Santo
Gregorio da Spoleto presbitero martire sotto Diocleziano (verso il
303)
Gregorio,
sacerdote di Spoleto, denunziato per la sua fede e per il suo
proselitismo, subí il martirio nella propria città Sub Diocletiano
venendo
torturato e decapitato il 24 dicembre del 303
Fu sepolto vicino alle mura della città presso un ponte di pietra,
per opera
di una pia donna di nome Abbondanza
Nel
secolo X su richiesta dell'imperatore Ottone I Bruno , arcivescovo
di Colonia trasferì le reliquie di Gregorio nel duomo della sua
città. Nel 993 alcune reliquie di Gregorio furono trasferite nella
cattedrale di Treviri dal vescovo Egberto
Santa
Tarsilia vergine Romana zia paterna del Grande Gregorio Papa e
Patriarca di Roma dal 590 al 604
di
Tarsilla (o Tarsilia) sappiamo pochissimo. Il suo nome compare
soltanto nell’XI secolo in un martirologio locale (che è un elenco
di santi, martiri
Tarsilla
e le sorelle Emiliana
(o Amelia) e Gordiana hanno
certo aiutato la cognata Silvia ad allevare il piccolo Gregorio,
dalla salute sempre fragile. Poi, finché sono in vita, lo seguono
negli studi e nelle cariche. Gregorio, ancora giovane, diventa capo
dell’amministrazione civile in Roma: una Roma ormai senza
l’imperatore, il quale risiede a Costantinopoli, e con un Senato
che non conta più nulla. Poi troviamo Gregorio ambasciatore del papa
Pelagio II e al tempo stesso monaco, capo di una piccola comunità
raccolta in una sua residenza sul Celio. Di lì Gregorio uscirà per
fare il papa.
Tarsilla
si è già fatta monaca, tirandosi dietro le sue sorelle. In questo
terribile VI secolo, funestato da alluvioni, pestilenze (nella
miniatura: la processione di san Gregorio Magno in occasione della
peste che colpì Roma nel 590), guerra tra Goti e Bizantini,
invasione longobarda, a Roma è un continuo affluire di gente in
miseria. "La carestia", scrive Gregorovius, "stringeva
la città in una morsa di fame". Così la carità diventa
compito abituale anche di queste monache, mai estranee alla vita
degli altri. Tarsilla è la loro guida in tutto, a cominciare dalla
preghiera: da morta, le troveranno ginocchia e gomiti incalliti per
il continuo pregare
« A
Roma, commemorazione di santa Tarsilla, vergine, della quale san
Gregorio Magno,
suo nipote, loda l’assidua preghiera, il rigore
di vita e il singolare spirito di penitenza. »
|
(Martirologio
Romano) |
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.