Sant’Eutichiano papa e patriarca di Roma (verso 283)
Tratto da http://www.treccani.it/enciclopedia/santo-eutichiano_%28Enciclopedia-dei-Papi%29/
La notizia del Liber pontificalis(I, nr. 28, pp. 159-60) lo definisce
d'origine toscana, figlio di un Marino, e precisa la sua provenienza
dalla città di Luni Fu il successore di Felice, ma discordanti sono i
dati delle fonti antiche sulla durata del suo pontificato: mentre
Eusebio (Historia ecclesiastica VII, 32, 1) parla di meno di dieci mesi,
il Catalogo Liberiano (la lista dei papi fino a Liberio che fa parte
del Cronografo del 354 ed è utilizzata dal Liber pontificalis) assegna
al suo episcopato una durata di otto anni, undici mesi e tre giorni
durante l'impero di Aureliano, dal consolato di Aureliano (il terzo) e
di Marcellino fino al 7 dicembre di quello di Caro (il secondo) e di
Carino, quindi tra il 4 gennaio 275 e il 7 dicembre 283 (diversa è la
durata proposta da C.H. Turner); il Liber pontificalis indica tuttavia
una durata di un anno, un mese e un giorno, fino al 13 dicembre, ma
riproduce gli stessi dati dei consolati, assegna a E., contraddicendosi,
cinque ordinazioni annuali (di quattordici presbiteri, cinque diaconi e
cinque vescovi), notizia invece compatibile con la cronologia del
Catalogo Liberiano, e indica, con un'ulteriore contraddizione, il 25
luglio come data della sua sepoltura, localizzata nel cimitero di
Callisto. Questa localizzazione concorda tuttavia con quella della
Depositio episcoporum (l'affidabile calendario liturgico romano
contenuto nel Cronografo del 354), che indica come data l'8 dicembre
(data coincidente con quella del Martyrologium Hieronymianum, risalente
al V secolo), ed effettivamente nella catacomba di Callisto G.B. de
Rossi ritrovò e ricostruì un frammento del suo epitaffio, in greco,
pubblicato per la prima volta nel secondo volume della sua opera più
celebre (La Roma sotterranea cristiana, Roma 1867, pp. 70-2; cfr. anche
Inscriptiones Christianae urbis Romae. Nova series, IV, a cura di G.B.
de Rossi-A. Ferrua, In Civitate Vaticana 1964, nr. 10616, p. 186):
"ΕϒΤϒΧΙΑΝΟΣ ΕΠΙΣ[ΚΟΠΟΣ]". Nell'epitaffio la quinta lettera greca chi (Χ)
è in verità, data la presenza di un tratto verticale passante
sull'incrocio dei bracci, un segno composito, assimilabile al noto
monogramma cristologico decussato, composto dalla sovrapposizione delle
lettere greche iota e chi, iniziali di 'Ι(ησοῦϚ) Χ(ριστὸϚ). Il forte
accostamento di questo presunto monogramma cristologico alla precedente
ϒ, iniziale della parola greca ὑγίεια (= salute, salvezza), ha fatto
ipotizzare (M. Guarducci ) una voluta "allusione cifrata" al concetto di
Gesù Cristo Salvatore. In questa presunta voluta combinazione di
lettere è forse più semplice riconoscere il risultato di una correzione
di un banale errore del lapicida, tanto più che un analogo forte
accostamento tra le lettere si presenta anche tra la prima ϒ ed il
successivo tau. La presenza di E. nel cimitero di Callisto, ultimo papa
ad essere tumulato nella cripta dei papi, è confermata anche dalla
grande lastra marmorea collocata da Sisto III sul lato interno della
parete d'ingresso della cripta, recante i nomi dei vescovi, anche di
alcuni non romani, sepolti nell'intero cimitero callistiano
(Inscriptiones Christianae, nr. 9516: "Xystus Dionysius Stephanus
Urbanus / Cornelius Felix Lucius Manno / Pontianus Eutychianus Anteros
Numidianus / Fabianus Gaius Laudiceus Iulianus / Eusebius Miltiades
Polycarpus Optatus". Praticamente nulla si sa né della vita né del
pontificato di E. al di là della notizia del Liber pontificalis. Oltre i
dati già esaminati, questa gli attribuisce un provvedimento liturgico, e
cioè la benedizione delle fave e dell'uva, e afferma che E. seppellì
personalmente trecentoquarantadue martiri in diverse località; la
seconda redazione del Liber pontificalis fa risalire a E. anche un altro
provvedimento di carattere liturgico, che i martiri dovessero essere
sepolti con vesti liturgiche, e sostiene che il papa morì martire.
Quest'ultima notizia appare senza fondamento sia per la presenza nella
Depositio episcoporum, come già s'è detto, del nome di E. (che è invece
assente nell'altro antico calendario liturgico romano, la Depositio
martyrum) sia perché non si hanno notizie di persecuzioni nel periodo
del suo pontificato, circostanza che rende poco credibile anche la
notizia relativa al seppellimento dei trecentoquarantadue martiri.
In proposito L. Duchesne ricorda solo che nella basilica di S.
Silvestro sulla via Salaria si venerava nel VII secolo una tomba di
trecentosessantadue (numero che appare come variante nella notizia su E.
del Liber pontificalis) o trecentosessantacinque martiri, anche se
nessuna tradizione li connette con E. e in definitiva questa
informazione resta isolata. Oscura rimane anche la disposizione relativa
alla sepoltura dei martiri. Per quanto riguarda invece la benedizione
durante la messa delle fave (un cibo molto diffuso tra le antiche
popolazioni italiche e per lungo tempo considerato sacro) e dell'uva,
quest'uso liturgico è confermato dai più antichi sacramentari romani, il
gelasiano e il gregoriano (che risalgono rispettivamente al VI e al VII
secolo).
A E. sono falsamente attribuite nelle decretali pseudoisidoriane
(raccolte altomedievali di testi giuridici attribuiti ai papi antichi) e
in altre collezioni canonistiche più tarde una dozzina di lettere di
vario contenuto (dottrinale, giuridico, liturgico) indicate nella
seconda edizione dei Regesta Pontificum Romanorum, a cura di Ph.
Jaffé-G. Wattenbach-S. Loewenfeld-F. Kaltenbrunner-P. Ewald, I, Lipsiae
1885, pp. 24-5. Le reliquie di E. furono donate da Innocenzo X a Filippo
Casoni di una nobile famiglia di Sarzana (diocesi allora unita a
Luni), che, nominato nel 1651 vescovo di Borgo San Donnino, le affidò al
fratello Niccolò; dopo la morte (1659) del vescovo, il fratello le donò
nel 1669 al capitolo del duomo di Sarzana, dove sono conservate. Il
culto di s. Eutichiano è diffuso soprattutto nell'antica diocesi di Luni
(ora denominata La Spezia -Sarzana-Brugnato). Nell'edizione del 1922
del Martyrologium Romanum la celebrazione della sua memoria liturgica
dall'8 dicembre è stata spostata al 7 dicembre. fonti e bibliografia
Le Liber pontificalis, a cura di L. Duchesne, I, Paris 1886, pp. 6-7, 10, 70-1, 159-60; III, a cura di C. Vogel, ivi 1957, p. 75.
Eusebio di Cesarea, Historia ecclesiastica VII, 32, 1, a cura di E. Schwartz Leipzig 1908 (Die Griechischen Christlichen Schriftsteller. Eusebius Werke, II, 2), p. 716.
Sugli aspetti agiografici v.:
Propylaeum ad Acta Sanctorum Maii, Antverpiae 1742, p. 120.
H. Delehaye, Commentarius perpetuus in Martyrologium Hieronymianum [...], in Acta Sanctorum Novembris [...], II, pars posterior, Bruxellis 1931, pp. 395-96, 638-39.
Martyrologium Romanum [...] scholiis historicis instructum, in Propylaeum ad Acta Sanctorum Decembris, ivi 1940, pp. 571-72.
Bibliotheca Hagiographica Latina [...], Novum Supplementum, a cura di H. Fros, ivi 1986, p. 318.
Tra gli altri studi si ricordano:
A Dictionary of Christian Biography, II, London 1880, s.v., p. 412.
F. Podestà, S. Eutichiano papa, Firenze 1916.
C.H. Turner, The Papal Chronology of the Third Century, "The Journal of Theological Studies", 17, 1916, p. 350.
G. Sforza La patria di papa Eutichiano, "Atti della Reale Accademia delle Scienze di Torino, 55, 1920, pp. 539-48.
Codice topografico della città di Roma, a cura di R. Valentini-G. Zucchetti, II, Roma 1942 (Fonti per la Storia d'Italia, 88).
Catholicisme, IV, Paris 1956, s.v., col. 740; Biographisch-bibliographisches Kirchenlexikon, I, Hamm 1975, s.v., col. 1574.
C. Bonfigli, Il primo papa ligure, "Bollettino Ecclesiastico di La Spezia", 45, 1975, pp. 212-19.
M. Guarducci, Epigrafia greca, IV, Epigrafi sacre pagane e cristiane, Roma 1978, pp. 547-49.
J.N.D. Kelly, The Oxford Dictionary of Popes, Oxford-New York 1986, s.v., pp. 23-4.
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