domenica 14 dicembre 2014

15 dicembre il santorale



Saint ELEUTHERE, évêque d'Illyrie, martyr sous Adrien ou Antonin (entre 117 et 161). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome XII des Ménées.) 








Mémoire des compagnons de saint Eleuthère: sa mère ANTHIE morte par le glaive en étreignant le cadavre de son fils; saint COREMMON le Préfet, qui mourut pour avoir cru au Christ et avoir été baptisé par saint Eleuthère, et les DEUX SOLDATS convertis par le saint, morts par le glaive.

 https://doxologia.ro/sfanta-mucenita-antia









https://doxologia.ro/sfantul-sfintit-mucenic-elefterie-episcopul-iliriei






Eleuterio figlio di Anzia, vedova del console Eugenio, fu ordinato diacono e prete e consacrato poi vescovo da un certo Aniceto. Inviato come vescovo nell’Illirico, fu prelevato dal comes Felice per essere portato a Roma al giudizio dell’imperatore Adriano. Il colloquio, cominciato con promesse, finì con la condanna a morte di Eleuterio e di sua madre. Il martirio avvenne il 15 dicembre. 




http://www.johnsanidopoulos.com/2014/12/saint-pardos-solitary-of-palestine.html



Saints IRENEE, ANTOINE, THEODORE, SATURNIN, VICTOR et DIX-SEPT autres, martyrs à Rome sous Valérien (entre 253 et 260). 

Saints FAUSTIN, LUCIUS, CANDIDE, CELIEN, MARC, JANVIER et FORTUNAT, martyrs en Afrique.

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Sainte ascète et martyre SUZANNE la diaconesse, qui avait pris le nom de Jean en revêtant l'apparence masculine, et qui périt par le feu sous Maximien (entre 286 et 305). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome XII du Supplément aux Ménées.) La vita e il martirio di s. Susanna, ci è nota per una ‘passio’ in lingua greca, riportata dalla “Bibliotheca Hagiografica Graeca”, gli avvenimenti vanno inquadrati nel IV secolo. 
Susanna originaria della Palestina, era figlia di un sacerdote pagano di nome Artemio, la madre Marta era ebrea; rimasta orfana di entrambi, venne istruita e convertita da un certo prete Silvano e quindi battezzata. 
In seguito donò tutti i suoi beni ai poveri e sotto spoglie maschili, entrò in un monastero per condurre vita ascetica, con il nome fittizio di Giovanni. 
Nelle ‘Vite’ dei santi, specie di quel periodo storico, dove non esisteva ancora un monachesimo femminile, si ritrovano varie sante che con questo stratagemma, vissero spesso fino alla morte, in monasteri maschili, senza che nessuno se ne accorgesse; del resto specie per i primi monaci, la vita in comune era ridotta, perché ognuno aveva una cella o un eremitaggio, salvo a riunirsi per le cerimonie comuni. 
Susanna (Giovanni) andò avanti così per molto tempo, conducendo una vita di perfetta asceta, finché accusata da una donna di avere avuto rapporti sessuali con lei, per dimostrarne la menzogna, dovette rivelare il suo vero sesso. Lasciato così il monastero, Susanna si recò ad Eleuteropoli (Grecia), dove venne ordinata diaconessa dal vescovo del luogo; il racconto verso la fine dice, che essendo nell’epoca delle persecuzioni contro i cristiani (sec. IV?), Susanna venne arrestata, per il suo zelo nell’annunciare Cristo Gesù, quindi trasferita davanti al governatore Alessandro, subì vari tormenti, poi venne rinchiusa in carcere dove morì. 

Commémoration de l'ordination de saint EUSEBE comme évêque de Verceil en Piémont le 15 décembre, vers l'an 340. Arriva in gioventù dalla nativa Sardegna a Roma, segue gli studi ecclesiastici e si fa apprezzare da papa Giulio I, che verso il 345 lo nomina vescovo di Vercelli: è il primo vescovo del Piemonte. Qui stabilisce per sé e per i suoi preti l’obbligo della vita in comune, collegando l’evangelizzazione con lo stile monastico. Ora i cristiani, non più perseguitati, cominciano a litigare tra loro: da una parte, quelli che seguono la dottrina del concilio di Nicea (325) sul Figlio di Dio, "generato, non creato, della stessa sostanza del Padre"; dall’altra, i seguaci dell’arianesimo, che nel Figlio vede una creatura, per quanto eminente. Con l’appoggio della corte imperiale, gli ariani hanno il sopravvento in molte regioni, e faranno esiliare per cinque volte il più energico sostenitore della dottrina nicena: Atanasio, vescovo di Alessandria d’Egitto, ammirato da Eusebio che l’ha conosciuto a Roma.
Annullato il secondo suo esilio, un concilio ad Arles (Francia), con decisione illegale, condanna Atanasio per la terza volta. Allora il papa Liberio manda all’imperatore Costanzo (figlio di Costanzo il Grande) appunto Eusebio, già suo compagno di studi, con Lucifero, vescovo di Cagliari. Ed essi ottengono di rimettere la questione a un nuovo concilio, che si riunisce nel 355 a Milano, dove viene anche il sovrano. E subito si riparla di condannare ed esiliare Atanasio. Replica lucidamente Eusebio: prima di esaminare i casi personali, mettiamoci piuttosto tutti d’accordo sui problemi generali di fede, firmando uno per uno il Credo di Nicea. Una proposta ragionevole, che però scatena il tumulto tra i vescovi e un altro tumulto dei fedeli contro i vescovi. Costanzo fa proseguire i lavori nella residenza imperiale (senza i fedeli) e tutti approvano la ri-condanna di Atanasio. Tutti meno tre: Eusebio, Lucifero, e Dionigi, vescovo di Milano. Questi non cedono, e Costanzo li esilia.
Eusebio viene mandato a Scitopoli di Palestina, e di lì scrive ai suoi vercellesi una lettera giunta fino a noi. Poi è trasferito in Cappadocia (Asia Minore) e poi nella Tebaide egiziana. Nel 361, morto l’imperatore Costanzo, si revocano le condanne: Atanasio torna ad Alessandria e indice un concilio, presente anche Eusebio, che poi però non torna subito a Vercelli: lo chiamano ad Antiochia di Siria, dove l’estremismo del vescovo Lucifero fa litigare i cristiani  tra di loro. Ritrova infine Vercelli nel 362. Studia, scrive, riprende l’evangelizzazione delle campagne, istituisce la diocesi di Tortona. Ma si spinge anche in Gallia, insediando un vescovo a Embrun. La tradizione lo considera pure fondatore di due illustri santuari: quello di Oropa (Biella) e di Crea (Alessandria) . La morte lo coglie nella sua città episcopale

Saint martyr ELEUTHERE le Cubiculaire, chambellan de l'Empereur, mort par le glaive, probablement sous Julien l'Apostat en 361. 



Commémoration de l'élévation de notre saint Père JEAN CHRYSOSTOME sur le trône archiépiscopal de Constantinople le 15 décembre 397. 

http://www.johnsanidopoulos.com/2014/12/st-nikodemos-explains-how-we-came-to.html



Saint VALERIEN, évêque d'Abbenza en Afrique, martyr par la main des Vandales ariens qui le firent mourir en le contraignant à errer sans feu ni toit par les chemins au temps de Genséric (457). Commemorazione di san Valeriano, vescovo di Avensano nell’Africa settentrionale, che, a più di ottant’anni, durante la persecuzione vandalica, si rifiutò fermamente di consegnare gli arredi sacri della Chiesa come richiesto dal re Genserico e fu per questo scacciato tutto solo fuori della città, con l’ordine che nessuno gli prestasse ospitalità né in casa né tra i campi; giacque, dunque, per lungo tempo a cielo aperto sulla pubblica strada, giungendo, in tal modo, al termine della sua santa vita da confessore della retta fede. 


Saint MAXIMIN (MESMIN), abbé de Micy en Orléanais (520). Nel territorio di Orléans nella Gallia lugdunense, ora in Francia, san Massimino, sacerdote, ritenuto primo abate di Micy

Saint FLORENT (FLORENTIUS, FLANN), higoumène de Bangor en Irlande (VIIème siècle). 

Synaxe des saints de Crimée. 

Saint OFFA, roi d'Essex, puis moine à Rome (vers 709). 



Saint ETIENNE, originaire de Cappadoce, évêque de Souroge en Crimée et confesseur des saintes Icônes sous Léon III l'Isaurien et Constantin V Copronyme (787). 



Saint BACCHUS le Nouveau, musulman converti, moine de la laure de Saint-Sabbas, martyr en Palestine par la main des Musulmans (vers 790). Bacco, il cui vero nome era Dahhat (l'allegro), nacque in una famiglia palestinese cristiana. I suoi familiari apostatarono abbracciando l'Islam, mentre lui si ritirò nella laura di san Saba, presso Betlemme, prendendo il nome di Bacchus. Ritornato a Gerusalemme, riuscì a ricondurre i suoi fratelli alla fede cristiana, eccetto uno che denunciò Bacco alle autorità musulmane per il suo eccessivo zelo.Bacco fu quindi decapitato nel 786-787.





Saint URBICE (URBITIUS, ÚRBEZ), natif de Bordeaux, moine emmené en Espagne par les Sarrasins qui l'avaient enlevé, puis ermite dans la vallée de Nocito près de Huesca en Aragon (vers 805). 

 
 


Saint PAUL le Nouveau, ascète au Mont Latros près de Milet en Asie, thaumaturge et prophète (955).
 https://doxologia.ro/sfantul-cuvios-pavel#nodeviata

Saint MACAIRE, évêque du Sinaï (XIIIème siècle). 
Saint TRYPHON de Kolsk, fils d'un prêtre de Novgorod, apôtre de la Laponie et fondateur de monastère (1583). Saint Tryphon of Pechenga and Kola, in the world Metrophanes, was born in the Novgorod governia into a priestly family. The pious parents raised their son in the fear of God. From his early years Tryphon had resolved to devote his life to apostolic deeds and to go to the pagan Laplanders and proclaim the Gospel of Christ. He knew of them only through the accounts of fish vendors. 



Once, while praying in the forest he had heard a voice, "Tryphon, this is not your place. An empty and thirsty land awaits you." Forsaking his parental home, the saint went out onto the Kola Peninsula and halted at the banks of the Pechenga River, where the Lapps lived. There he began to carry on trade with them. The saint first acquainted himself with the pagan beliefs of these people and studied their language, and then began to preach the Christian Faith to them. The Lapps greeted the words of the saint with great mistrust. The holy preacher suffered much hardship, enduring hostility and even beatings. But gradually, through his wise and kindly words and meekness, many were converted to Christ. 

With the blessing of Archbishop Macarius of Novogord, St Tryphon and St Theodoretos built a church for the newly-converted. In 1532 he founded the Pechenga-Trinity monastery for those eager for the monastic life, "on the cold sea, on the frontier of Murmansk." 

Tsar Ivan the Terrible helped him and richly endowed the monastery. The Enlightener of the Lapps died in old age in 1583, having lived at the Pechenga almost 60 years. Local veneration of St Tryphon began soon after his death. 

In 1589, the Swedes destroyed the Pechenga monastery. Later, by order of Tsar Theodore, the monastery was transferred to the Kola Peninsula. On the site of the restored monastery a church was built and named for St Tryphon. Over the saint's grave a church was constructed in honor of the Meeting of the Lord. St Tryphon has often come to the aid of perishing seamen, who call upon his name with faith.


Saint JONAS, higoumène, disciple de saint Tryphon de Kolsk, martyr par la main des Luthériens (1590). 


Saint HILARION (Troïtsky), archevêque de Beréïsk, martyr par la main des Communistes (Russie 1929). 

 http://www.johnsanidopoulos.com/2016/02/the-pharisaical-abbot-didactic-story.html

Saints ALEXANDRE et BASILE, prêtres, martyrs par la main des Communistes (Russie 1937). 


Saint JOSEPH (Petrovykh), métropolite de Petrograd, martyr par la main des Communistes (Russie 1938).

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