Santa
Fabiola vedova fondatrice di ospedali e case di carità per i poveri
a Roma(399)
Dal
quotidiano Avvenire
Nel
Sabato santo di un anno imprecisato Fabiola si presenta, vestita con
tela di sacco, nella basilica di San Giovanni in Laterano, chiedendo
di essere accolta nella Chiesa. Discende da un casato illustre nella
storia romana, quello dei Fabi, e alle spalle ha già due matrimoni
finiti il primo con un divorzio, il secondo con la morte del marito.
Facendosi cristiana per il ministero di papa Sinicio , si fa anche
povera, rinunciando ai suoi beni e costruendo un ospedale per i
malati. Un giorno le accade di appassionarsi a un trattato sulla vita
eremitica. Autore ne è Gerolamo, che dal 385 si trova in Palestina.
Fabiola decide di vivere anche lei in solitudine e nel 394 va da lui
in Palestina, affidandosi alla sua guida spirituale. Nel 395, però,
essendo l'Impero in pericolo per l'irruzione di popoli germanici dal
Nord, decide di tornare a Roma tra i suoi, a spartirne ansie e
difficoltà rimanendo comunque in contatto epistolare col suo
maestro (che le indirizzò il suo trattato sul
sacerdozio di Aronne
)e continua a vivere al modo degli eremiti, ma alla preghiera
solitaria accompagna il lavoro per i poveri. Pur restando laica,
diventa così un modello per il mondo monastico e per la gente comune
di Roma. Col senatore Pammachio fondò la xenodochio di Porto presso
la foce del Tevere, che offriva ospitalità gratuita e cure mediche
ai pellegrini poveri E
qui trascorre gli ultimi tre anni di vita, dedicandosi alle opere di
carità e all’assistenza dei poveri
Muore
nel 399. Al
suo funerale, a Roma, partecipa tutta la città, al canto dei Salmi e
dell’Alleluia
(Avvenire)
Martirologio
Romano: Commemorazione di santa Fabíola, vedova romana, che, secondo
la testimonianza di san Girolamo, volse e destinò la sua vita di
penitenza a beneficio dei poveri.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.