Saints FLORE (FLORUS) et LAURE (LAURUS, LAUR), frères jumeaux, tailleurs de pierre de profession, martyrs en Illyrie sous Adrien (entre 117 et 138). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome VIII des Ménées.)
August 18th Troparion (Tone 5)
You were practiced in the ways of godliness and gladly ran your course of martyrdom, and as illustrious kinsmen you were glorified by Christ. O Floros and Lauros, we praise you as noble athletes, and we cry to you: O Saints, deliver us from all necessities.
You were practiced in the ways of godliness and gladly ran your course of martyrdom, and as illustrious kinsmen you were glorified by Christ. O Floros and Lauros, we praise you as noble athletes, and we cry to you: O Saints, deliver us from all necessities.
Florus
& Laurus (also spelled Floros & Lavros) were brothers and
stonemasons in Illyria. they were pressed into service to build a pagan
temple for a prince. During the construction a stone splintered and flew
into the eye of the son of the pagan priest who was too closely
watching the brothers work. The priest, Merentius, saw his blinded and
bleeding son and tried to thrash the brothers. They admonished him that
if he would believe on Christ, his son would be healed. The priest
agreed. Florus & Laurus prayed and made the sign of the Cross over
the child's eye. He was healed
instantly. They gave up paganism and were baptized. Soon after they were
martyred by fire. When the brothers finished the temple, they placed a
Cross on top, called all the Christians together, and held an all night
vigil of hymns in the Name of the Lord Jesus. The governor then burned
many of the Christians and had Florus & Laurus buried alive in a dry
well. More than a century later, people noticed horses drinking from
that spot, revealing the saints perfectly preserved bodies. Their relics
were translated to Constantinople. The spring was noted for its power
to heal horses. Elashippus, Speushippus & Melashippus were
Cappadocian brothers, two of them twins, who were grooms and horse
doctors, who had learned their skills from Ss. Florus & Laurus and
the Archangel Michael. These three were also martyred for their faith.
Laurus & Florus suffered in the early 2nd Century. On their feast
day, it has been the custom to drive all of the
horses down to a river or pond, after liturgy. Then a molebin is held,
the waters are blessed and the horses are bathed. It is a day of rest
for horses. Michael is particularly known for the protection of horses
& cattle. Thus, he is at the top of the icon conveying blessing on
all surrounding.
https://doxologia.ro/sfantul-mucenic-flor
Saints PROCULE et MAXIME, employeurs des saints Florus et Laurus, martyrs.
Saint AGON, évêque de Poitiers en Poitou (IIIème siècle).
Saint AGAPET, adolescent martyr sous Aurélien à Palestrina dans le Latium (vers 274).
Saints HERMES, SERAPION et POLYEN, martyrs à Rome.
Sainte martyre JULIENNE.
Saint martyr LEON, qui fut jeté à la mer près de Myre en Lycie.
Saint PROJECTICE, martyr à Bergame en Lombardie (début du IVème siècle).
Saints JEAN et CRISPUS (CRISPIN, CRISPE), prêtres, martyrs à Rome sous Dioclétien (303).
Saint FIRMIN (FREMIN), Grec de nation, évêque de Metz en Lorraine (IVème-Vème siècles).
QUATRE saints ASCETES morts en paix.
Saint AGAT (ADGAT), fondateur de paroisse à Plouegat en Bretagne (VIème siècle).
Saint EON (EONE), métropolitain d'Arles en Provence (502).
Saint DAIG (DAGEE, DAGAEUS, DAGANUS) MACCAIRILL, disciple de saint Finian, évêque-abbé, fondateur de monastère à Inis Cain Dega (Inniskeen) en Irlande (586).
Saint RUSTIQUE, évêque de Cahors en Quercy, martyr (630).
Saint JEAN V, patriarche oecuménique de Constantinople (668-675), qui lutta pour la cause de l'Orthodoxie contre le monothélisme (675).
Saint GEORGES Ier, patriarche oecuménique de Constantinople (679-686), qui participa au sixième concile oecuménique (686).
Saint MILON, moine de Saint-Wandrille à Fontenelle, puis ermite à Caudebec en Normandie (vers 730 ou 740).
Saint EVAN (INAN), ermite dans le comté d'Ayr en Ecosse (IXème siècle).
Repos
de notre vénérable Père JEAN de Rila (Bulgarie 946). (Mémoire
principale le 19 octobre.) (Acathiste traduit en français par le père
Denis Guillaume au tome VIII du Supplément aux Ménées.)
San
Giovanni, anacoreta del Monte Rila, meglio noto come Ivan Rilski, è il
santo più amato dal popolo bulgaro. Nato a Skrino verso l´anno 876 da
una famiglia cristiana molto ricca. Quando rimase orfano, Giovanni
distribuì tutti i beni ereditati ai poveri ed ai malati per divenire
monaco. Abbandonò dunque il paese natio con addosso solo una veste di
pelle e si stabilì su una montagna alta e deserta, ove rimase a vivere
in una capanna fatta di ramoscelli, nutrendosi esclusivamente di piante
selvatiche. Dopo qualche tempo dei briganti lo cacciarono ed il santo
trovò allora una grotta profonda in cui abitò per altri
dodici anni. Dalla grotta si trasferì poi nel deserto di Rila in una
tana scavata in un albero. Pregava continuamente, si nutriva di erba e
non aveva alcun modo di incontrare altre persone. Un giorno alcuni
pecorai scoprirono il suo nascondiglio e fu così che si sparse la voce:
la sua fama crebbe e tanta gente volle andarlo a trovare.
Per sfuggire ai visitatori l´eremita abbandonò la sua quercia e si trasferì su una rupe alta ed inaccessibile. Qui egli trascorse sette anni sotto il cielo aperto, esposto a tutte le intemperie e pregando incessantemente. La sua fama colpì anche lo zar bulgaro San Pietro, che avrebbe anch´egli voluto incontrarlo, ma il santo rifiutò. Il luogo scelto dal santo come eremitaggio attrasse ben presto dei discepoli, che diedero vita al celeberrimo Monastero di Rila, dedicato alla Vergine Ossenovitza, cioè Protettrice. Qui Giovanni rese l´anima a Dio il 18 agosto 946.
La fama di questo grande santo non cessò di crescere anche dopo la sua morte e si diffuse nelle nazioni vicine. Il suo corpo fu traslato con tutti gli onori a Sredez (Sofia) e collocato nella chiesa di San Luca. Nel 1183 le sue spoglie furono portate ad Estergom dal re ungherese Bela III. Restituite in seguito in un feretro d´oro, furono nuovamente conservate a Sofia e nel 1238, durante il regno di Ivan Asen II e del patriarca Vasilij, nell´allora capitale Tirnovo, per finalmente ritornare nel 1469 al Monastero di Rila, che nel frattempo era stato ricostruito dopo la sua distruzione ad opera di bande di briganti. Nel 1961 il Monastero fu confiscato dal regime comunista e trasformato in Museo nazionale, ma tanta fu la pressione popolare che i monaci dovettero essere richiamati nella loro sede.
Il Monastero mariano di Rila rappresenta dunque ancora oggi il cuore del cristianesimo bulgaro e della stessa cultura nazionale. Sorge in una regione montuosa, a 1147 metri di altitudine, a pochi chilometri dalla strada statale che unisce Sofia alla città greca di Salonicco, e si presenta circondato da mura come una vera e propria fortezza. Possiede una chiesa a tre navate, decorata all´esterno da vivaci dipinti a soggetto biblico e tutta affrescata all´interno con altre scene bibliche, vari ritratti di santi e di fedeli donatori e leggende apocrife sulla Madonna, mentre nell´abside domina l´icona della Vergine Odigítria del XII secolo. La "Theotókos Ossenovitza", custodita in una Cappella e ornata di pietre preziose, fu offerta dall´Imperatore bizantino Michele Comneno (sec. XIII) in ringraziamento della guarigione sua e di quella del suo grande dignitario Skilitza, per intercessione riconosciuta ad una reliquia di San Giovanni da Rila. L´afflusso dei pellegrini e dei turisti bulgari e stranieri superi oggi le trecentomila unità annue.
La venerazione per San Giovanni di Rila accomuna le Chiese Ortodosse a quella Cattolica. Quest´ultima, pur non avendolo incluso nel Martyrologium Romanum, lo commemora nei calendari delle Chiese Greco-Cattoliche
Per sfuggire ai visitatori l´eremita abbandonò la sua quercia e si trasferì su una rupe alta ed inaccessibile. Qui egli trascorse sette anni sotto il cielo aperto, esposto a tutte le intemperie e pregando incessantemente. La sua fama colpì anche lo zar bulgaro San Pietro, che avrebbe anch´egli voluto incontrarlo, ma il santo rifiutò. Il luogo scelto dal santo come eremitaggio attrasse ben presto dei discepoli, che diedero vita al celeberrimo Monastero di Rila, dedicato alla Vergine Ossenovitza, cioè Protettrice. Qui Giovanni rese l´anima a Dio il 18 agosto 946.
La fama di questo grande santo non cessò di crescere anche dopo la sua morte e si diffuse nelle nazioni vicine. Il suo corpo fu traslato con tutti gli onori a Sredez (Sofia) e collocato nella chiesa di San Luca. Nel 1183 le sue spoglie furono portate ad Estergom dal re ungherese Bela III. Restituite in seguito in un feretro d´oro, furono nuovamente conservate a Sofia e nel 1238, durante il regno di Ivan Asen II e del patriarca Vasilij, nell´allora capitale Tirnovo, per finalmente ritornare nel 1469 al Monastero di Rila, che nel frattempo era stato ricostruito dopo la sua distruzione ad opera di bande di briganti. Nel 1961 il Monastero fu confiscato dal regime comunista e trasformato in Museo nazionale, ma tanta fu la pressione popolare che i monaci dovettero essere richiamati nella loro sede.
Il Monastero mariano di Rila rappresenta dunque ancora oggi il cuore del cristianesimo bulgaro e della stessa cultura nazionale. Sorge in una regione montuosa, a 1147 metri di altitudine, a pochi chilometri dalla strada statale che unisce Sofia alla città greca di Salonicco, e si presenta circondato da mura come una vera e propria fortezza. Possiede una chiesa a tre navate, decorata all´esterno da vivaci dipinti a soggetto biblico e tutta affrescata all´interno con altre scene bibliche, vari ritratti di santi e di fedeli donatori e leggende apocrife sulla Madonna, mentre nell´abside domina l´icona della Vergine Odigítria del XII secolo. La "Theotókos Ossenovitza", custodita in una Cappella e ornata di pietre preziose, fu offerta dall´Imperatore bizantino Michele Comneno (sec. XIII) in ringraziamento della guarigione sua e di quella del suo grande dignitario Skilitza, per intercessione riconosciuta ad una reliquia di San Giovanni da Rila. L´afflusso dei pellegrini e dei turisti bulgari e stranieri superi oggi le trecentomila unità annue.
La venerazione per San Giovanni di Rila accomuna le Chiese Ortodosse a quella Cattolica. Quest´ultima, pur non avendolo incluso nel Martyrologium Romanum, lo commemora nei calendari delle Chiese Greco-Cattoliche
Troparion (Tone 1)A foundation of the repentance, an example of the tenderness, a model of the consolation and of the spiritual perfection, O Reverend Father, was your equal to the angels' life; therefore staying in prayers and fasts and in tears, pray to the Christ God for our souls.
Saint MACAIRE de Constantinople (XIVème siècle).
http://www.johnsanidopoulos.com/2013/08/holy-new-martyr-constantine-of-kappua.html
http://www.johnsanidopoulos.com/2015/08/holy-new-martyr-matthew-1697.html
Saint SOPHRONE, natif de l'Epire, ascète de la skite de Sainte-Anne au Mont Athos (XVIIIème siècle).
http://www.johnsanidopoulos.com/2015/08/the-holy-kollyvades-agapios-1844-and.html
Invention
des reliques de saint Arsène le
Nouveau, natif de Ioannina en Epire, hésychaste et thaumaturge
de l'île
de Paros (1877). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume
au tome XV du Supplément aux Ménées.)
L'icône de la Mère de Dieu Hodiguitria, vénérée au monastère de Mèle près de Trébizonde, avant l'effondrement de la Grèce d'Asie.
Cinstirea Icoanei Maicii Domnului „Pantanassa”-18 august
https://preasfantafecioaramaria.wordpress.com/2015/08/18/cinstirea-icoanei-maicii-domnului-pantanassa-18-august-2/
https://doxologia.ro/cinstirea-icoanei-maicii-domnului-pantanassa-0
Sfânta Icoană făcătoare de minuni a Preasfintei Născătoare de Dumnezeu „Pantanassa” a fost adusă la Mănăstirea Vatoped de către fericitul Gheronda Iosif Vatopedinul de la Nea Skiti. Această Icoană este cunoscută pentru multele minuni săvârșite, mai ales pentru vindecarea persoanelor care suferă de cancer.
L'icône de la Mère de Dieu Hodiguitria, vénérée au monastère de Mèle près de Trébizonde, avant l'effondrement de la Grèce d'Asie.
Saints AUGUSTIN, archimandrite d'Orans, NICOLAS, protopresbytre de Nijni-Novgorod, et QUINZE autres, martyrs par la main des Communistes (Russie 1918).
Saints GREGOIRE, prêtre, et EUGENE et MICHEL, laïques, martyrs par la main des Communistes (Russie 1937)
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