Sinassario santi italici ed italo greci per
il 5 Novembre
LIN (cf. II Tim IV:21), premier évêque de Rome
Santo Felice prete ed Eusebio monaco
martiri a Terracina ai tempi
dell’imperatore Traiano verso l’anno 107
I due
santi martiri sono legati alla Passio dei Santi Martiri Cesario diacono e
Giuliano presbitero la cui memoria si è celebrata il 1 novembre
Infatti
Condotto al tribunale del consolare Leonzio, Cesario è obbligato a sacrificare
ad Apollo, ma, mentre viene condotto al tempio, questo crolla travolgendo il
sacerdote pagano Firmino. Cesario è
allora rinchiuso in carcere e dopo un mese è condotto al Foro per essere
giudicato; improvvisamente il consolare Leonzio si converte e dopo aver
ricevuto i Sacramenti dal presbitero Giuliano, muore. Subentra allora un certo
Lussurio, primo cittadino del luogo, che condanna Cesario e Giuliano a essere
gettati in mare dentro un sacco. I corpi dei due martiri ritornano sulla
spiaggia e sono sepolti dal monaco Eusebio che per primo aveva accolto Cesario
a casa sua quando il santo era giunto a Terracina . Questi poi rimane a pregare
presso la loro tomba, dove accorrono molti che si convertono e sono battezzati
dal presbitero Felice. Ma Eusebio e Felice sono arrestati da Leonzio, figlio
del consolare convertito, che li fa decapitare e gettare in un fiume. I loro
corpi sono raccolti e sepolti presso la tomba di Cesario dal presbitero Quarto
da Capua che casualmente passava di là.
Santo Dominatore Vescovo di Brescia
(forse nel 495)
Le
origini del cristianesimo a Brescia sono ancora incerte. Il primo vescovo
presente a Brescia fu probabilmente sant'Anatalone nella qualità di Vescovo di
Milano nel III secolo e quindi a conferma dell’essere la chiesa di Brescia
filiazione di quella di Milano
Il
primo vescovo storicamente documentato è Ursicino che partecipò al concilio di
Sardica tra il 342 e il 344.Il Concilio di Sardica . In tale concilio, tra
l'altro, si confermò la fede nicena contro Ario
e fu sostenuta l'innocenza di Atanasio di Alessandria.
Santo
Dominatore nella cronotassi dei Vescovi bresciani è dai codici collocato al
ventiduesimo posto
Particolare di affresco del XVI secolo, nella cripta della basilica di Sant'Eustorgio, raffigurante san Magno
Santo
Magno Vescovo di Milano (verso il 528 o 529)
Magno
fu il 25° Vescovo di Milano, che successe a Eustorgio II e condivise con lui il
carisma della santità.
Milanese probabilmente di origine gli antichi cataloghi dei Vescovi di Milano gli attribuiscono trent’anni di episcopato, che il Savio più giustamente riduce a dieci, dal 518 al 528. Iniziò il suo ministero nel favore del re dei Goti Teodorico, quantunque costui fosse ariano. Si adoperò tutto nell’apostolato di far conoscere il Vangelo di Gesù e di farlo amare.
Nella iscrizione posta sulla sua tomba il Vescovo Magno è lodato per la sua carità. Offrì la sua mano ai deboli, fu pronto a vestire gli ignudi e a liberare i prigionieri che le ricorrenti guerre moltiplicavano tra i diversi eserciti in lotta.
Milanese probabilmente di origine gli antichi cataloghi dei Vescovi di Milano gli attribuiscono trent’anni di episcopato, che il Savio più giustamente riduce a dieci, dal 518 al 528. Iniziò il suo ministero nel favore del re dei Goti Teodorico, quantunque costui fosse ariano. Si adoperò tutto nell’apostolato di far conoscere il Vangelo di Gesù e di farlo amare.
Nella iscrizione posta sulla sua tomba il Vescovo Magno è lodato per la sua carità. Offrì la sua mano ai deboli, fu pronto a vestire gli ignudi e a liberare i prigionieri che le ricorrenti guerre moltiplicavano tra i diversi eserciti in lotta.
Tale
iscrizione è scomparsa nella modalità originale ma la ritroviamo in una
raccolta antologica milanese composta tra il secolo XI e il secolo XIII
« Virtute,
officio, meritis et nomine Magnus
Forma quidem, speculum, lux et imago Dei; Claruit insignis ditatus munere Divi, Viribus ex totis semper amando deum. Non laetis umquam extolli nec tristibus isce Confringi novit, spes cui certa Dei. Ferre manum fessis, nudos vestire paratus Captarumque gravi solvere colla iugo, Sustinuit magni promissa praemia regni Devincens hostis tela magna sui. » |
« Per
il suo valore, i suoi uffici, i meriti e per il nome stesso,
Magno fu impronta, specchio, luce e immagine di Dio; insigne rifulse arricchito dalla grazia del Signore, amandolo sempre con tutte le forze. Egli, che possedeva la sicura speranza di Dio, non seppe mai insuperbirsi per gli eventi lieti né abbattersi per i luttuosi. Risoluto nel prestare aiuto ai deboli, nel vestire gli ignudi e nel liberare il collo dei prigionieri da un duro giogo, fu degno dei premi promessi del gran regno debellando i potenti dardi del suo nemico. » |
(Testo
latino con traduzione italiana in: De Nisco, «Post busta superstes».
Epigrafi cristiane a Milano nell'alto Medioevo, p. 88.)
|
Teodorico,
mentre agli inizi gli fu amico e lo favorì nella sua opera di evangelizzazione,
accecato dal cattivo spirito dell’eresia ariana, divenne il suo persecutore,
come lo era già stato del venerabile filosofo Boezio, del pio Simmaco a Ravenna
e dello stesso Papa Giovanni I.
Morì verso il 530 e fu sepolto nella Basilica di S. Eustorgio in Milano. Leone da Perego nel 1249, che con Legnano ebbe significativi rapporti, ne collocò la salma a fianco del corpo di S. Eustorgio. Il suo nome venne onorato di altari e chiese, prime fra tutte per valore artistico la Basilica Prepositurale di Legnano, costruita sopra le rovine dell’antica chiesa medievale dedicata al Santo Salvatore.
Morì verso il 530 e fu sepolto nella Basilica di S. Eustorgio in Milano. Leone da Perego nel 1249, che con Legnano ebbe significativi rapporti, ne collocò la salma a fianco del corpo di S. Eustorgio. Il suo nome venne onorato di altari e chiese, prime fra tutte per valore artistico la Basilica Prepositurale di Legnano, costruita sopra le rovine dell’antica chiesa medievale dedicata al Santo Salvatore.
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