martedì 21 novembre 2017

21 novembre santi italici ed italo greci


Santa Viatrice e San Rufo o San Simplicio nella Catacombe di Generosa[1]

Santa Viatrice e San Rufo o San Simplicio nella Catacombe di Generosa

Santo Rufo discepolo di San Paolo a Roma

Lettera ai Romani capitolo XVI versetto 13- “Salutate Rufo, questo eletto nel Signore, e la madre sua che è anche mia”
Salutandolo assieme alla madre, «sua e anche mia», Paolo lo definisce con una formula che non ricorre altrove nell’epistolario, in riferimento a una singola persona: «l’eletto (eklektós) del Signore»  Questo indica un rapporto di particolare predilezione, o quantomeno di grande riconoscenza. Ed è ciò che farebbe pensare anche l’espressione «sua e pure mia», riferita alla madre: molto probabilmente Paolo allude a una maternità “spirituale”, forse a un aiuto concreto che questi due personaggi, ma in modo particolare la madre di Rufo, per l’appunto, potrebbero avergli fornito in una circostanza a noi ignota.


Santi Celso e Clemente martiri a Roma

Il 21 novembre nel Martirologio Romano sono commemorati, come martiri a Roma, Celso e Clemente, sulla base  del Martirologio di S. Ciriaco (sec. XI), In realtà, Clemente è il papa del sec. I, celebrato  anche il 23 novembre. Di Celso, invece, nulla può dirsi, ma è possibile che al 21 novembre sia celebrato uno dei tanti santi di questo nome presente molto spesso nei martirologi antichi.


Santo Mauro vescovo di Parenzo e martire (verso il secolo IV )
Nel mosaico absidale della Chiesa di Parenzo, città tra Trieste e Pola, accanto a una solenne Madonna in trono, con il Bambino sulle ginocchia, è rappresentata la figura di San Mauro, al quale la chiesa stessa è dedicata. Ed è rappresentata con in mano una corona, cioè con il simbolo del martirio. Due antiche iscrizioni, relative alla costruzione della chiesa e al trasporto, in questa, dei corpo dei Santo, confermano che il Martire fu anche Vescovo di Parenzo. Si può dedurre , perciò, con molte probabilità, che Mauro fu Vescovo di Parenzo al tempo dell'ultima persecuzione, quella di Diocleziano, avvenuta agli inizi del IV secolo.
Secondo la tradizione , questo Vescovo istriano sarebbe venuto dall'Africa Mauro sarebbe diventato monaco e avrebbe trascorso diciotto anni in monastero. Poi si sarebbe spinto pellegrino a Roma, sulla tomba di Pietro. Da Roma sarebbe giunto in Istria, dove sarebbe stato eletto Vescovo di Parenzo.
Durante la persecuzione, venne  decapitato, e sepolto ~ secondo la consuetudine romana - in un cimitero suburbano. Due secoli più tardi, un suo successore, il Vescovo Eufrasio, avrebbe trasferito quella reliquia in una nuova chiesa a lui dedicata.

 Gran parte di queste furono portate a Roma nel VII secolo, al tempo del Papa di origine dalmata Giovanni IV, per essere sottratto alla profanazione da parte dei barbari Avari e Slavi. A Roma, le reliquie del Vescovo istriano furono e sono ancora conservate a San Giovanni in Laterano.
Il culto di San Mauro raggiunse  anche in luoghi assai lontani da Parenzo e dall'Istria. Documenti e Tradizioni lo rinvengono  a Fondi, nel Lazio, a Gallipoli, in Puglia, e addirittura in Bretagna.








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