziano, venerato come santo sin dall’antichità a
Tortona (Alessandria), fu inserito nella lista dei vescovi della città,
sia dagli studiosi, sia dalla devozione popolare, come protovescovo di
Tortona, indicando che il suo martirio, sarebbe avvenuto ai tempi imperatore romano Adriano (117-138).
http://www.santiebeati.it/dettaglio/47150
Saint BASILE, évêque de Bologne en Emilie-Romagne (IVème siècle).
Saint VICTOR, diacre près de Plaisance en Italie (444).
7 marzo santi feste e memorie
http://www.earlychristianwritings.com/actsperpetua.html
Saintes PERPETUE, jeune mère de famille patricienne, et FELICITE, esclave, martyres à Tuburbe en Maurétanie sous Septime Sévère avec saints REVOCAT, esclave, SATURNIN et SECONDULE (204). (Office à saintes Perpétue et Félicité composé en français par le père Denis Guillaume et publié au tome III du Supplément aux Ménées à la date du 6 mars, jour où commença leur passion).
Chiusa
in carcere aspettando la morte, una giovane tiene una sorta di diario
dei suoi ultimi giorni, descrivendo la prigione affollata, il tormento
della calura; annota nomi di visitatori, racconta sogni e visioni degli
ultimi giorni. Siamo a Cartagine, Africa del Nord, anno 203: chi scrive è
la colta gentildonna Tibia Perpetua, 22 anni, sposata e madre di un
bambino. Nella folla carcerata sono accanto a lei anche la
più giovane Felicita, figlia di suoi servi, e in gravidanza avanzata; e
tre uomini di nome Saturnino, Revocato e Secondulo. Tutti condannati a
morte perché vogliono farsi cristiani e stanno terminando il periodo di
formazione; la loro «professione di fede» sarà il martirio nel nome di
Cristo. Le annotazioni di Perpetua verranno poi raccolte nella «Passione
di Perpetua e Felicita», opera forse di Tertulliano, testimone a
Cartagine. Sempre
a Cartagine, odierna Tunisia, passione dei santi
Satiro, Saturnino, Revocato e Secondino, dei quali, durante la medesima
persecuzione, l ' ¢ultimo morì in carcere, gli altri
invece, dopo essere stati straziati da varie belve, morirono sgozzati
con la spada mentre si scambiavano il bacio santo della pace e della
professione di fede to.
http://www.santiebeati.it/Detailed/22950.html
Your
lambs, Perpetua and Felicity, cry out to you, O Jesus, with great love:
"O our Bridegroom, we long for you in great pain, we are crucified with
you, and in baptism we are buried with you. We suffer for your sake in
order to reign with you. We die for you in order to live in you. Accept
us as immaculate victims, since we are slain for your sake." Through
their intercessions, O Merciful One, save our souls!
PASSIONE DELLE SANTE PERPETUA
E FELICITA
(Tertulliano ?)
sta in
http://tradizione.oodegr.com/tradizione_index/vitesanti/passione_delle_sante_perpetua_e.htm
Saint EQUITIUS, abbé en Italie (VIème siècle). Sant'Equizio
nacque nel 480-490 nella provincia Valeria (L'Aquila-Rieti- Tivoli).
Non si hanno grandi notizie della sua vita. L'unico che ne parla
è S. Gregorio Magno nei suoi dialoghi (I,4 in PL, LXXVII, coll. 165-77).
Fu monaco e con S. Benedetto da Norcia può ritenersi il padre e il
diffusore del monachesimo in Italia e in Occidente. S. Equizio non
ricevtte mai gli ordini sacri. S. Gregorio afferma che S. Equizio per la
sua santità popolò l'intera provincia Valeria di monaci. Sono riferiti a
lui fatti starordinari come la liberazione da tentazioni per opera di
un angelo e lo smascheramento profetico di un certo Basilio mago.
Saint GAUDIOSUS, évêque de Brescia en Lombardie (vers 445).
8 marzo feste santi e memorie
Saint PROVIN (PROVINUS), Gaulois de nation, disicple de saint Ambroise de Milan et évêque de Côme en Lombardie (vers 420). fra i latini e frequente nel IV secolo.
Probino
era discepolo di s. Ambrogio, il quale lo inviò come collaboratore del
protovescovo s. Felice a Como e quando questi morì nel 391, Probino ne
divenne il successore; fu vescovo della diocesi fino al 420.
Il suo
episcopato dovette rifulgere per saggezza e santità,
perché dopo la sua morte, ebbe un culto ininterrotto; la reliquia del
suo capo fu conservata in un tempietto fuori città, fatto edificare da
lui stesso e dedicato ai santi Gervasio e Protasio, che pochi anni prima
che divenisse vescovo, nel 386, ne erano stati scoperti i corpi a
Milano ad opera di s. Ambrogio.
La reliquia restò lì fino al 1118
quando per salvaguardarla dalle scorrerie nemiche, fu trasferita entro
le mura della città di Como, nella chiesa di S. Antonio, che prese il
nome di S. Probino.
Si hanno notizie delle successive ricognizioni
delle reliquie, avvenute negli anni 1504, 1618, 1836, 1933;
l afflusso dei fedeli al suo sepolcro fu continuo, specie da
parte degli ammalati di febbri maligne, di cui s. Probino è ritenuto
guaritore.
Nel 1096 una parte del cranio, fu ceduta alla collegiata
di Agno nel Canton Ticino e posta in un busto argento, qui si è
poi sviluppato un culto molto intenso e
ogni anno, marzo si celebra la sua festa liturgica con grande
concorso di fedeli, provenienti anche da altre zone
Saint LITIFRED ou LITIFROID, évêque de Pavie en Lombardie (874).
9 marzo feste santi e memorie
Saint VITAL (VITALIOS) de Castronovo, fondateur des monastères d'Armento et de Rapolla en Calabre (994). (Cf. Hester, Monasticism and Spirituality of the Italo-Greeks, p. 79). San
Vitale venne al mondo a Kars-nubu (una Castronovo di Sicilia di epoca
islamica) nei primi anni del 900: padre Sergio de Mennita, madre
Crisonica.
http://www.santiebeati.it/dettaglio/91056
10 marzo feste santi e memorie
Saint SIMPLICIUS, pape et patriarche de Rome (468-483), confesseur face au monophysitisme et à l'arianisme (483).
S.
Simplicio, nativo di Tivoli, esercitò il ministero pontificio dal 468
al 483, in un periodo tormentato sia per la vita della Chiesa che per
quella dello Stato. Com'è noto, Odoacre, poiché non venivano soddisfatte
le richieste di terre da coltivare avanzate dai suoi Eruli, troncò ogni
indugio: tolto di mezzo Oreste, ne depose il figlio Romolo Augustolo,
ultimo rappresentante imperiale, che relegò in una villa napoletana con
una rendita annuale di 6.000 libbre d'oro, e rinviò le insegne imperiali
all'imperatore d'Oriente, Zenone.
Neppure questi
d'altra parte aveva una vita tranquilla, poichè proprio nel 475-476
dovette fronteggiare la rivolta di Basilisco: riuscì ad averne ragione
solo con l'aiuto di Teodorico, re degli Ostrogoti, che poi spodestò
anche Odoacre. Questa serie di avvicendamento non restava senza
conseguenze anche per la vita della Chiesa sia in Occidente che in
Oriente. Odoacre, infatti, e anche Teodorico erano seguaci dell'eresia
ariana, mentre Basilisco si appoggiava nella sua rivolta particolarmente
sui seguaci dell'eresia monofisita.
Il monofisismo era stato
suscitato da Dioscoro, patriarca di Alessandria d'Egitto, e soprattutto
dal monaco Eutiche: la sua tesi centrale, che le dava anche il nome, era
che in Cristo vi è una sola natura, quella divina. Nonostante
l'importante ed energico intervento di S. Leone Magno, l'eresia trionfò
in occasione del cosiddetto "latrocinio di Efeso", ma due anni dopo la
dottrina ortodossa venne affermata con chiarezza nel concilio di
Calcedonia, che assunse come articolo di fede il documento di S. Leone
Magno.
Questo concilio emanò anche il famoso canone 28, che
riconosceva una preminenza del patriarcato costantinopolitano, che venne
contestata come innovazione pericolosa dagli inviati di S. Leone Magno e
venne combattuta anche da S. Simplicio. La controversia sul monofisismo
andò avanti ancora per qualche tempo: ne fu responsabile anche
l'imperatore Zenone che nel 482 tentò un impossibile compromesso con il
suo Henoticon, contro il quale papa Simplicio prese netta posizione.
Oltre
a questa difesa della dottrina cristiana genuina, S. Simplicio si rese
benemerito per aver restaurato e dedicato alcune chiese romane come S.
Stefano Rotondo e S. Bibiana, e, mostrandosi rispettoso di ogni valida
arte, fu lui ad ordinare che venissero salvati dalla distruzione i
mosaici pagani della chiesa di S. Andrea. Le sue reliquie si venerano a
Tivoli.
8 marzo feste santi e memorie
Saint PROVIN (PROVINUS), Gaulois de nation, disicple de saint Ambroise de Milan et évêque de Côme en Lombardie (vers 420). fra i latini e frequente nel IV secolo.
Probino era discepolo di s. Ambrogio, il quale lo inviò come collaboratore del protovescovo s. Felice a Como e quando questi morì nel 391, Probino ne divenne il successore; fu vescovo della diocesi fino al 420.
Il suo episcopato dovette rifulgere per saggezza e santità, perché dopo la sua morte, ebbe un culto ininterrotto; la reliquia del suo capo fu conservata in un tempietto fuori città, fatto edificare da lui stesso e dedicato ai santi Gervasio e Protasio, che pochi anni prima che divenisse vescovo, nel 386, ne erano stati scoperti i corpi a Milano ad opera di s. Ambrogio.
La reliquia restò lì fino al 1118 quando per salvaguardarla dalle scorrerie nemiche, fu trasferita entro le mura della città di Como, nella chiesa di S. Antonio, che prese il nome di S. Probino.
Si hanno notizie delle successive ricognizioni delle reliquie, avvenute negli anni 1504, 1618, 1836, 1933; l afflusso dei fedeli al suo sepolcro fu continuo, specie da parte degli ammalati di febbri maligne, di cui s. Probino è ritenuto guaritore.
Nel 1096 una parte del cranio, fu ceduta alla collegiata di Agno nel Canton Ticino e posta in un busto argento, qui si è poi sviluppato un culto molto intenso e ogni anno, marzo si celebra la sua festa liturgica con grande concorso di fedeli, provenienti anche da altre zone
Saint LITIFRED ou LITIFROID, évêque de Pavie en Lombardie (874).
9 marzo feste santi e memorie
Saint VITAL (VITALIOS) de Castronovo, fondateur des monastères d'Armento et de Rapolla en Calabre (994). (Cf. Hester, Monasticism and Spirituality of the Italo-Greeks, p. 79). San
Vitale venne al mondo a Kars-nubu (una Castronovo di Sicilia di epoca
islamica) nei primi anni del 900: padre Sergio de Mennita, madre
Crisonica.
http://www.santiebeati.it/dettaglio/91056
10 marzo feste santi e memorie
Saint SIMPLICIUS, pape et patriarche de Rome (468-483), confesseur face au monophysitisme et à l'arianisme (483).
S.
Simplicio, nativo di Tivoli, esercitò il ministero pontificio dal 468
al 483, in un periodo tormentato sia per la vita della Chiesa che per
quella dello Stato. Com'è noto, Odoacre, poiché non venivano soddisfatte
le richieste di terre da coltivare avanzate dai suoi Eruli, troncò ogni
indugio: tolto di mezzo Oreste, ne depose il figlio Romolo Augustolo,
ultimo rappresentante imperiale, che relegò in una villa napoletana con
una rendita annuale di 6.000 libbre d'oro, e rinviò le insegne imperiali
all'imperatore d'Oriente, Zenone.
Neppure questi
d'altra parte aveva una vita tranquilla, poichè proprio nel 475-476
dovette fronteggiare la rivolta di Basilisco: riuscì ad averne ragione
solo con l'aiuto di Teodorico, re degli Ostrogoti, che poi spodestò
anche Odoacre. Questa serie di avvicendamento non restava senza
conseguenze anche per la vita della Chiesa sia in Occidente che in
Oriente. Odoacre, infatti, e anche Teodorico erano seguaci dell'eresia
ariana, mentre Basilisco si appoggiava nella sua rivolta particolarmente
sui seguaci dell'eresia monofisita.
Il monofisismo era stato
suscitato da Dioscoro, patriarca di Alessandria d'Egitto, e soprattutto
dal monaco Eutiche: la sua tesi centrale, che le dava anche il nome, era
che in Cristo vi è una sola natura, quella divina. Nonostante
l'importante ed energico intervento di S. Leone Magno, l'eresia trionfò
in occasione del cosiddetto "latrocinio di Efeso", ma due anni dopo la
dottrina ortodossa venne affermata con chiarezza nel concilio di
Calcedonia, che assunse come articolo di fede il documento di S. Leone
Magno.
Questo concilio emanò anche il famoso canone 28, che
riconosceva una preminenza del patriarcato costantinopolitano, che venne
contestata come innovazione pericolosa dagli inviati di S. Leone Magno e
venne combattuta anche da S. Simplicio. La controversia sul monofisismo
andò avanti ancora per qualche tempo: ne fu responsabile anche
l'imperatore Zenone che nel 482 tentò un impossibile compromesso con il
suo Henoticon, contro il quale papa Simplicio prese netta posizione.
Oltre
a questa difesa della dottrina cristiana genuina, S. Simplicio si rese
benemerito per aver restaurato e dedicato alcune chiese romane come S.
Stefano Rotondo e S. Bibiana, e, mostrandosi rispettoso di ogni valida
arte, fu lui ad ordinare che venissero salvati dalla distruzione i
mosaici pagani della chiesa di S. Andrea. Le sue reliquie si venerano a
Tivoli.
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