mercoledì 7 febbraio 2018

7 febbraio Santi Italici ed Italo greci







 

Santo  Massimo vescovo di Nola nel II secolo -A Nola in Campania, san Massimo, vescovo, che in tempo di persecuzione resse la Chiesa di questa città e dopo una lunga vita morì in pace.  

Tratto da https://it.wikipedia.org/wiki/Massimo_di_Nola
Abbiamo pochissime notizie della vita di san Massimo. Ci provengono dai carmina natalizia scritti da San Paolino  fra il 395  e il 409 circa, per celebrare la festa (dies natalis) di san Felice di Nola, fedele collaboratore di Massimo.
Paolino racconta che durante la persecuzione di Decio (250 -251), Massimo che era il vescovo di Nola, già vecchio e malato, in un primo momento fece di tutto per difendere i cristiani, poi, di fronte all'inasprirsi della persecuzione, affidò la diocesi a san Felice che aveva designato come successore e preferì andare a rifugiarsi in un luogo deserto. Felice fu messo in carcere e torturato perché sacrificasse agli dei pagani, ma un giorno gli apparve un angelo che lo liberò e lo condusse da Massimo, che stava morendo di fame e di sete. Felice raccolse da una vite un grappolo di uva maturato miracolosamente fuori stagione, e con il succo di essa rianimò Massimo, poi se lo caricò sulle spalle, lo riportò in città e lo affidò alle cure di una devota cristiana. Massimo morì serenamente qualche tempo dopo.









Santo Paolo III vescovo di Brescia(tra il VI e il VII secolo)

Tratto da http://www.santiebeati.it/dettaglio/97364

San Paolo III è un vescovo di Brescia. Nella lista episcopale della città in alcuni casi è inserito al ventitreesimo posto in altri al ventiquattresimo. 
E’ sicuro il suo inserimento tra san Dominatore e San Paterio.
Resse la diocesi tra la seconda metà del VI secolo e l’inizio del VII Secolo.
Anche di lui non sappiamo nulla. Alcuni lo ritengono implicato nella questione dei “tre capitoli” condannati nel 543 da Giustiniano I e dal quinto concilio ecumenico di Costantinopoli.
Si ritiene che inizialmente sia stato sepolto nella basilica di s. Andrea e poi trasportate nella chiesa diaconale di San Stefano in Arce o in Castro.
I suoi resti, il 1 novembre 1581, vennero trasportati da San Carlo Borromeo e dal vescovo Giovanni Dolfin, nella cattedrale  di San Pietro de Dom.
Il 16 febbraio 1604 furono traslate nel duomo vecchio dove si trovano tutt’ora presso l’altare del Santissimo Corpo di Cristo. In quella sede sono state poste vicino ai resti di San Atanasio, Domenico e Dominatore.

Santo Lorenzo parente dell’imperatore Zenone e vescovo di Siponto in Puglia.Instaurò la santa venerazione del mistero dell’Arcangelo Gabriele sul Monte Gargano(verso il 545)

La sede vescovile di Siponto, attuale Manfredonia (nome che prese nel 1256 da re Manfredi), dopo la morte del vescovo Felice, avvenuta al tempo dell’imperatore d’Oriente Zenone (474-491), durante le lotte tra Odoacre e Teodorico (489-493), rimase per un anno vacante.
Ritornata la pace i sipontini spedirono una delegazione a Costantinopoli per chiedere un successore, questo deve essere avvenuto in uno degli ultimi anni del secolo V, quando Siponto era ancora sotto il dominio bizantino, perché è noto che dallo stesso secolo V a tutto il secolo VIII, la Puglia fu sotto la giurisdizione romana.
L’imperatore Zenone, ancora vivo prima del 491, designò Lorenzo suo parente, il quale accettò e partì recando con sé preziose reliquie di s. Stefano e di s. Agata; a questo punto le notizie divergono, perché in una viene fatto capire che Lorenzo venisse consacrato vescovo nella stessa Costantinopoli, mentre nell’altra versione si dice che raggiunse Roma per essere consacrato da papa Gelasio I (492-496).
Si ricorda che si era nel tempo in cui gl’imperatori nominavano loro i vescovi, salvo essere consacrati poi dal papa o a volte di chiederne solo l’approvazione. Situazione che si risolverà molto tempo dopo, con la lotta fra Papato ed Impero, con la cosiddetta “lotta per le investiture”.
Divenuto vescovo di Siponto, città strategica per la sua posizione sul mare, Lorenzo al di là dei meriti di pastore di anime, che accenneremo, legò il suo nome allo straordinario avvenimento dell’apparizione dell’Arcangelo Michele sul Gargano.
Si era nell’anno 490 e un signorotto del Monte, di nome Elvio Emanuele, aveva smarrito il più bel toro della sua mandria, dopo lunghe ricerche lo trovò accovacciato dentro una caverna inaccessibile, visto che non si poteva raggiungerlo, decise di ucciderlo e scoccò una freccia dal suo arco, ma la freccia inspiegabilmente invece di colpire il toro, girò su sé stessa e finì per colpire il tiratore.
Sbigottito, egli si recò dal vescovo di Siponto s. Lorenzo e raccontò l’accaduto; il vescovo prescrisse tre giorni di preghiere e di digiuno, al terzo giorno l’arcangelo Michele si rivelò al vescovo, con l’invito di dedicare quella grotta al culto cristiano.
Ma Lorenzo esitò e non diede esecuzione alla volontà di s. Michele, perché sulla montagna dove si trovava la grotta, era ancora molto vivo il culto pagano. Dopo due anni nel 492, Siponto era assediata dal re barbaro Odoacre, le forze cristiane erano ormai allo stremo, quando s. Lorenzo Maiorano, riuscì ad ottenere dal re una tregua di tre giorni, che il vescovo ed i fedeli impiegarono più in preghiere e penitenze, che a ricostituire le forze per una battaglia già persa in partenza.
In questo frangente l’Arcangelo ricomparve al vescovo, per dirgli che avrebbe dato il suo aiuto se i sipontini avessero attaccato il nemico. La promessa si realizzò e quando gli assedianti ripresero le ostilità, durante la battaglia scoppiò all’improvviso una tempesta di sabbia e grandine, che si rovesciò sui barbari, i quali spaventati si diedero alla fuga.
La città fu salva ed il vescovo Lorenzo con tutta la popolazione, in processione salì sul Monte dell’Arcangelo per ringraziarlo, ma ancora una volta non osò entrare nella grotta.
Questa sua incertezza lo spinse l’anno dopo a chiedere consiglio al papa Gelasio I, il quale gli ordinò di occupare quella grotta e di recarvisi con i vescovi di Puglia a consacrarla, dopo un triduo di digiuni.
Ma l’Arcangelo Michele si manifestò per la terza volta all’indeciso vescovo, dicendogli che non era necessario consacrare la grotta, perché già consacrata con la sua presenza, quindi poteva entrare e innalzare preghiere e celebrare la Messa.
Quando il vescovo Lorenzo entrò nella grotta, dice la leggenda, trovò un altare coperto di panno rosso, con sopra una croce di cristallo. Egli fece poi costruire all’entrata della grotta una chiesa, che dedicò a S. Michele il 29 settembre 493; da qui cominciò quel culto ininterrotto nei secoli, che ha visto giungere al Santuario e alla Sacra Grotta folle di pellegrini di ogni ceto, re e regine, futuri santi, papi a partire dallo stesso Gelasio I, tutti accomunati dal desiderio di visitare questa mistica grotta dove, secondo le parole dell’Arcangelo a san Lorenzo, “possono essere perdonati i peccati degli uomini”.
Di s. Lorenzo si sa pure che invocando l’aiuto di s. Michele, riuscì a respingere un’incursione di napoletani contro Siponto; fece costruire varie chiese, tra cui una in onore di S. Giovanni Battista, che fece decorare di pitture, come pure quella sul Gargano; ebbe il dono della profezia e predisse le imminenti sciagure della guerra gotica; si incontrò con Totila, re degli Ostrogoti (m. 552) ottenendo che Siponto venisse risparmiata dalla distruzione.
Fu in contatto fraterno con il santo vescovo di Canosa di Puglia, s. Sabino; morì a Siponto il 7 febbraio forse del 545.


Tratto da COLLECTION DE L’ÉCOLE FRANÇAISE DE ROME-317 -SANTUARI CRISTIANI D’ITALIA
COMMITTENZE E FRUIZIONE TRA MEDIOEVO E ETÀ MODERNA a cura di Mario TOSTI

https://radicimolesi.files.wordpress.com/2012/08/tosti-santuaricristianilibro-14.pdf

A Siponto, fino al primo Duecento attiva città portuale ai piedi del promontorio garganico, le indagini archeologiche hanno datato la prima fase di costruzione della basilica cattedrale al IV-V secolo
La più antica notizia relativa alla diocesi riguarda il vescovo Felice, presente a Roma nel Sinodo del 465; del suo successore Lorenzo, parla l’anonima Vita Sancti Laurentii (giunta in due redazioni del IX-X secolo e dell’XI). Nella Vita maior
(prima redazione) si narra che l’imperatore Zenone nel 491 propose a Lorenzo, suo consanguineo, di assumere la carica di
vescovo nella diocesi di Siponto. Giunto carico di reliquie e di icone, Lorenzo si dedicò alla costruzione di edifici sacri, tra cui la Ecclesia episcopalis
di S. Maria e il Battistero di S. Giovanni, rivestito di mosaici preziosi. Per tali imprese, su sua richiesta, l’imperatore inviò da Costantinopoli 150 libbre d’oro e
doctissimos artifices
Nella sede episcopale sipontina, è ambientata al tempo del vescovo Lorenzo la triplice apparizione dell’Arcangelo che, secondo il racconto del Liber Apparitionis
(VIII-IX sec.)prelude allaconsacrazione d ella grotta garganica (V secolo).




Saint MAXIME, évêque de Nole en Campanie (IIème siècle). A Nola in Campania, san Massimo, vescovo, che in tempo di persecuzione resse la Chiesa di questa città e dopo una lunga vita morì in pace. 


 
Sainte JULIENNE, veuve à Bologne (430).


 Saint PAUL III, évêque de Brescia (VIème siècle). 


Saint LAURENT, parent de l'empereur Zénon, évêque de Siponto, ancienne ville de l'Apulie, et instaurateur du culte de l'Archange Michel sur le mont Gargan (545)


 Saint VULLERM de Leaval, prêtre à Morgex dans le Val d'Aoste, confesseur de l'Orthodoxie face à l'arianisme (VIIème siècle)



Saint RICHARD, pélerin anglais, mort à Lucques en Toscane (720). 
tono ottavo
Accepting Christ our God as King, O Father Richard, thou didst leave thy native Wessex to be a pilgrim. Pray that in our pilgrimage we may find salvation for our souls.



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