mercoledì 17 dicembre 2014

18 dicembre il santorale







Saints QUINTUS, SIMPLICE (SIMPLICIUS) et leurs compagnons, martyrs en Afrique lors de la persécution de Dèce et de Valérien (milieu du IIIème siècle). Si tratta di un gruppo di 36 martiri che il ‘Martirologio Geronimiano’ elenca al 18 dicembre, classificandoli genericamente “in Africa”. 


Oltre i nomi non vi sono indicazioni sufficienti a capire se sono morti tutti insieme, in un determinato luogo, e se sono tutti africani. 

Il solo Quinto può identificarsi con il martire citato nella Lettera 71 di s. Cipriano, ucciso sotto Decio o Valeriano (251 o 253 ca.). In definitiva si può trattare di un gruppo di martiri di diverse epoche e di diverse regioni, accomunati nella celebrazione nello stesso giorno. 

I loro nomi sono: Quinto, Simplicio, Pompinio, Paolo, Aritife, Cresto, Degno, Datulo, Feliciano, Mosé, Rogaziano, Martirio, Orato, Evasio, Vittoria, Privato, Tinno, Salvatore, Sito, Teturo, Vittorico, Celiano, Settimino, Rustico, Bassa, Lucania, Onorato, Saturnino, Ceciliana, Namfamone, Felice, Vincenzo, Aresto, Museo, Siddino, Adiutore. 

È da ammirare il fatto che in tanta bufera persecutoria dei primi secoli del cristianesimo, si siano potuti raccogliere e tramandare almeno i nomi di questi sconosciuti cristiani, martirizzati in odio alla nuova religione. 


Saint MOÏSE (MOYSETES), martyr en Afrique, probablement sous Dèce. 

Saints VICTOR, VICTORIN, ADJUTEUR, QUARTUS et TRENTE autres, martyrs en Afrique. 





Troparion — Tone 1

O Sebastian, spurning the assemblies of the wicked, / You gathered the wise martyrs / Who with you cast down the enemy; / And standing worthily before the throne of God, / You gladden those who cry to you: / Glory to him who has strengthened you! / Glory to him who has granted you a crown! / Glory to him who through you works healing for all!


SINASSARIO:
IL 18 DI QUESTO STESSO MESE, MEMORIA DEL SANTO MARTIRE SEBASTIANO E DEI SUOI COMPAGNI ZOE, TRANQUILLINO, NICOSTRATO, CLAUDIO, TIBURZIO, CASTULO, MAARCELLINO E MARCO.
LO STESSO GIORNO, MEMORIA DEL NOSTRO PADRE TRAI SANTI , LO IEROMARTIRE, MODESTO ARCIVESCOVO DI GERUSALEMME.
PER LA LORO SANTA INTERCESSIONE , O DIO, ABBI PIETA’ DI NOI E SALVACI.

AL VESPRO.
STICHIRA’ PROSOMIA. TONO 1. Martiri degni di ogni lode
 COL ROSSO DEL TUO SANGUE PREZIOSO, O MARTIRE,* TI SEI PREPARATO UNA PORPORA DI GRAN PREGIO:* DI ESSA RIVESTITO* DIMORI REALMENTE  NEGLI ECCELSI REAMI,* PRESSO DIO, RE DELL’UNIVERSO: PREGALO, DUNQUE, PERCHE’ SIANO DONATE ALLE ANIME NOSTRE* LA PACE E LA GRANDE MISERICORDIA.

SEBASTIANO, ZOE, MARCO E MARCELLINO,* INSIEME A TIBURZIO,* HANNO LOTTATO INSIEME,* SOPPORTANDO LE VIOLENTE ONDATE DELLE PENE:* ED ORA HANNO PRESO DIMORA* NEL DIVINO RIPOSO SENZA PENA,* DOVE INTERCEDONO PERCHE’ SIANO DONATE* ALLE NOSTRE ANIME LA PACE* E LA GRANDE MISERCICORDIA.

MARTIRI INVITTI, LASCIANDO ALLA TERRA* CIO’ CHE E’ DELLA TERRA,* SIETE FUGGITI AI CIELI,* FATTI BELLI DAI SEGNI DELLE VOSTRE FERITE* E SPLENDIDAMENTE ADORNI, O BEATI,* DEI SACRI PATIMENTI.* INTERCEDETE DUNQUE,* PERCHE’ SIANO DATE ALLE ANIME NOSTRE* LA  PACE E LA GRANDE MISERICORDIA.


GLORIA……ORA E SEMPRE. THEOTOKION. STESSA MELODIA
VERGINE  DEGNA DI OGNI CANTO,* CON OCCHI PROFETICI* MOSE’  VIDE IL TUO MISTERO* NEL ROVETO ARDENTE  CHE NON SI CONSUMAVA:* IL FUOCO DELLA DIVINITA’ INFATTI* NON HA CONSUMATO IL TUO  GREMBO, O PURA.* TI CHIEDIAMO DUNQUE,* QUALE MADRE DEL NOSTRO DIO,* DI DONARE AL MONDO LA PACE.

OPPURE STAVROTHEOTOKION, STESSA MELODIA
VEDENDO, OCRISTO,* LA TUA INGIUSTA IMMOLAZIONE, * LA VERGINE PIENA DI DOLORE A TE GRIDAVA:* FILIO DOLCISSIMO,* PERCHE’ MUORI INGIUSTAMENTE, * PERCHE’ SEI APPESO AL LEGNO,* TU CHE HAI SOSPESO SULLE ACQUE* TUTTA LA TERRA?* NON LASCIARMI SOLA, TI PREGO,* MISERICORDIOSISSIMO BENEFATTORE, * ME, TUA MADRE E SERVA.



Troparion — Tone 4

Your holy martyrs, O Lord, / through their suffering have received incorruptible crowns from You, our God. / For having Your strength, they laid low their adversaries, / and shattered the powerless boldness of demons. / Through their intercessions save our souls!

Kontakion — Tone 4

Excelling in godly zeal, / you gathered a band of martyrs from which you shone as a star. / The arrows that wounded your body, O Sebastian, / pierced the hearts of the enemy. / Therefore Christ has glorified you!



http://www.johnsanidopoulos.com/2010/12/saint-sebastian-martyr-and-his.html









https://doxologia.ro/sfantul-mucenic-sebastian

Saints SEBASTIEN, NICOSTRATE et son épouse ZOEE, TRANQUILINUS, NICANOS, TIBURCE, CASTULE, CLAUDE, SYMPHORIEN, VICTORIEN, MARC et MARCELLIN, martyrs à Rome sous Dioclétien (287). (Office à saint Sébastien et ses compagnons traduit en français par le père Denis Guillaume au tome XII des Ménées.)Nel 260 l’imperatore Galliano aveva abrogato gli editti persecutori contro i cristiani, ne seguì un lungo periodo di pace, in cui i cristiani pur non essendo riconosciuti ufficialmente, erano però stimati, occupando alcuni di loro, importanti posizioni nell’amministrazione dell’impero.


E in questo clima favorevole, la Chiesa si sviluppò enormemente anche nell’organizzazione; Diocleziano che fu imperatore dal 284 al 305, desiderava portare avanti questa situazione pacifica, ma poi 18 anni dopo, su istigazione del suo cesare Galerio, scatenò una delle persecuzioni più crudeli in tutto l’impero.

Sebastiano, che secondo s. Ambrogio era nato e cresciuto a Milano, da padre di Narbona (Francia meridionale) e da madre milanese, era stato educato nella fede cristiana, si trasferì a Roma nel 270 e intraprese la carriera militare intorno al 283, fino a diventare tribuno della prima coorte della guardia imperiale a Roma, stimato per la sua lealtà e intelligenza dagli imperatori Massimiano e Diocleziano, che non sospettavano fosse cristiano.

Grazie alla sua funzione, poteva aiutare con discrezione i cristiani incarcerati, curare la sepoltura dei martiri e riuscire a convertire militari e nobili della corte, dove era stato introdotto da Castulo, domestico (cubicolario) della famiglia imperiale, che poi morì martire. un giorno furono arrestati due giovani cristiani Marco e Marcelliano, figli di un certo Tranquillino; il padre ottenne un periodo di trenta giorni di riflessione prima del processo, affinché potessero salvarsi dalla certa condanna sacrificando agli dei.

Nel tetro carcere i due fratelli stavano per cedere alla paura, quando intervenne il tribuno Sebastiano riuscendo a convincerli a perseverare nella fede; mentre nel buio della cella egli parlava ai giovani, i presenti lo videro circondato di luce e tra loro c’era anche Zoe, moglie del capo della cancelleria imperiale, diventata muta da sei anni. La donna si inginocchiò davanti a Sebastiano, il quale dopo aver implorato la grazia divina fece un segno di croce sulle sue labbra, restituendole la voce.
A ciò seguì una collana di conversioni importanti, il prefetto di Roma Cromazio e suo figlio Tiburzio, Zoe col marito Nicostrato e il cognato Castorio; tutti in seguito subirono il martirio, come pure i due fratelli Marco e Marcelliano e il loro padre Tranquillino.
Sebastiano per la sua opera di assistenza ai cristiani, fu proclamato da papa s. Caio “difensore della Chiesa” e proprio quando, secondo la tradizione, aveva seppellito i santi martiri Claudio, Castorio, Sinforiano, Nicostrato, detti Quattro Coronati, sulla via Labicana, fu arrestato e portato da Massimiano e Diocleziano, il quale già infuriato per la voce che si diffondeva in giro, che nel palazzo imperiale si annidavano i cristiani persino tra i pretoriani, apostrofò il tribuno: “Io ti ho sempre tenuto fra i maggiorenti del mio palazzo e tu hai operato nell’ombra contro di me, ingiuriando gli dei”.
Sebastiano fu condannato ad essere trafitto dalle frecce; legato ad un palo in una zona del colle Palatino chiamato ‘campus’, fu colpito seminudo da tante frecce da sembrare un riccio; creduto morto dai soldati fu lasciato lì in pasto agli animali selvatici.
Ma la nobile Irene, vedova del già citato s. Castulo, andò a recuperarne il corpo per dargli sepoltura, secondo la pia usanza dei cristiani, i quali sfidavano il pericolo per fare ciò e spesso venivano sorpresi e arrestati anche loro.
Ma Irene si accorse che il tribuno non era morto e trasportatelo nella sua casa sul Palatino, prese a curarlo dalle numerose lesioni. Miracolosamente Sebastiano riuscì a guarire e poi nonostante il consiglio degli amici di fuggire da Roma, egli che cercava il martirio, decise di proclamare la sua fede davanti a Diocleziano e al suo associato Massimiano, mentre gli imperatori si recavano per le funzioni al tempio eretto da Elagabolo, in onore del Sole Invitto, poi dedicato ad Ercole.
Superata la sorpresa, dopo aver ascoltato i rimproveri di Sebastiano per la persecuzione contro i cristiani, innocenti delle accuse fatte loro, Diocleziano ordinò che questa volta fosse flagellato a morte; l’esecuzione avvenne nel 304 ca. nell’ippodromo del Palatino, il corpo fu gettato nella Cloaca Massima, affinché i cristiani non potessero recuperarlo.
L’abbandono dei corpi dei martiri senza sepoltura, era inteso dai pagani come un castigo supremo, credendo così di poter trionfare su Dio e privare loro della possibilità di una resurrezione.
La tradizione dice che il martire apparve in sogno alla matrona Lucina, indicandole il luogo dov’era approdato il cadavere e ordinandole di seppellirlo nel cimitero “ad Catacumbas” della Via Appia.
Le catacombe, oggi dette di San Sebastiano, erano dette allora ‘Memoria Apostolorum’, perché dopo la proibizione dell’imperatore Valeriano del 257 di radunarsi e celebrare nei cosiddetti “cimiteri cristiani”, i fedeli raccolsero le reliquie degli Apostoli Pietro e Paolo dalle tombe del Vaticano e dell’Ostiense, trasferendoli sulla via Appia, in un cimitero considerato pagano.
Costantino nel secolo successivo, fece riportare nei luoghi del martirio i loro corpi e dove si costruirono poi le celebri basiliche.
Sulla Via Appia si costruì un’altra basilica costantiniana la “Basilica Apostolorum”, in memoria dei due apostoli.
Fino a tutto il VI secolo, i pellegrini che vi si recavano attirati dalla ‘memoria’ di s. Pietro e s. Paolo, visitavano in quel cimitero anche la tomba del martire, la cui figura era per questo diventata molto popolare e quando nel 680 si attribuì alla sua intercessione, la fine di una grave pestilenza a Roma, il martire s. Sebastiano venne eletto taumaturgo contro le epidemie e la chiesa cominciò ad essere chiamata “Basilica Sancti Sebastiani”.



Saint GATIEN, premier évêque de Tours en Touraine (début du IVème siècle). Gregorio di Tours (m. 594), nell'Historia Francorum, racconta che nell'anno 250 furono inviati da Roma sette vescovi per evangelizzare la Gallia. Fra questi sette missionari figura Turonicis Catianus episcopas. D'altra parte, nel capitolo De Turonicis episcopis con cui termina l'Historia, Gregorio dà il catalogo cronologico dei vescovi di Tours: in testa figura Gaziano con un episcopato di cinquant'anni, dopo il quale la sede sarebbe rimasta vacante trentasette anni. Il successore di Gaziano sarebbe stato Litorius che governò la diocesi per trentatre anni; e il terzo vescovo fu s. Martino, l'ordinazione del quale si colloca nel 371 o 372.



Saint MODESTE, évêque de Jérusalem, martyr (IVème siècle). 


On le vénère comme protecteur des animaux domestiques. (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome XII du Supplément aux Ménées.) Saint Modestus, Archbishop of Jerusalem, was born into a Christian family in Cappadocian Sebasteia (Asia Minor). From his youth he felt a strong attraction towards strict monastic life. St Modestus accepted monastic tonsure. Afterwards, he became head of the monastery of St Theodosius the Great in Palestine. At this time (the year 614), military forces of the Persian ruler Chosroes fell upon Syria and Palestine, killing ninety thousand Christians and destroying Christian churches. Patriarch Zacharias of Jerusalem and a multitude of Christians were taken into captivity, along with the Cross of the Lord. St Modestus was entrusted to govern the Jerusalem Church temporarily as locum tenens of the patriarchal cathedra.

 https://doxologia.ro/sfantul-ierarh-modest-patriarhul-ierusalimului



With the help of Patriarch John the Merciful of Alexandria (November 12), St Modestus set about restoring devastated Christian shrines, among which was the Sepulchre of the Lord. He reverently buried the murdered monks from the monastery of St Sava the Sanctified. 


After fourteen years, Patriarch Zacharias returned from captivity with the Cross of the Lord, and after his death St Modestus became Patriarch of Jerusalem. St Modestus died at age 97 in the year 634.



Saint EUBIOTE, confesseur en Bithynie au temps de Maximien (318). 

Saints martyrs PHOCAS et HERMYLE. 

Saints ZACHEE, diacre, et ALPHEE, lecteur, martyrs à Césarée. 

Saint SAMTHAN, fondatrice du couvent de Clonbroney en Irlande (VIème siècle). 

Saint FLAVIT, berger, ermite à Marcilly-le- Hayer en Champagne (VIème siècle). Flavito, vissuto nella seconda parte del VI secolo e l’inizio del VII, fu fatto prigioniero in Italia e poi venduto a Troyes per trenta monete d’argento ad un certo Montanio, che lo impiegò nel suo fondo di “Marcelliacum” (Marcilly-le- Hayer) situato a circa 20 km a sud di Nogent-sur-Seine.
Si sa che fu insidiato dalla moglie del padrone, respingendo la sua passione sopportò le calunnie, non volle sposarsi e fece prosperare gli affari di Montanio.
Svincolato dalla schiavitù, ricevé la tonsura ecclesiastica e poi fu ordinato prete; costruì un oratorio nella zona, dove condusse vita da eremita; morì il 18 dicembre di un anno imprecisato.
Due avvenimenti che lo riguardano sono datati: lo ordinò sacerdote san Lupo vescovo di Sens (m. verso il 623) e avrebbe resuscitato il figlio di re Clotario II (584-629), quindi s. Flavito potrebbe essere morto intorno al 618; 

Saints DIGNE, BODAGISLE et OUDON, confesseurs au diocèse de Metz en Lorraine (VIème siècle). Saint Bodagisle fut le père de saint Arnoul, évêque de Metz, et (hélas!) l'ancêtre des Carolingiens usurpateurs. 

Saint FLORUS, évêque d'Amisos dans l'Hélénopont (VIIème siècle). 

Saint FLANNAN, premier évêque de Killaloe en Irlande (VIIème siècle). Il récitait chaque jour le Psautier en entier. 

Saint FLAVIT ou FLAIVE, prêtre, ermite en Champagne (620 ou 630). 

Saint NOMON (pas autrement connu). 

Sainte SOPHIE la Thaumaturge. 

Saint DESIRE, moine de Fontenelle / Saint-Wandrille en Normandie (vers 700). 

Saint WINEBAUD, fils d'un roi anglo-saxon, ancien moine du Mont Cassin, higoumène de Heidenheim en Bavière (760). San Wunibald chiamato anche Wynnebald, nacque nel 701 nel Wessex, in Gran Bretagna, da genitori anglosassoni, il padre secondo tardive tradizioni, era un re di nome Riccardo e la madre si chiamava Wunna. 
Divenuto giovane, nell’estate del 721 insieme al padre ed al fratello Willibald, intraprese un pellegrinaggio a Roma, una vera impresa per quell’epoca, ma il padre arrivato a Lucca, morì durante il viaggio. 
Wunibald per motivi di studio, rimase a Roma in un monastero fino al 739, mentre il fratello Willibald proseguiva nel 723 fino alla Terra Santa, meta finale di molti pellegrinaggi medioevali. 
Nel 729-30 Wunibald ritornò brevemente in Gran Bretagna e qui convinse ai suoi ideali ascetici, un altro fratello, di cui non si sa il nome e insieme ripartirono per Roma. Nel 738 nella città pontificia incontrò s. Bonifacio Winfrid (680-755) suo parente, il grande monaco anglosassone, evangelizzatore della Germania; Wunibald attratto dall’ideale missionario di s. Bonifacio, lasciò la vita contemplativa del monastero romano e nel 739 giunse come missionario in Turingia, regione della Germania, qui fu consacrato sacerdote dallo stesso Bonifacio, il quale gli affidò la cura di sette chiese, stabilendo la sede a Sülzenbrücken a sud di Erfurt. 
Qui ritrovò anche suo fratello Willibald il quale fu consacrato nel 742, vescovo di Eichstätt, da s. Bonifacio, che era diventato arcivescovo di Magonza. Chiamato dal duca Odilone, Wunibald nel 744 si recò in Baviera per diffondere il suo apostolato missionario, nella regione presso il fiume Vils nel Pfalz Superiore. 
Dopo tre anni di intenso lavoro, nel 747 ritornò da Bonifacio, arcivescovo di Magonza, ma la sua permanenza in questa città non fu lunga, egli contrariamente al fratello, era sempre attratto dalla vita monastica e dalla solitudine e così d’accordo con il fratello vescovo, acquistò in una zona isolata presso Eichstätt, un terreno e insieme ad alcuni compagni, nel 752 ne iniziò la coltivazione e nello stesso tempo cominciò ad erigere il monastero di Heidenheim. 
Una volta completato il convento, ne divenne il primo abate, dedicandosi alle missioni ed al ripristino della fede cristiana nella popolazione, nel frattempo ricaduta nel paganesimo; fu ammirato ma anche odiato per il suo zelo e la sua austerità. 
Gli ultimi anni della sua vita furono provati da grave malattia, nonostante ciò egli fece ancora un faticoso viaggio a Würzburg, per incontrare il vescovo locale e poi al monastero di Fulda, dove era la tomba di s. Bonifacio, morto nel 755; questi viaggi avevano lo scopo di mantenere in vita e sostenere il suo monastero. 
Desiderava finire la sua vita a Montecassino, dove era già atteso, presso la tomba del patriarca s. Benedetto, alla cui Regola aveva affidato il suo monastero, ma il fratello vescovo Willibald lo distolse a causa dell’impedimento delle sue gravi infermità. Wunibald morì pertanto a Heidenheim, il 18 dicembre 761, assistito dal fratello e lì sepolto. 
La sorella s. Valburga, monaca a Wimborne era stata trasferita ad Heidenheim come badessa delle monache, chiamata dal fratello Willibald, in questo cosiddetto doppio monastero, il cui ramo maschile era diretto da Wunibald, alla morte di questi, divenne badessa generale del doppio monastero; nel 776 Willibald fece costruire una chiesa più grande e un anno dopo fece trasferire solennemente il corpo del fratello abate, nella nuova cripta, confermando in tal modo il culto che era iniziato subito dopo la morte

Saint MICHEL le Syncelle, syncelle du patriarche de Jérusalem et confesseur (846). 




Saint DANIEL l'Hésychaste, ermite de Voroneţ , guide des moines de Moldavie et père spirituel de saint Etienne le Grand, voïvode de Moldavie dont nous célébrons la mémoire le 2 juillet (Roumanie, vers 1496). Saint Daniel the Hesychast, the great wonderworker and instructor of monastics, was born in Moldavia at the beginning of the fifteenth century. He was baptized with the name Dumitru. When he was sixteen, he became a monk of the monastery of St Nicholas at Radauti and received the name David. His spiritual Father was St Leontius of Radauti (July 1). After many years of ascetical struggles, he became a chosen vessel of the Spirit and was ordained to the holy priesthood. 




He lived for some years at the monastery of St Laurence in the Civoul de Sus district. There he fulfilled his obediences during the day, and at night he kept vigil, prayed, and wove baskets. He received the Great Schema and the new name Daniel. He obtained the igumen's blessing to live in the wilderness in solitude, where he devoted himself to spiritual struggles. Around 1450, he lived near the Neamts Monastery by Secu creek for fourteen years. In time, people discovered where he lived and came to visit him. Longing for solitude, he moved to northern Moldavia and chiseled out a cell for himself in the face of a cliff near Putna creek. Next to it, he carved out a small chapel for prayer. 


After his spiritual child St Stephen the Great (July 2) built the Putna Monastery, which was consecrated in 1470, St Daniel moved near the Voronets Monastery. Here too, he carved a small cell out of the rock under Soim (Falcon) Cliff and lived a God-pleasing life for the next twenty years. He guided many disciples in the principles of the spiritual life, and he also had the gift of healing the sick of their physical infirmities. 

In 1488, when he was over eighty years old, St Daniel went to live at the Voronets Monastery, where he was chosen to be the igumen. 

St Daniel was a great ascetic and wonderworker, wise and clairvoyant. People from near and far visited him seeking his spiritual advice, or to confess their sins. He died in 1496 and was buried at the Voronet Monastery, where people continue to venerate his tomb. 

St Daniel was glorified by the Romanian Orthodox Church in 1992.



Saint SEBASTIEN, higoumène du monastère de Pochekonyé (Vologda, vers 1500). 


Saint SYMEON de Verkhotourye, missionnaire auprès des païens de la région de Perm (1694). Saint Simeon of Verkhoturye was a nobleman, but he concealed his origin and led the life of a beggar. He walked through the villages and for free sewed half-coats and other clothes, primarily for the poor. While doing this he deliberately failed to sew something, either a glove, or a scarf, for which he endured abuse from his customers. 



The ascetic wandered much, but most often he lived at a churchyard of the village of Merkushinsk not far from the city of Verkhoturye (on the outskirts of Perm). St Simeon loved nature in the Urals, and while joyfully contemplated its majestic beauty, he would raise up a thoughtful glance towards the Creator of the world. In his free time, the saint loved to go fishing in the tranquility of solitude. This reminded him of the disciples of Christ, whose work he continued, guiding the local people in the true Faith. His conversations were a seed of grace, from which gradually grew the abundant fruits of the Spirit in the Urals and in Siberia, where the saint is especially revered. 


St Simeon of Verkhoturye died in 1642, when he was 35 years of age. He was buried in the Merkushinsk graveyard by the church of the Archangel Michael. 

On September 12, 1704, with the blessing of Metropolitan Philotheus of Tobolsk, the holy relics of St Simeon were transferred from the church of the Archangel Michael to the Verkhoturye monastery in the name of St Nicholas. 

St Simeon worked many miracles after his death. He frequently appeared to the sick in dreams and healed them, and he brought to their senses those fallen into the disease of drunkenness. A peculiarity of the saint's appearances was that with the healing of bodily infirmities, he also gave instruction and guidance for the soul. 

The memory of St Simeon of Verkhoturye is celebrated also on December 18, on the day of his glorification (1694).


Saint VICTOR, martyr par la main des Communistes (1936). 


Saints THADEE, archevêque de Tver, NICOLAS, archevêque de Veliko-Oustioug, ELIE, JEAN et VLADIMIR, prêtres, tous martyrs par la main des Communistes (1937). 

Saints SERGE, diacre, et VERA, laïque, martyrs par la main des Communistes (1942). 

Fête mobile: le dimanche qui précède la Nativité, c'est-à-dire entre le 18 et le 24 décembre, fête de la GENEALOGIE de Notre Seigneur Jésus-Christ, en commémorant tous ceux qui, depuis Adam jusqu'à Joseph le Fiancé de la Mère de Dieu, ont annoncé la venue dans la chair du Fils de Dieu par leurs oeuvres ou leurs paroles. On leur associe aussi les Justes et les Prophetes



http://www.johnsanidopoulos.com/2010/12/synaxis-of-family-of-st-gregory-palamas.html

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