sabato 17 febbraio 2018

17 febbraio santi italici ed italo greci




http://www.ortodossia.it/w/images/stories/com_form2content/p18/f4437/271.jpg

Santo Faustino martire a Roma e venerato a Pontedera
Tratto da http://www.santiebeati.it/dettaglio/96422
Le spoglie mortali di S. Faustino, estratte dal cimitero romano di S. Ciriaco, nel 1660 furono assegnate dal Prefetto del Sacrario Apostolico alla compagnia dei SS. Sebastiano e Rocco di Pontedera, detta dei “Bianchi”. La domenica 8 agosto di quell’anno confraternite pontederesi e dei paesi vicini, insieme ad una folla incontenibile di fedeli, portò in processione la cassa delle reliquie arrivata da Roma la sera precedente
La vita di Faustino ci è quasi del tutto sconosciuta, tanto che i nostri antenati avevano finito per confonderlo con S. Faustino di Brescia. Forse anche il nome “Faustus” indica uno dei tanti “lieti” di aver dato la vita per la fede in Cristo Gesù.
In realtà di S. Faustino sappiamo due cose fondamentali: era un giovane, come dimostra la struttura delle sue ossa, ed è vissuto da cristiano in un’epoca (presumibilmente il III secolo) in cui essere cristiani significava mettere a rischio la vita. La tradizione ce lo ha consegnato come martire, cioè ucciso a causa della sua fede

Saints SATURNIN, CASTULE, MAGNE, LUCE, ROGAT, JEAN et plusieurs autres, martyrs à Terni en Ombrie (vers 273). 

Santi Donato Secondiano e Romolo ed altri con loro martiri a Concordia  in Veneto nel 304

Tratto da http://www.prolococoncordia.it/santi_martiri.php

I Martiri di Concordia furono tra i primi martirizzati dopo il decreto Diocleziano del 303.
Il loro martirio avvenne l’anno seguente, nel 304.
Il numero è di 72, il luogo del martirio è al limite della città romana sulla sponda destra del Lemene, presso la porta orientale, dove ora sorge un sacello. La Passio fa il nome di alcuni: Donato, Romolo, Secondiano, Giusto, Silvano. La Passio termina: “Vennero in seguito i Provinciali (le autorità) della città di Vicenza (alcuni martiri erano venuti da là) al fine di trasportare colà i loro corpi; ma non permisero i cittadini di Concordia. E così, per opera della divina misericordia, fu fatto”.
I corpi furono raccolti “da alcuni uomini religiosi” e le ossa, in seguito, furono custodite, fino ad oggi, nella cattedrale, nella cappella attuale: cappella che fu poi ampliata e dotata di una “Confessio” come nelle basiliche romane, dal parroco don Celso Costantini; le ossa furono racchiuse in un’urna preziosa nel 1904, centenario dei Martiri.
La festa fu fissata al 17 febbraio, ancora nel 1450. La memoria è registrata nel Martirologio, cioè nel Registro della Chiesa romana per i santi e i martiri.

Tratto da https://it.wikipedia.org/wiki/Santi_martiri_concordiesi

Secondo una Passio Martyrum tarda, dalla città di Vicenza arrivarono a Concordia Sagittaria due fratelli cristiani: Donato e Solone. Una volta giunti nella città romana cominciarono a parlare ai suoi cittadini di Gesù e molti chiesero di essere battezzati. Tradizionalmente i nomi sono Donato, Solone Secondiano, Romolo, Crisanto, Eutichio, Giusto, Cordio, Silvano, Neomedio, Lucilla, Policrazio, Ermogio e altri, in tutto settantadue. La tradizione narra che costoro furono arrestati mentre i fratelli vicentini Donato e Solone catechizzavano e battezzavano Neomedio e la figlia Lucilla. Arrivò a Concordia un governatore di nome Eufemio che aveva intenzione di ripristinare la religione pagana. Saputo che in città c'erano dei cristiani li fece arrestare e una volta giunti al palazzo del governatore, Eufemio, li interrogò e poi li fece torturare e frustare. Dato che non avevano intenzione di cambiare proposito, vennero trascinati fuori dalle mura e decapitati lungo le sponde del fiume Lemene Il loro numero era 72 ed era l'anno 304  I loro corpi furono raccolti da delle persone del luogo. In seguito le ossa furono poste in una preziosa urna che si trova nella cattedrale di Santo Stefano  Nel luogo in cui sono stati uccisi oggi si erge un piccolo sacello.

 Saint HABET-DEUS, évêque de Luna en Italie, probablement martyr par la main des Vandales ariens (vers 500)

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