venerdì 8 giugno 2018

8 Giugno Santi Italicie ed Italo greci


  
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Santa Genesia vergine ed asceta nel territorio di Chieri in Piemonte
http://www.duomodichieri.com/storia1.php

Non è facile stabilire l'anno preciso in cui cominciò a diffondersi la predicazione del Vangelo nella nostra regione. Molti studiosi nel passato hanno cercato di stabilire date, ma non appoggiate da documenti.
Si dice che Sant'Eusebio di Vercelli (che pontificò fra il 340-374) sia considerato il creatore di varie Chiese in Piemonte, ed assegnò ad esse il Vescovo.
Nel III e IV secolo, durante l'infuriare dell'arianesimo, alcuni degli antichi municipi romani perdettero il loro Vescovo, come Susa e Chieri.
Dopo il Concilio di Torino, tenuto nell'anno 398, il Cristianesimo si andava sempre più affermando nella città di Chieri, attestato oltre che dalla lapide cristiana mortuaria del IV-V secolo, rinvenuta negli scavi della cripta del Duomo, anche da quella datata 488 d.C., detta lapide di "Genesia", la più antica testimonianza epigrafica sul Cristianesimo in Piemonte e Liguria.
Essa venne così tradotta: "Qui riposa in Cristo Genesia, che tolta al mondo affinché vivesse in eterno, non data alle pene infernali, ma costituita nel sempiterni gaudii, che così poco visse nel mondo, perché più pura passasse al cielo; cara a tutti quaggiù, più cara negli eterni tabernacoli di Cristo, cui fu Ostia consacrata, visse anni due, mesi …, giorni due. Deposta l'8 giugno. Dinamio e Sifidio Consoli".










Santi Vittorino e Severino fratelli di sangue eremiti nelle Marche

Tratto da
http://www.santiebeati.it/dettaglio/90942
La vita di San Vittorino è strettamente legata a quella del fratello San Severino. Come lui, infatti, per essere perfetto seguì l'invito di Cristo e vendette tutto ciò che possedeva per distribuire il ricavato ai poveri.
Per darsi completamente a Dio ed isolarsi maggiormente dal mondo, lasciò dopo qualche anno il fratello e si rifugiò alle grotte di Sant'Eustachio, dove poi sorgerà un eremo benedettino, quindi sui monti di Pioraco (MC).
Vittima di forti tentazioni, si impose una dura e dolorosa penitenza: fece penzolare il suo corpo ad un albero con le mani strette fra due rami finché il fratello non andò a liberarlo.
Quando morì, nel 538, gli abitanti di Pioraco raccolsero con grande venerazione le sue spoglie, gli dedicarono la loro chiesa e lo elessero a patrono della loro città. La sua immagine che fregiava lo stemma di quel comune, nel 1878 venne sostituita da un gambero rampante.
La sua festa cade l'8 giugno.

Tratto da
http://www.comune.comiziano.na.it/santo-patrono/528-patrono-di-comiziano.html

l Patrono di Comiziano: San Severino
San Severino nacque a Septempeda, l’odierna San Severino Marche (MC), da nobile famiglia cristiana alla fine del V secolo. Le poche notizie che si hanno di lui sono tratte dalla Sanctorum Severini et Victorini Vita, ripresa in un rifacimento tardivo che amplia ed arricchisce di episodi l’antico testo, già leggendario, a scapito della verità storica.
Composta nel VII-VIII secolo, la vita del Santo Vescovo manca di ogni riferimento cronologico. La tradizione pone il santo tra il 540 e il 545, indica nell’area attigua alla Pieve, al margine della zona archeologica, la sede dell’antica cattedrale,fa coincidere le date delle feste del Santo con l’8 gennaio, l’8 giugno,e il 30 novembre.
Il Lanzoni avanza l’ipotesi che il santo potesse essere identificato con il vescovo Severus, ricordato al Concilio di Sardica intorno al 342 ( IV sec.). Trattasi di ipotesi verosimile non solo perché il posto occupato da quel Severus potrebbe essere quello del vescovo di Septempeda, ma anche perché tra il IV e il V secolo nella Regio V esistevano almeno 15 diocesi.
Dalla Vita apprendiamo che Severino, insieme al fratello Vittorino, alla morte dei genitori, rinunciò ad un’esistenza facile ed agiata e si spogliò di tutti i suoi beni per darsi ad una vita di solitudine, di preghiera e di penitenza sul Monte Nero. Per la sua fama di santità, il clero e il popolo, morto il vescovo di Septempeda, lo elessero suo successore, e tale fu ordinato a Roma da Papa Vigilio. Morì un 8 gennaio mentre i Goti muovevano alla conquista del Piceno.
Sempre secondo la tradizione, con le prime invasioni barbariche, gli abitanti di Septempeda incominciarono ad abbandonare la città ed a rifugiarsi sulle alture vicine, stabilendosi definitivamente sulla vetta del Monte Nero. Le spoglie del Vescovo, eletto Santo, furono nascoste sotto un altare nella chiesa di Santa Maria della Pieve. Solo nel 590 furono portate al Monte Nero che era un luogo sacro (in cui il santo aveva vissuto vita eremitica), più sicuro e centro più abitato.
Qui fu costruita una chiesa in suo onore, l’attuale Duomo del Castello, e gli abitanti decisero di dedicare al Santo Vescovo il nome della città. La chiesa, costruita per concessione del vescovo Eudo nel 944, sarà poi ingrandita ed abbellita e solennemente consacrata l’8 giugno 1198. Le spoglie del santo, nuovamente, occultate nel 1197 per il timore di profanazioni, furono ancora una volta ritrovate il 15 maggio 1576 durante i lavori di ampliamento del presbiterio.
San Severino, vescovo di Septempeda, è il santo patrono di Comiziano. Si tramanda che il culto del Santo sia stato esportato da alcuni marchigiani esuli a Comiziano in seguito alla conquista del Regno di Napoli da parte di Carlo VIII. Non manca chi fa risalire l’origine del culto alla presenza  di un monastero di benedettini a Casamarciano. Tuttavia, se così fosse, il Santo venerato a Comiziano dovrebbe essere San Severino del Norico, un abate benedettino le cui spoglie riposano nel cenobio benedettino di Napoli.
Nel 1947 un pullmann partì da Comiziano alla volta delle Marche per prendere la reliquie del santo. Nel 1980, per la prima volta, il corpo di San Severino fu portato a Comiziano, esposto in chiesa e portato in processione per tutto il paese. Solenni festeggiamenti, in onore del santo patrono, si tengono l'8 gennaio ed agli inizi del mese di settembre, mentre la comunità comizianese, ogni anno, si reca in pellegrinaggio a San Severino Marche.


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Vita di S. Severino, vescovo Settempedano , e di S.Vittorino suo fratello .







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