venerdì 19 dicembre 2014

20 dicembre il santorale

Forefeast of the Nativity of our Lord



 




Saint IGNACE le Théophore, deuxième évêque d'Antioche et de tout l'Orient, martyr à Rome sous Trajan (vers 113). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome XII des Ménées.) Sant'Ignazio fu il terzo Vescovo di Antiochia, in Siria, cioè della terza metropoli del mondo antico dopo Roma e Alessandria d'Egitto.

Lo stesso San Pietro era stato primo Vescovo di Antiochia, e Ignazio fu suo degno successore: un pilastro della Chiesa primitiva così come Antiochia era uno dei pilastri del mondo antico.
Non era cittadino romano, e pare che non fosse nato cristiano, e che anzi si convertisse assai tardi. Ciò non toglie che egli sia stato uomo d'ingegno acutissimo e pastore ardente di zelo. I suoi discepoli dicevano di lui che era " di fuoco ", e non soltanto per il nome, dato che ignis in latino vuol dire fuoco.
Mentre era Vescovo ad Antiochia, l'Imperatore Traiano dette inizio alla sua persecuzione, che privò la Chiesa degli uomini più in alto nella scala gerarchica e più chiari nella fama e nella santità.
Arrestato e condannato ad bestias, Ignazio fu condotto, in catene, con un lunghissimo e penoso viaggio, da Antiochia a Roma dove si allestivano feste in onore dell'Imperatore vittorioso nella Dacia e i Martiri cristiani dovevano servire da spettacolo, nel circo, sbranati e divorati dalle belve.
Durante il suo viaggio, da Antiochia a Roma, il Vescovo Ignazio scrisse sette lettere, che sono considerate non inferiori a quelle di San Paolo: ardenti di misticismo come quelle sono sfolgoranti di carità. In queste lettere, il Vescovo avviato alla morte raccomandava ai fedeli di fuggire il peccato; di guardarsi dagli errori degli Gnostici; soprattutto di mantenere l'unità della Chiesa.
D'un'altra cosa poi si raccomandava, scrivendo particolarmente ai cristiani di Roma: di non intervenire in suo favore e di non tentare neppure di salvarlo dal martirio.
" lo guadagnerei un tanto - scriveva - se fossi in faccia alle belve, che mi aspettano. Spero di trovarle ben disposte. Le accarezzerei, anzi, perché mi divorassero d'un tratto, e non facessero come a certuni, che han timore di toccarli: se manifestassero queste intenzioni, io le forzerei ".
E a chi s'illudeva di poterlo liberare, implorava: " Voi non perdete nulla, ed io perdo Iddio, se riesco a salvarmi. Mai più mi capiterà una simile ventura per riunirmi a Lui. Lasciatemi dunque immolare, ora che l'altare è pronto! Uniti tutti nel coro della carità, cantate: Dio s'è degnato di mandare dall'Oriente in Occidente il Vescovo di Siria! ".
Infine prorompeva in una di quelle immagini che sono rimaste famose nella storia dei Martiri: " Lasciatemi essere il nutrimento delle belve, dalle quali mi sarà dato di godere Dio. lo sono frumento di Dio. Bisogna che sia macinato dai denti delle belve, affinché sia trovato puro pane di Cristo ".
E, giunto a Roma, nell'anno 107, il Vescovo di Antiochia fu veramente " macinato " dalle innocenti belve del Circo, per le quali il Martire trovò espressioni di una insolita tenerezza e poesia: " Accarezzatele, scriveva infatti, affinché siano la mia tomba e non faccian restare nulla del mio corpo, e i miei funerali non siano a carico di nessuno ". 

Saints LIBERAT et BAJULUS, martyrs à Rome. Sul martire Baiulo ci sono problemi di storicità in quanto il nome è sicuramente un errore di interpretazione nel manoscritto originale. 
Il martire Liberato è invece autentico, anche se il nome originale suona come Liberale. Molti documenti ricordano il suo dies natalis tra il 20 o 21 dicembre a Roma e sepolto nel cimitero della via Salaria. Antichi documenti ricordano che la sua tomba era custodita nel sottosuolo della basilica dedicata al martire Giovanni. Non sappiamo come e quando sia morto Liberato: alcuni sostengono che la sua morte sua avvenuta sotto il regno di Claudio il Goto (269-70). Secondo due antiche iscrizioni apprendiamo che era di nobile famiglia, era console e che durante il suo ufficio fu messo a morte. Infine che lo stesso Floro, suo carnefice, costruì il suo sepolcro che poi fu distrutto dall’invasione di Alarico (410?) e successivamente restaurato. 


Saint PHILOGONE, avocat devenu patriarche d'Antioche et de tout l'Orient, confesseur de la foi orthodoxe face à l'arianisme (324).
Ad Antiochia in Siria, san Filogonio, vescovo, che, avvocato, chiamato da Dio a governare un giorno questa Chiesa, diede inizio insieme al vescovo sant’Alessandro e ad altri compagni alla lotta per la fede cattolica contro l’arianesimo e pieno di meriti riposò nel Signore; san Giovanni Crisostomo lo celebrò in un famoso encomio.






Saint MALOU, prêtre à Hautvillers en Champagne (VIIème siècle?). 

Saint DOMINIQUE, évêque de Brescia en Lombardie (vers 612). 



Saint URSANNE (URSCIN, URSANUS, URSANNUS, URS, GURGAN), disciple de saint Colomban, ermite dans le Clos-du-Doubs, éponyme de Saint-Ursanne dans le canton suisse du Jura, patron de Soleure, de Bâle, de Bienne et de Porrentruy (vers 620). (Autre mémoire le 16 décembre.) un monaco irlandese, compagno di s. Colombano (543-615), l’abate che dall’Irlanda emigrò in Francia e poi in Italia, dove fondò nel 614 il monastero di Bobbio.

Ursicino che aveva seguito insieme ai monaci Gallo, Sigisberto, Fromond, l’abate Colombano nella Gallia di allora, quando nel 610 dovettero lasciare Luxeuil in territorio francese, si divise dal suo maestro diretto in Italia e con Fromond, si spinse sulla catena montuosa del Giura franco-svizzero, in cerca di un luogo adatto per una vita eremitica.
La tradizione racconta che Ursicino, propose al compagno monaco, di lanciare dalla cima di un monte, i loro bastoni in aria, lasciando che il cielo desse così l’indicazione giusta nel punto di ricaduta.
I bastoni caddero in luoghi diversi e i due compagni si divisero, quello di Ursicino cadde vicino ad una grotta, nella valle del fiume Doubs, dove si ritirò in eremitaggio.
In questo luogo costruì una cappella dedicata a S. Pietro e che prenderà il suo nome, S: Ursanne; ben presto la sua fama attirò vari discepoli, per cui Ursicino fondò un monastero per loro, sotto la regola di s. Colombano.
Dopo una decina d’anni di esemplare vita eremitica, sant’Ursicino morì verso il 620; il suo nome lo si ritrova nelle litanie dei santi venerati a Besançon del secolo XI e nel martirologio della stessa diocesi al 20 dicembre

Sainte THEOCTISTE de Constantinople, mère de saint Théodore Studite, qui s'endormit dans la paix du Christ sous le règne de l'impératrice Irène (entre 797 et 802). 

L'icône de la Très Sainte Mère de Dieu de Novgorod, surnommée "SPASSTIEL'NITSA OUTOUPAÏOUCHTCHIKH", c'est-à-dire "CELLE QUI SAUVE CEUX QUI SONT EN TRAIN DE SE NOYER" (Russie 1301). 




L'icône de la Très Sainte Mère de Dieu "DU NOUVEAU PALAIS" ("NOVODVORSKAÏA") en Volhynie.

https://doxologia.ro/cinstirea-icoanei-maicii-domnului-salvatoarea-de-la-inec-0



Saint DANIEL II, archevêque de Serbie (1338). 

Saint Daniel of Serbia, the only son of rich and renowned parents, was a close associate of the Serbian king Stephan Urosh Milutin. Having renounced a secular career, he received monastic tonsure from the igumen of the St Nicholas monastery at Konchul near the River Ibar. St Daniel's ascetic life was an example for all the brethren. 
Archbishop Eustathius of Serbia ordained him presbyter and took him into his cell. When it was time to choose the igumen for the Hilandar monastery on Mount Athos, St Daniel received the appointment. The saint was igumen at a most difficult time for the Holy Mountain. After the Crusaders were expelled from Palestine, they joined with the Arabs to plunder and loot the Athonite monasteries, "not sparing anything sacred." 
St Daniel remained at the Hilandar monastery, enduring siege and hunger. When peace came to the Holy Mountain, the saint resigned as igumen and withdrew into complete silence in the cell of St Sava of Serbia (at Karyes). During the internecine war of Kings Milutin and Dragutin and Stephen of Dechani (November 11), the ascetic was summoned to Serbia, where he reconciled the adversaries. 
In his native land Daniel was made Bishop of Banja and head of the renowned monastery of St Stephen, a royal treasury. After completing the construction of a cathedral church at Banja in honor of the holy Protomartyr and Archdeacon Stephen, St Daniel returned to his monastic labors on the Holy Mountain. 
The saint was summoned from Athos again in 1325, when he was elected Archbishop of Serbia. He was consecrated on the Feast of the Elevation of the Cross of the Lord. The Protos ["head"] of the Holy Mountain, Garbasios, and other Athonite Elders took part in the solemnities. 
Archbishop Daniel was a model of piety, and a wise archpastor. His tenure as archbishop was marked by complete non-covetousness, concern and toil for the needs of the Church and the flock, and the building of churches. In 1335 the saint built a church at Dechani in honor of the Ascension of the Lord, one of the finest Christian monuments in Serbia. He collected accounts about the Serbian past, and compiled the "Rodoslov" [Account about the homeland], writing about the lives of Serbian rulers and Serbian archpastors. 
Even during his lifetime St Daniel was granted the gift of wonderworking and healing. After fourteen years as archbishop, St Daniel departed to the Lord on December 19, 1338.




Saint IGNACE, archimandrite de la Laure des Grottes de Kiev (Ukraine 1435). 




Saint JEAN, natif de Mariès sur l'île de Thasos, tailleur de profession, martyr à Constantinople par la main des Musulmans (1650).

http://www.johnsanidopoulos.com/2012/12/holy-new-martyr-john-tailor-of-thasos.html





Saint JEAN, prêtre à Cronstadt, thaumaturge, auteur de Ma Vie en Christ (Russie 1908). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome XII du Supplément aux Ménées.)
Giovanni nacque il 19 ottobre 1829 nel villaggio di Sura nell'Oblast' di Arcangelsk da genitori molto poveri ma oltremodo devoti alla fede ortodossa. Divenne sacerdote ortodosso russo, coniugato Nella sua vecchiaia la gente del luogo lo credeva capace di miracoli, quali ridare la salute agli ammalati, speranza ai disperati e fede ai più incalliti criminali, solamente tramite l'ausilio della preghiera. Morì il 20 dicembre 1908 e da allora persone di ogni luogo fanno pellegrinaggio al monastero dove è stato seppellito. Fu canonizzato dalla Chiesa ortodossa russa l'8 giugno 1990. 


http://www.johnsanidopoulos.com/2016/10/saint-john-of-kronstadt-resource-page.html

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