venerdì 2 marzo 2018

4 Marzo Santi Italici ed Italo greci


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Archivio Fotografico - Pagina da un 14 ° secolo Vulgata latina della Bibbia, (libro di Geremia) scritto in Inghilterra su pergamena. (Frammento 13) Dal Reed Rare Books Collection a Dunedin, Nuova Zelanda.

Papa Lucio I papa e patriarca di Roma confessore della fede  sotto Valeriano (verso 254)

Tratto da http://www.santiebeati.it/dettaglio/43900

Assurse al soglio pontificale il 25 giugno del 253, pochi giorni dopo la morte del suo predecessore Cornelio.
Non è dato sapere come ma nonostante il suo brevissimo pontificato riuscì ad emanare il decreto per il quale: "... ogni presbitero doveva essere accompagnato da due preti e tre diaconi... a testimonianza del comportamento di tutti".
Il suo papato, dopo la morte dell'imperatore Treboniano Gallo e l'evento di Valeriano, fu da considerarsi abbastanza tranquillo sul fronte delle persecuzioni.
Dopo un breve esilio a Lucio fu concesso di ritornare a Roma. Morì di morte naturale e fu sepolto nella cripta di san Callisto o forse di santa Cecilia.
Martirologio Romano
A Roma sulla via Appia nel cimitero di Callisto, deposizione di san Lucio, papa, che, successore di san Cornelio, subì l’esilio per la fede in Cristo e, insigne testimone della fede, affrontò le difficoltà del suo tempo con moderazione e prudenza.



Santo Paolo(in alcuni codici Paolino) vescovo di Brescia(verso il 540)
Tratto da http://www.santiebeati.it/dettaglio/97362

San Paolo I o Paolino è il decimo vescovo della diocesi di Brescia. Nella serie dei vescovi di Sant’Anatalone è inserito dopo San Gaudenzio e prima di San Teofilo.
Si ritiene abbia governato la diocesi nei primi anni del V secolo.
Qualche storico afferma che fu il fratello del suo predecessore San Gaudenzio, del quale si dice “fratello non meno nello spirito che nella carne”.
Alcuni storici sbagliando completamente, lo identificarono come un chierico africano, notaio e biografo di Sant’Ambrogio.
Di lui sappiamo nulla.
Alterne vicende riguardano i suoi resti.
Si presume che il suo corpo sia sepolto inizialmente in una delle antiche basiliche della città (San Floriano, o Sant’Andrea o San Salvatore). Grazie ad un ritrovamento del 1497, sappiamo che i suoi resti sono stati traslati nella basilica di Sant’Eusebio al Goletto, fondata da San Paolo II.
Nell’anno successivo, il 3 marzo 1498, le sue reliquie vennero traslate nuovamente e poste in san Pietro in Oliveto. Infine nel 1798 furono trasferite nella chiesa di Sant’Agata.
Nel martirologio romano non c’è il suo nome.
La sua memoria era fissata fin dal secolo XI, nei più antichi cataloghi della città e nelle più antiche liste monastiche.
Di sicuro la sua festa ricorreva la quarta domenica dopo Pasqua insieme con i vescovi, suoi successori Adeodato, Cipriano, Paolo II e Silvino.
Nel martirologio diocesano una volta era ricordato il 3 marzo, giorno della traslazione delle sue reliquie; attualmente lo si rciorda il 4 marzo giorno della sua festa liturgica.

Santo Appiano prima monaco a Pavia e poi eremita a Comacchio(verso l’anno 800)

Nacque probabilmente in Liguria e fu monaco a Pavia nel monastero di San Pietro in Ciel d'Oro. Il suo abate lo inviò a Comacchio per controllare il rifornimento di sale per il monastero. Appiano non si limitò, però, a rappresentare gli interessi temporali del monastero, ma si dedicò anche con grande zelo alla cura delle anime degli abitanti della zona. Quando egli morì (presumibilmente nel secolo IX) fu sepolto nella chiesa di Comacchio, dove in seguito fu venerato.
Se ne fa memoria nell'Ordine benedettino e nel monastero di San Pietro in Ciel d'Oro il 6 novembre, a Comacchio, invece, il 4 marzo.. A Comacchio non si possiede più alcuna reliquia di Appiano; a Pavia, invece, si credette di possedere il corpo del preteso vescovo omonimo. I Bollandisti pensano, al contrario, che si tratti del corpo del nostro Appiano, che sarebbe stato trasportato a Pavia forse al tempo di una guerra (di un tentativo di furto da parte dei pavesi narra anche la leggenda).

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