lunedì 15 dicembre 2014

16 dicembre il santorale



Saint prophète AGEE (VIème siècle avant NSJC). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome XII des Ménées.) 
http://www.santiebe ati.it/dettaglio /92472







IL 16 DI QUESTO STESSO MESE, MEMORIA, DEL SANTO E GLORIOSO PROFETA AGGEO. LO STESSO GIORNO, MEMORIA DELLA NOSTRA MADRE TRA LE SANTE THEOFANO, IMPERATRICE  LO STESSO GIORNO, MEMORIA DEL NOSTRO PADRE TRA I SANTI MODESTO, ARCIVESCOVO DI GERUSALEMME. -   Mémoire du martyre de JEAN VIII, pape et patriarche orthodoxe de Rome (882).PER LA LORO SANTA INTERCESSIONE, O DIO, ABBI PIETA’ DI NOI E SALVACI.

https://doxologia.ro/sfantul-proroc-agheu


APOLYTIKION DEI PROGENITORI. TONO 2
HAI GIUSTIFICATO CON LA FEDE I PROGENITORI,* ATTIRANDO A TE, TRAMITE LORO,* LA CHIESA DELLE GENTI.* SI VANTANO NELLA GLORIA I SANTI,* PERCHE’ DAL LORO SEME* PROCEDE UN FRUTTO INSIGNE:* COLEI CHE SENZA SEME HA PARTORITO.* PER LE LORO SUPPLICHE ,* O CRISTO, SALVA LE NOSTRE ANIME.


APOLITIKION DEL PROFETA. TONO 2
FESTEGGIANDO, SIGNORE ;  LA MEMORIA DEL TUO PROFETA AGGEO,* TRAMITE LUI TI IMPLORIAMO:* SALVA LE ANIME NOSTRE.

http://www.johnsanidopoulos.com/2016/12/holy-prophet-haggai.html

KONDAKION ( DEI PROGENITORI). TONO 2. AFTOMELON. SALMO DELL’UMILE ROMANO.
ESSENDOSI RIFIUTATI DI VENERARE* UN’IMMAGINE DIPINTA DA MANO D’UOMO,* RIVESTITI COME DI CORAZZA* DELL’ESSENZA NON DIPINTA,* O TRE BEATI,* SIETE STATI GLORIFICATI NELL’ARENA DEL FUOCO;* STANDOVENE IN MEZZO ALLA FIAMMA INSOSTENIBILE,* INVOCA TE DIO:* AFFRETTATI, O PIETOSO,* VIENI PRESTO IN NOSTRO AIUTO,* NELLA TUA MISERICORDIA,* POICHE’ SE TU LO VUOI, PUOI.


EXAPOSTILARION. Udite, donne
AMICI DEI PADRI,* RIUNIAMOCI OGGI* PER CELEBRARE ESULTANTI* LA LORO MEMORIA:* LA MEMORIA DI ABRAMO,* DI ISACCO E DI GIACOBBE,* COME DOBBIAMO:* DA ESSI E’ APPARSO SECONDO LA CARNE* IL CRISTO SIGNORE,* NELLA SUA GRANDE COMPASSIONE





Saint prophète AGEE (VIème siècle avant NSJC). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome XII des Ménées.) annoverato tra i profeti minori dell’Antico Testamento per la brevità dei suoi scritti, ma non per la secondarietà del suo messaggio, e dunque non meno importante al cospetto di Dio.


Il libro biblico a lui attribuito si suddivide principalmente in quattro parti: messaggio a Giosuè ed a Zorobabele (1,1-15); parole di incoraggiamento (2,1-9); la situazione migliorerà (2,10-19); Dio conserverà i capi (2,20-23). In seguito alla caduta di Gerusalemme avvenuta nel 587 a.C., i sopravvissuti furono schiavizzati e deportati in Babilonia. Uno sconvolgimento internazionale provocò il cambio della potenza allora dominante nel mondo, portando così Ciro di Persia ad impossessarsi di ciò che rimaneva della potenza babilonese nel 539 a.C.. Tra le prime decisioni di tale sovrano vi fu quella di concedere a tutti quegli ex-prigionieri che lo avessero desiderato di fare ritorno in patria. Un notevole numero di Giudei accettò dunque l’amichevole offerta ed iniziò la ricostruzione della comunità. Essendo però tempi difficili, si dovette procedere alla ricostruzione di mura, città, case e strade, dissodare il terreno ed arruolare un esercito al fine di difendersi dalle incursioni degli ostili popoli vicini. Purtroppo, dopo un entusiastico avvio dei lavori di riedificazione del Tempio di Gerusalemme, l’interesse andò degenerando e tutto venne sospeso nel 536 a.C.. Dopo ben 16 anni di inattività e di interessi contrastanti, il santo profeta Aggeo cominciò a predicare il suo messaggio, incitando la popolazione a riprendere i lavori di modo che Dio tornasse ad avere un degno luogo di culto. I quattro messaggi di Aggeo sono tutti databili attorno al 520 a.C..

Nel primo di essi, diretto a Giosuè ed a Zorobabele, rispettivamente capi religioso e politico, il profeta rinfaccia alla popolazione di trascorrere troppo tempo in divertimenti mentre il Tempio del Signore è ancora in rovina. Il secondo messaggio era invece indirizzato a coloro che desideravano lavorare, ma temevano che i risultati della loro attività avessero potuto essere insignificanti. Gli ultimi due messaggi denunziarono infine la dilagante corruzione, assicurando la protezione di Dio su coloro che rispondono positivamente alla sua chiamata ed in particolare su Zorobabele. In sostanza il messaggio complessivo e fondamentale del libro di Aggeo è assai semplice: la nostra vita spirituale è più importante di quella materiale. Occorre perciò costruire una dimora per Dio sia esternamente, sia all’interno del proprio cuore, se si desidera godere della benedizione di Dio. 



Saintes TERTULLA et ANTONIA, vierges, martyres en Afrique (IIIème siècle). 



Sainte ALBINE, martyre à Formies en Campanie sous Dèce (250).


 




Saint MARIN, jeune noble de rang sénatorial, martyr à Rome sous Carin (entre 283 et 285). ESainte THEOPHANO, impératrice et thaumaturge, épouse de l'empereur Léon VI le Sage (895 ou 896). 



Saint martyrs PROMUS, HILARION et leurs compagnons, morts par le glaive. 



Saints VALENTIN, officier romain, CONCORDIUS, son fils, NAVAL et AGRICOL, martyrs à Ravenne en Emilie-Romagne sous Maximien (vers 305). 
San Macario di Collesano Monaco 
Nacque intorno al 920. Asceta italo-greco del sec X, le sue vicende 


sono legate a quelle del padre, Cristoforo, e del fratello Saba. 

Cristoforo, rifugiandosi nel monastero greco di San Filippo d'Agira 

ai piedi dell'Etna, ricevette l'abito dall'egumeno Niceforo, che lo 

autorizzò a condurre vita eremitica nella laura di San Michele di 
Ctisma. 
Qui fu raggiunto dalla moglie Cali e dai figli Macario e Saba, che 
presero tutti l'abito monastico. Una grave carestia abbattutasi sulla 
Sicilia nel 940-941, li costrinse a rifugiarsi in Calabria, sbarcati 
a Cessaniti, presso Nicotera, vagarono per monti e boschi, fino a che 
non raggiunsero la famosa eparchia monastica del Mercurion, ai 
confini nord-occidentali della Calabria con la Lucania. Qui fondarono 
i due monasteri di San Michele Arcangelo e di santo Stefano 
protomartire; poi andarono in pellegrinaggio a Roma per venerarvi le 
tombe degli Apostoli e, al ritorno, si fermarono nel cenobio di San 
Lorenzo, presso Latiniano, dove Cristoforo morì, seguito, poco dopo, 
da Cali, che era a capo di una comunità femminile. Quindi i due 
fratelli, Saba e Macario, presero la cura dei diversi monasteri del 
Mercurion, confrontando i monaci a perseverare nella loro vocazione e 
a non avvilirsi per le continue incursioni dei Saraceni. Alla morte 
di Saba, avvenuta a Roma, nel monastero di San Cesareo nel 995, 
Macario gli successe nella direzione dei Cenobi disseminati nelle 
eparchie del Mercurion e del Latiniano. Il biografo rende 
testimonianza alla prudenza con cui governò, alla sua profonda umiltà 
e, soprattutto, alla sua grande purezza, per cui "etsi in carne 
degeret, veluti totus spiritualis et absque corpore esse videbatur". 
A queste virtù univa l'esercizio di quell'eccessivo rigorismo 
corporale, che caratterizzava i monaci italo-greci del tempo. Compì 
molti miracoli, per cui la sua cella divenne meta di pellegrini di 
ogni genere. Morì il 6 dicembre 1005, è ricordato nei sinassari italo-
greci e nei menei liturgici. 
La sua vita fu scritta da Oreste, patriarca di Gerusalemme che però 
gli dedicò meno spazio rispetto ai più illustri mèmbri della famiglia 
Cristoforo e Saba, tuttavia egli visse intensamente unendo alle sue 
virtù l'esercizio di un eccessivo rigore corporale, sulla scorta 
degli insegnamenti dei santi della sua famiglia, che cercò di 
infondere agli altri monaci. Compì molti miracoli e, con la sua fama 
si santità, la sua cella divenne meta di pellegrinaggi in vita e dopo 
la morte. 
Antichi codici riportano la sua morte nella metà del dicembre del 
1005; la comunità di Oliveto Citra, elevatolo a Santo Patrono, 
conserva le sue reliquie in un busto argenteo collocato nella Chiesa 
Madre. Il Santo viene festeggiato il 24 maggio.


Collesano ( in greco:   en polei ths Kolassaewn)   è un paese che si trova sulle prime propaggini della catena montuosa delle Madonne in provincia di Palermo.
Qui nacque nel X secolo Macario. Figlio di San Cristoforo e Santa Calì e fratello di San Saba.
Tutti monaci siculo-greci.
La loro vita fu scritta dal patriarca di Gerusalemme Oreste ( vedi Cozza-Luzzi, Historia et laudes SS. Sabae et Macarii iuniorum e Siclia autore Oreste Patriarcha Hierosolymitano ).
Il primo periodo della loro vita monastica  si svolse in Sicilia, nel Sacro Monastero di San Filippo d’Agira , allora retto dall’egumeno Niceforo. Cristoforo visse l’esichia nella chiesa dell’Arcangelo Michele, a Ctisma, metochio di san Filippo.
A causa di guerre intestine tra i mussulmani, che  ebbero gravi conseguenze per la popolazione cristiana siciliana, la santa famiglia emigrò in Calabria ( Thema dell’Impero). Il loro primo rifugio fu la regione dei “ Caroniti , e successivamente la “ Tebaide” del Mercurion ( posta tra Calabria e Basilicata) luogo di intensissima vita monastica  italo-greca confinante con l’altra regione di intensa vita monastica, chiamata Latinianon.
La santa Famiglia si stabilì nella chiesa di san Michele, che diverrà sede della Laura  dei monaci che seguirono San Cristoforo.
A Causa delle incursioni dei saraceni, Cristoforo con i figli Macario e Saba   si trasferì nel Latiniano, sulle rive del fiume Sinni, nella Chiesa  di san Lorenzo. Qui morì, affidando l’igumenato al figlio Saba. Poco dopo fu seguito dalla moglie Calì.
Saba.
Saba fu una delle figure più rappresentative del monachesimo siculo-greco nel mercurion. Fu ctitor di molti monasteri ed esicastirion. Ebbe importanti incarichi diplomatici-politici , tra cui una missione a Roma, su incarico del catepano Romano ( circa 982 d.c) e quella di implorare presso  l’imperatore germanico Ottone III  la liberazione del figlio  del principe di Salerno e del patrizio di Amalfi . Durante questul’ultima missione mori a Roma, nel monastero di San Cesario il 5 febbraio 995, lasciando il governo dei monasteri da lui fondati al fratello San Macario, che lil patriarca Oreste, autore della sua biografia, definisce uomo di profonda umiltà e di grande purezza, che non assomiglia ad un uomo di carne, ma ad uno spirito senza corpo.
Morì il 16 dicembre del 1005 a Salerno, nominando come igumeno Luca




Saint MEMNON, archevêque d'Ephèse, qui s'illustra aux côtés de saint Cyrille d'Alexandrie pour la défense de l'Orthodoxie lors du troisième Concile oecuménique (431) tenu en la cité. 



Saint SYMEON, archevêque d'Antioche. 



Plusieurs saintes VIERGES martyres par la main des Vandales ariens en Afrique sous Hunéric (482). 

Saint BEAN (BEOC, BEANUS, DABEOC, MOBEOC), fondateur de monastère dans le Donegal en Irlande (Vème ou VIème siècle). 

Saint ADON, premier higoumène de Jouarre en Brie (630). 





Saint MODESTE, archevêque de Jérusalem (634). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome XII du Supplément aux Ménées.) 

Saint Modeste était un moine renommé pour ses vertus et sa haute connaissance dans la sainte et vraie philosophie qui mène à l'illumination du Saint-Esprit. C'est pourquoi il avait été nommé Higoumène du monastère fondé par Saint Théodose le Cénobiarque au VIe siècle, et dirigeait sagesse son troupeau spirituel. Lorsqu'en 614 le roi des Perses Chosroès s'avança vers Jérusalem avec ses troupes, le Patriarche Zacharie envoya Modeste à travers les lignes ennemies pour demander le secours des armées impériales cantonnées à Antioche. Après un siège de trois semaines, la Ville sainte fut prise par les Perses et soumise pendant trois jours au pillage systématique et à d'effroyables massacres. Comme le Patriarche Zacharie avait été envoyé en exil vers la Perse avec la Sainte Croix et des milliers d'autres Chrétiens, Modeste fut choisi pour le remplacer dans la ville encore en flamme. Au prix d'un sacrifice de tous les instants, Saint Modeste, tel un nouveau Zorobabel, s'employa à faire ensevelir les dizaines de milliers de victimes, et à restaurer autant que possible les Sanctuaires et les Saints Lieux qui avaient été dévastés et souillés par les barbares. Il rassembla les rescapés, les consola, leur rendit l'espérance, et, à l'aide généreuse du Patriarche d'Alexandrie Saint Jean le Miséricordieux (voir le 12 novembre), il put rendre la vie à l'Eglise de Sion affligée et dépourvue de toute ressource.




C'est pendant cette période qu'il initia par le Saint Baptême un Perse converti à la Foi, Saint Anastase, lequel souffrit le Martyre à Césarée en (mémoire le 22 janvier).



De retour d'exil en 629, le Patriarche Zacharie reprit la direction de l'Eglise jusqu'à son décès, en 632. Saint Modeste lui succéda alors, comme Patriarche et successeur de Saint Jacques. Vase d'élection de la Grâce et prédicateur laborieux du Saint Evangile, il orna le trône de la Mère des Eglises par l'éclat de ses vertus et de ses miracles. Il s'endormit dans la paix du Seigneur le 17 décembre 634.


1. Les données contradictoires de l'histoire ecclésiastique et de la tradition du Synaxaire ont conduit St Nicodème l'Hagiorite à distinguer deux Saints Modeste de Jérusalem. Le premier, hiéromartyr du IVe siècle, commémoré, selon les manuscrits, le 16 ou le 18 décembre, est désormais célébré le 18; et le second, connu par les historiens comme remplaçant du Patriarche Zacharie pendant l'occupation perse au VIle siècle, est commémoré le 16. Le nom de Modeste Ier n'étant pas mentionné dans les catalogues des Evêques de Jérusalem jusqu'au Ve siècle, son existence réelle a été mise en doute par certains, mais la tradition populaire le vénère toutefois comme protecteur des animaux domestiques.

 http://www.johnsanidopoulos.com/2015/12/the-synaxarion-and-prayer-of-saint.html




Saint JUDICAËL (JEZEKEL), roi de Bretagne, puis moine de Saint-Méen de Ghé, à nouveau roi et enfin abbé à Paimpont en Bretagne (658). 



Saint HILDEMAN, évêque de Beauvais en Picardie (844). 


Saint ADON, métropolitain de Vienne en Dauphiné (875). 


Mémoire du martyre de JEAN VIII, pape et patriarche orthodoxe de Rome (882).

 


Con grande  commozione  ho letto nel numero del 14 novembre Novembre 2008 del bollettino "il giorno del Signore" pubblicazione ufficiale dell'Arcidiocesi di Italia e Malta dell'Ecumenico patriarcato di Costantinopoli (il bollettino è redatto a cura della parrocchia ortodossa di Reggio Calabria via Magna Graecia sotto'argine Calopinace) a pagina 4  nell'elenco dei santi della settimana  la memoria di Giovanni Ottavo vescovo dell'antica roma che nell'anno 882 -dopo avere  combattuto strenuamente il partito curiale francogermanico  dll'eresia filioquista fu avvelenato e poi massacrato a colpi di scure...
Ecco finalemnte fratelli e sorelle  dopo la glorificazione negli anni precedenti al 2006 effettuata dalla Rocor ,la Chiesa Russa d'oltre frontiera (quando la stessa era ancora in posizione di scisma canonica dala sinfonia del pleroma) e dopo che con il patto di unità ecclesiale e canonica del 2007 la Rocor era rientrata in comunione con la sinfonia del pleroma e il suo sinassario  era  stato recepito ,ecco la nostra Arcidiocesi  ci ricorda la santa memoria di Giovanni Ottavo
Per amore di verità nel 2007  la congregazione ecclesiale della Chiesa Ortodossa Tradizionale in Italia del Sinodo di Oropòs e Filì (per intenderci il fratello in Cristo Silvano Livi che diq uella Chiesa è Vescovo ma con il quale e con la quale chiesa la sinfonia canonica del pleroma non è in comunione..9 aveva -per il prorprio sinassario-celebrat o  la glorificazione di Giovanni Ottavo .

http://stmaterne.blogspot.it/search/label/saint%20d%27Italie%20Orthodoxe



Sainte THEOPHANO, impératrice et thaumaturge, épouse de l'empereur Léon VI le Sage (895 ou 896). 



Teofano nacque a Costantinopoli dalla nobile famiglia dei Martinaci; il padre aveva la dignità di illustrios; Anna la madre, era di origine orientale. 


Dall’unione per molto tempo non vennero figli, finché, dopo molte preghiere alla Madre di Dio, implorata nella chiesa a lei dedicata nel monastero di Basso, nacque Teofano alla quale i pii genitori impartirono una buona e cristiana educazione. 

Giunta all’età della giovinezza, su richiesta dell’imperatore d’Oriente Basilio I il Macedone (812-886), fu data in sposa al figlio di questi, Leone VI (866-911), associato dal padre alla guida dell’Impero dall’870. 

Il matrimonio con il sedicenne co-imperatore, si celebrò alla fine dell’881, forse a Natale; nonostante la giovanissima età, Leone VI aveva già un’amante di nome Zoè, figlia dell’ufficiale Stiliano Zautzés (del resto Teofano sarà la prima delle quattro mogli di quel passionale imperatore bizantino). 

Il matrimonio, per questa relazione extraconiugale, si rivelò per niente felice; poi essendosi Teofano lagnata della poca fedeltà del marito, l’imperatore (basileus) Basilio I, impose a Zoè di sposare tale Teodoro Guzuniatès; cosa che portò una certa concordia nella coppia reale, almeno in apparenza; dopo breve tempo nacque anche una figlia, Eudocia.


Poi sempre nell’ambito, frequente nelle case imperiali, delle cospirazioni, sospetti, spodestamenti, anche Basilio I, cominciò a temere una cospirazione del figlio contro di lui, per cui mise agli arresti nello stesso palazzo imperiale, Leone VI, la moglie Teofano e la figlia Eudocia; furono liberati tre mesi dopo, il 20 luglio 885, per intervento del patriarca di Costantinopoli, Fozio. 
Ma dopo la morte dell’imperatore Basilio I (29 agosto 886) e l’immatura scomparsa dell’unica figlia Eudocia nel novembre 892, l’imperatore Leone VI (il Sapiente), non si frenò più nella sua passione amorosa per Zoè; influì forse su ciò, l’impossibilità di Teofano di poter dare un’altro figlio alla dinastia. 
L’infelice “basilissa” si rifugiò allora nella religione per trovare conforto alle sue pene, intensificando le sue pratiche di pietà, conducendo un’esistenza quasi monastica nel palazzo, aumentando l’ascesi spirituale, prendendosi cura dei poveri. 
Sua guida spirituale fu il futuro patriarca Eutimio (907-912), il quale richiamò più volte l’imperatore Leone VI al proprio dovere coniugale e nel contempo riuscì ad impedire che Teofano accettasse il divorzio per ritirarsi in un monastero, come altre sovrane trovatosi nelle stesse condizioni.


Ma la pena non durò molto, perché la morte si prese la trentenne imperatrice il 10 novembre 893; il marito, quasi a riparare i torti fattale, dopo la sua morte s’interessò molto di lei; le diede solenne sepoltura nella chiesa dei SS. Apostoli, facendo erigere in suo onore, una chiesa lì vicino, chiamata poi di Tutti i Santi, per la fama di santità dell’imperatrice e dei miracoli avvenuti sulla sua tomba; in seguito a Teofano fu dedicato anche un oratorio ai SS. Apostoli. 
Costantino Porfirogenito (913-959) nel suo “Libro delle cerimonie”, precisa che il sarcofago era di marmo verde di Tessalonica e conteneva anche le ossa di Eudocia. 
L’imperatrice “triste e malinconica”, ebbe subito un culto liturgico e celebrata il 16 dicembre; Qualche tempo dopo la sua morte, le reliquie ebbero vari trasferimenti; una prima sistemazione l’ebbero nel monastero di S. Costantino da lei fondato e lì le venerò nel 1350 Stefano di Novgorod.

Poi furono trasferite nel monastero di Cristo Filantropo; dopo la caduta di Costantinopoli in mano ai Turchi nel 1453, le reliquie ritornarono ai SS. Apostoli, divenuta cattedrale; di lì poi alla Pammacaristos e infine a S. Giorgio del Fanar, residenza patriarcale, dove sono venerate tuttora. 



Saint NICOLAS II CHRYSOBERGES, patriarche oecuménique de Constantinople (984-995), successeur d'Antoine III (995). 

Sainte SOPHIE de Moscou (dans le monde Solomonia), épouse injustement répudiée du grand-prince de Moscou Basile III Ivanovitch, devenue moniale à Moscou et à Souzdal et thaumaturge (Russie 1542). 

Sainte DOMNA, ascète à Tomsk en Sibérie (Russie 1872). 

Saint VLADIMIR, prêtre, martyr par la main des Communistes (Russie 1918). 
Saints ARCADE, évêque de Bejetsk, ELIE, PAUL, THEODOSE, VLADIMIR et ALEXANDRE, prêtres, et MACAIRE, moine, tous martyrs par la main des Communistes, et saint PIERRE, prêtre, confesseur (Russie 1937).



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