Santi
Martiri Siciliani a Siracusa durante la persecuzione neroniana (dal 64 al 68 )
http://siciliasantiprimomillenni.blogspot.it/2016/12/per-il-1-gennaio.html
Santo Almachio(in alcuni codici
chiamato anche Telemaco) martire a Roma - Martirologio
Romano: A Roma, sant’Almachio, che, opponendosi agli spettacoli gladiatori, per
ordine del prefetto di Roma Alipio fu ucciso dai gladiatori stessi e così
ascritto tra i martiri vittoriosi.
http://www.johnsanidopoulos.com/2017/01/holy-martyr-telemachus-who-put-end-to.html
Narra
Teodoreto (Storia Eccl., V, 26) che un certo monaco Telemaco sarebbe venuto
dall'Oriente a Roma per far cessare la crudeltà dei combattimenti dei
gladiatori. Un giorno durante uno spettacolo scese in mezzo all'arena fra i
combattenti, cercando di far cessare la strage, ma gli spettatori indignati lo
lapidarono. L'imperatore Onorio, informato di ciò, annoverò Telemaco nel numero
dei gloriosi martiri, e vietò quegli spettacoli.
In alcuni codici del Martirologio Geronimiano è ricordato al 1° gennaio un martire Almachio, il quale, avendo detto: «Oggi è l'ottava del Signore: cessate dalle superstizioni degli idoli e dai sacrifici immondi», fu fatto uccidere dai gladiatori per ordine di Alipio, prefetto della città. Nonostante le diversità del nome e di alcune particolarità, tuttavia facilmente superabili, non c'è dubbio che si tratti dello stesso personaggio, la cui storia sarebbe così riferita da due fonti indipendenti. Teodoreto riporta forse la tradizione popolare orientale, mentre il Geronimiano ha usato una passio oggi perduta.
Dall'accenno al prefetto Alipio, contenuto in questa, sembrerebbe che il martirio di Almachio sia avvenuto nel 391: ma ciò non concorda con la notizia di Teodoreto che parla dell'imperatore Onorio. Qualcuno perciò ha pensato di spiegare il contrasto supponendo che Alipio fosse stato una seconda volta prefetto sotto Onorio o che l'imperatore, ricordando il sacrificio di Almachio, si fosse deciso a sopprimere i giochi dei gladiatori. Questi, infatti, erano ancora in uso nel 403, poiché Prudenzio supplicava l'imperatore di sopprimerli (Contra Symmachum, II, 1414-1429), e soltanto dopo il 410 i giochi cessarono del tutto. Anche la diversità del nome nelle due fonti ha fatto dubitare dell'esistenza storica del martire, ma le obiezioni addotte non sembrano perentorie; non mancano buone ragioni per ritenere con il Martirologio Geronimiano che il vero nome del santo fosse Almachio.
In alcuni codici del Martirologio Geronimiano è ricordato al 1° gennaio un martire Almachio, il quale, avendo detto: «Oggi è l'ottava del Signore: cessate dalle superstizioni degli idoli e dai sacrifici immondi», fu fatto uccidere dai gladiatori per ordine di Alipio, prefetto della città. Nonostante le diversità del nome e di alcune particolarità, tuttavia facilmente superabili, non c'è dubbio che si tratti dello stesso personaggio, la cui storia sarebbe così riferita da due fonti indipendenti. Teodoreto riporta forse la tradizione popolare orientale, mentre il Geronimiano ha usato una passio oggi perduta.
Dall'accenno al prefetto Alipio, contenuto in questa, sembrerebbe che il martirio di Almachio sia avvenuto nel 391: ma ciò non concorda con la notizia di Teodoreto che parla dell'imperatore Onorio. Qualcuno perciò ha pensato di spiegare il contrasto supponendo che Alipio fosse stato una seconda volta prefetto sotto Onorio o che l'imperatore, ricordando il sacrificio di Almachio, si fosse deciso a sopprimere i giochi dei gladiatori. Questi, infatti, erano ancora in uso nel 403, poiché Prudenzio supplicava l'imperatore di sopprimerli (Contra Symmachum, II, 1414-1429), e soltanto dopo il 410 i giochi cessarono del tutto. Anche la diversità del nome nelle due fonti ha fatto dubitare dell'esistenza storica del martire, ma le obiezioni addotte non sembrano perentorie; non mancano buone ragioni per ritenere con il Martirologio Geronimiano che il vero nome del santo fosse Almachio.
Santo Giustino Vescovo di Chieti (verso
il 540) - resse la diocesi di Chieti durante il
travagliato periodo delle invasioni barbariche e della diffusione dell’eresia
ariana, cioè intorno alla fine del IV secolo.
Tratto da http://www.santiebeati.it/dettaglio/35960
San
Giustino è considerato da un’antica tradizione l’evangelizzatore della città di
Chieti, nonchè il suo primo vescovo, nonostante molte incertezze circa il
periodo in cui sarebbe vissuto. Non esiste infatti una documentazione storica
dalla quale trarre notizie particolareggiate circa la sua vita: solo nel XV
secolo comparirono alcune sue “passio”, in gran parte ricalcate a modello di
quelle dei santi omonimi, che finiscono per confonderlo con un santo di Siponto
che avrebbe subito il martirio in Abruzzo nel III secolo insieme ai fratelli,
Fiorenzo e Felice, ed alla nipote, Giusta.
E’ cosa comunque certa che la cattedrale di Chieti venne invece intitolata al santo vescovo Giustino almeno sin dal IX secolo. Proprio a tale epoca risalgono, infatti, i primi documenti sulla chiesa a noi pervenuti. Assai probabilmente San Giustino resse la diocesi di Chieti durante il travagliato periodo delle invasioni barbariche e della diffusione dell’eresia ariana, cioè intorno alla fine del IV secolo.
In tale frangente storico, dinnanzi al dissolversi delle istituzioni statali dell’Italia del tempo, il popolo iniziò a stringersi attorno ai pastori, scelti tra le figure più carismatiche del mondo cristiano. Non sono poche, infatti, le città italiane a venerare quali santi i loro vescovi di quel periodo.
Gran parte delle reliquie del santo sono ancor oggi venerate in un’urna, posta nella cripta della cattedrale teatina. Oggetto di una particolare ed antica venerazione è il Santo Braccio, al quale la devozione popolare attribuì numerosi miracoli, tra i quali quello del 593 in cui il Santo Braccio, portato in processione dai teatini, respinse un’invasione di cavallette che minacciavano i raccolti nei dintorni della città.
E’ cosa comunque certa che la cattedrale di Chieti venne invece intitolata al santo vescovo Giustino almeno sin dal IX secolo. Proprio a tale epoca risalgono, infatti, i primi documenti sulla chiesa a noi pervenuti. Assai probabilmente San Giustino resse la diocesi di Chieti durante il travagliato periodo delle invasioni barbariche e della diffusione dell’eresia ariana, cioè intorno alla fine del IV secolo.
In tale frangente storico, dinnanzi al dissolversi delle istituzioni statali dell’Italia del tempo, il popolo iniziò a stringersi attorno ai pastori, scelti tra le figure più carismatiche del mondo cristiano. Non sono poche, infatti, le città italiane a venerare quali santi i loro vescovi di quel periodo.
Gran parte delle reliquie del santo sono ancor oggi venerate in un’urna, posta nella cripta della cattedrale teatina. Oggetto di una particolare ed antica venerazione è il Santo Braccio, al quale la devozione popolare attribuì numerosi miracoli, tra i quali quello del 593 in cui il Santo Braccio, portato in processione dai teatini, respinse un’invasione di cavallette che minacciavano i raccolti nei dintorni della città.
dal testo francese del sinassario che consulto
Plusieurs MARTYRS immolés à Syracuse en Sicile sous Néron (67).
Saint CONCORDE (CONCORDIUS), prêtre, martyr à Spolète en Ombrie (vers 175).
Saints CAÏUS, JACTUS et HERACLUS, martyrs à Bologne en Emilie-Romagne.
Saints VICTOR, FELIX, NARCISSE, ARGYRE et leurs compagnons, martyrs en Afrique.
Saints CAÏUS, JACTUS et HERACLUS, martyrs à Bologne en Emilie-Romagne.
Saints VICTOR, FELIX, NARCISSE, ARGYRE et leurs compagnons, martyrs en Afrique.
Saints PRIMIEN, SATURNIEN, VICTOR, HONORE, SATURNIEN, LEUCIUS et HERMES, martyrs à Pavie en Lombardie.
Saint martyr THEODOTE. TRENTE soldats martyrs à Rome sous Dioclétien (vers 303).
Saint SEVERE, martyr à Ravenne (304).
Saint ALMAQUE ou TELEMAQUE, moine, martyr à Rome par la main de païens à qui il reprochait leurs pratiques superstitieuses
Saint JUSTIN, évêque de Chiéti dans les Abruzzes (543).
resse la diocesi di Chieti durante il travagliato periodo delle
invasioni barbariche e della diffusione dell’eresia ariana, cioè intorno
alla fine del IV secolo.