mercoledì 6 dicembre 2017

6 dicembre Santi Italici ed italo greci


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Santa Asella monaca e poi badessa/igumena a Roma  (verso il 406)

Ne scrisse nelle sue lettere San Girolamo, Vivendo a Roma, negli anni della sua maturità, Girolamo raccolse intorno a sé un gruppo di donne devote e studiose, i cui nomi si incontrario ancora nel Calendario: Paola, Marcella, Lea, Eustochia e infine Asella.
La storia di Asella, narrata in una lettera dal Santo, è questa: figlia di una famiglia di eredità patrizia , già ragazzina decise di consacrarsi interamente al Signore. Non usò più i monili e le ghirlande giovanile  e gli abiti festivi, indossò una semplice  tunica scura, e prese a vivere nella sua casa né più né meno come eremita "  in  una piccola stanza - scrive San Girolamo - si trovava a suo agio come in Paradiso. Un unico strato di terra era il luogo della sua preghiera e del suo riposo. Il digiuno fu per lei un divertimento; l'astinenza, una refezione... Osservò così bene la clausura da non arrischiar mai di metter fuori un piede, né parlò mai ad un uomo... ".
Lavorava continuamente, non per sé, ma per i poveri, e al tempo stesso pregava o salmodiava. Visitava anche le tombe dei Martiri, ma nell'oscurità, senza mai farsi riconoscere. La vita durissima non le fiaccò il fisico; al contrario, sui cinquant'anni, secondo la testimonianza di San Girolamo era " ancora in buona salute, e ancor più sana in spirito ".
" Niente di più gioioso della sua severità -scriveva di lei il  santo , - niente di più austero  della sua gioia. Niente di più ieratico  del suo riso: niente di più attraente della sua compunzione ... La sua parola è silenziosa e il suo silenzio parla ".
Quando Girolamo  dovette lasciar Roma, costretto da molte ostilità e da malevoli sospetti, indirizzò una lettera direttamente ad Asella, mentre si dirigeva verso la Palestina. Ma in questa lettera, come era naturale, non parlava di lei, né tentava la sua modestia con gli elogi. Vi apriva invece il proprio cuore amareggiato, facendo proprio a lei, eremita e monaca un'appassionata difesa dalla sua condotta, contro le calunnie e le ingiuste critiche.
L'ammirazione e l'affetto per la cristiana Asella trasparivano però nel commiato, quando Girolamo scriveva: " Ricordatevi di me, o insigne modello di pudore e di verginità, e con le vostre preghiere placate i flutti del mare ". Asella, che a quel tempo aveva passato la cinquantina, visse ancora a lungo, nella sua clausura e nella sua vita monastica . Vent'anni dopo era tuttora viva, e bella di una spirituale bellezza. Così almeno la vide uno storico dell'epoca, Palladio, il quale scrisse: " Ho visto a Roma la bella Asella, questa vergine invecchiata nel monastero. Era una donna dolcissima, che governava diverse comunità ". Le sue reliquie si trovano nella basilica dei Santi Bonifacio e Alessio all'Aventino, a Roma, e nella chiesa di Sant'Abbondio a Cremona

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