giovedì 7 giugno 2018

7 giugno Santi italici ed italo greci








Martyr Priscilla of Rome








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Santo Marcellino papa e patriarca di Roma  martire durante la persecuzione di Diocleziano



Tratto da

http://www.santiebeati.it/dettaglio/50850


La figura di Marcellino fu ampiamente lodata da sant'Agostino, anche se cronologicamente molto postuma 
Sempre secondo la tradizione, Marcellino fu vescovo di Roma il 30 giugno 296.
Gli inizi del suo pontificato furono gratificati dalla "pax" instaurata con l'imperatore dal suo predecessore Caio
Marcellino potè dedicarsi alla comunità nella sua interezza avendo soprattutto cura delle famiglie più bisognose.
Fu il tetrarca Galerio, anticristiano per antonomasia, ad iniziare la cosiddetta "nona persecuzione" anticristiana, con la scusa dell'invadenza cristiana sulle terre imperiali. Dopo l'incontro a Nicomedia (nda: cittadina situata nel mar di Marmara, nella ex provincia romana di Bitinia- odierna Izmit), Galerio riuscì a convincere Diocleziano a ritornare al paganesimo e perseguire tutti i dissidenti.
Il 23 febbraio 303 fu incendiata la chiesa di Nicomedia. I cristiani, in risposta incendiarono il palazzo imperiale ed in conseguenza il pugno di ferro.
Le milizie romane distrussero quasi tutto. I beni confiscati e migliaia di persone furono condannate a morte. Fu addirittura massacrata l'intera "legione tebea", formata esclusivamente da cristiani

Marcellino fu decapitato per ordine dello stesso imperatore Diocleziano, il 25 ottobre 304 e le sue spoglie deposte nel cimitero di Priscilla.















Tratto da

http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2012/4/26/SANTO-DEL-GIORNO-Oggi-26-aprile-e-San-Marcellino-Papa/271964/

Fu pontefice dal 296 al 304 e morì verso il 305 d.C., nel periodo delle tremende persecuzioni messe in atto da Diocleziano. Il suo nome, Marcellino, è un diminutivo del nome latino Marco, che vuol dire nato in marzo e sacro a Marte. Nacque a Roma dal padre Proietto, la sua figura fu sempre lodata da Sant’Agostino, pur essendo le scritture del dottore della chiesa molto postume. Questo perché le memorie del culto del passato e le tradizioni erano continuamente tramandate, anche per mantenere una fede sempre accesa, più che per pura necessità di cronologia storica. Marcellino è ricordato come un uomo incredibilmente devoto, pio e casto. Fu fatto Papa, “, il giorno 30 giugno del 296. All’inizio della sua carriera da Pontefice, il suo operato fu reso sereno e possibile dalla pax stabilita in precedenza con l’ imperatore Caio e mantenuta dall’attuale imperatore. Il Papa Marcellino poté in tal modo dedicare la sua esistenza alla comunità, riservando una particolare attenzione alle famiglie più bisognose. Quando l’ impero passò nelle mani di Diocleziano, però, le cose cambiarono. La politica cominciò a subire dei forti scossoni, e così fu stabilita una tetrarchia e le funzioni del governo furono tripartite, per meglio gestire l’esercizio del potere. Diocleziano divenne capo dell'impero romano d'oriente, Galerio divenne governatore di Roma e Massimiano fu nominato governatore dell' impero romano nord occidentale. Galerio, storicamente anti cristiano, cominciò quella che poi venne ricordata come la "nona persecuzione" anticristiana, usando come pretesto l’ invadenza dei cristiani sui territori dell’ impero romano. Galerio incontrò poi Diocleziano a Nicomedia, l’ odierna Izmit, e riuscì a convincerlo a ritornare al paganesimo e a perseguire tutti coloro che non si allineassero con le nuove direttive religiose. Il 23 febbraio 303 cominciarono le devastazioni romane, con l’incendio della chiesa di Nicomedia. I romani distrussero quasi tutto e mandarono a morte tutti coloro che si opponevano e che si ribellavano, fu addirittura massacrata un’ intera legione dell’esercito notoriamente cristiana, la legione tebea. Marcellino fu imprigionato nel procedere delle persecuzioni, e gli fu imposto di sacrificare agli idoli da Diocleziano e Massimiano. Il Papa non acconsentì, e così fu minacciato di atroci sofferenze e disumane torture. 

Egli, spaventato dal dolore della tortura, bruciò due grani di incenso su un altare pagano dedicato agli dei. I cristiani furono molto delusi dal comportamento del Papa e così si recarono da lui infuriati per rimproverarlo. Il Pontefice chiese quindi ai vescovi di essere giudicato, ma questi gli risposero che si sarebbe dovuto giudicare da solo. Pentito e disperato, Marcellino si depose dal ruolo di pontefice, piangendo, ma i fedeli elessero lui nuovamente. Quando gli imperatori romani lo vennero a sapere, lo fecero imprigionare e gli chiesero nuovamente di sacrificare agli idoli, ma questi si oppose con tutte le sue forze. Così fu ordinata la decapitazione del Pontefice. Si narra che, mentre stava per essere decapitato, Marcellino lanciò la scomunica a chiunque avesse provato a dargli sepoltura cristiana, poiché non si sentiva degno di essere seppellito. E così, il suo corpo rimase senza sepoltura per 35 giorni. Infine, pare che l’apostolo Pietro comparve al successore del Pontefice, Papa Marcello, e chiese che Marcellino venisse seppellito.







Tratto da

http://ducadeitempi.blogspot.com/2016/06/lo-strano-caso-di-san-marcellino-papa.html



Il 296 DC è l’anno in cui venne eletto papa Marcellino. In quel tempo l’Imperatore era Diocleziano, ma per le difficoltà di governo dell’Impero aveva suddiviso il territorio in tre parti: ad Oriente lo stesso Diocleziano, a Roma Galerio mentre ad Occidente il rozzo Massimiano.

Diocleziano aveva la tipica personalità del monarca orientale: suscettibile, amante dello sfarzo e della propria immagine. Galerio era un calcolatore e un uomo ambizioso. Massimiano un militare, piuttosto ruvido e diretto.

Sotto Massimiano, nella terra di Britannia, era in missione il giovane Costanzo che sarebbe di lì a poco diventato il Cesare d’Occidente (prima con Massimiano, in seguito come suo sostituto). In Britannia secondo la leggenda Costanzo conobbe la bella principessa Elena dalla quale ebbe un figlio, Costantino, destinato a riunire l’Impero sotto un unico scettro per consegnarlo alla fede in Cristo.



Le macchinazioni di Galerio erano volte a consolidare ed espandere la propria influenza nell’Impero. Per fare questo decise di sposare la causa del paganesimo e di un ritorno alle origini religiose romane. Il principale ostacolo era rappresentato dall’influenza crescente della setta cristiana i cui adepti aumentavano di giorno in giorno nonostante le dure persecuzioni dei decenni passati. Fu così che Galerio si decise a convincere l’Imperatore che per garantire la sicurezza dell’Impero (e della sua persona) bisognava costringere i cristiani a sacrificare all’Imperatore e agli dei romani. Senza questa prova non si poteva contare sulla loro fedeltà come sudditi.

Diocleziano emanò dunque degli editti con i quali si chiedeva al popolo, in particolar modo ai  cristiani, di venerare l’Imperatore come un dio e conseguentemente rinnegare la propria fede. Scoppiarono dei tumulti e il palazzo imperiale venne dato alle fiamme. La responsabilità venne fatta ricadere sulla setta cristiana. L’azione richiamava alla mente quella di Nerone e in effetti le conseguenze furono le stesse: cominciò la “Grande Persecuzione”.

In decine di migliaia vennero trucidati, compresa un’intera legione formata da soldati cristiani. In molti tuttavia riuscirono a salvarsi la vita sacrificando agli dei e rinnegando di fatto la propria fede.

La “Grande Persecuzione” contrassegnò i giorni del matrimonio fra Costanzo ed Elena e l’infanzia del giovane Costantino.



Il papa del tempo, Marcellino, dovette quindi confrontarsi con uno dei periodi più critici della storia della Chiesa. Quando si parla di pontefici così antichi le fonti storiche sono sempre confuse. La “bibbia” per le biografie dei primi papi rimane sempre il “Liber Pontificalis”.

La storia di Marcellino è piuttosto interessante. E’ riconosciuto come Santo dalla Chiesa, ma la sua storia presenta anche delle ombre. Venne accusato, soprattutto dai donatisti, di aver rinnegato la fede e sacrificato all’Imperatore per salvarsi la vita, ma tali tesi furono aspramente combattute da illustri personaggi fra cui S.Agostino.

Il Liber Pontificalis riporta che morì martire, per diretto ordine di Diocleziano, ma solo dopo il suo pentimento per aver sacrificato agli dei. Secondo questo testo fu obbligato ad abiurare, ma pochi giorni dopo si pentì. Diocleziano lo fece dunque giustiziare.

In testi più vecchi del Liber Marcellino non viene riportato come martire in Roma e questo ha fatto sorgere dubbi sulla versione dell’antico libro. Tuttavia ad oggi è l’unica storia ufficiale della “passio” di Marcellino. La sua morte sarebbe avvenuta nel 305 DC.

Il papa dunque, giudicato pio e santo, fu obbligato a rinnegare Cristo per venerare gli dei pagani, ma in seguito al pentimento guadagnò la palma del martirio e quindi il Paradiso. E’ importante sottolineare che nel momento in cui sacrificò agli dei pagani abdicò dalla carica di pontefice.

Marcellino inoltre fu il primo vescovo di Roma per il quale si riporta il titolo di "papa".


 il curioso caso di Papa Marcellino


Tratto da: https://www.johnsanidopoulos.com/2010/06/curious-case-of-pope-marcellinus.html



Traduzione a cura di Joseph Giovanni Fumusa



Eletto nel 296, Marcellino presiedette la Chiesa di Roma per sette anni senza alcun incidente. Poi, secondo quanto si dice, disertò e prese parte a sacrifici per gli idoli sotto Diocleziano. La storia della sua diserzione è stata ricusata, ma le prove a suo favore sono convincenti. Dei documenti affidabili trattano la storia come un fatto comprovato, sebbene in essi si tenta di presentare il fatto positivamente, dicendo che egli si pentì immediatamente, abiurò e morì da martire.
Una domanda che persiste fino ai nostri giorni è se Papa Marcellino, dopo aver offerto incenso agli idoli pagani durante il regno di Diocleziano, si sia o meno effettivamente pentito e successivamente martirizzato, o se sia morto di morte naturale.
Due fonti, Wikipedia e Catholic Encyclopedia esaminano la questione e spiegano per quale motive la storia di questo Papa sia in effetti curiosa. Le primissime fonti sembrano nascondere il suo peccato, mentre le fonti successive tentano di scagionarlo. Nel suo prologo per il 7 Giugno, San Nikolai Velimirovich narra la seguente versione della vita di Papa Marcellino, una versione della storia in cui lo si scagiona:
 


LO IEROMARTIRE MARCELLINO, PAPA DI ROMA
Di San Nikolai Velimirovich
Marcellino fu il predecessore di Papa Marcello sul soglio pontificio. Quando l’imperatore Diocleziano lo convocò e lo minacciò di tortura, Marcellino offrì sacrificio agli idoli, azione per la quale gli fu donato un capo prezioso dall’imperatore. Tuttavia Marcellino si pentì amaramente e cominciò a piangere giorno e notte per aver rinnegato Cristo come fece una volta, a suo tempo, l’Apostolo Pietro. In quel tempo si tenne in Campania un assemblea dei vescovi. Il papa indossò un saio e si cosparse il capo di cenere, entrò in assemblea e confessò il suo peccato di fronte a tutti implorando loro (i vescovi) di giudicarlo. I padri dissero che si sarebbe dovuto giudicare da sé. Quindi Marcellino disse: “Mi privo del mio rango sacerdotale, del quale non sono degno e, per di più, non permetto che il mio corpo venga seppellito dopo la mia morte, ma che venga dato in pasto ai cani!” Avendo detto ciò, maledisse colui il quale si fosse permesso di seppellirlo. Dopo di ciò, Marcellino si recò dall’imperatore Diocleziano, lanciò ai suoi piedi il capo prezioso e confessò la sua fede in Gesù Cristo, respingendo gli idoli. L’imperatore, pieno di rabbia, ordinò che Marcellino fosse torturato e successivamente ucciso fuori la città assieme a tre bravi uomini: Claudio, Cirino e Antonino. I corpi di questi tre uomini furono sepolti immediatamente, ma il corpo del papa fu lasciato lì per trentasei giorni. Quindi San Pietro apparve al nuovo papa Marcello e gli ordinò di seppellire il corpo di Marcellino dicendo: “Chi si umilia sarà esaltato” (Luca 18:14)


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