martedì 14 novembre 2017

SINASSARIO SANTI ITALICI ED ITALO GRECI PER 14 Novembre



Santo Giocondo Vescovo di Bologna(verso il 485)
San Giocondo di Bologna, sedicesimo vescovo della città secondo l’Elenco Renano, il catalogo dei vescovi bolognesi e quindi collocato tra Tertulliano e Teodoro verso la fine del  secolo VI. Secondo la fonte documentale  Jaffé-Wattenbach, n. 714 invece  fu vescovo già nel 496 e a lui  scrisse in quell’anno papa Gelasio  Per quanto riguarda il culto, la prima menzione si ha nella Vita di s. Petronio della fine del sec. XII, la quale elenca, tra altre reliquie possedute da Bologna, anche quelle del vescovo Giocondo. Altra menzione si trova in un documento del sec. XIV.



 


Santo Simone greco di Calabria monaco e taumaturgo sul Monte Mercurio (verso il X secolo )
“Viveva egli in un cenobio della Calabria  quando alcuni suoi onfratelli, forse mentre erano a pesca in mare con un giovane
servo del monastero, furono catturati dai Saraceni e venduti
come schiavi. L’igumeno incaricò Simone di andare in Africa
per rintracciarli  ed egli infatti riuscì a incontrarne uno; mentre
parlava con lui per scoprire dove fossero gli altri, ecco sopraggiungere il padrone, che stese la mano per colpirlo: subito restò paralizzato. Anche un altro saraceno, ch’era con lui, si trovò con la mano paralizzata. Gli astanti allora afferrano Simone, lo portano dall’Emiro e dicono: “Questo qui è uno stregone! Ha fatto seccare la mano di quelli che volevano colpirlo”. Di parere totalmente diverso furono i mullâh, i saggi che facevano parte del
Consiglio dell’Emiro: “Forse è invece un servo di Dio e, con le
sue preghiere, può risanare”. Simone infatti fa un segno di croce
sulle mani paralizzate, ed esse subito si sciolgono. Vedendo il
prodigio, l’Emiro concede a Simone di riprendersi i quattro
ch’era andato a cercare, e anche quanti altri cristiani volesse.
Non solo: l’Emiro colma Simone di doni, e dispone una scorta
per garantire la sua sicurezza nel viaggio di ritorno.
Salparono dunque dall’Africa e durante la navigazione i
Saraceni restarono ammirati nel vedere Simone immerso nella
Preghiera continua. Costretti dai venti contrari a fermarsi presso un isolotto, consumarono ben presto tutta l’acqua che avevano stivato. Ma il santo pregò su alcuni barili che aveva fatto
riempire d’acqua di mare, ed essa divenne dolce: Simone compì
questo miracolo diverse volte, finché tutti poterono approdare
in Calabria, dove il santo in seguito si addormentò nel Signore”

(citazione interamente tratta da “Ombre della storia,santi dell’Italia Ortodossa di Antonio monaco Edizione Asterios pagina 100)


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