Santa Lucina di Roma
martire
Martirologio.Romano .: 30 giugno - A Roma santa Lucina, discepola degli Apostoli, la quale, provvedendo colle sue sostanze alle necessità dei Santi, visitava i Cristiani chiusi in carcere, e attendeva a seppellire i Martiri, presso i quali anch'essa, in una cripta da lei fabbricata, fu sepolta.
Tratto da
http://www.santiebeati.it/dettaglio/96557
I resti mortali di questa probabile
martire, provenienti dalle Catacombe di San Sebastiano sulla Via Appia a Roma,
furono estratti nel 1621 con l’autorizzazione di papa Gregorio XV e consegnati
a Massa Lubrense. Nel ventesimo secolo, il vescovo di Sorrento, sotto la cui
giurisdizione cade Massa Lubrense, li donò al cardinal Alfredo Ildefonso
Schuster, Arcivescovo di Milano, particolarmente interessato all’archeologia
sacra e al culto dei martiri (Beato dal 1996).
In occasione dell’anno giubilare straordinario della Redenzione 1933, Schuster decise di donare ad alcune comunità della sua vasta Arcidiocesi alcune reliquie di martiri, che egli stesso considerava «strumento per rinnovare la fede». Santa Lucina, quindi, toccò all’antica parrocchia di Santo Stefano in Rosate, vicino Milano.
Il 12 febbraio 1933 fu l’Arcivescovo in persona a guidare la processione che avrebbe accompagnato le reliquie nella loro nuova destinazione. Inizialmente inserite in una capsella di stagno accompagnata dai sigilli del vescovo di Sorrento, vennero poi ricomposte, per decisione del prevosto parroco don Gaetano Orsenigo, in una statua di cera, inserita in un’urna di bronzo e cristallo, che sarebbe stata ospitata nella cappella del Crocifisso al termine dei necessari restauri della stessa.
Il 17 luglio 1933 si procedette alla ricognizione e al trattamento conservativo delle ossa rinvenute: la mandibola con dodici denti molto consumati; una tibia sinistra; due femori sinistri (evidentemente non appartenuti alla stessa persona); due ossa del metatarso o forse del metacarpo; un piccolo osso del carpo; una vertebra cervicale; una falange dell’alluce; numerosi frammenti ossei provenienti dalle costole e dalla calotta cranica.
È stato accertato che dal medesimo corpo santo è stata estratta un’altra reliquia, conservata presso la chiesa di Santa Lucina a Cortereggio di S. Giorgio Canavese (TO).
Compatrona di Rosate, santa Lucina viene ricordata il 30 giugno; a Cortereggio, invece, la prima domenica di luglio. Il cardinal Schuster ipotizzava che si trattasse dell’omonima matrona di Roma, discepola degli apostoli e collaboratrice di papa Marcello, ma non c’è sicurezza a riguardo.
In occasione dell’anno giubilare straordinario della Redenzione 1933, Schuster decise di donare ad alcune comunità della sua vasta Arcidiocesi alcune reliquie di martiri, che egli stesso considerava «strumento per rinnovare la fede». Santa Lucina, quindi, toccò all’antica parrocchia di Santo Stefano in Rosate, vicino Milano.
Il 12 febbraio 1933 fu l’Arcivescovo in persona a guidare la processione che avrebbe accompagnato le reliquie nella loro nuova destinazione. Inizialmente inserite in una capsella di stagno accompagnata dai sigilli del vescovo di Sorrento, vennero poi ricomposte, per decisione del prevosto parroco don Gaetano Orsenigo, in una statua di cera, inserita in un’urna di bronzo e cristallo, che sarebbe stata ospitata nella cappella del Crocifisso al termine dei necessari restauri della stessa.
Il 17 luglio 1933 si procedette alla ricognizione e al trattamento conservativo delle ossa rinvenute: la mandibola con dodici denti molto consumati; una tibia sinistra; due femori sinistri (evidentemente non appartenuti alla stessa persona); due ossa del metatarso o forse del metacarpo; un piccolo osso del carpo; una vertebra cervicale; una falange dell’alluce; numerosi frammenti ossei provenienti dalle costole e dalla calotta cranica.
È stato accertato che dal medesimo corpo santo è stata estratta un’altra reliquia, conservata presso la chiesa di Santa Lucina a Cortereggio di S. Giorgio Canavese (TO).
Compatrona di Rosate, santa Lucina viene ricordata il 30 giugno; a Cortereggio, invece, la prima domenica di luglio. Il cardinal Schuster ipotizzava che si trattasse dell’omonima matrona di Roma, discepola degli apostoli e collaboratrice di papa Marcello, ma non c’è sicurezza a riguardo.
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