Santo Urbano vescovo a Teano(verso il
IV secolo)
Tratto da http://www.santiebeati.it/dettaglio/80735
Sant’Urbano
è il terzo vescovo di Teano.
Nella diocesi i primi tre vescovi sono santi: Paride, Amasio e Urbano. La cronotassi dopo questi diventa lacunosa fino alla seconda metà del IX secolo.
E’ definito grande confessore. Nativo del luogo è stato discepolo e diacono del protovescovo di Teano, San Paride. Alla sua morte il popolo vuole Urbano vescovo a furor di popolo. Ma lui riesce ad evitare l’elezione in favore di Amasio. Morto anche quest’ultimo dovette accettare la nomina a vescovo.
Esercitò la sua funzione pastorale con grande santità.
Si tramanda che compì molti miracoli che attirarono a, lui numerose folle. Egli spese ogni sua energia per visitare la diocesi, per creare chiese e rinverdire il culto cristiano. Compose discordie, fu assiduo nell’assistere i poveri e i bisognosi.
La cronologia dei suoi predecessori morti rispettivamente nel 346 e 356 ci permette di situare il suo episcopato nella seconda metà del IV secolo.
Di lui trattano le lezioni dell’Ufficio proprio della diocesi, pubblicate nel 1533, dove è descritto come un vescovo santo con elementi generici di tutti i vescovi santi.
Poche sono le notizie che ci sono tramandate nelle “Vitae” del VI secolo dei suoi predecessori.
Solo il Lanzoni pensa che il culto a Teano dei primi tre vescovi di quella chiesa derivi da un catalogo episcopale autentico.
Morì molto vecchio un 7 dicembre, come aveva precedentemente predetto.
Fu sepolto in un sepolcro che egli stesso si era costruito tra la porta meridionale della città e il fiume Savone, probabilmente nell’antico cimitero, dove oggi si trova la chiesa diocesana intitolata a San Paride.
Il nome di Sant’Urbano è stato aggiunto al Martirologio romano dal Baronio.
La sua festa è stata fissata il giorno 7 dicembre.
Nella diocesi i primi tre vescovi sono santi: Paride, Amasio e Urbano. La cronotassi dopo questi diventa lacunosa fino alla seconda metà del IX secolo.
E’ definito grande confessore. Nativo del luogo è stato discepolo e diacono del protovescovo di Teano, San Paride. Alla sua morte il popolo vuole Urbano vescovo a furor di popolo. Ma lui riesce ad evitare l’elezione in favore di Amasio. Morto anche quest’ultimo dovette accettare la nomina a vescovo.
Esercitò la sua funzione pastorale con grande santità.
Si tramanda che compì molti miracoli che attirarono a, lui numerose folle. Egli spese ogni sua energia per visitare la diocesi, per creare chiese e rinverdire il culto cristiano. Compose discordie, fu assiduo nell’assistere i poveri e i bisognosi.
La cronologia dei suoi predecessori morti rispettivamente nel 346 e 356 ci permette di situare il suo episcopato nella seconda metà del IV secolo.
Di lui trattano le lezioni dell’Ufficio proprio della diocesi, pubblicate nel 1533, dove è descritto come un vescovo santo con elementi generici di tutti i vescovi santi.
Poche sono le notizie che ci sono tramandate nelle “Vitae” del VI secolo dei suoi predecessori.
Solo il Lanzoni pensa che il culto a Teano dei primi tre vescovi di quella chiesa derivi da un catalogo episcopale autentico.
Morì molto vecchio un 7 dicembre, come aveva precedentemente predetto.
Fu sepolto in un sepolcro che egli stesso si era costruito tra la porta meridionale della città e il fiume Savone, probabilmente nell’antico cimitero, dove oggi si trova la chiesa diocesana intitolata a San Paride.
Il nome di Sant’Urbano è stato aggiunto al Martirologio romano dal Baronio.
La sua festa è stata fissata il giorno 7 dicembre.
Tratto da Michele
Broccoli - "Teano Sidicino, antico e moderno" - Vol. 3 -
4, pag. 51 e segg.-anno di pubblicazione 1822
S.
Urbano terzo Vescovo della Chiesa di Teano,
fu consacrato dopo S. Amasio. Costui, discepolo di S. Paride, e Diacono, ei
vivente, richiamò dopo la morte del di lui Maestro, tutte le premure de'
Teanesi su di Amasio, che allo stesso momento tenevano intente in lui. Non potè
poi sfuggire alla morte di quest'ultimo; e quantunque ci si dimostrasse indegno
di siffatto peso pastorale, pure dovette cedere contro sua voglia.
Si fu allora, che desso aggiungesse e cura e vigilanza per le anime affidate alla sua custodia. Istruì, predicò, e procurando guarigioni d'infermi, con dare veduta ai ciechi, drittezza ai storpi, ai muti loquela, si stabilì viemmaggiormente nella idea di purezza e santità!
Com'è de' Santi predicendo il suo passaggio da questo mondo all'altro, ai 7. di Decembre ei spirò l'anima, dopo aversi costruita la sepoltura dappresso il fiume, e porta disotto della Città. Siffatte cose si posson leggieri scontrare presso gli atti di questo Santo riportati dal Ferrari. Abbenchè di lui faccian menzione il Martirologio Romano, e 'l Baronio nelle note, tuttavia non apparisce nella di lui vita in quale anno morisse. Si crede con probabilità sotto Papa Liberio (2).
Si fu allora, che desso aggiungesse e cura e vigilanza per le anime affidate alla sua custodia. Istruì, predicò, e procurando guarigioni d'infermi, con dare veduta ai ciechi, drittezza ai storpi, ai muti loquela, si stabilì viemmaggiormente nella idea di purezza e santità!
Com'è de' Santi predicendo il suo passaggio da questo mondo all'altro, ai 7. di Decembre ei spirò l'anima, dopo aversi costruita la sepoltura dappresso il fiume, e porta disotto della Città. Siffatte cose si posson leggieri scontrare presso gli atti di questo Santo riportati dal Ferrari. Abbenchè di lui faccian menzione il Martirologio Romano, e 'l Baronio nelle note, tuttavia non apparisce nella di lui vita in quale anno morisse. Si crede con probabilità sotto Papa Liberio (2).
(1) Questi
fu teanese. Oltre tutti gli Agiografi, che lo contestano, in special guisa lo
enuncia il Beltrano loc. cit. pag. 147. "Famosa eziandio fu teano
per la Santità dei due Santi Vescovi, che seguirono Paris, Amasio, ed Urbano,
il quale come Teanese cittadino illustrò di doppio pregio la patria.
Riverisconsi i corpi di questi tre suoi Santi Vescovi con quello di S. Reparata
Vergine, e Martire portatovi dai Principi Longobardi, nell'antichissimo Duomo
di questa Città".
(2)
Questo Santo aveva un particolare altare, il quale era sito nel Coro in
cornu Epistolae, di padronato della famiglia Galluccio. Il Capitolo trovò
incomodo all'esercizio delle sacre funzioni questo altare, per cui monsignor De
Rosis nel 1645. lo fece demolire, e 'l suo peso delle Messe del Beneficio
addetto a questo altare, lo trasferì nella cappella da lui fatta eriggere di S.
Anna. Questo beneficio così detto di S. Urbano in Febrajo 1752. si possedeva da
D. Pasquale de Gasparre, e dopo la morte di costui nel 1753, 26 Marzo, ne fu
istituito il clerico Nicola Morelli. Nella visita del 1614. si portano per peso
di questo Beneficio due Messe nella settimana; ma col decreto del 1752., 3
Ottobre, furono ridotte a 36. I beni che vi erano addetti possonsi scontrare
nella visita del 1681 fol. 251.
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