Dedicazione a Roma della Basilica del Santissimo Salvatore oggi San Giovanni in Laterano (anno 324)
La
denominazione ufficiale nella Chiesa
Cattolica
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Archibasilica Sanctissimi Salvatoris
et Sancti Iohannes Baptista et Evangelista in Laterano, omnium urbis et orbis
ecclesiarum mater et caput
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Venne fondata
da papa Melchiade (311-314) nelle proprietà donate a questo scopo da Costantino
di fianco al Palazzo Lateranense, fino allora residenza imperiale e poi
cattedrale della diocesi di Roma e del
suo Vescovo
In
questa zona, sorgeva anticamente una dimora di proprietà della nobile famiglia
dei Laterani. La loro casa sorgeva nei pressi della Basilica, probabilmente
verso l’attuale Via Amba Aradam, e i terreni coprivano tutta la zona che
comprende anche l’attuale area basilicale.
Secondo
gli “Annali” di Tacito nel 65 queste case e terreni furono confiscati
dall’Imperatore Nerone, poiché Plauzio Laterano, console designato per l’anno
65, cospirò contro l’imperatore stesso nella congiura detta dei “Pisoni”.
Fallita la congiura, Plauzio fu condannato a morte ed espropriato dei suoi
beni, che passarono all’Erario Imperiale.
Successivamente
(201 ca.) parte di questi terreni furono utilizzati da Settimio Severo, che per
consolidare l’organico della propria guardia del corpo formata dagli equites
singulares (cavalieri scelti) che avevano una caserma nei pressi
dell’attuale Via Tasso, si trovò nella necessità di costruire una seconda
caserma che accogliesse le nuove leve. Scelse a tal fine l’area lateranense,
dove l’erario imperiale aveva svariate proprietà, prima di tutte quella dei
Laterani, acquisite con la confisca neroniana.
In una
parte di questi terreni dei Laterani l’imperatore edificò un grande complesso
militare chiamato Castra nova equitum singularium (Nuova Caserma delle
guardie scelte).
Gli
scavi, condotti a più riprese sotto il pavimento della basilica e sotto il
chiostro, hanno rimesso in luce vari tratti delle fondazioni severiane, e parte
dell’alzato del piano terreno della Caserma.
Nello
stesso periodo Settimio Severo donò un’altra parte dei terreni confiscati a
Tito Sextio Laterano, amico di Settimio Severo e suo valoroso comandante nella
spedizione mesopotamica. Non si sa se l’imperatore donò la stessa casa che fu
di Plauzio Laterano o Tito Sextio o ne costruì una nuova, ma si sarebbe
trattato, comunque, di un’abitazione così lussuosa e così importante da
costituire un punto di riferimento topografico e, anche dopo la loro scomparsa,
nel Medioevo si continuò ad indicare gli edifici che sorgevano nell’area con la
locuzione iuxta Lateranis (presso il Laterano), fino ad arrivare
all’odierna denominazione del Laterano.
C’è da
dire che si è pensato ad un rapporto di parentela tra il Plauzio Laterano morto
sotto l’imperatore Nerone e il Tito Sextio Laterano amico di Settimio Severo.
Una lontana parentela dei due personaggi non si può del tutto escludere è anche
vero che non è dimostrabile un rapporto preciso tra queste due persone e le
loro abitazioni.
Successivamente
questi terreni divennero di proprietà, non si sa se per acquisto o per eredità,
ad una certa Fausta, in quanto si menziona successivamente una domus Faustae
nel territorio lateranense. Si è voluto identificare la Fausta in questione
con la seconda moglie dell’imperatore Flavio Valerio Costantino (280-337),
al cui nome è legato il ricordo della fondazione della Basilica.
Cresciuto
alla corte di Diocleziano, Costantino fu chiamato in Britannia dal padre,
l’imperatore Costanzo Cloro e alla morte di questi fu acclamato augusto
dall’esercito (306), fatto che rompendo le regole del sistema tetrarchico,
scatenò una violenta lotta in cui sei pretendenti (Massimiano, Massenzio,
Licinio, Galerio, Massimino e Costantino) si contesero il titolo imperiale.
Eliminato Massimiano (310), morto Galerio (311), Costantino il 28 Ottobre 312
sconfisse Massenzio ad Saxa Rubra sulla Via Flaminia (la Battaglia di
Ponte Milvio), aiutato da quel simbolo divino che gli era apparso la notte
prima della vittoria in sogno: un angelo con una croce ed una scritta IN HOC
SIGNO VINCES, che prontamente Costantino fa dipingere sugli scudi dei propri
soldati.
Sconfitto
Massenzio, Costantino, va a Milano e rinsalda l’alleanza con Licinio, il quale,
morto Massimino, rimane padrone delle province orientali (successivamente
Costantino si sbarazza anche di Licinio rimanendo così unico Imperatore). A
Milano Costantino proclama anche un editto (313) in cui riconosce al
Cristianesimo libertà di culto.
Tornato
a Roma Costantino si preoccupa di offrire alla chiesa nascente un luogo adatto
per svolgere pienamente il proprio ministero spirituale.
Allora
(IV sec) nella zona dei laterani vi erano la domus Faustae, la casa di Fausta,
che, come già detto, forse era quella Fausta moglie di Costantino e sorella di
Massenzio, che la stessa Fausta aveva portato in dote a Costantino, e la Castra
Nova Equites singularium.
Costantino
scioglie il corpo degli equites singulares, che avevano appoggiato
Massenzio e dona a Papa Melchiade i terreni per costruirvi una domus
ecclesia.
La
Basilica venne consacrata nel 324 ( o 318 ) da Papa Silvestro I, e dedicata al
SS.mo Salvatore. Nel IX sec., Sergio III la dedicò anche a San Giovanni
Battista, mentre nel XII sec. Lucio II aggiunse anche San Giovanni Evangelista.
(http://www.vatican.va/various/basiliche/san_giovanni/it/basilica/storia.htm)
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