Santo Massimo vescovo di Nola nel II secolo -A Nola in Campania, san Massimo, vescovo, che in tempo di persecuzione resse la Chiesa di questa città e dopo una lunga vita morì in pace.
Tratto da https://it.wikipedia.org/wiki/Massimo_di_Nola
Abbiamo pochissime notizie della vita di san Massimo. Ci provengono dai carmina natalizia scritti da San Paolino fra il 395 e il 409 circa, per celebrare la festa (dies natalis) di san Felice di Nola, fedele collaboratore di Massimo.
Paolino racconta che durante la persecuzione di Decio (250 -251), Massimo che era il vescovo di Nola, già vecchio e malato, in un primo momento fece di tutto per difendere i cristiani, poi, di fronte all'inasprirsi della persecuzione, affidò la diocesi a san Felice che aveva designato come successore e preferì andare a rifugiarsi in un luogo deserto. Felice fu messo in carcere e torturato perché sacrificasse agli dei pagani, ma un giorno gli apparve un angelo che lo liberò e lo condusse da Massimo, che stava morendo di fame e di sete. Felice raccolse da una vite un grappolo di uva maturato miracolosamente fuori stagione, e con il succo di essa rianimò Massimo, poi se lo caricò sulle spalle, lo riportò in città e lo affidò alle cure di una devota cristiana. Massimo morì serenamente qualche tempo dopo.
Santo Paolo III vescovo di
Brescia(tra il VI e il VII secolo)
Tratto da http://www.santiebeati.it/dettaglio/97364
San
Paolo III è un vescovo di Brescia. Nella lista episcopale della città in alcuni
casi è inserito al ventitreesimo posto in altri al ventiquattresimo.
E’
sicuro il suo inserimento tra san Dominatore e San Paterio.
Resse
la diocesi tra la seconda metà del VI secolo e l’inizio del VII Secolo.
Anche
di lui non sappiamo nulla. Alcuni lo ritengono implicato nella questione dei
“tre capitoli” condannati nel 543 da Giustiniano I e dal quinto concilio
ecumenico di Costantinopoli.
Si
ritiene che inizialmente sia stato sepolto nella basilica di s. Andrea e poi
trasportate nella chiesa diaconale di San Stefano in Arce o in Castro.
I suoi
resti, il 1 novembre 1581, vennero trasportati da San Carlo Borromeo e dal
vescovo Giovanni Dolfin, nella cattedrale di San Pietro de Dom.
Il 16
febbraio 1604 furono traslate nel duomo vecchio dove si trovano tutt’ora presso
l’altare del Santissimo Corpo di Cristo. In quella sede sono state poste vicino
ai resti di San Atanasio, Domenico e Dominatore.
Santo Lorenzo parente
dell’imperatore Zenone e vescovo di Siponto in Puglia.Instaurò la santa
venerazione del mistero dell’Arcangelo Gabriele sul Monte Gargano(verso il 545)
La sede
vescovile di Siponto, attuale Manfredonia (nome che prese nel 1256 da re
Manfredi), dopo la morte del vescovo Felice, avvenuta al tempo dell’imperatore
d’Oriente Zenone (474-491), durante le lotte tra Odoacre e Teodorico (489-493),
rimase per un anno vacante.
Ritornata
la pace i sipontini spedirono una delegazione a Costantinopoli per chiedere un
successore, questo deve essere avvenuto in uno degli ultimi anni del secolo V,
quando Siponto era ancora sotto il dominio bizantino, perché è noto che dallo
stesso secolo V a tutto il secolo VIII, la Puglia fu sotto la giurisdizione
romana.
L’imperatore
Zenone, ancora vivo prima del 491, designò Lorenzo suo parente, il quale
accettò e partì recando con sé preziose reliquie di s. Stefano e di s. Agata; a
questo punto le notizie divergono, perché in una viene fatto capire che Lorenzo
venisse consacrato vescovo nella stessa Costantinopoli, mentre nell’altra
versione si dice che raggiunse Roma per essere consacrato da papa Gelasio I
(492-496).
Si
ricorda che si era nel tempo in cui gl’imperatori nominavano loro i vescovi,
salvo essere consacrati poi dal papa o a volte di chiederne solo
l’approvazione. Situazione che si risolverà molto tempo dopo, con la lotta fra
Papato ed Impero, con la cosiddetta “lotta per le investiture”.
Divenuto
vescovo di Siponto, città strategica per la sua posizione sul mare, Lorenzo al
di là dei meriti di pastore di anime, che accenneremo, legò il suo nome allo
straordinario avvenimento dell’apparizione dell’Arcangelo Michele sul Gargano.
Si era
nell’anno 490 e un signorotto del Monte, di nome Elvio Emanuele, aveva smarrito
il più bel toro della sua mandria, dopo lunghe ricerche lo trovò accovacciato
dentro una caverna inaccessibile, visto che non si poteva raggiungerlo, decise
di ucciderlo e scoccò una freccia dal suo arco, ma la freccia inspiegabilmente
invece di colpire il toro, girò su sé stessa e finì per colpire il tiratore.
Sbigottito,
egli si recò dal vescovo di Siponto s. Lorenzo e raccontò l’accaduto; il
vescovo prescrisse tre giorni di preghiere e di digiuno, al terzo giorno
l’arcangelo Michele si rivelò al vescovo, con l’invito di dedicare quella
grotta al culto cristiano.
Ma
Lorenzo esitò e non diede esecuzione alla volontà di s. Michele, perché sulla
montagna dove si trovava la grotta, era ancora molto vivo il culto pagano. Dopo
due anni nel 492, Siponto era assediata dal re barbaro Odoacre, le forze
cristiane erano ormai allo stremo, quando s. Lorenzo Maiorano, riuscì ad
ottenere dal re una tregua di tre giorni, che il vescovo ed i fedeli
impiegarono più in preghiere e penitenze, che a ricostituire le forze per una
battaglia già persa in partenza.
In
questo frangente l’Arcangelo ricomparve al vescovo, per dirgli che avrebbe dato
il suo aiuto se i sipontini avessero attaccato il nemico. La promessa si
realizzò e quando gli assedianti ripresero le ostilità, durante la battaglia
scoppiò all’improvviso una tempesta di sabbia e grandine, che si rovesciò sui
barbari, i quali spaventati si diedero alla fuga.
La
città fu salva ed il vescovo Lorenzo con tutta la popolazione, in processione
salì sul Monte dell’Arcangelo per ringraziarlo, ma ancora una volta non osò
entrare nella grotta.
Questa
sua incertezza lo spinse l’anno dopo a chiedere consiglio al papa Gelasio I, il
quale gli ordinò di occupare quella grotta e di recarvisi con i vescovi di
Puglia a consacrarla, dopo un triduo di digiuni.
Ma
l’Arcangelo Michele si manifestò per la terza volta all’indeciso vescovo,
dicendogli che non era necessario consacrare la grotta, perché già consacrata
con la sua presenza, quindi poteva entrare e innalzare preghiere e celebrare la
Messa.
Quando
il vescovo Lorenzo entrò nella grotta, dice la leggenda, trovò un altare
coperto di panno rosso, con sopra una croce di cristallo. Egli fece poi
costruire all’entrata della grotta una chiesa, che dedicò a S. Michele il 29
settembre 493; da qui cominciò quel culto ininterrotto nei secoli, che ha visto
giungere al Santuario e alla Sacra Grotta folle di pellegrini di ogni ceto, re
e regine, futuri santi, papi a partire dallo stesso Gelasio I, tutti accomunati
dal desiderio di visitare questa mistica grotta dove, secondo le parole
dell’Arcangelo a san Lorenzo, “possono essere perdonati i peccati degli
uomini”.
Di s.
Lorenzo si sa pure che invocando l’aiuto di s. Michele, riuscì a respingere
un’incursione di napoletani contro Siponto; fece costruire varie chiese, tra
cui una in onore di S. Giovanni Battista, che fece decorare di pitture, come
pure quella sul Gargano; ebbe il dono della profezia e predisse le imminenti
sciagure della guerra gotica; si incontrò con Totila, re degli Ostrogoti (m.
552) ottenendo che Siponto venisse risparmiata dalla distruzione.
Fu in
contatto fraterno con il santo vescovo di Canosa di Puglia, s. Sabino; morì a
Siponto il 7 febbraio forse del 545.
Tratto
da COLLECTION
DE L’ÉCOLE FRANÇAISE DE ROME-317 -SANTUARI CRISTIANI D’ITALIA
COMMITTENZE E
FRUIZIONE TRA MEDIOEVO E ETÀ MODERNA a cura di Mario TOSTI
https://radicimolesi.files.wordpress.com/2012/08/tosti-santuaricristianilibro-14.pdf
A Siponto, fino al primo Duecento attiva città
portuale ai piedi del promontorio garganico, le indagini archeologiche hanno
datato la prima fase di costruzione della basilica cattedrale al IV-V secolo
La più antica notizia relativa alla diocesi riguarda
il vescovo Felice, presente a Roma nel Sinodo del 465; del suo successore
Lorenzo, parla l’anonima Vita Sancti Laurentii (giunta in due redazioni del
IX-X secolo e dell’XI). Nella Vita maior
(prima redazione) si narra che l’imperatore Zenone nel
491 propose a Lorenzo, suo consanguineo, di assumere la carica di
vescovo nella diocesi di Siponto. Giunto carico di
reliquie e di icone, Lorenzo si dedicò alla costruzione di edifici sacri, tra
cui la Ecclesia episcopalis
di S. Maria e il Battistero di S. Giovanni, rivestito
di mosaici preziosi. Per tali imprese, su sua richiesta, l’imperatore inviò da
Costantinopoli 150 libbre d’oro e
doctissimos artifices
Nella sede episcopale sipontina, è ambientata al tempo
del vescovo Lorenzo la triplice apparizione dell’Arcangelo che, secondo il
racconto del Liber Apparitionis
(VIII-IX sec.)prelude allaconsacrazione d ella grotta
garganica (V secolo).
Saint MAXIME, évêque de Nole en Campanie (IIème siècle). A Nola in Campania, san Massimo, vescovo, che in tempo di persecuzione resse la Chiesa di questa città e dopo una lunga vita morì in pace.
Sainte JULIENNE, veuve à Bologne (430).
Saint PAUL III, évêque de Brescia (VIème siècle).
Saint LAURENT, parent de l'empereur Zénon, évêque de Siponto, ancienne ville de l'Apulie, et instaurateur du culte de l'Archange Michel sur le mont Gargan (545)
Saint VULLERM de Leaval, prêtre à Morgex dans le Val d'Aoste, confesseur de l'Orthodoxie face à l'arianisme (VIIème siècle)
Saint RICHARD, pélerin anglais, mort à Lucques en Toscane (720).
tono ottavo
Accepting
Christ our God as King, O Father Richard, thou didst leave thy native
Wessex to be a pilgrim. Pray that in our pilgrimage we may find
salvation for our souls.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.