lunedì 22 dicembre 2014

saints pour le 23 décembre du calendrier ecclésiastique





Saints THEODULE, SATURNIN, EUROPE, GELASE, EUNICIEN, ZOTIQUE, POMPIOS, AGATHOPOS, BASILIDE et EVARISTE, martyrs en Crète sous Dèce (vers 250). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome XII des Ménées.) Le 23 décembre, nous célébrons la mémoire des DIX SAINTS MARTYRS de CRÈ

Ces saints athlètes du Christ, au nombre parfait, signe d'unité, menérent le Bon Combat de la Foi sous le règne de Dèce (vers 250), et remportèrent ensemble les trophées de la victoire. Ils étaient originaires de différents endroits de l'île de Crète: Théodule, Saturnin, Europe, Gélase et Eunicien étaient citoyens de Gortyne, la métropole; Zotique venait de Knossos, Pompios du port de Léda, Agathopos de celui de Panormos; Basilide était originaire de Kyolenia et Evariste d'Hérakleion; mais ils étaient unis comme un seul homme par la charité et la foi au Christ. Livrés par les païens au juge de l'île, on leur fit faire le tour de tous les sanctuaires idolâtres pour les contraindre à sacrifier, sous peine de tortures, mais ce fut bien en vain. Par la suite, durant trente jours, ils furent soumis à la risée publique. Les passants les couvraient de quolibets, les frappaient du poing, leur jetaient des pierres, leur crachaient au visage. On les traîna, même dans le fumier. Mais rien ne pouvait ébranler leur patience et la fermeté de leur foi, de sorte que le juge décida d'en finir avec eux, car le spectacle de leur héroïque endurance étaient plutôt un encouragement pour les autres Chrétiens de l'île. Il ordonna d'abord de leur rompre les membres et, après d'autres cruels tourments, il les fit décapiter, en leur procurant ainsi une couronne de gloire éternelle.

sull’isola di Creta presso Gortina subirono la persecuzione seguita alla promulgazione di un editto anticristiano da parte dell’imperatore Decio.

Due fonti possono costituire delle prove storiche circa l’esistenza di questi santi: innanzitutto una “passio” greca assai antica ed inoltre una tradizione locale tramandata nella regione di Gortina. Il villaggio ove morirono si chiama ancora oggi Hagioi Deka, cioè “Dieci Santi”, e vi è conservato un frammento di lapide recante dieci piccoli avvallamenti, che segnano i punti in cui ricevettero i colpi mortali. dieci uomini, uniti dalla comune fede in Cristo, furono arrestati e condotti in prigione. Qui furono picchiati e lapidati ed infine condotti al cospetto del governatore locale, che ordinò loro di compiere un sacrificio nel tempio dedicato alla dea Fortuna, della quale si celebrava in quel giorno la festa. Rifiutatisi, furono ancora torturati e la folla li invitò a salvarsi la vita obbedendo al comando ricevuto, ma essi risposero con fermezza: “Siamo cristiani e piuttosto moriremmo mille volte”.

Al governatore non restò allora che condannarli alla decapitazione ed i martiri si avviarono dunque al luogo dell’esecuzione pregando Dio con alcune precise intenzioni: avere pietà in particolar modo di loro, nonché di tutto il genere umano, e di liberare i loro concittadini dalla cecità dell’idolatria.

Le insigni reliquie dei dieci santi martiri furono inseguito traslate a Roma, capitale dell’impero.


23 DICEMBRE

SINASSARIO
IL 23 DI QUESTO STESSO MESE, PROEORTIA DELLA NASCITA SECONDO LA CARNE DI NOSTRO SIGNORE GESU’CRISTO.
LO STESSO GIORNO, MEMORIA DEI SANTI 10 MARTIRI  DI CRETA, DURANTE IL REGNO DELL’IMPERATORE DECIO, TEODULO, SATURNINO, EUPORO, GELASIO, EUNICIANO, ZOTICO, POMPIO, AGATOPO, BASILIDE, EVARISTO.
PER LA LORO SANTA INTERCESSIONE, DO DIO, ABBI, PIETA’ DI NOI E SALVACI.
AMIN.



APOLLYTIKION dei santi. TONO 3. Attonito di fronte alla bellezza.
ONORIAMO LA MIRABILISSIMA CRETA, CHE HA FATTO FIORIRE I FIORI PREZIOSI, LE MARGHERITE DI CRISTO, I RAMOSCELLI DEI MARTIRI: DIECI DI NUMERO, I BEATI, CHE HANNO CONFUSO L’ESERCITO STERMINATO DEI DEMONI: PER QUESTO HANNO RICEVUTO LE CORONE, I MARTIRI DI CRISTO DALL’ANIMO SALDO.

KONDAKION dei santi. TONO 4. Ti sei manifestato oggi.
 L’AUGUSTO COMBATTIMENTO DEI MARTIRI HA RIFULSO COME STELLA MATTUTINA, CHE GIA’ ILLUMINA PER NOI COLUI CHE NASCE PER NOI IN UNA GROTTA, COLUI CHE LA VERGINE HA GENERATO SENZA SEME.

IKOS. Per la Galilea delle genti
PER AMORE DI COLUI CHE PER NOI E’ NATO IN UNA GROTTA DALLA VERGINE, CRISTO DATORE DI VITA, I SOLDATI SUSCITARONO CONTRO BELIAR UNO SPLENDENTE CORO, E OTTENUTA LA VITTORIA, LO GETTARONO A TERRA, LUI CHE UN TEMPO AVEVA MENATO VANTO SENZA MISURA: ESSI RISCHIARANO COSI’ QUANTI SONO NELLE TENEBRE, PERCHE’ SONO ASTRI DEL SOLE. LA STELLA INFATTI SI PRESENTO’ UN TEMPO AI MAGI PER GUIDARLI A BETLEMME, CITTA’ DI GIUDA, COSTORO INVECE ANNUNCIANO A NOI CON I TORMENTI COLUI CHE LA VERGINE HA GENERATO SENZA SEME.

EXAPSTILARION dei santi. Con i discepoli conveniamo
INSIEME A TEODULO, GIOIOSAMENTE INCORONIAMO CON INNI ZOTICO, AGATOPO E SATURNINO, POMPIO INSIEME A EUNICIANO, IL GLORIOSO BASILIDE, IL DIVINO EUPORO, L’ILLUSTRE GELASIO ED EVARISTO, AFFINCHE’ PER LA LORO INTERCESSIONE SIAMO LIBERATI DALLE COLPE E INCORONATI DAL CRISTO SALVATORE




Sainte VICTOIRE de Tivoli, martyre à Rome lors de la persécution de Dèce (vers 250). 



Saint SCHENON, martyr. 


Saint PAUL, archevêque de Néocésarée, confesseur sous Licinius (IVème siècle).







Saint NIPHON, évêque de Constantiane en Egypte (IVème siècle). 

https://oca.org/saints/lives/2015/12/23/103628-st-niphon-the-bishop-of-cyprus



Saint POMPIOS. 

Saint CHRYSOGONOS, évêque de Thessalonique en Macédoine. 

Saint GWENVAËL (ENVEL), ermite en forêt de Coat An Noz en Bretagne (436). 

Saint SABINIEN, hiérodiacre, moine de Condate (aujourd'hui Saint-Claude, département français du Jura) (vers 480). 

Saint LOGOT, ermite à Trémel et Saint-Goazec en Bretagne (Vème-VIème siècles). 

Saint LOESUC, moine de Landévennec en Bretagne (VIème siècle). 

Dédicace de la basilique Sainte-Sophie de Constantinople (562).




Immagine:Johnchrysostom.jpg
Mosaico a Santa Sofia di San Giovanni Crisostomo



Saint SERVULE (SERVULUS, SERVOL), confesseur à Rome, patron des paralytiques (vers 580). Un mendicante paralitico, come tanti che hanno disseminato le strade delle città in tutti i secoli, ricordando con la loro presenza, spesso vista con fastidio, l’altra faccia dell’umanità, che non consiste solo di gioie, divertimenti, buona salute, ricchezza, ma anche di povertà, malattia, emarginazione, sofferenza, ingiustizia.

Tale fu nel tardo VI secolo, Servolo, un paralitico povero di mezzi, che dimorava sotto i portici della strada che conduceva all’antica Basilica di S. Clemente a Roma.

Era diventato paralitico sin da bambino e la devastante malattia l’accompagnò per tutta la sua vita, condizionandolo in tutte le attività.

Ad aiutarlo c’erano la madre ed un fratello; tutto quel poco che riceveva dalle elemosine lo distribuiva ai poveri, proprio tramite i due familiari.
Se era colpito e immobilizzato nel corpo, era sveglio con la mente e con la volontà; non sapeva leggere né scrivere, nonostante ciò aveva comperato dei codici della Sacra Scrittura e quando dei sacerdoti si soffermavano da lui, li pregava di leggerglieli; nutrito così dalle parole ispirate della Sacra Scrittura, Servolo trovava conforto nelle sue estreme sofferenze e veniva spronato ad innalzare giorno e notte, le lodi a Dio, padre di tutte le creature anche le più provate. 
Diventò quasi una tappa obbligatoria per i pellegrini ed i fedeli che si recavano alla vicina Basilica di San Clemente e si soffermavano presso di lui, che se da un lato riceveva una elemosina, che come detto finiva ad altri poveri, dall’altro ricambiava con parole di conforto, di consiglio, di esortazione, nel percorrere sulla scia di Gesù, Via, Verità e Vita, la loro esistenza.
Quando ancora giovane sentì approssimarsi la morte, volle che i pellegrini presenti si alzassero e cantassero i salmi nell’attesa, accompagnati dal canto flebile di lui, che ad un tratto tacque facendo segno anche agli altri di smettere e in un soffio disse: “Tacete, non udite forse le laudi che cantano in cielo?” poi dolcemente spirò; era il 23 dicembre del 590.
Alla morte fu presente il segretario di papa s. Gregorio Magno, da poco sul soglio pontificio (590-604), il quale raccontò al papa i particolari; a sua volta s. Gregorio Magno, nei famosi “Dialoghi” inserì un capitolo dedicato al santo paralitico e giunto fino a noi.



Synaxe de saints de Belgique orthodoxe, avec saint Dagobert II (2ème en bas à droite)
icône en latin, par Irina Gorbounova-Lomax
Paroisse Saint Seraphim de Sarov, Namur, Belgique




Saint DAGOBERT II, roi d'Austrasie, martyr à Ecurey (Meuse) sur ordre du maire du palais Ebroïn; un des saints de la maison de France (679).

Tropaire de saint Dagobert II, ton 4

Exilé dans un saint monastère de la verte Irlande,
formé aux grandes vertus et aux devoirs de monarque,
tu régnas ensuite sur nos terres avec trop de droiture aux yeux de tes pairs,
car trop céleste pour ces puissants aux moeurs corrompues.
Désirant la gloire supranaturelle de Dieu,
tu Lui resta fidèle jusqu'à la fin, ô saint roi Dagobert, second du nom.
Nous qui te commémorons ce jour, nous implorons tes prières,
car elle est puissante, l'intercession d'un martyr, pour obtenir que le Christ sauve nos âmes.



Oratio.
Deus, qui pópulo tuo sanctum dedísti rectórem Dagobértum : concéde, quǽsumus ; ut, tanti intercessóris précibus et tuæ pietátis defensióne, ab ómnibus ubíque libéremur adversis, et tranquílla prosperitáte in tua laude lætémur. Per Dóminum.

Concede, quǽsumus, omnípotens Deus : ut quos culpæ miséria fecit hic éxsules ; beáti Dágoberti, Regis et Mártyris tui, intercéssio gloriósa regni cæléstis fáciat esse coherédes. Per Dóminum
.


San Dagoberto II Martire

Figlio di Sigeberto III, re d'Austrasia (634-56), alla morte del padre era ancora bambino, così che al maestro di palazzo, Grimoaldo, fu facile sostituirlo, attorno al 659, col proprio figlio, Childeberto. Benché confinato in un monastero irlandese, Dagoberto, in patria, non era stato dimenticato e nel 676 vi fu richiamato per impedire che l'Austrasia divenisse vassallo della Neustria. Lo accompagnò san Vilfrido, metropolita di York. Nel 679, quando quest'ultimo, espulso dalla sua sede, gli fece visita durante il viaggio intrapreso a Roma in difesa del suo diritto, Dagoberto offrì all'amico, che rifiutò, la sede di Strasburgo. Reduce da Roma, Vilfrido non trovò più il sovrano, che era stato assassinato il 23 dicembre 679, durante una caccia nella foresta di Woevre, presso Stenay, dal figlioccio Giovanni, al soldo dei duchi fautori di Ebroino, maggiordomo di Neustria, e di Pipino, maggiordomo d'Austrasia. Sepolto a Stenay, Dagoberto fu venerato come martire dal popolo per la sua misera fine e il priorato di Stenay, preso il nome del santo, diventò il focolare del suo culto, che tuttavia restò limitato a quelle regioni



Saint DAVID de Dwin (Arménie), musulman converti, martyr par la main des Musulmans (694). 



Sainte MAZOTA, fondatrice d'un monastère à Abernethy en Ecosse (VIIIème siècle). 

Saint EGBERT de Rathmelsigi (Pays-Bas, 729). 

Saint FREDEBERT (FRITHBERT), évêque d'Hexham (766). 

Saint VINTILA (VINTILLAS), ermite à Pugino en Galice (890). 




Saint NAHUM d'Ohrid, thaumaturge et illuminateur des Slaves (Bulgarie vers 910). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome XII du Supplément aux Ménées.)  Saint Nahum was a disciple of Sts Cyril and Methodius (May 11), one of their coworkers known as the Five Followers. 



St Nahum was a man of great learning, and he spoke several languages. After a visit to Rome, he settled on the shores of Lake Ochrid. There he built a monastery at the time when St Clement of Ochrid (July 27) was serving as a bishop. 

Many monks gathered around St Nahum, who was known as a great wonderworker and a man of prayer. He also labored to translate the Holy Scriptures from Greek into Slavonic. 

St Nahum fell asleep in the Lord in 910, and his holy relics continue to work miracles of healing for those who venerate them in faith.



Saint THEOCTISTE, évêque de Novgorod (Russie 1310). 

Saints BASILE, prêtre, MACAIRE et JEAN, martyrs par la main des Communistes (Russie 1938).

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