21 gennaio feste santi e memorie
Mémoire
de tous les MARTYRS qui sont morts pour la foi orthodoxe depuis le
temps du premier-martyr Etienne jusqu'à nos jours (synaxe prévue par le
calendrier hiérosolymitain et qui était
célébrée à l'église Saint-Etienne de Jérusalem construite par
l'impératrice Eudoxie, épouse de Théodose le Jeune; cf. Tsolakidhis p.
84).
Saint PUBLIUS, premier évêque de Malte (?), puis évêque d'Athènes (?), martyr sous Trajan (vers 112).
Saints HERMES et SOLUTEUR, martyrs en Afrique.
Saints FRUCTUEUX, évêque, AUGURE et EULOGE, diacres, martyrs à Tarragone (Espagne) sous Valérien (259). A Tarragona nella Spagna Citeriore, passione dei santi martiri Fruttuoso, vescovo, Augurio ed Eulogio, suoi diaconi: sotto gli imperatori Valeriano e Gallieno, dopo aver confessato la loro fede al cospetto del procuratore Emiliano, furono condotti nell anfiteatro, dove, rivolta a chiara voce dal vescovo verso i fedeli presenti una preghiera per la pace della Chiesa, portarono a compimento il loro martirio gettati tra le fiamme e pregando in ginocchio.
Saint PATROCLE, martyr à Langres en Bourgogne (vers 259 ou vers 275).
Saint PUBLIUS, premier évêque de Malte (?), puis évêque d'Athènes (?), martyr sous Trajan (vers 112).
Saints HERMES et SOLUTEUR, martyrs en Afrique.
Saints FRUCTUEUX, évêque, AUGURE et EULOGE, diacres, martyrs à Tarragone (Espagne) sous Valérien (259). A Tarragona nella Spagna Citeriore, passione dei santi martiri Fruttuoso, vescovo, Augurio ed Eulogio, suoi diaconi: sotto gli imperatori Valeriano e Gallieno, dopo aver confessato la loro fede al cospetto del procuratore Emiliano, furono condotti nell anfiteatro, dove, rivolta a chiara voce dal vescovo verso i fedeli presenti una preghiera per la pace della Chiesa, portarono a compimento il loro martirio gettati tra le fiamme e pregando in ginocchio.
Saint PATROCLE, martyr à Langres en Bourgogne (vers 259 ou vers 275).
Saints EUGENE, VALERIEN, CANDIDE, et AQUILAS, martyrs à Trébizonde lors de la persécution de Dioclétien (vers 303). (Canon des complies traduit en français par le père Denis Guillaume au tome I du Supplément aux Ménées.
Sainte AGNES, vierge, martyre à Rome sous Dioclétien (vers 304). Agnese
nacque a Roma da genitori cristiani, di una illustre famiglia patrizia,
nel III secolo. Quando era ancora dodicenne, scoppiò una persecuzione e
molti furono i fedeli che s'abbandonavano alla defezione. Agnese, che
aveva deciso di offrire al Signore la sua verginità, fu denunciata come
cristiana dal figlio del prefetto di Roma, invaghitosi di lei ma
respinto. Fu esposta nuda al Circo Agonale, nei pressi dell'attuale
piazza Navona. Un uomo che cercò di avvicinarla cadde morto prima di
poterla sfiorare e altrettanto miracolosamente risorse per intercessione
della santa. Gettata nel fuoco, questo si estinse per le sue orazioni,
fu allora trafitta con colpo di spada alla gola, nel modo con cui si
uccidevano gli agnelli
https://doxologia.ro/sfanta-mucenita-agnia-din-roma
Saint NEOPHYTE, martyr à Nicée (vers 305). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome I des Ménées.)
QUATRE MARTYRS de Tyr (Liban).
Saint APOLLONIOS l'Anachorète (IVème siècle).
L'icône de la Mère de Dieu "DU FONDATEUR" ("KTITORSKAÏA" ) ou "DE L'AUTEL" ("ALTARNITSA") (IVème siècle).
Synaxe de la sainte Irène dont l'église, construite par saint Marcien (cf. 10 janvier) se trouvait au bord de la mer (cf. Tsolakidhis p. 83).
QUATRE MARTYRS de Tyr (Liban).
Saint APOLLONIOS l'Anachorète (IVème siècle).
L'icône de la Mère de Dieu "DU FONDATEUR" ("KTITORSKAÏA" ) ou "DE L'AUTEL" ("ALTARNITSA") (IVème siècle).
Synaxe de la sainte Irène dont l'église, construite par saint Marcien (cf. 10 janvier) se trouvait au bord de la mer (cf. Tsolakidhis p. 83).
Saint EPIPHANE, évêque de Pavie (496).Epifanio nacque a Pavia da genitori di nobile stirpe. Una luce miracolosa sarebbe stata vista risplendere sulla culla del bambino, felice presagio della sua futura grandezza. Ci sono noti i nomi dei genitori: Mauro il padre e Focaria la madre, che sarebbe stata della famiglia di s. Mirocle, vescovo cli Milano all'epoca dell'editto costantiniano del 313. I1 vescovo di Pavia Crispino I (v.) ricevette Epifanio, a otto anni d'età, tra i lettori della sua chiesa; successivamente lo ordinò suddiacono a diciotto anni, diacono a venti e lo raccomandò, sentendosi vicino alla morte, ad un certo Rusticio di Milano, illustris vir, affinché fosse il suo successore sulla cattedra episcopale pavese. Alla morte di Crispino, Epifanio fu consacrato vescovo in Milano dal suo metropolita, il cui nome, tuttavia, non ci è stato tramandato da Ennodio. La sua elezione episcopale era stata salutata con vera gioia dal popolo che altamente apprezzava la sua santa vita, i cui cardini erano: la preghiera, cui dedicava anche ogni minìmo ritaglio di tempo; la lettura attenta e devota della S. Scrittura; l'attività febbrile per il bene delle anime; la mortificazione corporea più austera, che comprendeva anche l'astensione dai bagni "ne nitorem animae et interioris hominis fortitudinem balnea magis sordibus amica confringerent".
Da vescovo fu incaricato più voite di ambascerie da e presso i diversi re germanici, che si erano insediati nel territorio dell'Tmpero romano d'Occidente ormai in sfacelo. Andò a Roma dall'imperatore Antemio (467-72) come legato di Ricimero e successivamente a Tolosa da Eurico, re dei Visigoti, per incarico dell'imperatore Giunio Nepote (474-75).
Lavorò attivamente alla ricostruzione di Pavia saccheggiata e distrutta nel 476 dalle armate rivali di Oreste e di Odoacre. Soccorse con inesausta carità ogni sorta di miserie e di sofferenze. Spesso si recò presso i vincitori a impetrarne ia clemenza per i vinti: in modo particolare implorò con successo la clemenza di Odoacre, di Teodorico e del re dei Burgundi, Gundobaldo, da cui ottenne la liberazione di seimila prigionieri da lui catturati in Italia nel 490 combattendo contro Odoacre. Di ritorno da Ravenna, ove si era recato per una ennesima legazione presso re Teodorico a favore di Pavia e di tutta la provincia della Liguria romana, a Parma si ammalò mortalmente a causa di un grave disturbo polmonare. Volle essere trasportato a Pavia, ove morì all'età di cinquantotto anni, dopo trent'anni di episcopato
Sainte BRIGITTE de Kilbride (Irlande, VIème siècle).
Saint LAWDOG (Pays de Galles, VIème siècle).
Saint VIMIN, évêque en Ecosse (VIème siècle).
Saint APTAT, évêque de Metz (VIIème siècle
https://doxologia.ro/sfantul-cuvios-maxim-marturisitorul
Saint MAXIME le Confesseur, moine qui souffrit les pires tourments pour avoir défendu l'Orthodoxie contre le monothélisme (662). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome I des Ménées.) San Massimo è detto “il Confessore†perché seppe fieramente difendere l’ortodossia cristiana, con la parola, con gli scritti, con la vita, contro il monotelismo (teoria religiosa elaborata nel VII secolo in seno alla Chiesa bizantina; riconosceva le due nature di Cristo, ma affermava che in lui, la volontà divina predominava su quella umana).
Nacque nel 580 a Costantinopoli da nobile famiglia, forse imparentata con l imperatore Eraclio; ebbe una buona educazione culturale e solida preparazione e ben presto occupò una posizione rilevante nella corte imperiale, diventando un importante funzionario.
Ad un certo punto però lasciò gli incarichi, se ne ignora il perché e abbandonata la vita politica, si ritirò nel monastero di Crisopoli; gli è stato attribuito il titolo di abate, ma deve intendersi come segno di rispetto e non di conduzione della comunità.
A causa dell invasione persiana del 626, che minacciava la capitale dell impero bizantino, Massimo si allontanò dal monastero situato vicino al Bosforo e andò prima a Creta, poi a Cipro e infine in Africa, dove cominciò a conoscere la nuova eresia del monotelismo, che si andava diffondendo.
Si trovò immerso nelle dispute teologiche del tempo, che agitavano l ortodossia cristiana, sfociando spesso in eresie, più o meno condannate da Concili, dal papa di Roma, da vescovi con idee contrapposte; ne nominiamo qualcuna senza approfondirne il pensiero, perché lo spazio consentito è poco: dottrina nestoriana, monofisita, origenista, platonismo, apocatastasi; a tutte queste si sovrappose una teoria del vescovo di Alessandria, Ciro di Faside, il quale volendo far chiarezza e raggiungere l unione dei credenti, affermò che Cristo con una sola operazione teandrica, operava tanto le azioni divine che le azioni umane.
Massimo s impegnò nelle controversie facendo sentire il peso della sua autorità di teologo sia in Africa sia in Oriente e a Roma; bisogna dire che all epoca dell impero bizantino, queste dispute teologiche soprattutto sulla natura divina e umana di Cristo, si intrecciavano ad interessi politici, per cui venivano coinvolti vescovi e autorità civili, fino alle persone del imperatore e dell imperatrice, scatenando anche vere e proprie persecuzioni; questo l’ambiente in cui Massimo fu costretto a muoversi.
Nel 638 l imperatore Eraclio (575-641) emanò un decreto religioso (Ecthesis) a favore della teoria del monotelismo
Ci fu chi l accettò e chi invece la contestò e in questo quadro s inserisce la famosa disputa con Pirro di Massimo; Pirro era il vescovo di Costantinopoli costretto a fuggire in Africa per gli intrighi di corte che portarono sul trono Costante II (642-668) e a Cartagine in Africa, davanti al prefetto e a molti vescovi, ebbe luogo nel 645 la disputa fra i due teologi, un tempo ambedue monaci di Crisopoli; Pirro sopraffatto dalle argomentazioni di condanna del monotelismo di Massimo, si dichiarò vinto.
Il successo ottenuto da Massimo, indusse molti vescovi a convocare dei sinodi e nel 646 l eresia venne condannata.
Massimo poi lasciò l Africa e si spostò a Roma presso la Sede Apostolica, che in quel momento nel sistema della pentarchia e della sinfonia sinodale era collocata giustamente a difesa della fede ed ivi continuò la sua opera contro il monotelismo, che sebbene condannato più volte, anche per i suoi personali interventi, continuava a dilagare con l appoggio dell imperatore Costante II.
Fu accanto a papa Teodoro (642-649) e poi a papa s. Martino I (649-655), il quale rimase vittima della persecuzione scatenata dall imperatore, fu condotto prima prigioniero a Costantinopoli, poi processato nel 653 e inviato in esilio nel Chersoneso dove morì dopo due anni.
Anche a Massimo toccò uguale sorte, pur essendo il più grande teologo del tempo, fu fatto prigioniero a Roma e nel 653 fu condotto a Costantinopoli, dove nel 655 subì un processo i cui Atti sono arrivati fino a noi, ed ebbe la condanna dell esilio a Byzia nella Tracia; l anno successivo subì un altro processo e fu esiliato a Perberis ai confini dell impero.
Un terzo processo l ebbe nella primavera del 662 a Costantinopoli, davanti al prefetto e ad un Sinodo e giacché rifiutò di accettare il Typus (decreto di Costante II sulle verità di fede in discussione), insieme ai suoi due discepoli, Anastasio monaco e Anastasio apocrisario, fu sottoposto alla flagellazione, fu loro amputata la mano destra e mozzata la lingua e infine esiliati a vita sulle coste orientali del Mar Nero nella Colchide.
A giugno 662 raggiunsero la loro meta, ma sfiniti dal lungo viaggio e dai maltrattamenti subiti e feriti dai supplizi, il 24 luglio morì Anastasio monaco; il 13 agosto all età di 82 anni, morì anche Massimo nella fortezza di Schemaris a Lazica e l ™11 ottobre del 666 morì anche l altro Anastasio.
Saint ZOSIME, évêque de Syracuse en Sicile (662). Zosimo, vescovo (VII secolo) era un giovane monaco cui era stata affidata per la sua inettitudine la custodia della tomba di Santa Lucia a Siracusa. Un giorno, desideroso di rivedere i genitori, lasciò il monastero senza avvertire i superiori. I genitori, vedendolo arrivare con aria di fuggitivo, lo rimproverarono e lo riaccompagnarono al monastero. Venne perdonato dall'abate e riconsegnato al suo compito di "guardiano della tomba", che tenne a lungo perché considerato incapace di altre e più impegnative mansioni.
Alla morte dell'abate, i monaci si recarono dal vescovo per conoscere il nome del successore. Fra loro non c'era Zosimo, rimasto a casa come "inutile". Quando il vescovo ebbe davanti i monaci, chiese: "Ci siete tutti?". "No, - risposero - a casa c'è il guardiano della tomba di santa Lucia, ma è di poco conto". "Fatelo venire" ingiunse il vescovo. E quando Zosimo arrivò: "Ecco il vostro abate" affermò solennemente il vescovo.
Così Zosimo, tra la sorpresa di tutti, divenne abate del monastero dimostrando presto di quanta saggezza e virtù fosse ricco, a tal punto che il popolo lo volle quale proprio vescovo. Confermato da papa Teodoro, egli rimase sulla cattedra episcopale siracusana dal 647 al 662 guidando la diocesi con bontà e saggezza
Sainte MILDGITHE, vierge en Angleterre (vers 676).
Saint AVIT II, évêque de Clermont, qui eut saint Bonnet pour coadjuteur (vers 689).
Saint MAXIME le Confesseur, moine qui souffrit les pires tourments pour avoir défendu l'Orthodoxie contre le monothélisme (662). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome I des Ménées.) San Massimo è detto “il Confessore†perché seppe fieramente difendere l’ortodossia cristiana, con la parola, con gli scritti, con la vita, contro il monotelismo (teoria religiosa elaborata nel VII secolo in seno alla Chiesa bizantina; riconosceva le due nature di Cristo, ma affermava che in lui, la volontà divina predominava su quella umana).
Nacque nel 580 a Costantinopoli da nobile famiglia, forse imparentata con l imperatore Eraclio; ebbe una buona educazione culturale e solida preparazione e ben presto occupò una posizione rilevante nella corte imperiale, diventando un importante funzionario.
Ad un certo punto però lasciò gli incarichi, se ne ignora il perché e abbandonata la vita politica, si ritirò nel monastero di Crisopoli; gli è stato attribuito il titolo di abate, ma deve intendersi come segno di rispetto e non di conduzione della comunità.
A causa dell invasione persiana del 626, che minacciava la capitale dell impero bizantino, Massimo si allontanò dal monastero situato vicino al Bosforo e andò prima a Creta, poi a Cipro e infine in Africa, dove cominciò a conoscere la nuova eresia del monotelismo, che si andava diffondendo.
Si trovò immerso nelle dispute teologiche del tempo, che agitavano l ortodossia cristiana, sfociando spesso in eresie, più o meno condannate da Concili, dal papa di Roma, da vescovi con idee contrapposte; ne nominiamo qualcuna senza approfondirne il pensiero, perché lo spazio consentito è poco: dottrina nestoriana, monofisita, origenista, platonismo, apocatastasi; a tutte queste si sovrappose una teoria del vescovo di Alessandria, Ciro di Faside, il quale volendo far chiarezza e raggiungere l unione dei credenti, affermò che Cristo con una sola operazione teandrica, operava tanto le azioni divine che le azioni umane.
Massimo s impegnò nelle controversie facendo sentire il peso della sua autorità di teologo sia in Africa sia in Oriente e a Roma; bisogna dire che all epoca dell impero bizantino, queste dispute teologiche soprattutto sulla natura divina e umana di Cristo, si intrecciavano ad interessi politici, per cui venivano coinvolti vescovi e autorità civili, fino alle persone del imperatore e dell imperatrice, scatenando anche vere e proprie persecuzioni; questo l’ambiente in cui Massimo fu costretto a muoversi.
Nel 638 l imperatore Eraclio (575-641) emanò un decreto religioso (Ecthesis) a favore della teoria del monotelismo
Ci fu chi l accettò e chi invece la contestò e in questo quadro s inserisce la famosa disputa con Pirro di Massimo; Pirro era il vescovo di Costantinopoli costretto a fuggire in Africa per gli intrighi di corte che portarono sul trono Costante II (642-668) e a Cartagine in Africa, davanti al prefetto e a molti vescovi, ebbe luogo nel 645 la disputa fra i due teologi, un tempo ambedue monaci di Crisopoli; Pirro sopraffatto dalle argomentazioni di condanna del monotelismo di Massimo, si dichiarò vinto.
Il successo ottenuto da Massimo, indusse molti vescovi a convocare dei sinodi e nel 646 l eresia venne condannata.
Massimo poi lasciò l Africa e si spostò a Roma presso la Sede Apostolica, che in quel momento nel sistema della pentarchia e della sinfonia sinodale era collocata giustamente a difesa della fede ed ivi continuò la sua opera contro il monotelismo, che sebbene condannato più volte, anche per i suoi personali interventi, continuava a dilagare con l appoggio dell imperatore Costante II.
Fu accanto a papa Teodoro (642-649) e poi a papa s. Martino I (649-655), il quale rimase vittima della persecuzione scatenata dall imperatore, fu condotto prima prigioniero a Costantinopoli, poi processato nel 653 e inviato in esilio nel Chersoneso dove morì dopo due anni.
Anche a Massimo toccò uguale sorte, pur essendo il più grande teologo del tempo, fu fatto prigioniero a Roma e nel 653 fu condotto a Costantinopoli, dove nel 655 subì un processo i cui Atti sono arrivati fino a noi, ed ebbe la condanna dell esilio a Byzia nella Tracia; l anno successivo subì un altro processo e fu esiliato a Perberis ai confini dell impero.
Un terzo processo l ebbe nella primavera del 662 a Costantinopoli, davanti al prefetto e ad un Sinodo e giacché rifiutò di accettare il Typus (decreto di Costante II sulle verità di fede in discussione), insieme ai suoi due discepoli, Anastasio monaco e Anastasio apocrisario, fu sottoposto alla flagellazione, fu loro amputata la mano destra e mozzata la lingua e infine esiliati a vita sulle coste orientali del Mar Nero nella Colchide.
A giugno 662 raggiunsero la loro meta, ma sfiniti dal lungo viaggio e dai maltrattamenti subiti e feriti dai supplizi, il 24 luglio morì Anastasio monaco; il 13 agosto all età di 82 anni, morì anche Massimo nella fortezza di Schemaris a Lazica e l ™11 ottobre del 666 morì anche l altro Anastasio.
Grande scrittore di
quell epoca, spaziò dalla morale all ascetica, dalla dottrina
mistica a quella tradizionale, teologo insigne, filosofo con la
terminologia aristotelica; il punto centrale del suo pensiero fu Cristo,
di cui contemplò profondamente i misteri, per difenderne integrità
della natura umana.
Saint ZOSIME, évêque de Syracuse en Sicile (662). Zosimo, vescovo (VII secolo) era un giovane monaco cui era stata affidata per la sua inettitudine la custodia della tomba di Santa Lucia a Siracusa. Un giorno, desideroso di rivedere i genitori, lasciò il monastero senza avvertire i superiori. I genitori, vedendolo arrivare con aria di fuggitivo, lo rimproverarono e lo riaccompagnarono al monastero. Venne perdonato dall'abate e riconsegnato al suo compito di "guardiano della tomba", che tenne a lungo perché considerato incapace di altre e più impegnative mansioni.
Alla morte dell'abate, i monaci si recarono dal vescovo per conoscere il nome del successore. Fra loro non c'era Zosimo, rimasto a casa come "inutile". Quando il vescovo ebbe davanti i monaci, chiese: "Ci siete tutti?". "No, - risposero - a casa c'è il guardiano della tomba di santa Lucia, ma è di poco conto". "Fatelo venire" ingiunse il vescovo. E quando Zosimo arrivò: "Ecco il vostro abate" affermò solennemente il vescovo.
Così Zosimo, tra la sorpresa di tutti, divenne abate del monastero dimostrando presto di quanta saggezza e virtù fosse ricco, a tal punto che il popolo lo volle quale proprio vescovo. Confermato da papa Teodoro, egli rimase sulla cattedra episcopale siracusana dal 647 al 662 guidando la diocesi con bontà e saggezza
Sainte MILDGITHE, vierge en Angleterre (vers 676).
Saint AVIT II, évêque de Clermont, qui eut saint Bonnet pour coadjuteur (vers 689).
L'icône de la
Mère de Dieu de Vatopédi, "DE LA JOIE" ("OTRADA") ou "DE LA CONSOLATION" ("OUTIECHENIE") (807).
Saint MEINRAD, issu de la famille de Hohenzollern (dont une branche donna les rois de Roumanie de 1866 à 1947 et une autre branche les empereurs d'Allemagne de 1871 à 1918), admirateur des écrits de saint Jean Cassien, fondateur du monastère de Notre-Dame-des-Ermites (Einsiedeln) en Suisse, assassiné par des brigands (861 ou 863). San Meinrado (o Meginrado) nacque da una famiglia di contadini a Sulichgau, nei pressi di Wurtemberg in Germania. Entrò nel monastero benedettino di Reichenau in Svizzera, ove ricevette l ordinazione presbiterale. Divenne poi insegnante vicino al lago di Zurigo. Sognando una vita di solitudine, verso 829 i suoi superiori acconsentirono al suo passaggio alla vita eremitica e si stabilì dunque in una vicina foresta. Divenne ben presto famoso per la santità e l austerità che contraddistinguevano la sua vita. Cominciando ad affluire numerosi i visitatori, Meinrado preferì trasferirsi in un luogo ancora più isolato, nei pressi di Einsiedeln, ove rimase per venticinque anni sino alla morte. Due briganti, convinti che il santo eremita nascondesse un tesoro, andarono a trovarlo spacciandosi per pellegrini e ricevettero cortese accoglienza. Non trovando però alcun tesoro, lo bastonarono a morte per poi darsi alla fuga.
Saint NEOPHYTE du monastère de Vatopédi au Mont Athos.
http://www.johnsanidopoulos.com/2011/01/saint-maximos-greek-of-vatopaidi.html
https://doxologia.ro/sfantul-maxim-grecul
Saint MAXIME le Grec, originaire d'Arta, ancien compagnon de Savonarole à Florence, puis moine de Vatopédi au Mont Athos, puis traducteur et confesseur en Russie (Sergiev Possad, 1556). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome I du Supplément aux Ménées.)
Saint ELIE, prêtre, martyr par la main des Communistes (Russie 1938).
Saint MAXIME le Grec, originaire d'Arta, ancien compagnon de Savonarole à Florence, puis moine de Vatopédi au Mont Athos, puis traducteur et confesseur en Russie (Sergiev Possad, 1556). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome I du Supplément aux Ménées.)
Saint ELIE, prêtre, martyr par la main des Communistes (Russie 1938).
St George (John) of Georgia
APOLYTIKION DI SAN MASSIMO. TONO PL. 4
GUIDA DI RETTA FEDE,*
MAESTRO DI PIETA’ E DI DECORO,* LUMINARE DELLA CHIESA,* ORNAMENTO DEI MONACI
DIVINAMENTE ISPIRATO,* O SAPIENTE MASSIMO,* CON LE TUE DOTTRINE HAI ILLUMINATO
TUTTI,* O LIRA DELLO SPIRITO:* INTERCEDI PRESSO IL CRISTO DIO* PER LA SALVEZZA
DELLE ANIME NOSTRE.
APOLYTIKION DEL SANTO MARTIRE NEOFITO. TONO 4
IL TUO MARTIRE, SIGNORE,*
CON LA LOTTA,* HA RICEVUTO DA TE, NOSTRO DIO,* LA CORONA
DELL’INCORRUTTIBILITA’:* CON LA TUA FORZA, INFATTI,* HA COMBATTUTO I TIRANNI*
ED HA ANCHE SPEZZATO* LE IMPOTENTI AUDACIE DEI DEMONI.* PER LE SUE PREGHIERE,*
O CRISTO DIO,* SALVA LE NOSTRE ANIME.
KONDAKION DEL SANTO. TONO PL. 4. A te, conduttrice di schiere
CON INNI, O FEDELI,*
DEGNAMENTE ONORIAMO* IL GRANDE MASSIMO, L’AMANTE DELLA TRIADE,* COLUI CHE
CHIARAMENTE HA INSEGNATO* LA FEDE DIVINA,* PERCHE’ SI GLORIFICHI IL CRISTO IN
DUE NATURE,* VOLONTA’ ED ENERGIE,* E A LUI ACCLAMIAMO: GIOISCI, ARALDO DELLA
FEDE.
EXAPOSTILARION DEL SANTO. Con i
discepoli conveniamo.
TEOLOGANDO, TU HAI
PROCLAMATO UNICA* LA NATURA DELLA TRIADE, O PADRE,* UNICA LA VOLONTA’ E UNICA
L’OPERAZIONE;* CONFESSANDO QUINDI LE DUE NATURE,* VOLONTA’ E OPERAZIONI* DEL
DIO INCARNATO,* O MASSIMO, SAPIENTISSIMO ANNUNCIATORE DI DIO,* TU HAI ABBATTUTO
L’ERESIA DI QUANTI SI OPPONEVANO A DIO:* E CON LA MANO E LA LINGUA DA ESSI
RECISE,* TI SEI MOSTRATO MARTIRE.
EXAPOSTILARION DEL MARTIRE. STESSA MELODIA.
MANIFESTANDOTI, O
NEOFITO,* TU HAI MIRAOLOSAMENTE RESUSCITATO* COLEI CHE TI AVEVA GENERATO,*
DANDO PROVA DI UN GRANDISSIMO PRODIGIO,* PERCHE’ ERI GRANDE SERVO DI CRISTO.*
ORA DUNQUE CHE, INCORONATO, STAI ACCANTO A LUI,* O UOMO DI MENTE DIVINA,* NON
CESSARE DI INTERCEDERE, O SANTO,* PER QUANTI TI CELEBRANO* E FESTEGGIANO LA TUA
LUMINOSA MEMORIA,* O VITTORIOSO E MARTIRE
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