Santo Servolo il paralitico confessore della fede a Roma(verso il 560)
Un
mendicante paralitico, come tanti che hanno disseminato le strade
delle città in tutti i secoli
Tale
fu nel tardo VI secolo, Servolo, un paralitico povero di mezzi, che
dimorava sotto i portici della strada che conduceva all’antica
Basilica di S. Clemente a Roma.
Era
diventato paralitico sin da bambino e la devastante malattia
l’accompagnò per tutta la sua vita, condizionandolo in tutte le
attività.
Ad
aiutarlo c’erano la madre ed un fratello; tutto quel poco che
riceveva dalle elemosine lo distribuiva ai poveri, proprio tramite i
due familiari.
Se
era colpito e immobilizzato nel corpo, era sveglio con la mente e con
la volontà; non sapeva leggere né scrivere, nonostante ciò aveva
comperato dei codici della Sacra Scrittura e quando dei sacerdoti si
soffermavano da lui, li pregava di leggerglieli; nutrito così dalle
parole ispirate della Sacra Scrittura, Servolo trovava conforto nelle
sue estreme sofferenze e veniva spronato ad innalzare giorno e notte,
le lodi a Dio, padre di tutte le creature anche le più provate.
Diventò
quasi una tappa obbligatoria per i pellegrini ed i fedeli che si
recavano alla vicina Basilica di San Clemente e si soffermavano
presso di lui, che se da un lato riceveva una elemosina, che come
detto finiva ad altri poveri, dall’altro ricambiava con parole di
conforto, di consiglio, di esortazione, nel percorrere sulla scia di
Gesù, Via, Verità e Vita, la loro esistenza.
Quando
ancora giovane sentì approssimarsi la morte, volle che i pellegrini
presenti si alzassero e cantassero i salmi nell’attesa,
accompagnati dal canto flebile di lui, che ad un tratto tacque
facendo segno anche agli altri di smettere e in un soffio disse:
“Tacete, non udite forse le laudi che cantano in cielo?” poi
dolcemente spirò; era il 23 dicembre del 590.
Alla
morte fu presente il segretario di papa s. Gregorio Magno, da poco
sul soglio pontificio (590-604), il quale raccontò al papa i
particolari; a sua volta s. Gregorio Magno, nei famosi “Dialoghi”
inserì un capitolo dedicato al santo paralitico e giunto fino a noi.
Martirologio
Romano .: 23 dicembre - A Roma il beato Servolo, il quale (come
scrive san Gregorio Papa), dalla fanciullezza fino al termine della
vita, giacque paralitico nel portico presso la chiesa di san
Clemente, e alla fine, invitato dal canto degli Angeli, passò alla
gloria del paradiso. Al suo sepolcro poi Iddio frequentissimamente
operò miracoli.
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